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Un giorno particolare
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E-book107 pagine1 ora

Un giorno particolare

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Il bisogno di ritrovare le proprie origini, un viaggio legato alla storia della casa editrice che la famiglia ha perso… Ecco che Sara decide di tornare in Sicilia dopo aver vissuto tutta la vita a Milano.
È così che Sara inizia una ricerca nel passato, in una storia a lei tanto vicina emotivamente quanto lontana negli anni… E se questo scavare nel tempo la portasse a scavare più profondamente anche in sé stessa? Cosa scoprirebbe?

Sono nata a Catania il 16 novembre 1954. I miei genitori emigrarono a Milano nel 1959 a seguito del fallimento della casa editrice di cui si fa cenno nel romanzo. Ho compiuto tutti i miei studi a Milano iniziando la scuola elementare nel 1960. Mi sono diplomata all’Istituto Magistrale che era di quattro anni ma poi ho frequentato un quinto anno (allora si chiamava propedeutico) per potermi iscrivere a qualsiasi facoltà universitaria. Volendo da subito fare esperienza nel campo dell’insegnamento ho cominciato a fare supplenze. Intanto ho partecipato e vinto il Concorso Magistrale che mi ha consentito di diventare Insegnante Elementare di ruolo. Nel frattempo, mi sono iscritta alla Facoltà di Lettere all’ Università Statale di Milano. Mi sono sposata nel 1979 e poco dopo ho conseguito la Laurea in Lettere. Ho due figli: Luca di 42 anni e Francesca di 36 anni. Sono nonna di due bellissime nipotine, figlie di Luca, Livia e Amelia. Fin da piccola ho sempre desiderato diventare cantante e/o attrice ed entrambe le mie passioni ho potuto realizzarle solo in tarda età. Ho frequentato scuole di canto dove c’era anche l’opportunità di esibirmi. Così è stato anche per il Teatro, che per alcuni anni mi ha consentito di confrontarmi con la mia voglia di recitare. Fin da piccola ho sempre desiderato diventare cantante e/o attrice ed entrambe le mie passioni ho potuto realizzarli solo in tarda età. L’arrivo della pandemia ha purtroppo interrotto questi miei impegni che spero di poter riprendere a breve e con maggior entusiasmo. In questi lunghi due anni e mezzo ho ritrovato e concretizzato un altro mio sogno, quello di scrivere. Il primo mio lavoro è stato realizzato con mia sorella che vive a Roma e con la quale abbiamo scritto un libro a quattro mani raccontando parte della nostra vita a Catania e soprattutto dell’esperienza della Casa Editrice fondata da mio padre assieme al suo amico e compagno di prigionia Lorenzo. Questo lavoro l’abbiamo intrapreso allo scopo di lasciare ai nostri figli e nipoti memoria della nostra vita e di quella dei nostri genitori relativa a un periodo particolare della nostra esistenza che aveva poi costretto i miei genitori a emigrare al nord. È stata questa esperienza che mi ha dato lo spunto per scrivere il romanzo Un giorno particolare che partendo da eventi realmente accaduti si è poi dipanato verso una trama del tutto immaginaria.
 
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2022
ISBN9788830673359
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    Anteprima del libro

    Un giorno particolare - Rosaria Ardizzone

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    PREFAZIONE

    Di Monica Faggiani

    Il romanzo di Rosaria ha molti pregi.

    Primo fra tutti che l’autrice ha saputo riconoscere la forma giusta da dare alla sua idea che non poteva che essere quella narrativa.

    Pagina dopo pagina scopriamo il viaggio metaforico, e non solo, che la protagonista compie, dentro e fuori di sé, alla ricerca di un passato che si annida nelle pieghe più recondite dell’anima e che preme per essere svelato.

    In secondo luogo, aver saputo ben calibrare elementi autobiografici con elementi di fantasia che permettono al lettore di addentrarsi in una trama avvincente e mai scontata.

    Da ultimo aver costruito una struttura solida che ripercorrendo il viaggio dell’eroina ci permette di identificarci con Sara e con la sua voglia di autodeterminarsi, di rinnovarsi e di trovare una nuova spinta propulsiva.

    Al suo fianco la figura di Alberto, il coprotagonista, ci regala sicuramente un personaggio vulnerabile e misterioso che contribuisce a rendere perturbante questa storia.

    Come in un thriller, seguendo le ricerche dei nostri protagonisti, dobbiamo ricostruire il puzzle che all’inizio della vicenda si presenta ai nostri occhi frammentato e sconnesso.

    E così seguiamo la storia alla ricerca di tutti quegli indizi che ci permetteranno di chiudere il cerchio in un finale positivo di rinascita e speranza.

    Indizi che i dettagli narrativi felicemente descritti dalla nostra autrice ci lasciano scoprire poco a poco accompagnandoci in un viaggio che avviene innanzitutto dentro di noi.

    Un thriller dell’anima quindi dove alla fine quello che troviamo siamo noi stessi con tutte le nostre contraddizioni, le nostre fragilità e la nostra bellezza.

    La lettura scivola veloce e persuasiva grazie ad una scrittura semplice, lineare e precisa che non ci permette di distogliere lo sguardo e ci invita, capitolo dopo capitolo, ad arrivare alla giusta conclusione.

    1

    L’aereo partito dall’aeroporto di Catania sta sorvolando l’Etna.

    Sara è seduta vicino al finestrino. Guarda fuori, laggiù dove da qualche parte si trova il suo paese e il cimitero dove riposano i suoi genitori. Sua madre dopo aver vissuto più di quarant’anni a Milano ha deciso di farsi seppellire nella sua terra, la Sicilia. Ma non a Catania dove era nata bensì a Linguaglossa, paese del suo Carmelo, morto molti anni prima di lei. In quell’occasione si è premunita di acquistare un terreno al cimitero che potesse contenere per sempre i resti di entrambi. A lei quel luogo è sempre piaciuto anche perché si vede distintamente l’Etna, quel vulcano che i paesani chiamano a muntagna e che i Siciliani considerano come un loro protettore. E anche se sono consapevoli che il vulcano può diventare un pericoloso nemico ne hanno un grande rispetto e lo amano.

    A questo pensa Sara mentre sorvola i luoghi delle sue origini. Ma pensa anche a qualcosa che le era capitato durante quel breve viaggio e che le trastullava la

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