Guida pratica alla gestione della classe: Con tecniche di PNL - Strategie e proposte operative per fare lezione in maniera efficace e serena
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Anteprima del libro
Guida pratica alla gestione della classe - Francesco Schipani
CAPITOLO 1
Tecniche di Base
per le Relazioni
Interpersonali
Come relazionarsi con gli altri in maniera efficace ? Esistono principi base su cui improntare il nostro comportamento quando trattiamo con le persone? E soprattutto, se tali principi esistono, possiamo applicarli alla gestione di una classe?
È ovvio che non può esserci una ricetta
valida per ogni situazione comunicativa. Disponiamo tuttavia di alcune tecniche
specifiche, che derivano da precisi meccanismi psicologici e possono pertanto migliorare le nostre competenze relazionali.
Con questo capitolo ci proponiamo dunque di acquisire le principali tecniche per le relazioni interpersonali e utilizzarle per gestire al meglio un gruppo classe.
Una precisazione è d’obbligo: il termine tecniche, riferito ai rapporti fra persone, potrebbe far pensare a qualcosa di artificioso, di costruito, di poco genuino. Stiamo forse suggerendo di essere ipocriti quando trattiamo con gli altri? Niente affatto. Anzi, quello che proponiamo è in sostanza di praticare le tecniche di seguito illustrate fino a farle diventare parte di noi stessi, in un percorso che muove dall’artificio alla naturalezza. Del resto, quando si apprende una nuova abilità, ci si deve esercitare prima di acquisirla in maniera definitiva. E nell’esercizio è inevitabile essere poco spontanei.
Le tecniche o, se preferiamo, le abilità selezionate in questo primo capitolo sono già più che sufficienti per poter gestire una classe in maniera efficace, limitando cioè gli sforzi del docente e ottimizzando i risultati. Prima di continuare, diamo un’occhiata all’indice dei prossimi paragrafi:
1. No ai rimproveri, sì agli elogi
Fra le abilità presentate in questo capitolo, No ai rimproveri, sì agli elogi è senza dubbio quella che, praticata regolarmente, garantisce i risultati più immediati sia nel campo delle relazioni interpersonali sia in quello specifico della gestione di una classe.
Si tratta di una tecnica tanto ovvia quanto difficile da applicare sistematicità e consiste nell’evitare i rimproveri in quanto generatori di astio, e di abbondare invece in lodi sincere, meritate, specifiche e fatte davanti ad altri: esse suscitano simpatia e rispetto.
Sebbene non intendiamo soffermarci sulle cause di ordine psicologico sottese a tale abilità, possiamo tuttavia evidenziare il fatto che quando qualcuno ci fa un complimento, nella nostra mente avviene un collegamento fra le sensazioni di piacere evocate dall’apprezzamento e la persona che si complimenta con noi; allo stesso modo, anche le sensazioni negative provocate da un richiamo si ancorano
alla persona che ci rimprovera.¹
In linea teorica il principio è semplice da capire. Scontato e banale, se vogliamo. La difficoltà risiede nel fatto che per poterlo tradurre nella pratica quotidiana occorrono due requisiti: un eccezionale autocontrollo e l’abitudine a trovare il lato positivo in ogni persona, in ogni atteggiamento, in ogni situazione.²
Dobbiamo sempre elogiare gli alunni senza mai rimproverarli? Come in ogni domanda in cui compaiono gli avverbi sempre e mai, anche stavolta la risposta è no: non è possibile farlo sempre. Tuttavia dobbiamo limitare al minimo i rimproveri e abbondare invece in apprezzamenti meritati. Vediamo un esempio tratto dai banchi di scuola.
Primo giorno di lezione: come tutti i docenti di scuola media, mi trovo di fronte al problema dell’alzata di mano: voglio che i miei alunni alzino la mano e attendano il proprio turno in silenzio prima di parlare. Condivido la regola con gli studenti. Secondo giorno: a una mia domanda quasi tutta la classe dà la risposta senza tener conto delle indicazioni del giorno prima. Caos in aula. Venticinque alunni su ventotto che urlano per mostrarmi quanto sono bravi. Che fare? Rimproverarli? No, susciterei ostilità nei miei confronti, quando invece il mio obiettivo è diventare il leader della classe. Elogiarli? Sì, ma come? Gli studenti non rispettano i patti! Un attimo: ci sono tre alunni con la mano alzata. Eccoli lì. Aspetto che la classe faccia silenzio, poi mi rivolgo a uno dei tre virtuosi
e dico, lentamente e con voce calma: «Molto bene, Leonardo! Vedo che rispetti la regola dell’alzata di mano. Lo apprezzo molto e proprio per questo voglio che sia tu a dare la risposta. Bravo!». Lo studente è stato elogiato davanti a tutta la classe per aver alzato la mano in maniera corretta: d’ora in avanti non mi darà più problemi, in quanto ha una reputazione da difendere: lui è quello che chiede la parola in modo corretto! Gli altri alunni capiscono che il complimento al ragazzo è in pratica un rimprovero indiretto nei loro confronti, ma non se la prendono perché nessuno è stato chiamato in causa in prima persona. Lo studente comincia a nutrire simpatia nei miei confronti: l’ho fatto sentire importante davanti a tutti. Terzo giorno di lezione: a una mia domanda metà classe risponde senza alzare la mano, l’altra metà invece attende che io dia il permesso di parlare. Anche stavolta aspetto pazientemente che si faccia silenzio, poi mi complimento con tutti questi studenti: «Bravi, ragazzi! Sono molto soddisfatto di come stiamo procedendo: ieri solo tre persone hanno chiesto la parola in maniera corretta. Oggi siete molti di più e questo mi fa molto piacere. Stavolta risponde Alessia». Dal quarto giorno di lezione ho sempre più alunni che rispettano la regola e nel giro di una settimana risolvo definitivamente il problema, senza doverci ritornare nel corso