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Una mia metà. Poesie, racconti dell’anima, echi di umanità
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Una mia metà. Poesie, racconti dell’anima, echi di umanità
E-book119 pagine24 minuti

Una mia metà. Poesie, racconti dell’anima, echi di umanità

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Info su questo ebook

L’universo poetico di Enza La Giusa è caratterizzato da una forte componente emotiva grazie alla quale l’autrice riesce a mettere in versi il suo relazionarsi con il mondo circostante. Una mia metà, infatti, è una silloge che consegna immediatamente al lettore versi densi di empatia e sensibilità con i quali l’autrice tenta di guardare sia dentro che fuori di sé, senza edulcorare la realtà, anzi descrivendola spesso con durezza.

Enza La Giusa nasce a Nicosia (EN) e a soli diciannove anni si trasferisce a Catania per frequentare l’Accademia di Belle Arti, dove si laurea a pieni voti. Inizia il suo percorso artistico-lavorativo in diversi campi: cinema, grafica, arte. Nel 2011 inizia a esporre alcune sue opere di video arte e videoclip musicali; nel 2019 quelle digitali e fisiche. Dal settembre 2021 è presente sulla piattaforma Foundation con le due opere NFT: https://foundation.app/@EnzaLaGiusa. La sua prima opera NFT, “BURN BABY BURN”, inserita a settembre del 2021, è stata venduta a ottobre a 1 ETH. È la sesta delle dodici opere che costituiscono la MAYBE THIS IS AN NFT_Collection. Attualmente è possibile acquistare sulla piattaforma l’undicesima opera, “THERE’S A ROCKY CASTLE ON A SUSPENDED ROCK”. 
Scrive poesie dal 2015, inizialmente sotto pseudonimo su una pagina Facebook.
LinguaItaliano
Data di uscita31 mar 2023
ISBN9788830681088
Una mia metà. Poesie, racconti dell’anima, echi di umanità

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    Anteprima del libro

    Una mia metà. Poesie, racconti dell’anima, echi di umanità - Enza La Giusa

    Nuove Voci – Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

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