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La mia Damanhur: La più grande comunità spirituale italiana raccontata da chi ci vive
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La mia Damanhur: La più grande comunità spirituale italiana raccontata da chi ci vive
E-book149 pagine1 ora

La mia Damanhur: La più grande comunità spirituale italiana raccontata da chi ci vive

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Info su questo ebook

Quaranta anni di storia di Damanhur, raccontati da chi li ha vissuti di persona. Il racconto della giornata di un damanhuriano, per comprendere come si vive, si pensa, si cresce in quella che oggi è la comunità spirituale laica più grande in Italia.

LinguaItaliano
EditoreDEVODAMA
Data di uscita15 feb 2016
ISBN9788899652128
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    Anteprima del libro

    La mia Damanhur - Stambecco Pesco

    Stambecco Pesco

    La mia Damanhur

    La più grande comunità spirituale italiana raccontata da chi ci vive

    DAMANHUR

    La mia Damanhur

    Stambecco Pesco (Silvio Palombo)

    Prima edizione: 2011 (ALTRIPARAGGI EDIZIONI)

    Prima edizione digitale: gennaio 2016

    ISBN 978-88-99652-12-8

    COPYRIGHT©2016 DEVODAMA

    Devodama srl, Vidracco (TO) - Italy

    www.devodama.it

    www.damanhur.org

    www.unostambeccoadamanhur.it

    www.damanhurblog.it

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente portale, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta di Devodama srl.

    Stambecco Pesco (Silvio Palombo, 1960) opera nell’ambito delle discipline di meditazione e di sviluppo della sensibilità e si occupa di editoria e comunicazione. Ha pubblicato Gaia e La città sotterranea.

    Quaranta anni di storia di Damanhur, raccontati da chi li ha vissuti di persona. Il racconto della giornata di un damanhuriano, per comprendere come si vive, si pensa, si cresce in quella che oggi è la comunità spirituale laica più grande in Italia.

    Sommario

    Ore 6.50 - 8.00 - Capitolo Primo

    La mia comunità

    Ore 8.00 - 9.30 - Capitolo Secondo

    Un gran daffare

    Ore 9.30 - 11.00 - Capitolo Terzo

    Per cambiare il mondo

    Ore 11.00 - 11.30 - Capitolo Quarto

    Che ci faccio qui?

    Ore 11.30 - 12.30 - Capitolo Quinto

    Malelingue

    Ore 12.30 - 13.00 - Capitolo Sesto

    Meditate, gente, meditate

    Ore 13.00 - 14.30 - Capitolo Settimo

    Politica e politici

    Ore 14.30 - 18.00 - Capitolo Ottavo

    I magici Templi

    Ore 18.00 - 19.00 - Capitolo Nono

    L’eredità di Adriano

    Ore 19.00 - 19.30 - Capitolo Decimo

    Straordinaria gente comune

    Ore 19.30 - 20.30 - Capitolo Undicesimo

    Il mio amico Falco

    Ore 20.30 - … - Capitolo Dodicesimo

    Un nuovo progetto?

    Damanhur,

    Federazione di Comunità

    Prefazione

    Questo libro racconta che cosa è oggi Damanhur, Federazione di Comunità, vista attraverso gli occhi di un damanhuriano.

    Quando ho iniziato a scriverlo, avevo un desiderio: riuscire a parlare di Damanhur attraverso il racconto della mia vita quotidiana, rendendo evidente che Damanhur è fatta di principi, di valori, di ideali, ed è fatta con altrettanta intensità delle emozioni e dei pensieri delle persone che la compongono. Damanhur è ben rappresentata dalla sua Costituzione, dal suo sviluppo, dalle sue iniziative nel campo del sociale e della cultura, così come è ben rappresentata dalla passione e dall’impegno che i suoi cittadini mettono a frutto ogni giorno.

    Scrivere questo libro è stato perciò un piacere, perché parlare di ciò che si ama è sempre bello, e farlo immaginando di essere letti da persone interessate e curiose lo è anche di più.

    Da quando La mia Damanhur è stato pubblicato la prima volta, alcune cose sono cambiate; il cambiamento è una delle costanti della nostra vita, e chi viene di quando in quando in visita - o ci viene a trovare su internet, o incontra damanhuriani che fanno attività in giro per il mondo - sa che ogni volta trova qualcosa di diverso, di trasformato. Damanhur è cresciuta e ha modificato parti di sé, come usa fare da sempre. E poi, come probabilmente saprai, la guida spirituale dei damanhuriani, Falco Tarassaco, ha lasciato il corpo…

    Ma queste trasformazioni, questi eventi, non modificano il significato della nostra avventura, e così non ho modificato nulla nel mio racconto, ne ho semplicemente annotati alcuni nella postfazione. Quando verrai a trovarci, sarai tu stessa, tu stesso a scoprire le varie differenze.

    Ciò che rimane inalterato è lo spirito che pervade queste pagine: Damanhur cambia e si trasforma affinché il sogno dei suoi creatori si mantenga lo stesso, diventando ogni giorno un po’ più reale.

    SP

    La mia Damanhur

    Ore 6.50 - 8.00 - Capitolo Primo

    La mia comunità

    Questa mattina mi sono svegliato prima del solito. La sveglia che chiama me e mia moglie suona sempre alle 6.50 ma oggi ho gli occhi aperti già da un po’.

    Perché questo? C’è forse qualcosa di speciale da fare, oggi? In un certo senso, sì: oggi è la giornata che ti voglio raccontare in un libro, attraverso il quale spiegarti la vita quotidiana di un cittadino di Damanhur. Forse destarmi anzitempo è un modo per concentrarmi…

    Mi alzo, cercando di non svegliare mia moglie. Mia moglie si chiama Furetto Oliva: i damanhuriani, se lo desiderano, assumono un nome nuovo, di animale e di vegetale, per sottolineare il loro legame con le forze della natura, il desiderio di rinnovarsi e la voglia di giocare, prendendosi un po’ in giro. Il mio nome è Stambecco Pesco.

    Mi lavo, mi vesto, esco fuori, in cortile. Siamo sul finire dell’estate e anche al mattino presto ci sono luce e calore sufficienti per stare all’aperto a riordinare le idee. Ma in fondo anche la nebbiolina che vela gli ontani e i castagni è un piacere; se non per la mia cervicale, per la vista.

    Il nucleo comunità nel quale vivo si chiama Casa del Lago. Damanhur è formata da gruppi di una ventina di persone che vivono insieme come una grande famiglia, chiamati nuclei comunità. Casa del Lago si trova nella regione di Tentyris, nel Comune di Lugnacco.

    Tra tutti questi nomi, Lugnacco è l’unico toponimo che si può trovare su una carta topografica, a patto che comprenda anche i paesi con meno di 500 abitanti. Ci troviamo a una decina di chilometri dalla zona centrale di Damanhur, nella quale si trovano il maggior numero di nuclei comunità e di aziende dei damanhuriani, che si estende nei confinanti territori di Baldissero Canavese e di Vidracco.

    Vivo da molti anni in questa casa, che nonostante il nome non sorge sulle rive di un lago. In effetti, il lago proprio non esiste: ci fu fino a due secoli fa un grande stagno, tanto che sulle carte catastali il nome è proprio Casa del lago e a noi è piaciuto mantenerlo. Ci troviamo in mezzo a un costone collinare pieno di ontani, castagni e, purtroppo, anche acacie infestanti. Ci sono molti piccoli corsi d’acqua e, nel raggio di un chilometro, si trovano anche gli insediamenti damanhuriani di Magilla, Porta della luna e Dendera, per un totale di un centinaio di persone, che completano la regione di Tentyris. Sono molto legato a questi luoghi. Vivo a Damanhur dal 1981, dal 1992 nella regione di Tentyris. Nei primi anni, a Magilla, ci stabilimmo in una cascina senza ancora né acqua né luce, realizzando noi un piccolo acquedotto, attrezzandoci con una turbina per avere la corrente necessaria per i servizi essenziali, ristrutturando poco alla volta la casa. Oggi non solo Magilla è una bella cascina ristrutturata, energeticamente pressoché autonoma, che ospita una ventina di persone, ma l’intera Tentyris presenta le stesse caratteristiche: un insediamento complessivo di un centinaio di persone, due acquedotti autonomi, pannelli fotovoltaici e solari su ogni tetto, orti, allevamenti e, nonostante questo, impatto ambientale molto contenuto.

    Rientro in casa, che poco alla volta si anima. Viviamo qui in 11, adulti singoli e coppie con e senza figli, tra i quali ci sono due ragazzi che vanno uno alle Superiori e uno alla scuola elementare. Poiché saremo Furetto e io a dare un passaggio in macchina fino a scuola al più piccolo dei due, Avalo, vado a verificare che sia già in piedi. A colazione incontro Cormorano Sicomoro, che fa l’avvocato e sta uscendo di casa perché ha un’udienza presto a Torino, Gracchio Basilico che fa l’agricoltore e sta partendo alla volta del nucleo di Pejda, dove c’è una serra da montare, e Wallaby Pulsatilla, che invece si ferma a casa, perché sarà di turno in ospedale solo stasera - lei è un’ostetrica - e vuole approfittarne stamani per riordinare le sue cose. Verifico in bacheca di non essere di turno a casa stasera: la consuetudine di Casa del lago, e di tanti altri nuclei comunità, è che deve sempre esserci almeno una persona presente in territorio, e facciamo a turno secondo le esigenze di ognuno. Il mattino e il pomeriggio sono regolati secondo incarichi fissi, nelle sere ci fermiamo a rotazione. Stasera non tocca a me, bene, avrò il tempo per finire il libro che sto leggendo e che devo riportare in biblioteca.

    Finalmente tutti sono pronti e partiamo: lascerò a scuola sia Avalo sia Furetto, che è una volontaria dell’associazione educativa; io raggiungerò la sede della cooperativa editoriale per la quale lavoro, nella zona centrale di Damanhur, che oggi si chiama Damjl.

    Guidando, il mio tentativo di ascoltare il Gr1 si infrange contro la richiesta di Furetto di fare il punto su un paio di questioni che riguardano la casa: d’altra parte lei è la responsabile, reggente, di Casa del lago e ha necessità che le passi una serie di dati di mia competenza. Per il nostro nucleo comunità è un

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