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La scatola mortale
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E-book92 pagine1 ora

La scatola mortale

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Info su questo ebook

Un gruppo di persone viene preso e trasportato

dentro una scatola in alto nel cielo . Saranno costretti a partecipare ad

un gioco che cambierà il genere umano per sempre .
LinguaItaliano
Data di uscita16 dic 2019
ISBN9788831649810
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    Anteprima del libro

    La scatola mortale - Emanuele Sebastiani

    633/1941.

    A tata Floriana, grazie per avermi fatto appassionare alla lettura fin da bambino .

    PROLOGO

    COME SE FOSSI APPENA NATO

    Un suono mi rimbombava nelle orecchie, un suono atroce, come se qualcuno stesse martellando nei miei timpani una musica per bambini, una di quelle musichette che tanto odiavo perché le avevo sentite talmente troppe volte che ne avevo il voltastomaco. Ecco, sì era questo più o meno quello che sentivo.

    Mi saliva la rabbia, perché più cercavo di aprire gli occhi e più non si aprivano e la musichetta non cessava. Stava tutto nell’aprire gli occhi, ma era come se fossero chiusi all’interno di una porta ermetica senza toppa per la chiave. Era orribile, così orribile che volevo piangere.

    Il mio nome era Jake Northon, avevo 16 anni e frequentavo il liceo. Era tutto quello che mi ricordavo. Mi ritrovavo qui, senza sapere come c’ero arrivato e senza sapere il qui dove e cosa fosse.

    Ero sveglio ma non ero sveglio: la mia mente era vigile e attenta, ma i miei muscoli non rispondevano, come se non fossero connessi con il mio corpo.

    Non vi nascondo che avevo paura, avevo una paura fottuta. Non mi ero mai trovato in una situazione del genere, in una situazione in cui non puoi fare niente se non aspettare e sperare che le cose si risolvano per il meglio e presto, molto presto.

    In cuor mio sapevo che non era così. Volevo semplicemente aprire gli occhi, cosa c’era di male? Perché non ci riuscivo? Qual era il problema?

    Improvvisamente ricordai il consiglio della mia professoressa di ed. Fisica: Se non vuoi il problema, strappa la radice.Mancava una semplice, ma importante cosa: qual era la radice? Stava tutto nello scoprirlo. Se avessi trovato l’origine del mio problema, poi avrei trovato anche la soluzione. E allora che problema c’era?

    Ricominciamo, facciamo mente locale e cerchiamo di capire cosa era successo e perché mi trovavo in una assurda e bizzarra situazione. Cerchiamo di ragionare, perché altrimenti non si va da nessuna parte.

    Mi sono risvegliato in questo luogo, non ricordo niente della mia vita o quasi. Non ho nessun ricordo, come se non avessi vissuto. Sono come un bambino, un dannato bambino che ha tutta la vita davanti perché è appena nato.

    Ecco come mi sentivo, come se fossi appena nato.

    La mia mente era offuscata dal buio come la mia vista, non riuscivo a ragionare e a vedere. Come in una foresta intricata di rampicanti. Ero perso, perso nel vuoto della mia anima. Senza una via d’uscita. Senza sapere come fossi entrato in questo luogo.

    Restai lì fermo, immobile a pensare al niente, proprio al niente. Non ero nessuno. Ero appena nato, non avevo ricordi, non avevo una vita.

    Forse sarebbe stato meglio dormire, forse sarebbe stata la cosa migliore da fare. Decisamente. Forse al mio risveglio sarebbe cambiato qualcosa.

    PRIMA PARTEIL GIOCO

    CAPITOLO I

    ADELE

    Sentivo qualcuno gridare, sembrava una voce femminile,una ragazza . C’era una ragazza di giovane età che gridava. Non riuscivo a capire cosa dicesse, sembrava anni luci distante da me. Come quando scoppia una bomba e subito dopo perdi la facoltà di sentire. Stranamente quella volta riuscii ad aprire gli occhi, senza alcuna difficoltà, semplicemente alzai le palpebre e guardai. Non so esattamente cosa vidi, ma stavo fissando un punto bianco davanti a me.

    C’era il bianco. Era tutto bianco.

    Non pensavo che al mio risveglio avrei visto una cosa del genere.

    Subito dopo mi accorsi che ero sdraiato a pancia in su.

    Appoggiai le mani sul pavimento e mi alzai barcollando .

    ─ Aiuto! Aiuto! ─ mi girai di scatto e vidi la persona che gridava.

    Era una ragazza, sembrava avere la mia stessa età. Aveva i capelli bruni e gli occhi neri. Era molto magra, come se non mangiasse da giorni. Si guardò intorno anche lei e notò che ero sveglio.

    ─ Ehi. Ehi. Sei vivo?─ chiese, cercando di trattenere le lacrime. Mi faceva molta pena.

    ─ Vivo? Perché?─ domandai, cercando di farmi capire.

    ─ Guardati intorno─

    Capii subito di cosa stesse parlando la ragazza .

    C’erano delle persone, dietro di me, stavano  sdraiate a pancia in su e avevano gli occhi chiusi,mi accorsi che il loro petto si alzava e si abbassava . Sembravano svenute o semplicemente stavano dormendo. Lei pensava fossero morte.

    ─ Non sono morte. Sono semplicemente addormentate─ dissi, cercando di farla calmare, ma tutti i miei sforzi sembravano inutili. La ragazza soffriva di ansia o qualcosa di simile perché non accennava a calmarsi. D’altra parte anche io mi stavo agitando parecchio. Decisi di fare grandi respiri e pensare ad una risposta che potesse convincerla in qualche maniera, almeno per un po’.

    ─ Siamo in 70 ─ disse all’improvviso.

    ─ Come scusa? ─ chiesi confuso.

    ─ Ho contato tutte le persone qui dentro. Siamo in 70 ─

    E allora? Cosa poteva importarmene. Ma non potevo risponderle così,non ero un tipo scorbutico.

    ─ Hai provato a muoverti? ─ domandai, guardandola dritto negli occhi.

    ─ Sì, è stata la prima cosa che ho provato a fare quando mi sono svegliata, ma appena ho fatto un passo il pavimento bianco che abbiamo sotto i nostri piedi si è illuminato ed è diventato tutto giallo. Non ho più osato muovermi ─.

    Allora, a patto che lei stesse dicendo la verità, la cosa si stava

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