Vedere in consapevolezza

Di Thich Nhat Hanh

In questo libro Thich Nhat Hanh affronta il tema delle percezioni: come “vediamo” dentro e intorno a noi, come sviluppiamo percezioni errate e cosa possiamo fare per “vedere” meglio le cose, gli altri e noi stessi?

Le pratiche di consapevolezza illustrate nel volume possono aiutarci nei momenti difficili e sono anche un valido supporto per migliorare le nostre relazioni e imparare a rispettare gli altri.

Un libro da portare sempre con sé, consultabile in ogni momento della giornata.

• Lingua: Italiano
• Editore: Terra Nuova Edizioni
• Data di uscita: 24 mar 2020
• ISBN: 9788866815730

Anteprima del libro

NOTA

sul vedere

In questo foglio di carta c’è una nuvola. Un poeta può vederlo chiaramente. Senza nuvola non ci può essere pioggia; senza acqua, gli alberi non possono crescere; e senza alberi, non si può fare la carta. La nuvola è qui dentro. L’esistenza di questa pagina dipende dall’esistenza della nuvola. La carta e la nuvola sono realmente vicine.

Acqua che riflette

L’acqua limpida e calma di un lago alpino riflette la montagna e il cielo con chiarezza immacolata.

Anche tu puoi fare lo stesso.

Se sei calmo e tranquillo a sufficienza, puoi riflettere la montagna, il cielo azzurro e la luna esattamente così come sono.

Rifletti ciò che vedi così com’è, senza distorsioni.

Fiume di percezioni

In ognuno di noi c’è un fiume di percezioni. Le percezioni sorgono, rimangono per un po’ di tempo, e poi cessano.

Quando la nostra mente non è calma, non vediamo con chiarezza. Come sulla superficie di un lago in una giornata ventosa, l’immagine che vediamo è distorta.

Spesso le nostre percezioni sono erronee, ci fanno soffrire e fanno soffrire gli altri.

È molto utile esaminare a fondo la natura delle nostre percezioni, senza essere troppo sicuri di nulla. Se siamo troppo sicuri del fatto nostro, soffriamo.

Quando ci chiediamo: «Sei sicuro?», abbiamo la possibilità di guardare di nuovo e vedere se la nostra percezione è corretta o no.

Segno o realtà?

Siamo convinti che le nostre percezioni siano corrette e complete, eppure spesso non lo sono.

Nell’ideogramma cinese che indica la percezione, la parte superiore è segno o aspetto, e la parte inferiore è mente. Quando percepiamo qualcosa, nella nostra mente si crea un’immagine – un segno – di quella cosa: in molti casi si tratta di un segno illusorio.

È molto facile confondere la nostra immagine mentale di qualcosa con la sua realtà.

È importante non essere troppo sicuri delle nostre percezioni.

Il serpente

Immagina di camminare al crepuscolo e di vedere un serpente.

Corri a casa urlando a chiamare i tuoi amici, e tutti quanti si precipitano fuori con una torcia elettrica.

Ma quando illumini il serpente, scopri che non è affatto un serpente, è solo un pezzo di corda. Scambiare la corda per un serpente è una percezione erronea.

La consapevolezza ci aiuta ad evitare di rimanere vincolati alle nostre percezioni erronee.

Vedere la vera natura delle cose

La pratica della piena consapevolezza consiste nel guardare in profondità per vedere la vera natura delle cose e andare oltre l’imprecisione delle nostre percezioni.

Se scambiamo una corda per un serpente, magari gridiamo per la paura.

La paura è un’emozione provocata dalla nostra percezione erronea. Spesso le nostre percezioni sono imprecise e possono provocare emozioni e reazioni intense, causando immotivatamente molte sofferenze.

Quando avremo visto la vera natura dell’oggetto della nostra paura, la paura svanirà.

La fonte delle nostre percezioni

La fonte della percezione, del nostro modo di vedere, si trova nella mente inconscia. In gran parte, le nostre percezioni sono erronee. Portano con sé tutti gli errori della soggettività.

Esprimiamo lode o biasimo, siamo felici o ci lamentiamo in base alle nostre percezioni.

Le nostre percezioni sono fatte di molte cose: afflizioni come il desiderio, la rabbia e l’ignoranza, e anche energie provenienti dall’abitudine e da esperienze passate.

Se siamo felici o soffriamo, dipende in gran parte dalle nostre percezioni.

È importante esaminare a fondo le nostre percezioni e riconoscerne la fonte.

Buona o cattiva fortuna?

Un giorno un contadino andò al campo e scoprì che il suo cavallo era scappato. La gente del villaggio disse: «Oh, che sfortuna!».

Il giorno dopo il cavallo tornò con altri due cavalli e la gente del villaggio disse: «Che fortuna!».

Poi il figlio del contadino fu disarcionato da uno dei cavalli e si ruppe una gamba. Gli abitanti del villaggio gli mostrarono solidarietà dicendo «Che sfortuna».

Poco dopo, scoppiò una guerra e i giovani del villaggio cominciarono a essere