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Il Ciclope di Euripide
Il Ciclope di Euripide
Il Ciclope di Euripide
E-book40 pagine27 minuti

Il Ciclope di Euripide

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Info su questo ebook

Traduzione e adattamento teatrale del Ciclope di Euripide.

LinguaItaliano
Data di uscita12 apr 2013
ISBN9781301353262
Il Ciclope di Euripide
Autore

Andrea Adriani

Andrea Adriani was born and lives in Umbria, Italy. Besides his freelance occupation as a structural engineer, he has always been committed to writing and literary fiction. As a dramatist, he is the author of one-act plays, some of which have been performed, as well as of translations and adaptations for the stage. Currently he is working on a series of short stories and a full-length novel.

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    Anteprima del libro

    Il Ciclope di Euripide - Andrea Adriani

    PRIMO TEMPO

    Davanti ad una caverna ai piedi del Monte Etna. Rumori di ruscello e di un gregge di pecore.

    Entra SILENO, un vecchio curvo che impugna un rastrello.

    SILENO, mentre rastrella. O Bacco, Bacco! Bacco! Dioniso! Mio signore e padrone!

    Le pene che ho sofferto in gioventù per causa tua! Pene innumerevoli!

    Dapprima quando Era, in un accesso di gelosia, ti rese un maniaco ossesso e frenetico, e te ne sei fuggito lasciandoti dietro tutte quelle deliziose ninfe di montagna. Poi dovetti sopportare di combattere al tuo fianco, nella guerra contro i figli della Terra, quei giganti enormi. Ero lì, accanto a te con il mio scudo, alla tua destra, e per tua fortuna ho ucciso Encelado. L’ho infilzato dritto tra le budella — rivolto al pubblico — Frena: è vero o sto sognando? No, no: adesso ricordo, ho mostrato a Bacco le spoglie. Per Zeus, se l’ho fatto!

    E adesso, Dioniso, eccomi qua, ad affrontare una nuova sfida, e pure peggiore delle altre. E questo perché, una volta, ho provato a salvarti: sì, quando Era aveva sguinzagliato tutti i pirati della Tuscania e ti aveva fatto rapire per venderti come schiavo in qualche paese lontano. Allora io e i miei figli ci mettemmo per mare e cominciammo a cercarti. I miei figli ai remi, di buona lena, a rivoltare le onde, ed io lì a poppa, inchiodato al timone, a scrutare l’orizzonte in cerca di te. E poi, proprio mentre stavamo per doppiare Capo Malea, un tremendo fortunale ci investì e spedì la nostra nave al largo. Approdammo qui, su questo scoglio che chiamano Etna. Proprio qui, dove i figli sanguinari di Poseidone, i ciclopi con un solo occhio, vivono nelle loro squallide caverne. Uno di questi, Polifemo, ci ha catturati e non ci lascia andare. Ha fatto di noi degli schiavi per la sua casa. E così, invece di gioire per le feste Bacchiche, ci tocca badare al gregge di questa bestia senza dio! Niente più vino, né danze, né canti!

    Proprio adesso i miei ragazzi sono là fuori, da qualche parte, oltre quelle colline, a pascolare le pecore. A me, che sono vecchio, tocca badare alla caverna — riempire d’acqua il trogolo, spazzare per terra, servirgli quei suoi pasti scellerati. Pasti empi e scellerati. Povero me! E poi, ordini

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