Cura la tua cervicale: 

Facili esercizi da fare a casa, al lavoro, per chi utilizza PC, tablet e smartphone

Di Ivan Sartori

Questo manuale ti farà capire come la nostra postura influisca sul benessere: bisogna prestare attenzione alla postura, non solo sul posto di lavoro, ma anche mentre si guida, oppure quando si usa lo smartphone, il tablet o il PC. Persino quando si dorme dovremmo prendere degli accorgimenti per migliorare la nostra postura. Qui vengono spiegati semplici esercizi che ti permetteranno di raggiungere il benessere fisico. Non viene trascuarata la pratica dei pranayama, ovvero dei metodi di respirazione che ci procurano benessere psichico. Mens sana in corpore sano. Seguiamo il nostro mantra: More stretching less stressing. Affrontiamo questo viaggio verso il nostro benessere.
 

• Lingua: Italiano
• Editore: Edizioni del Faro
• Data di uscita: 13 gen 2020
• ISBN: 9788855129923

Anteprima del libro

Ivan Sartori

Cura la tua cervicale

Facili esercizi da fare a casa, al lavoro,

per chi utilizza PC, tablet e smartphone

Copyright© 2020 Edizioni del Faro

Gruppo Editoriale Tangram Srl

Via dei Casai,6 – 38123 Trento

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Prima edizione digitale: gennaio 2020

ISBN 978-88-5512-045-6 (Print)

ISBN 978-88-5512-992-3 (ePub)

ISBN 978-88-5512-993-4 (mobi)

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Il libro

Questo manuale ti farà capire come la nostra postura influisca sul benessere: bisogna prestare attenzione alla postura, non solo sul posto di lavoro, ma anche mentre si guida, oppure quando si usa lo smartphone, il tablet o il PC. Persino quando si dorme dovremmo prendere degli accorgimenti per migliorare la nostra postura. Qui vengono spiegati semplici esercizi che ti permetteranno di raggiungere il benessere fisico. Non viene trascuarata la pratica dei pranayama, ovvero dei metodi di respirazione che ci procurano benessere psichico. Mens sana in corpore sano. Seguiamo il nostro mantra: More stretching less stressing. Affrontiamo questo viaggio verso il nostro benessere.

L’autore

Ivan Sartori nasce a Trento nel 1970. Due Lauree (Fisioterapia e Tecniche Radiologiche per Immagini e Radioterapia) conseguite presso l’Università di Chieti. Ha lavorato nell’Ospedale di Silandro (BZ), in una clinica privata di Verona e nell’Ospedale di Negrar (VR). Nel 2006 crea in società il Poliambulatorio Mia Medica, di cui ancora oggi è il legale rappresentante e dove lavora come fisioterapista e osteopata. Amante dello sport e della vita sana, è appassionato di arrampicata. Da poco si è avvicinato al mondo del triathlon. Sposato con Silvia, è papà di Cesare e Maddalena.

Cura la tua cervicale

Facili esercizi da fare a casa, al lavoro,

per chi utilizza PC, tablet e smartphone

Introduzione

Nel nord-ovest della Thailandia, ai confini con la Birmania, in uno dei luoghi più remoti di questo Regno sorge Mae Hong Son. Un vero e proprio paradiso terrestre. Immagina una valle circondata da montagne, attraversata da un fiume, nascosta da una fitta vegetazione. Se decidi di raggiungere questo luogo incantato, preparati a percorrere l’unica strada esistente: la Road 180. Armati di pazienza perché solo alla fine delle sue 1.864 curve, spalmate su di un percorso panoramico che si inerpica con i suoi tornati tra risaie e jungle tropicali, raggiungerai finalmente la meta. Però, diciamoci la verità: è un prezzo che vale la pena pagare, perché ciò che apparirà davanti ai nostri occhi ricompenserà ampiamente lo sforzo. Qui, sulle rive del fiume Pai che scorre placido per poi farsi improvvisamente veloce, che crea delle rapide prima di lasciarsi cadere in meravigliose cascate, troviamo, sparsi qua e là, dei villaggi. L’attenzione sicuramente verrà catturata dalle popolazioni Kayan, di origine Karen, chiamate anche Padaung, che in lingua birmana sta a significare collo lungo.

Mentre con le nostre scarpe impolverate ci avviciniamo a uno di questi villaggi, iniziamo a renderci conto di come, qualche volta, anche in quello che a prima vista sembrava un paradiso tropicale, si nascondano delle atrocità. Questi, infatti, sono i luoghi tristemente famosi per le donne giraffa. Frutto di una tradizione ancestrale, questo rito prevede che sin da bambine queste donne inizino a portare al collo pesanti anelli di ottone. Grazie ad un gioco ottico, per lo schiacciamento delle clavicole e per la deformazione della colonna che producono con il loro peso, si crea un’illusione ottica che fa sembrare molto allungato il loro collo.

Ancor oggi, a un primo sguardo, queste donne sembrano fiere di portare avanti una tradizione che vuole affermare la loro identità culturale. Mi sento di dire a un primo sguardo perché, se