Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La filosofia della valorizzazione: Imparare ad amarsi è un esercizio che bisogna praticare ogni giorno
La filosofia della valorizzazione: Imparare ad amarsi è un esercizio che bisogna praticare ogni giorno
La filosofia della valorizzazione: Imparare ad amarsi è un esercizio che bisogna praticare ogni giorno
E-book117 pagine1 ora

La filosofia della valorizzazione: Imparare ad amarsi è un esercizio che bisogna praticare ogni giorno

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Amare sé stessi non è sempre facile, nessuno ci insegna a farlo. Per imparare ad amarsi bisogna esercitarsi ogni giorno. Ti capita di guardarti allo specchio e non piacerti? Non parlo solo di aspetto esteriore, ti capita di guardare con disprezzo la persona che sei e diventare il “bullo di te stessa”? Ti piacerebbe avere a disposizione degli esercizi che ti aiutino a uscire da questo vortice e a diventare invece che la tua peggior nemica, la tua migliore amica? Nel raccontare i traumi passati che l’hanno portata a soffrire di insicurezza patologica, e la sua lotta contro i DCA, Emmanuela propone delle pause creative in cui chiede a chi legge di mettersi in gioco, di tirare fuori i pesi che ci portiamo dentro per riuscire finalmente a fiorire.
LinguaItaliano
Data di uscita14 lug 2023
ISBN9791222426013
La filosofia della valorizzazione: Imparare ad amarsi è un esercizio che bisogna praticare ogni giorno

Correlato a La filosofia della valorizzazione

Ebook correlati

Automiglioramento per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su La filosofia della valorizzazione

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La filosofia della valorizzazione - Emmanuela Di Ruocco

    Premessa

    Sono Emmanuela e racconto la mia storia attraverso scatti e video sul mio profilo Instagram @_.doppiaemme._ da più di due anni oramai. La mia è una sorta di auto-terapia che mi aiuta a esorcizzare le problematiche che vivo ogni giorno da molti anni, legate alla non-accettazione non soltanto dell’io-corporeo, ma anche dell’io-integrale.

    La vera missione che cerco di portare avanti nel quotidiano, però, è quella di rendere le mie esperienze universali. Far comprendere alle donne che mi seguono di non essere sole, di poter prendere spunto e forza da ciò che condivido e riportarlo nella propria vita come bagaglio da cui attingere ogni volta che ne sentono il bisogno.

    Che gioia provo ogni volta che una di queste donne mi invia messaggi di incoraggiamento, oppure mi racconta la propria esperienza. Credo che soltanto unite possiamo sconfiggere i mostri che ancora ci portiamo dietro con fatica, e soltanto insieme possiamo allontanare gli stereotipi e le convenzioni sociali che hanno influenzato così negativamente le nostre vite. Corpi statuari e vite perfette non sono altro che il risultato di filtri e finti sorrisi, non tutto ciò che vediamo tramite i social e i mass-media è reale. La filosofia della valorizzazione è un po’ il mio motto, …valorizzazione della normalità è ancora meglio, perché ognuno di noi è perfetto nella sua normalità, ognuno di noi è unico nella sua diversità, ognuno è favoloso anche con quelli che la società chiama difetti (io amo chiamarli dettagli).

    Vorrei dunque con questo scritto, fare lo stesso: raccontare la mia storia in modo che, chi ha vissuto o vive esperienze simili alle mie, possa rispecchiarsi e perché no, trovare conforto.

    Introduzione

    Guardarsi allo specchio ogni mattina è davvero un tormento. Guardarsi allo specchio è guardarsi dentro. Non sentirsi mai abbastanza non ha a che fare solo con l’aspetto fisico, certo, quello che riflette non è mai stato di mio gradimento: prima troppo pienotta, poi troppo magra, i fianchi troppo larghi, le tette troppo piccole, i denti troppo sporgenti… la cellulite, gli addominali che non spuntano, i peli in eccesso, gli occhiali… le gambe troppo grosse, le braccia troppo piccole, per non parlare dell’altezza e dei capelli… beh, insomma, non mi sono mai andata bene (o forse è la società che pretende sempre standard irraggiungibili? Così, dico tanto per dire).

    Bene, sono consapevole che queste righe possono sembrare l’incipit del diario di una ragazza smorfiosa e superficiale, tutta concentrata sull’aspetto fisico. Quante volte mi è stato detto e tranquille, non vi biasimo se anche voi lo pensate, ma spero di farvi cambiare idea presto.

    La visione distorta che ho sempre avuto di me stessa non ha a che fare solo con il mio corpo. Sapete cosa significa svegliarsi ogni mattina con la sensazione di non sentirsi mai all’altezza delle situazioni che ti capitano davanti?

    Io lo so perfettamente!

    Credo sia arrivato il momento di mostrare a tutti cosa si nasconde dietro la non-accettazione di sé.

    Posso assicurarvi che tutto questo cela una voragine profondissima che va ben oltre il non piacersi fisicamente.

    Attraverso questo scritto, ho intenzione di svuotare il più possibile quella voragine, di far venire fuori tutto il letame, il fango, la monnezza che vi ho infilato dentro in questi anni, tutto quello che forse non ho mai detto a nessuno fino in fondo. Solo svuotando quel buco potrà poi riempirsi di cose belle: fiori, colori e sinfonie tutte nuove. Proprio così, ho usato il termine riempire e non colmare o coprire, perché quel buco nero non scomparirà mai e con il tempo sto imparando ad accettarlo. È parte di me, inesorabilmente e completamente ma, se fino a questo momento è stato lui a dominare me, adesso sono io che voglio prendere il controllo, e anzi, devo farlo perché è l’unico modo per tornare a vivere.

    Cos’è un eserci-diario?

    Che maleducata! Non mi sono neanche presentata.

    Mi chiamo Emmanuela, sono nata nel 1998 e ho una laurea in Didattica dell’Arte, conseguita presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Prima dell’Accademia, ho frequentato il Liceo Artistico, insomma, l’arte è da sempre la mia più grande passione.

    Non sono un’artista, per carità! I veri artisti si rivolterebbero nella tomba se solo mi proclamassi tale. Amo studiare l’arte, gli artisti e, soprattutto, amo le potenzialità intrinseche nel processo creativo stesso. Mi spiego meglio. Da grande mi piacerebbe diventare un’insegnante di arte, però, secondo me, chi insegna arte non dovrebbe avere la pretesa di formare dei piccoli artisti o di scovare il genio di turno. Chi insegna questa materia dovrebbe dar valore alle potenzialità del processo creativo, del mettere le mani in pasta. I laboratori didattici a sfondo artistico, a mio parere, sono un ottimo strumento per tirare fuori delle emozioni nascoste e mettere i partecipanti faccia a faccia con i loro sentimenti e le loro paure e fare i conti con alcune problematiche interiori.

    Ho inserito in questo libro delle piccole attività da svolgere che possano sostenere chi legge in un percorso all’interno del proprio io più profondo. Una sorta di diario didattico che chiami chi legge a impegnarsi in prima persona per imparare ad accettare quelle caratteristiche di sé con cui ancora deve far pace, oppure per scoprire di avere degli scheletri nell’armadio con i quali è arrivato il momento di discutere.

    Lungi dall’avere finalità terapeutiche, possiamo paragonare queste attività all’accensione di un interruttore, un clic di partenza che invogli chi legge a fare un viaggio all’interno di sé, un luogo privo di giudizio in cui potersi aprire e sentire a proprio agio.

    Parto da me, sono io la prima a mettermi in gioco, sono io la prima ad avere ancora molti problemi di accettazione. Faccio questo percorso insieme a voi, mettendomi a nudo senza riserve e nel mio piccolo, spero di aiutare qualcuno di voi a fare lo stesso.

    Imparare ad amarsi è un esercizio che bisogna praticare ogni giorno!

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1