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La Sua Ossessione: Prequel Della Serie Criminali Di New York: Rossi
La Sua Ossessione: Prequel Della Serie Criminali Di New York: Rossi
La Sua Ossessione: Prequel Della Serie Criminali Di New York: Rossi
E-book144 pagine1 ora

La Sua Ossessione: Prequel Della Serie Criminali Di New York: Rossi

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Info su questo ebook

Romeo e Giulietta incontrano la mafia di New York in questo prequel da amici a nemici ad amanti della serie Criminali di New York: Rossi.

Sloane Brennan credeva che il trasferimento a Los Angeles le avesse permesso di sottrarsi alla sua vecchia vita. Certo, si era dovuta lasciare i genitori alle spalle, ma così andavano le cose quando si scappava dalla mafia.

Poi, all’improvviso, quello che un tempo era stato il suo migliore amico, il figlio del più grande nemico di suo padre, compare sulla sua stessa spiaggia e inizia a guardarla come se gli appartenesse ancora.

E dal modo in cui la pedina, presentandosi nei bar in cui lei si trova e poi fuori da casa sua, non è difficile credere che abbia in mente qualcosa di più di una semplice riunione amichevole.

La sua ossessione è il prequel della storia di Sloane e Joseph, che continua in Il suo Romeo. Il libro presenta rivalità familiari alla Romeo e Giulietta, rapimenti, inseguimenti in auto, stalker ed eroi, oltre ad abbastanza tensione e affanno da farti desiderare un Joseph Rossi tutto tuo.
LinguaItaliano
EditoreTektime
Data di uscita2 feb 2024
ISBN9788835461838
La Sua Ossessione: Prequel Della Serie Criminali Di New York: Rossi

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    Anteprima del libro

    La Sua Ossessione - Quinn Marlowe

    LA SUA OSSESSIONE

    NEW YORK ROGUES: ROSSI

    LIBRO UNO

    QUINN MARLOWE

    INDICE

    Copyright © 2024 di Spitfire Press

    Titolo originale: His Obsession

    Senza titolo

    1. Sloane

    2. Joseph

    3. Sloane

    4. Joseph

    5. Joseph

    6. Joseph

    7. Sloane

    8. Joseph

    9. Joseph

    10. Sloane

    11. Sloane

    12. Joseph

    13. Joseph

    14. Sloane

    15. Sloane

    Epilogo

    Vuoi scoprire cosa accadrà a Sloane e Joseph e dove andranno dopo?

    16. Sloane

    17. Sloane

    18. Sloane

    Ancora non ti basta?

    19. Sloane

    20. Joseph

    L’autrice

    COPYRIGHT © 2024 DI SPITFIRE PRESS

    TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI.

    Spitfire Press e relativo logo sono di proprietà di Glass House Press, LLC, e non possono essere riprodotti.

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa, in nessuna forma e con nessun mezzo, elettronico o meccanico, incluse fotocopie, registrazioni o sistemi di archiviazione e salvataggio di informazioni, senza l’autorizzazione scritta dell’autrice, a eccezione di brevi citazioni all’interno di una recensione.

    Questa è un’opera di fantasia. nomi, personaggi, luoghi e accadimenti sono frutto dell’immaginazione dell’autrice o sono usati in maniera fittizia. Ogni somiglianza a eventi, luoghi o persone reali, vive o morte, è del tutto casuale.

    TITOLO ORIGINALE: HIS OBSESSION

    COPYRIGHT © 2021 DI SPITFIRE PRESS

    Traduzione di Rebecca Adami

    Copertina di Temys designs

    SENZA TITOLO

    A mio marito, la forza trainante che mi ha permesso di avviarmi su questa strada. Sei tutto per me. Anche nei giorni in cui non capisco le tue battute.

    SLOANE

    IL DIAVOLO SOTTO IL SOLE

    «Ah, vorrei non tornare mai più a casa.»

    «Siamo in due, sorella», mormorò una voce alla mia destra, assonnata per il tepore e un po’ confusa, a causa dei cinque Margarita che avevamo bevuto da quando eravamo giunte sulla spiaggia.

    «Anche se forse dovresti stare attenta a ciò che desideri. Sembra una di quelle frasi che la gente pronuncia subito prima di essere colpita alle spalle dal cattivo della storia.»

    La persona alla mia destra proferì la seconda affermazione con gli occhi aperti e la voce un po’ più tagliente, e io la guardai, chiedendomi dove diavolo volesse arrivare.

    L’immagine che mi si parò davanti era quella di una ragazza che sembrava fatta per stare su una passerella, piuttosto che su quella spiaggia di Santa Monica con me, durante le vacanze di Natale della facoltà di giurisprudenza.

    Brooks Peterson, diminutivo di Brooklyn, un nome che odiava con il calore di un milione di soli, era sempre stata più alta di me. Più bella di me. Più sfacciata di me. Poi ci eravamo trasferite a ovest per frequentare la UCLA e lei era diventata ancora più sfrontata. Nell’ultimo periodo aveva preso a tingersi i capelli, una volta biondi, di un rosso così brillante da sembrare un camion dei pompieri, e a sfoggiare l’eyeliner nero con una linea così netta e lunga che pareva vivesse con una truccatrice in casa.

    Non era così. Lo sapevo perché vivevo con lei e, se ci fosse stata, ne avrei approfittato. Invece, mi concedevo solo una frettolosa pennellata di fard e ombretto. Con più mascara che altro. E magari un po’ di rossetto nei giorni in cui mi sentivo davvero in vena di esagerare.

    Brooks, che per tutto il tempo mi aveva osservata mentre la guardavo, alzò un sopracciglio dall’aspetto elegante e ancora piuttosto biondo. «Scatta una foto, amore, durerà più a lungo.»

    Io le feci la linguaccia. «Perché dovrei aver bisogno di una foto quando ti vedo ogni dannato giorno della mia vita?»

    Lei si limitò a sorridere e tornò a sdraiarsi. «Sappiamo entrambe che lo adori. Ora, cosa stavi dicendo riguardo al non tornare mai più a casa?»

    Anch’io mi rilassai, ma rimasi appoggiata sui gomiti, in modo da poter mantenere lo sguardo sul blu brillante dell’Oceano Pacifico. Era metà dicembre, eppure c’erano trenta gradi e le giornate erano tanto luminose quanto lunghe. Voglio dire, le giornate non erano veramente lunghe, neanche in California. Ma la luce? La bellezza?

    Sì, era tutta lì davanti ai miei occhi.

    A casa, a New York, in quel momento stava nevicando. E faceva un freddo tremendo, con la corrente che andava a intermittenza e i marciapiedi ghiacciati e le macchine che passavano a ottanta all’ora e ti schizzavano di fanghiglia.

    Lo sapevo perché i miei genitori me lo avevano detto quella mattina, quando li avevo chiamati per comunicare loro che non sarei tornata a casa dall’università per Natale. Brooks e io saremmo rimaste a Los Angeles invece che volare a New York.

    E nessuna di noi due ne era poi così dispiaciuta.

    Diedi un’occhiata al molo a circa un chilometro e mezzo di distanza lungo la spiaggia, osservai le ghirlande avvolte intorno alle rotaie e le luci natalizie che salivano sui pilastri delle montagne russe, e sorrisi tra me e me. Il Natale a Los Angeles significava un sacco di decorazioni e quasi nessun cambiamento nel clima, il che era una piacevole sorpresa.

    «Ho detto che non credo di voler tornare mai più a casa», ripetei. «Cavolo, perché dovrei lasciarmi tutto questo alle spalle per la neve d’inverno e il caldo torrido d’estate?»

    «E quell’umidità», aggiunse lei. «E ciò che fa ai miei capelli.»

    «I tuoi capelli sono sempre perfetti, persino con l’umidità», osservai io.

    Non come i miei. Io avevo il tipo di capelli che si gonfiavano per niente, e se il caldo di Los Angeles li rendeva ondulati e difficili da gestire, a New York…

    Una ditata nelle costole mi risvegliò dalle mie imprecazioni mentali contro i miei capelli – di un colore ramato naturale, a differenza di quelli di Brooks – e mi riportò alla realtà della soleggiata spiaggia della California meridionale.

    «I miei capelli sono ricci», mormorò Brooks dopo avermi colpita.

    Io mi limitai a sbuffare. Non valeva la pena discutere con lei quando si trattava di cose del genere. Da anni aveva deciso di avere i capelli ricci e rossi, proprio come i miei, ed era inutile ricordarle che i suoi erano rossi solo grazie al parrucchiere e di un liscio naturale.

    Brooks aveva un modo tutto suo di mostrarsi talmente in disaccordo con la realtà da riuscire a costringerla a piegarsi alla sua volontà, e ciò la rendeva quasi impossibile da battere in una discussione. Era una caratteristica che l’avrebbe resa un’avvocatessa eccezionale. Se solo fosse riuscita a controllarla.

    «E cosa faremo, dunque, se non torneremo mai più a casa?» mormorò, lanciandomi uno sguardo torvo, prima di farsi scivolare gli occhiali da sole sul naso.

    Io la fissai, pronta a ribattere.

    Avevo sempre una risposta da dare. Era una delle cose che avrebbero reso me una grande avvocatessa.

    «Oh, lo sai. Il solito. Pensavo alla spiaggia, a un po’ di shopping, a più Margarita di quanti ne dovremmo bere, forse a una o due parate di Natale. Il volontariato, ovviamente.»

    «E i ragazzi», aggiunse Brooks.

    «E i ragazzi», concordai. «E tutto ciò che mi impedirà di dover parlare con i miei genitori o anche solo pensare a New York in questo periodo dell’anno.»

    Era una bugia, ovviamente. Niente mi avrebbe impedito di parlare con i miei genitori o di pensare a New York a Natale. Non era da me.

    Certo, mio padre era il motivo per cui non sarei tornata a casa quell’anno. Certo, la ragione ancora più specifica era che, come capofamiglia, si stava immischiando in cose molto più grandi e pericolose di quanto non avesse fatto prima della mia partenza per recarmi a ovest.

    E sì, ero abbastanza sicura che quelle cose più grandi e pericolose lo avrebbero messo in un mare di guai. Prima o poi.

    Non era la prima volta che lo affrontavo. Sapevo da tutta la vita chi fosse. Sarebbe stato impossibile non farlo. Tutta la mia esistenza era stata incentrata su quella che lui chiamava la vita, e avrei dovuto essere incredibilmente stupida per non sapere cosa comportasse.

    E io non ero incredibilmente stupida.

    Ma stavo anche studiando per diventare avvocato e ciò rendeva molto più difficile per me ignorare il fatto che mio padre era uno dei più grandi boss della mafia di New York. Della parte irlandese, per essere precisi, e il capo della famiglia più numerosa dello stato.

    Cavolo, papà si considerava la persona più importante di New York, o quasi, e non c’erano molti che avrebbero osato sfidarlo.

    Coloro che ci avevano provato si erano spesso trovati dalla parte sbagliata di una pistola.

    E proprio lì risiedeva il mio problema. Era stato abbastanza facile ignorare la realtà da ragazzina giovane e ingenua. Ma ora, con la mia carriera d’avvocatessa all’orizzonte, avrei dovuto restare dalla parte giusta della legge…

    Beh, sono sicura che potete comprendere il mio dilemma.

    Chiusi gli occhi e bevvi un sorso di Margarita, on the rocks, con sale.

    Che fottuto enigma.

    Quando li riaprii, desiderosa di bearmi ancora una volta di quella splendida mattina a Santa Monica, il sole e il mare e la sabbia e tutta quella roba californiana, i miei occhi si posarono su un ragazzo che stava scuotendo l’asciugamano proprio di fronte a noi.

    Era un ragazzo alto, moro e dal fisico incredibile. I riccioli arruffati lo facevano sembrare appena rotolato giù dal letto. Dall’ombra scura sulla mascella pareva che non si fosse rasato quella mattina, anche se probabilmente l’aveva fatto.

    E quegli occhi, di un azzurro tale da sembrare finti…

    Il mio cuore si fermò… e poi iniziò a

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