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Lacrime d'inchiostro - L'ultima Rima
Lacrime d'inchiostro - L'ultima Rima
Lacrime d'inchiostro - L'ultima Rima
E-book138 pagine26 minuti

Lacrime d'inchiostro - L'ultima Rima

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Info su questo ebook

Dite che la poesia è morta? No, vi sbagliate. La poesia è viva e respira a pieni polmoni in un sottobosco che pullula di semi in fermento. La poesia è più che mai necessaria a questa nostra epoca fatta di tempi troppo veloci, che costringono a restare sulla superficie delle emozioni invece di immergersi in quella profondità che spinge a conoscere e a crescere. Ecco che la poesia ci viene incontro, concisa ma intensa, capace di parlare a chiunque, anche a chi "non ha mai il tempo" di leggere. La poesia è la voce dell'anima, che dovremmo di nuovo imparare ad ascoltare per restare umani.
LinguaItaliano
Data di uscita6 mar 2023
ISBN9791221462791
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    Anteprima del libro

    Lacrime d'inchiostro - L'ultima Rima - Alessandro Cordiali

    Sventola alta

    Sventola alta la mia bandiera

    Sventola alta anche se prigioniera

    Prigioniera di un male che circola

    e di una fottuta vita precaria

    Il nostro paese oggi eccolo qua

    in attesa di capire come finirà

    Un paese in cui chiudono imprese su imprese

    Dove le famiglie sopravvivono al mese

    Un paese dove devi lottare

    se i tuoi figli vuoi far mangiare

    Un paese dove devi lottare

    se i tuoi figli vuoi far mangiare

    Che poi alla fine vorresti solo realizzare

    un domani più bello da regalare

    a quel bambino che dorme nel letto

    che invece è ostaggio di un futuro incerto

    dove i ragazzi scappano presto

    per realizzare i loro sogni all’estero

    Ti sembra tutto così irreale

    da un brutto incubo ti vorresti svegliare

    e vedere la tua bandiera

    tornare forte a sventolare.

    Murale di P.A.T. e Uman Art, Roma/Trullo

    ph: Hokuto Endo

    A Gigi

    Oggi l’unica cosa che se dovrebbe fa

    È beve un whisky maschio dopo pranzo

    E fatte un inchino senza pensa’

    Pe’ ricordatte come piaceva a te

    Tu che de Roma mia sei uno dei re

    Te ne sei annato

    Ma che davero?

    Nun ce posso crede so’ sincero

    Se n’è annato er cavajere nero

    Come me facevi ride fin da bambino

    Che te divertivi sul palco come un regazzino

    Da Mandrake ar conte Duval

    Sarvate Mandrà!

    Che velocità! Che ASL!

    Simbolo di semplicità e romanità

    Troppi so’ li personaggi che nun se potranno più scorda’

    Ma come avresti detto tu con gran serietà

    Sguardo sornione

    Sigaretta accesa

    Je sfoderi er soriso maggico

    E Nun me rompe er cà....

    Murale di Lucamaleonte, Roma/Garbatella

    Ph: Cristiana Orecchini

    Un giorno de febbraio

    Ma che fai, je dai de rima?

    Te metti a scrive pure stamattina?

    Nun so’ passate manco ventiquattrore

    Dall’urtima poesia

    Ma come nun t’accorgi che er tempo vola via?

    Vola via come vent’anni

    Mentre a noi ce se ‘ngrossano le ossa

    E da bambini d’improvviso

    Se ritrovamo grandi

    Grandi come ‘sta città

    Padrona der tempo

    Che li ricordi porta con sè

    Con un colpo de vento

    Ricordi intensi

    Come tanti anni fa

    Piazza San Giovanni piena

    A piagne

    Manco fosse morto un papà

    Perché lui era un po’ così pe’ noi

    Un papà de Roma nostra

    Noi che come lui

    Semo tutti figli suoi

    Figli de Roma

    E

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