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#panchinerosse
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E-book216 pagine1 ora

#panchinerosse

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Info su questo ebook

Una voce contro il femminicidio
Una panchina è luogo di sosta e di riposo, di riflessione e di condivisione degli spazi.
Le #panchinerosse, un progetto di Stati Generali delle Donne, promosse dai Comuni e realizzate da scuole, associazioni, cittadini, fanno si che esse siano anche simbolo di una sempre maggiore consapevolezza e di volontà di giustizia.
Questo libro racconta come le comunità reagiscono e cerchino di contrastare la barbarie della violenza contro le donne.
Esso testimonia le cose fatte e come la #panchinarossa abbia suscitato interesse ed abbia unito individui e territori.
Nel dare voce, nel ricordo, a tante donne ammazzate barbaramente, non vuole solo mantenere viva la memoria ma anche divenire uno strumento di sensibilizzazione e informazione verso un processo attivo di trasformazione che pone interrogativi e chiede risposte.

La curatrice: Scrittrice, giornalista, direttrice del sito DIOeD dal 2005, project manager e direttrice del sito della Commissione Nazionale di Parità della Presidenza del Consiglio dei Ministri fino al 2004, ha svolto vari incarichi istituzionali per le politiche di genere, collabora con testate web ed è responsabile di questa collana editoriale. Pubblicazioni: Viaggio in terza classe, Il trasloco, Un tè al cimitero, La donna nel socialismo italiano tra cronaca e storia 1892-1978, Nilde Iotti in Le italiane. Ha curato: 100 Donne che cambieranno l’Italia, Donne e lavoro, Matera 2019: gli Stati generali delle Donne sono in movimento, Il lavoro nel Mezzogiorno tra marginalità e risorse.
LinguaItaliano
Data di uscita17 ott 2018
ISBN9788833260372
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    #panchinerosse - Marta Ajò (a cura di)

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    #panchinerosse

    a cura di

    Marta Ajò

    Donne

    ieri oggi & domani

    Direttrice collana

    Marta Ajò

    KKIEN Publishing International

    info@kkienpublishing.it

    www.kkienpublishing.it

    Prima edizione digitale: 2018

    In copertina: elaborazione grafica KPI

    ISBN 9788833260372

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    Table Of Contents

    #panchinerosse

    2018, Una donna uccisa ogni 60 ore

    Il progetto

    VINCENZO SPADAFORA

    MARIA LUDOVICA AGRÒ*

    ISA MAGGI*

    ENRICO VIGNATI*

    TINA MAGENTA*

    #panchinerosse PON Metro*

    MARTA AJÒ*

    La testimonianza

    Il racconto

    Comuni dell’Abruzzo

    Anzola (Bo)

    Aosta

    Badia Pavese (Pv)

    Bareggio (Mi)

    Belgioioso (Pv)

    Bergamo

    Bologna

    Brenta (Va)

    Bressana Bottarone (Pv)

    Cagliari

    Catania

    Cave (RM)

    Settimana delle panchine rosse (1/7 Giugno/2018)

    Casteggio (Pv)

    Chignolo Po (Pv)

    Cugliate Fabiasco (Va)

    Villanterio (Pv)

    Cevo (Bs)

    Cuveglio (Va)

    Civezzano (Tn)

    Commissione Pari Opportunità Ordini dei Chimici del Veneto

    Conselve (Pd)

    Mestre (Ve)

    Dogliani (Cn)

    Dorno (Pv)

    Genova

    Germignaga (Va)

    Induno Olona (Va)

    Inverno e Monteleone (Pv)

    Lequio (Cn)

    Lucca

    Lomello (Pv)

    Lonate Pozzolo (Va)

    Londa (Fi)

    Marsaglia (Cn)

    Masciago Primo (Va)

    Masi Torello (Fe)

    Mede (Pv)

    Messina

    Mezzaglia Bigli (Pv)

    Mezzanino (Pv)

    Milano

    Mortara (Pv)

    Napoli

    Noale (Ve)

    Orino (Va)

    Ottobiano (PV)

    Padova

    Palermo

    Pavia

    Pieve Porto Morone (PV)

    Pistoia – Prato

    Potenza

    Pula (Ca)

    Rosciano (Pe)

    Sannazzaro de’ Burgondi (Pv)

    Sant’Angelo Lodigiano (Lo)

    Santena (To)

    Sestu (Ca)

    Trevisago (Va)

    Trieste

    Vaccarizza (Pv)

    Verrua Po (Pv)

    Villa di Serio (Bg)

    Voghera (Pv)

    Oltre confine: il #Bancorojo - Argentina

    #panchinerosse

    Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte è femminicidio.

    2018, Una donna uccisa ogni 60 ore

    In memoria di

    Sara, Esther, Arietta, Mata, Anna, Nunzia, Chen, Pamela, Jessica, Valentina, Francesca, Federica, Alessia, Martina, Claudia, Fortunata, Laura, Immacolata, Leila, Roberta, Angela, Valeria, Monika, Maria Cristina, Violeta, Antonietta, Maria Clara, Marina, Ludovica, Fernanda

    e tutte le altre.

    QUASI UNA SU DUE AVEVA DENUNCIATO

    …uccisa con un colpo di pistola davanti alla scuola, ferita con la pistola prima di ammazzare le figlie, ammazzata con 85 coltellate, uccisa perché voleva lasciarlo, uccisa a colpi di martello, accoltellata in casa, strangolata in cucina, soffocata con un cuscino, uccisa a pietrate, colpita in testa nel sonno con una bottiglia di vetro, uccisa per avere rifiutato di dare i soldi, strangolata, colpita alla gola con tre coltellate, accoltellata e poi gettata in un pozzo, pugnalata e poi bruciata ancora in vita, stordita e sotterrata fra i massi, gettata dalle scale, annegata…

    Il progetto

    Il movimento degli Stati Generali delle Donne ha coinvolto i Comuni italiani, gli Enti, le Associazioni, le scuole per installare sul proprio territorio o nella propria sede una #panchinerosse contro la violenza maschile di genere.

    La #panchinerosse è diventata simbolo dell’attività di comunicazione e di sensibilizzazione lanciata dagli Stati Generali delle Donne volta a dare voce alle azioni di contrasto intraprese contro la violenza sulle donne ed in favore di una cultura di parità.

    Il progetto è durato un anno con il prezioso contributo dell’Agenzia della Coesione per l’installazione delle panchine nelle città metropolitane, con Enrico Vignati, in rappresentanza dell’Associazione nazionale dei piccoli Comuni italiani e con Tina Magenta, l’ambassador della #panchinerosse.

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    VINCENZO SPADAFORA

    Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri

    Prefazione

    Parlare di violenza sulle donne non sarà mai abbastanza, ma di certo non basta. Per tale ragione, perché al di là delle frasi di circostanza, sento su me stesso questa responsabilità, sto dando attuazione al Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne. Un piano che si pone l'obiettivo di realizzare un coordinamento reale tra organi dello Stato: Regioni, Comuni, associazioni e reti territoriali. Tutte insieme per potenziare interventi di sensibilizzazione e informazione sul fenomeno, mediante un rafforzamento del ruolo strategico dell'istruzione e formazione di tutti i soggetti del pubblico e del privato, coinvolti nel processo di trasformazione culturale.

    Ciò che dobbiamo realizzare infatti, è un avanzamento culturale. E, la recente assegnazione del premio Nobel per la pace a Denis Mukwege e a Nadia Murad per il loro impegno contro lo stupro di guerra dimostra, ancora una volta, quanto sia avvertita l'estrema gravità di questo tema. Sono ancora troppe le donne che subiscono violenza, e questo interessa tutti, indistintamente. Troppo spesso, si cade nell’errore di considerarla una battaglia di parte, che riguarda solo ed esclusivamente il genere femminile.

    Non è così, i lividi che una donna si porta addosso, riguardano tutte e tutti, senza alcuna esclusione. Ragion per cui, trovo l’iniziativa delle panchine rosse, una importantissima intuizione che, fortunatamente, ha trovato il sostegno di tanti comuni italiani del nord e del sud.

    Le panchine rosse infatti, non sono solo un simbolo, ma rappresentano una denuncia viva degli innumerevoli casi di femminicidio, capaci di stimolare la riflessione dei cittadini e sensibilizzare l'opinione pubblica, costantemente e non soltanto in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre.

    Queste panchine, che vediamo nei nostri comuni, rappresentano infatti il ricordo delle donne che non ci sono più, perché uccise dalla feroce violenza degli uomini, spesso mariti o fidanzati, semplici conoscenti o anche sconosciuti. Per questa ragione, ha fondamentale importanza l'iniziativa lanciata dagli Stati generali delle donne e rivolta a comuni, associazioni, scuole e imprese. Un’iniziativa che intende coinvolgere il maggior numero di persone, in modo particolare i giovani, tra i quali purtroppo non mancano i comportamenti di violenza - sia psicologica che fisica - sulle donne.

    Porre una panchina, come testimonianza viva, ha quindi molteplici significati: un posto vuoto lasciato da ogni donna che non c'è più, ma anche un luogo d'incontro dove sedersi a riflettere e

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