Lascia che Sia
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Info su questo ebook
Una bambina socievole, indecisa, ubbidiente.
Una ragazza altruista, empatica, introversa.
Un evento inaspettato la costringerà a rivedere le sue priorità, prendere decisioni fino ad allora mai considerate. Si ritroverà a lasciare la sua comfort zone per intraprendere un viaggio che le permetterà di scoprire le Meraviglie del mondo intorno a sé ma anche, e soprattutto, di Ri-Scoprire quella dentro sé stessa, portando alla Luce nuove e autentiche Consapevolezze.
Ester Trimarco nasce a Napoli nel 1989. Si trasferisce con la famiglia in Trentino Alto-Adige all’età di tre anni.
Frequenta il Liceo socio-psico-pedagogico di Riva del Garda (TN) e la grande passione per le materie umanistiche la porta a iscriversi all’Università di Trento, presso la Facoltà di Sociologia, dove consegue la Triennale in Servizio sociale e la Magistrale in Metodologia, Organizzazione e Valutazione dei Servizi Sociali. Durante il periodo degli studi lavora come educatrice presso una Struttura di accoglienza per Minori e Famiglie in situazioni di svantaggio e successivamente come coordinatrice presso una Cooperativa sociale.
Gli incontri del Destino e il percorso di Vita intriso di cadute, cambi di rotta e prese di Coscienza, la portano all’età di ventidue anni a intraprendere quella che per lei sarà “la via del Cambiamento”. Si appassiona alla Naturopatia, consegue il titolo di Consulente di floriterapia, esperta in Fiori di Bach e un Diploma di Operatrice olistica in Discipline integrate, presso l’Accademia “Olos” di Pordenone (PN). Attualmente collabora con istituzioni pubbliche e soggetti privati nell’organizzazione e gestione di progetti e laboratori espressivo-esperienziali per bambini e adulti. Dedica il suo tempo a quella che definisce la sua “missione di Vita”: so-stare accanto all’altro, promuovendone il naturale Percorso di crescita e Consapevolezza, accompagnando la persona nel suo “venire alla Luce”, partorendo la miglior versione di Sé stessa.
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Anteprima del libro
Lascia che Sia - Ester Trimarco
Ester Trimarco
Lascia che Sia
Una storia, un viaggio dell’Anima,
un racconto di Vita!
© 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-8633-5
I edizione novembre 2023
Finito di stampare nel mese di ottobre 2023
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Lascia che Sia
Una storia, un viaggio dell’Anima, un racconto di Vita!
A mia madre
A mio padre
Ringrazio per l’Amore
Perdono ogni errore
Sollevo dal senso di colpa
Benedico ogni scelta
A zia Lori
esempio di Pace silente
Pazienza coerente
e Dignità
Grazie, Grazie, Grazie!
Arriva un momento in cui tutto ciò che ti appartiene cambia
e soprattutto cambi tu.
E quando succede
o qualcosa inizia
o qualcosa, inevitabilmente, finisce.
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima.
(Trad. Ginevra Bompiani)
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
Introduzione
Suonò il cellulare, un messaggio.
"Io sarò sempre accanto a te, qualunque cosa accada…
sarò sempre lì a darti la mia mano per rialzarti e le mie braccia per sorreggerti.
Sarò la tua forza nella fragilità… La tua forza nel dubbio…
Quando sei nata ti ho presa tra le mie braccia e ti sussurravo sempre: sarò il tuo scudo perché io sono la tua mamma.
E la mamma è per sempre!".
Un nodo alla gola, un sospiro soffocato e poi la risposta:
"Grazie mamma, ognuno cerca di fare le sue battaglie,
chi nel silenzio del suo cuore e chi urlando, piangendo, battendo i piedi, pretendendo se stessa e per se stessa.
Non è un periodo facile per me.
Ho bisogno di darmi da fare, di aiutarmi, di capire, di risolvere. Ho bisogno di darmi pace.
Purtroppo, non sono più piccola e non posso più nascondermi tra le tue braccia.
Ora devo imparare a difendermi dai mostri che non sono quelli sotto al letto ma quelli reali, che fanno molta più paura. Ma sono nata per questo e non mollerò in tutta la mia vita.
Anche se sei contraria ed intimorita per me, in viaggio porterò anche te nel mio cuore, sempre e camminerò più forte. Grazie mamma, a presto, spero!"
Sophy posò il telefono sul comodino.
Non voleva portarlo con sé, non voleva essere raggiungibile, non voleva tentazioni. O forse aveva paura, in cuor suo, di non essere cercata e trovata.
Dopo qualche istante di pensieri che le frullavano in testa, si avviò verso l’uscita: la mano destra afferrò decisa la maniglia di acciaio del portoncino d’ingresso. Quante volte aveva pensato di doverlo ridipingere e quante volte lo aveva rimandato. Questa sarebbe stata l’ennesima o forse l’ultima.
Chissà...
Nell’attesa, la mano diventò fredda e sudata. In un profondo inspiro, Sophy, spinse la maniglia verso il basso ed in un lungo espiro lasciò il portone alle sue spalle, per poi percorrere il vialetto di casa.
Aprì il cancello cigolante, arrugginito dagli anni e dalle intemperie.
Quel giorno il vento soffiava forte, creava vortici di foglie colorate e scricchiolanti sul cemento. Si sentiva il profumo dell’inverno. Fuori tutto sembrava tacere e dentro, una tempesta di sentimenti ed emozioni intrecciate, impossibili da districare. Avrebbe voluto trovarne il capo e la coda, capire da dove partire, quale dolore sanare per primo. Vedeva solo buio dentro, una lunga galleria senza fine che scoraggerebbe anche la persona più temeraria.
Un vuoto intorno ed il deserto dentro.
A volte aveva l’impressione di avere il cuore anestetizzato, di non riuscire a provare più nulla, di essere diventata cinica ed impermeabile alla vita. Si sentiva in colpa, perché non credeva di meritarlo, proprio lei che sin da piccola nutriva il sogno di aiutare il prossimo.
Guardati ora Sophy, non riesci nemmeno ad aiutare te stessa.
I lampioni ai lati della strada ondeggiavano dal vento come se volessero darle il loro ultimo saluto.
Sophy si incamminò verso il bosco, fitto e cupo. Sapeva che sarebbe arrivato buio presto e pertanto avrebbe dovuto cercare riparo, almeno per quella prima notte, poi con l’alba avrebbe dovuto capire cos’era meglio fare, dove era meglio andare.
Ma lei proprio non lo sapeva, cosa fare, non ne aveva la minima idea. Una voce dentro la implorava di fermarsi, girarsi e tornare indietro.
Cosa stava facendo, in fin dei conti, dove stava andando? Cosa sperava di trovare? Cosa credeva di poter cambiare?
Un’altra voce, invece, la incoraggiava, la teneva per mano e la spingeva all’altezza dell’osso sacro, come a volerle dare una spinta ed allo stesso tempo un sostegno verso il prossimo