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Pillole n. 3
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E-book101 pagine1 ora

Pillole n. 3

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Info su questo ebook

Raccolta n. 3 di consigli utili e pratici per il benessere personale e relazionale, la crescita dei bambini ed informazioni di grafologia e dinamica interelazionale.
LinguaItaliano
Data di uscita5 feb 2017
ISBN9788826016276
Pillole n. 3

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    Pillole n. 3 - Marilena Cremaschini

    persona

    Analfabetismo Funzionale

    Analfabeta si diventa

    Con il termine analfabetismo funzionale si intende l'incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità connesse ad una condizione sufficientemente di alfabetismo, derivante da una scolarizzazione fatta in maniera adeguata e corretta.

    Per essere alfabetizzati occorre saper leggere in maniera fluida, scrivere in modo chiaro e fare operazioni di calcolo normalmente eseguite da chiunque.

    Ma la scuola non basta se tali abilità non vengono sollecitate ed approfondite nella vita di tutti i giorni, con delle letture, delle scritture e dei semplici calcoli effettuati a mente e non con una calcolatrice.

    Perché anche parlare e leggere è una questione di allenamento e di pratica.

    L’inutilizzo di tali capacità, per motivi pratici o perché manca l’opportunità, comporta una perdita della capacità di eseguire il compito o una difficoltà nell’eseguirlo.

    Ce ne possiamo accorgere anche facendo un piccolo esperimento: se smettiamo di eseguire il compito della lettura per un periodo di tempo abbastanza lungo la prima occasione in cui dobbiamo leggere lo facciamo con difficoltà e con lentezza, proprio perché non abbiamo mantenuto la mente allenata in tale esercizio.

    L’analfabetismo di cui tratto non va confuso con i DSA – Deficit Specifico dell’Apprendimento che sono dei veri e propri deficit neurologici, cioè delle mancate interconnessioni dell’apparato neuronale che da origine a delle incapacità elaborative che riguardano il linguaggio scritto, come quello di scrittura, di lettura, di disgrafia, di calcolo.

    I DSA sono delle fessure, dei black-out nelle connessioni tra neuroni che non collegano come dovrebbero determinate zone del cervello comportando delle difficoltà.

    Sia nei casi di DSA che nei casi di analfabetismo funzionale vi è un’intelligenza e delle capacità cognitive della mente normali, solo che in un caso vi sono delle mancate connessioni tra determinate zone del cervello, mentre nel secondo caso il mancato utilizzo comporta un decadimento delle abilità personali.

    In un mio articolo puoi trovare qualche consiglio su come correggere la disgrafia, nel caso volgiate approfondire l’argomento del DSA e sugli interventi consigliati per compensare il deficit, potete scaricare il mio ebook direttamente dalla pagina delle pubblicazioni.

    Dunque l’analfabetismo funzionale è più una forma di illetteratismo, termine utilizzato per definire quegli individui che a causa dell’inattività a pratiche come la lettura e la scrittura sono diventati incapaci di comprendere un testo, nel senso non solo di leggerlo anche se non speditamente ma di capirne il significato intrinseco.

    Leggere infatti non è soltanto un’operazione visiva ma è soprattutto un’operazione mentale di comprensione e di acquisizione del significato, del contenuto e del pensiero desunto dal testo.

    Per tale motivo è importante leggere, di tutto ma leggere, perché farlo aiuta la mente ad essere attiva ed aperta ad altri concetti e pensieri e leggendo si costringe la mente ad elaborare anche un’idea personale se si condivide o meno il testo o se si vuole avere un’idea completamente diversa.

    Tutto nasce dall’elaborazione mentale.

    Mantenere tale capacità attiva mantiene la nostra mente allenta e giovane, capace di evolversi ed elaborare col tempo e l’allenamento anche concetti elaborati, complessi e complicati.

    Non smettiamo di leggere perché è la fonte della nostra giovinezza.

    Analisi transazionale

    Il contratto del risultato

    L’ analisi transazionale è una teoria psicologica ideata da Eric Berne negli anni cinquanta e si basa su un metodo di intervento psico-teraputico fondato sulla contrattualità stabilita tra il terapeuta ed il suo paziente.

    Questo accordo permette di responsabilizzare non solo il professionista ma anche il paziente verso determinati risultati che vengono stabilii a priori e prima dell’inizio della terapia tra lo psicologo ed il paziente in modo che essi abbiano chiari sin dall’inizio quelli che sono gli obiettivi, le tappe da raggiungere ed il fine o risultato del trattamento.

    Comprendere le finalità della terapia per il paziente è estremamente importante per comprendere la visione integrale del programma che si prefigge di realizzare, con l’aiuto del professionista, e degli obiettivi che mano a mano devono essere attuati per raggiungere lo scopo del processo e del percorso.

    Le sedute non sono pertanto asettiche e non specificatamente dettagliate ma diventano un iter programmato attraverso degli step intermedi ed un risultato finale.

    Tale tipo di intervento è utilizzabile non solo nell’ambito della psicoterapia ma in tutti quei processi o programmi in cui vengono stabiliti dei risultati tangibili e verificabili dall’utente in modo chiaro e semplice.

    Prendiamo per esempio i programmi dei nutrizionisti diretti alla perdita di peso ed ottenimento di una forma fisica adeguata alla persona in modo che ne sia garantita la sanità e la buona costituzione muscolare.

    In questo caso l’obiettivo tra il paziente ed il suo nutrizionista è quello non solo di ridurre la massa grassa in eccesso, in modo salutare e non nocivo, stabilendo ad esempio che la perdita sia costante e graduale nel tempo e non drastico solo nelle prime settimane, in modo tale da rieducare l’organismo ad avere un’alimentazione equilibrata ed un’assimilazione delle calorie adatte al dispendio energetico specifico della persona.

    Dal nutrizionista vengono apprese sia la corretta alimentazione che le corrette abitudini che consentono il mantenimento del giusto peso in base alle personali esigenze anche professionali o sportive.

    Allo stesso modo possono essere visti i programmi diretti a far smettere di fumare, dove si stabilisce, in base alla tipicità dell’individuo ed alla sua tolleranza all’astinenza da nicotina, che la riduzione sia graduale ma diretta ad estinguere definitivamente il vizio del fumo.

    Altri programmi prevedono ad esempio il raggiungimenti di un determinato obiettivo aziendale, che può avere come scopo il miglior reinserimento delle risorse umane o altri obiettivi di crescita ed espansione dell’attività.

    In tutti gli esempi sopra riportati il programma ed il processo di intervento prevede l’ottenimento di un determinato risultato attraverso una fase di cambiamento o miglioramento di una condizione preesistente.

    Questo metodo utilizzato dalla psicoterapia negli anni ’50 con Eric Berne è stato esteso

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