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Limbo - Oltre la mente: Gli ultimi uomini, #2
Limbo - Oltre la mente: Gli ultimi uomini, #2
Limbo - Oltre la mente: Gli ultimi uomini, #2
E-book274 pagine3 ore

Limbo - Oltre la mente: Gli ultimi uomini, #2

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Info su questo ebook

In uscita il secondo volume della trilogia Gli ultimi uomini di un autore bestseller del New York Times

 

Ieri, ho scoperto tutti i segreti di Oasis... o almeno, così credevo. Con la comparsa di un nuovo pericolo, gli attesi festeggiamenti per il Compleanno si trasformano in un incubo, e stavolta potrebbe non esserci scampo.

 

Su Oasis, niente è come sembra.

LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2023
ISBN9781631428685
Limbo - Oltre la mente: Gli ultimi uomini, #2
Autore

Dima Zales

Dima Zales is a full-time science fiction and fantasy author residing in Palm Coast, Florida. Prior to becoming a writer, he worked in the software development industry in New York as both a programmer and an executive. From high-frequency trading software for big banks to mobile apps for popular magazines, Dima has done it all. In 2013, he left the software industry in order to concentrate on his writing career. Dima holds a Master's degree in Computer Science from NYU and a dual undergraduate degree in Computer Science / Psychology from Brooklyn College. He also has a number of hobbies and interests, the most unusual of which might be professional-level mentalism. He simulates mind-reading on stage and close-up, and has done shows for corporations, wealthy individuals, and friends. He is also into healthy eating and fitness, so he should live long enough to finish all the book projects he starts. In fact, he very much hopes to catch the technological advancements that might let him live forever (biologically or otherwise). Aside from that, he also enjoys learning about current and future technologies that might enhance our lives, including artificial intelligence, biofeedback, brain-to-computer interfaces, and brain-enhancing implants. In addition to his own works, Dima has collaborated on a number of romance novels with his wife, Anna Zaires. The Krinar Chronicles, an erotic science fiction series, has been a bestseller in its categories and has been recognized by the likes of Marie Claire and Woman's Day. If you like erotic romance with a unique plot, please feel free to check it out, especially since the first book in the series (Close Liaisons) is available for free everywhere. Anna Zaires is the love of his life and a huge inspiration in every aspect of his writing. Dima's fans are strongly encouraged to learn more about Anna and her work at http://www.annazaires.com.

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    Anteprima del libro

    Limbo - Oltre la mente - Dima Zales

    1

    Sto camminando nel deserto e il sole splende sulla mia pelle. Vedo uno scintillio di colore blu in lontananza. È un miraggio? Corro in quella direzione e lo scintillio si trasforma rapidamente in un oceano blu infinito.

    Mi sento euforico. Ho sempre voluto vedere l’oceano.

    All’improvviso, una sagoma con indosso un bikini e con i capelli dal taglio pixie compare davanti a me e dice: Non ero sicura che avrebbe funzionato, ma volevo tentare ugualmente. Stai sognando in questo momento, ma ho bisogno che ti svegli.

    Non appena mi riprendo dalla sorpresa per la sua comparsa, capisco che ha ragione. In un certo senso, nutrivo il sospetto di essere in un sogno. Dopotutto, non ci sono cupole né barriere intorno a me e, nel profondo, so che gli oceani e i deserti non esistono su Oasis.

    Questa consapevolezza mi risveglia con un sussulto.

    Le luci del Dormitorio sono soffuse e diffondono una luminescenza appena visibile. Deduco quindi che non è ancora mattina.

    Scusa se mi sono intromessa nel tuo sogno dice Phoe. So che è ancora presto, ma è una questione urgente e dobbiamo parlare.

    Sfregandomi gli occhi, cerco di svegliarmi del tutto.

    Phoe si trova accanto al mio letto. Il suo viso, solitamente sorridente, è corrugato per la preoccupazione. Non posso sapere se sia rimasta lì impalata per tutta la notte. In realtà, in senso stretto, non è fisicamente lì. Riesco a vederla grazie alla sua padronanza dell’interfaccia della Realtà Aumentata, mentre la vera Phoe – l’Intelligenza Artificiale che incarna l’astronave – è ovunque.

    Mentre scaccio il sonno, rivivo mentalmente ciò che ho imparato ieri: la Quiete che mi è stata impartita per aver posto troppe domande dopo l’Oblio di Mason, la mia fuga con l’aiuto di Phoe dalla Prigione delle Streghe, la disattivazione dello Zoo, il conseguente gioco della TIRI, la corsa nella foresta, il volo su un disco, la mia cattura, l’aver sfiorato la morte per un pelo e la partita della TIRI per la seconda e ultima volta. Cosa ancora più importante, ricordo le rivelazioni sconvolgenti che ne erano seguite e la mia mente viene inondata da domande a cui non avrei mai pensato fino all’altro giorno. Per esempio, se ci troviamo su un’astronave, verso quale meta stiamo volando? Quando ci arriveremo? Perché...

    Stavo appunto lavorando per rispondere a queste domande. Capire la nostra posizione nel cosmo è una delle mie priorità principali... dopo quella di tenerci in vita, intendo. Phoe lancia un’occhiata guardinga alla porta, poi si concentra di nuovo su di me. Purtroppo, non dispongo ancora delle risorse computazionali necessarie per capire dove siamo, ma ho trovato il modo per ottenerle. Però, come cercavo di dirti, innanzitutto viene la sopravvivenza e c’è una cosa che dovresti vedere.

    Il suo tono mi infonde una scarica di adrenalina che disperde definitivamente la sonnolenza nel mio cervello. Lascio automaticamente che la Pulizia mattutina si occupi dei miei denti mentre infilo le scarpe e protendo una mano affinché compaia una barretta di Cibo. È già comparso un tavolino con un bicchier d’acqua: dev’essere opera di Phoe.

    Ho il tempo di mangiare o di bere? chiedo mentalmente.

    risponde. Non è un pericolo immediato, solo una cosa che devi vedere, e prima lo fai, meglio è.

    Apro uno Schermo per controllare l’ora: le 5:45 del mattino. Avrei potuto dormire almeno per altre due ore. Mi metto in bocca metà barretta di Cibo, masticandola avidamente mentre borbotto qualcosa su questa inutile privazione del sonno.

    Siamo stati fortunati commenta Phoe, il cui sguardo saetta di nuovo verso la porta. La loro riunione si è tenuta nello spazio della Realtà Virtuale: il mio campo.

    Chi sono ‘loro’? chiedo mentalmente mentre bevo un sorso d’acqua. E quale riunione?

    È meglio che tu veda con i tuoi occhi. Si morde il labbro. Non mi fido a usare il linguaggio in proposito. È famoso per essere un sistema di comunicazione inesatto. Inoltre, devo vedere se la tua valutazione è in sintonia con la mia.

    Va bene. Ingoio il resto del Cibo di colpo, seguito dal bicchier d’acqua, tentando di non fissarle continuamente le labbra. Sono pronto.

    La tua tana taglia corto Phoe. Con espressione seria, esegue con il dito medio di entrambe le mani il gesto che aveva inventato appositamente per me per entrare nello spazio virtuale... come se potessi dimenticarmelo.

    Dentro di me sorrido, ripensando all’ipotetico commento di Liam se dovesse svegliarsi e vedermi compiere questo gesto. Probabilmente penserebbe che lo stia mandando a ‘fanculo.

    Subito, Theo. La voce di Phoe è un aspro sussurro.

    Il suo corpo invece non si trova più davanti a me, perciò eseguo il gesto indicando con il dito medio delle mani il punto in cui lei si troverebbe se fosse nella stanza anche in questo momento.

    Se fossi ancora assonnato, l’esperienza del ‘tunnel bianco’ mi sveglierebbe definitivamente.

    Sbatto rapidamente le palpebre e mi guardo intorno nella mia tana. Alla mia destra c’è un barattolo di veleno per topi, mentre alla mia sinistra c’è una vasca da bagno di plastica contenente qualcosa di maleodorante, forse acido cloridrico.

    Va bene se ti immergo in una registrazione della Realtà Virtuale? chiede Phoe.

    Mi giro verso il punto da cui proveniva la sua voce, pronto a ripararmi gli occhi. L’ultima volta che l’ho vista nella mia caverna, risplendeva di una sorta di luce divina.

    Già, non devi preoccuparti dice, e noto che ha lo stesso aspetto di prima nel mondo reale, ma i suoi occhi azzurri esprimono turbamento. Si passa le mani sulle proprie curve. Assumerò questo aspetto quando siamo qui, soprattutto considerando quello che stiamo per vedere.

    Continuo a fissarla mentre si infila una mano tra i capelli, trasformando il suo accurato taglio pixie in un vero e proprio cespuglio pieno di punte.

    Allora va bene se ti immergo in questa registrazione? ripete. Ho il tuo consenso?

    Sbatto le palpebre. Perché non dovrei acconsentire?

    Beh, ti avevo giurato di non fare nulla con la tua mente senza il tuo permesso. Affinché tu veda questa cosa, dovrò collegarti a...

    Certo rispondo, mentre il cuore mi batte più forte per la curiosità. Fai ciò che devi.

    Phoe esegue un gesto simile a quello di un direttore d’orchestra. Immediatamente, la mia vista e il mio udito si trasformano in rumore bianco, come quello di un antico televisore non sintonizzato.

    Quando le interferenze abbandonano i miei sensi, non sono più nella mia caverna.

    Studio l’ambiente circostante al suono di una bellissima musica indimenticabile.

    Questo posto assomiglia a un’antica cattedrale, però è più grande. Perfino la Basilica di San Pietro nella Città del Vaticano, la più grande struttura di questo tipo di cui avevo letto, potrebbe essere contenuta più volte in questa enorme sala. La musica che vibra nell’aria accresce la mia sensazione di essere piccolo e insignificante.

    È la musica di un organo. Mi riecheggia in testa la voce tesa di Phoe. "Per essere precisi, la Toccata e Fuga in Re minore di Bach."

    Quindi questa è la Realtà Virtuale, come la mia tana da uomo? Mi appunto mentalmente di aggiungere questo pezzo all’elenco dei miei preferiti, nella speranza che la mia vita torni abbastanza normale da poter ascoltare tranquillamente la musica prima o poi.

    Quello che stai per vedere è successo inizialmente nella Realtà Virtuale spiega Phoe. Ma è diverso dalla tua tana nel senso che non è ‘in diretta’. In sostanza, assisterai a una registrazione clandestina della riunione. Per nostra fortuna, l’assemblea si è tenuta qui, dove ho potuto intercettarla.

    Esamino la stanza alla ricerca dell’origine della musica. Un tempo si vedevano le canne dell’organo nelle chiese, tuttavia non trovo strumenti di alcun tipo, né mobili palesemente religiosi. Eppure, la musica e i soffitti altissimi suscitano l’impressione di essere in uno strano luogo di culto.

    Beh, oltre a Jeremiah in ginocchio. La voce di Phoe proviene da un punto a pochi passi da me.

    Guardo da quella parte, ma lei non c’è e vedo invece ciò a cui si riferisce: una sagoma canuta dalla veste bianca che quasi si confonde con il pavimento chiaro e lucente. La figura, vicina ad una grande lastra di marmo simile a un palco, è in una posizione di preghiera simile a quella del bambino che avevamo appreso durante le lezioni di yoga. Pur non vedendone il volto, riconosco subito Jeremiah e provo immediatamente degli istinti violenti nei suoi confronti.

    In mia difesa, devo dire che quell’uomo ieri mi aveva torturato.

    Sta’ attento dice Phoe in tono secco. Adesso arriva la parte che non devi perderti.

    Puntualmente, dopo le sue parole una sagoma di luce pura illumina il centro della piattaforma.

    È talmente luminosa e intensa che sono costretto a ripararmi gli occhi con le mani. È come fissare il sole, se avesse una forma umanoide. Chiudo gli occhi e allontano le mani. Riesco comunque a vedere quella luminosità dietro le palpebre.

    Puoi alzarti dichiara la sagoma. La sua voce sembra essere stata plasmata con la musica dell’organo.

    La luminosità è diminuita, perciò oso socchiudere gli occhi.

    La figura è sempre luminosa, ma non come prima: riesco a distinguere alcuni dettagli, come l’abito succinto simile a un perizoma... e sarebbe più esatto definirlo un ‘lui’, almeno a giudicare dal petto e dalle spalle muscolosi. Ovviamente, la logica dell’anatomia umana si sfalda quando scorgo le ali gigantesche della creatura, simili a quelle di una colomba, le cui piume irradiano migliaia di watt.

    Delegato dice Jeremiah dopo essersi alzato in piedi.

    Custode risponde la creatura – il Delegato – con la stessa voce simile alla musica dell’organo.

    Mi onori con la tua presenza afferma Jeremiah, ma il suo tono sembra più solenne che deferente.

    Sempre tanta formalità commenta il Delegato, rivolgendogli un sorriso angelico troppo bello per un uomo.

    Invece di replicare, Jeremiah si inchina.

    Vorremmo avere un rapporto sugli ultimi avvenimenti dice il Delegato, i cui occhi antichi e inumani scintillano come diamanti azzurri.

    Cosa vuoi sapere, Delegato? chiede Jeremiah in tono piatto. Non è successo granché... o almeno, niente che sia degno di nota.

    È così? Il gioioso sorriso del Delegato è scomparso.

    Beh... Per la prima volta, la voce di Jeremiah esprime una leggera cautela. Siamo pronti per il Compleanno imminente. I bambini nelle Incubatrici nasceranno in orario e sono in corso i preparativi per i festeggiamenti. La nuova generazione di Anziani ha ricevuto istruzioni su cosa aspettarsi e il Test è stato loro illustrato...

    Mentre parla, i lineamenti del Delegato e lo spazio che lo circonda diventano scuri, come se avesse assorbito tutta la luce che prima emetteva. L’espressione accigliata è come una strana maschera sul suo volto etereo.

    Jeremiah arretra di un passo.

    Non hai nient’altro di cui parlare? La voce del Delegato assume una sfumatura più sinistra, quella che solo le canne di un organo sarebbero capaci di riprodurre. Niente che abbia a che fare con il Consiglio?

    Non capisco risponde Jeremiah, prima di deglutire rumorosamente. Cosa c’entra il Consiglio?

    La riunione del Consiglio. La melodia nella voce del Delegato diventa sempre più terrificante.

    Quale riunione del Consiglio? La voce di Jeremiah si spezza. Ho già fatto rapporto sull’ultima...

    Le mani aggraziate del Delegato si chiudono, serrando i pugni. In quel momento, gli occhi della creatura assomigliano a quelli di un dio del tuono e mi chiedo se stia per colpire Jeremiah con un fulmine. Sta rivolgendo al vecchio un’occhiata come quelle leggendarie di cui scrivevano gli antichi: letale. Il fatto che Jeremiah non sia stato ridotto ad un mucchietto di cenere sul pavimento mi rende sgomento.

    Vorrei usare la Lente della Verità per la mia prossima domanda. La voce melodiosa del Delegato emette la nota più bassa mai raggiunta finora. "Ricordi cosa comporta?"

    Credi che io... Il volto di Jeremiah impallidisce, conferendogli un colorito simile al pavimento di marmo bianco. Poi, come se ci stesse ripensando, si affretta a rispondere: Sì, certo. Si porta una mano al petto con solennità. Acconsento alla Lente della Verità e giuro di dire la verità e nient’altro che la verità.

    Mentre pronuncia l’ultima parola, la sua mano ricade mollemente lungo il fianco e i suoi occhi diventano vitrei.

    Ricordi la riunione del Consiglio che si è tenuta poche ore fa? chiede il Delegato.

    No risponde Jeremiah con una voce da zombie.

    Il Delegato smette di serrare i pugni e la sua espressione comincia ad esprimere confusione. È successo qualcosa di insolito dopo il tuo ultimo rapporto?

    No risponde Jeremiah. L’incidente con Mason è stato l’ultimo evento degno di nota e si è già concluso con il relativo rapporto.

    Hai mai pensato di tradire il tuo ruolo di Custode delle Informazioni? Il Delegato ripiega le ali intorno al corpo, come si potrebbe fare con un mantello. Hai mai pensato di usare l’Oblio su te stesso, anche se non dovresti?

    No... e no. La voce di Jeremiah, completamente priva di emozioni, è snervante. Non ho dimenticato nulla da quando ho assunto il ruolo di Custode.

    Ma se l’avessi fatto, non dovresti mentire nota il Delegato. La sua voce melodiosa sembra piena di delusione. Una bugia non è una bugia, se non sei consapevole di mentire.

    Jeremiah fissa la creatura. Presumo che, in qualunque modo funzioni questa ‘Lente della Verità’, Jeremiah debba ascoltare una domanda per rispondere.

    Sai che ogni riunione formale del Consiglio ci viene automaticamente segnalata? chiede il Delegato.

    A quanto pare, si è reso conto della necessità di porre le domande.

    Sì. Il volto di Jeremiah è completamente inespressivo.

    Quindi, senza una vera riunione del Consiglio, ti viene in mente un altro motivo per cui avremmo dovuto ricevere un rapporto automatizzato?

    No.

    Il Delegato compie un gesto brusco e frettoloso in direzione di Jeremiah e gli occhi del vecchio ritornano alla normalità. Non credevo che potesse impallidire ulteriormente, invece ci riesce. La sua pelle è quasi traslucida, con le vene blu in risalto sulle tempie.

    Capisci? chiede solennemente il Delegato. Capisci l’enormità della questione?

    afferma Jeremiah con le labbra tremanti. "Qualcuno ha fatto in modo che io dimenticassi."

    2

    La scena si interrompe. Il Delegato stava per dire qualcosa, ma la sua bocca rimane immobile a metà frase.

    Phoe compare davanti a me. A giudicare dalla sua posizione, sembra aver appena schioccato le dita.

    Quello che hai sentito non è la parte peggiore. Ha la fronte aggrottata. Volevo solo interrompere la procedura perché ero in pensiero per i tuoi schemi neurali.

    Eh? È la chimica del mio cervello a preoccuparti? La mia voce riecheggia nella cattedrale virtuale. Avanzando di due passi verso il palco di marmo, indico la creatura alata. "Non dovrebbe essere lui invece?"

    Ovviamente sono preoccupata per tutto risponde, sempre più accigliata. "È solo che la loro conversazione è già avvenuta e non si può fare nulla in proposito, mentre posso modulare il tuo benessere fornendoti queste informazioni scioccanti pian piano."

    "Basta preoccuparsi per me replico, saltando sulla piattaforma. Mi avvicino alla creatura alata e chiedo: Chi o che cosa è lui?" Così da vicino, i dettagli della sua incredibile muscolatura diventano più evidenti; una scultura greca potrebbe addirittura sentirsi inadeguata al confronto.

    Non so chi o che cosa sia. Sento a malapena la sua risposta.

    Che cosa significa ‘non lo sai’? Mi ritraggo dalla figura pietrificata, come se l’ignoranza di Phoe potesse farla tornare in vita. Non sai tutto, di solito?

    Eppure non ne ho idea. Abbassa lo sguardo sul pavimento. E non è perché io non ci abbia provato, te lo garantisco.

    Okay rispondo lentamente. Se dovessi esprimere un’ipotesi, direi che è un’intelligenza artificiale... come te. Ricordo quanto Phoe sembrasse divina quando aveva ottenuto le risorse del gioco della TIRI.

    Non ne so nulla. Incrocia le braccia, massaggiandosi lentamente le spalle.

    Beh, usa la logica continuo, ignorando il suo disagio. Per quanto ne sai, i Giovani, gli Adulti o gli Anziani possiedono le tue capacità?

    Come mi aspettavo, scuote la testa.

    Cerco di incrociare il suo sguardo. Allora non resta solo la possibilità dell’Intelligenza Artificiale?

    Non lo so. Phoe evita i miei occhi. La mia memoria non è perfetta. Non si avvicinerà neanche lontanamente alla perfezione finché non recupererò del tutto le mie risorse informatiche ma, per quanto ne so, nessuna Intelligenza Artificiale dovrebbe partecipare a questa spedizione tranne me.

    Beh, potresti essere tu in qualche modo? suggerisco. Un altro tuo aspetto che, ad un certo punto, ha accumulato risorse e coscienza come hai fatto tu e poi si è sviluppato in maniera indipendente?

    Il suo viso è attraversato da un guazzabuglio di emozioni mentre si volta per guardare Jeremiah. Non credo sia possibile risponde, fissando la sagoma del vecchio. E poi ci sono delle prove contro quest’idea.

    Non sembri molto sicura penso, in parte tra me e me ma soprattutto per rivolgermi a lei.

    Dato che non risponde, chiedo ad alta voce: Non riesci a capirlo con le tue capacità di hackeraggio?

    Phoe si gira verso di me. Questa cattedrale si trova in una specie di DMZ. Ci sono voluti molti sforzi per collegarmi e sono stata fortunata a riuscire a entrarvi. Ma quando ho cercato di risalire alle sue origini – indica il Delegato – nonostante tutti i miei sforzi, non ci sono riuscita. Ho raggiunto un Firewall impenetrabile che mi ha impedito di accedere ad una gran quantità di risorse informatiche generali. E non intendo dire semplicemente che non posso sfruttarle. Non posso nemmeno immaginare cosa contengano. Ma è chiaro che lui esiste in quel territorio irraggiungibile.

    Che cos’è una DMZ? chiedo. Anzi, cos’è un Firewall?

    Una zona demilitarizzata, o DMZ, era un antico termine informatico spiega Phoe. Considerala come una barriera di sicurezza contro l’hackeraggio, inserita tra sistemi non protetti e sistemi altamente protetti. Un Firewall è un’altra misura di sicurezza tra la DMZ e qualsiasi cosa si stia cercando di hackerare. È il Firewall che mi ha lasciata perplessa, ma niente di tutto questo dovrebbe essere l’argomento centrale della nostra conversazione. Credo che dovremmo parlare del guaio in cui ci siamo cacciati.

    Annuisco, accantonando il mistero dell’identità del Delegato per concentrarmi sul significato della sua conversazione con Jeremiah.

    Ieri, Fiona – un membro degli Anziani – aveva indetto una riunione del Consiglio per mettere in discussione le tecniche di interrogatorio che Jeremiah aveva usato con me (tramite la tortura). La riunione era avvenuta, ma sostanzialmente non aveva cambiato nulla. Il Consiglio aveva deciso di consentire a Jeremiah di fare ciò che voleva.

    Dopo che io avevo vinto la partita della TIRI e Phoe aveva ottenuto le risorse di cui necessitava, era riuscita a far dimenticare a tutti che ero in pericolo, e ciò significa che Jeremiah non riesce più a ricordare la riunione del Consiglio a proposito di ‘bisogna torturare Theo oppure no?’. Purtroppo per noi, sembra che il Delegato sia stato informato dell’esistenza di quella maledetta riunione. Grazie a questo, sa quindi che l’Oblio è stato applicato.

    Sì, la tua valutazione concorda con la mia dice Phoe tramite una voce nella mia testa. E prima che tu ponga la prossima domanda, lascia che ti mostri questo.

    Phoe schiocca le dita e la conversazione tra Jeremiah e il Delegato viene accelerata. Le loro labbra si muovono come foglie in un tornado e le loro voci suonano stridule, un effetto che risulterebbe comico se non fosse

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