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La missione dell'Aquila
La missione dell'Aquila
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E-book177 pagine2 ore

La missione dell'Aquila

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Info su questo ebook

California, 1845, we are one step away from one of the bloodiest wars in American history of the ninth century ...
Because of the independence struggle of the Texas and American expansion into the territories to the west, the Mexican government will be forced to break off diplomatic relations with the United States, moving impetuous winds of war.
Mexico will never yield entire territories without first sharp sword and shed blood in the honor of its flag.
But where South impervious to a brutal war for power, the West is being fought in a completely different way to achieving greatness.
California will become the dream of glory to the brave men and ambitious. Men, willing to gamble everything just to see each other to crown the success of the victory that will be remembered forever in the history of the United States.
Noble Bowie is one of them. He is a man of the mountains, the only law she knows is that of survival. Will fight for their legitimate rights, that America will recognize his title of "first explorer of California."
A title robbed by an ambitious and ruthless opponent of the noble class, which certainly will not bow to allegations of a simple man of the people.
The challenge is open, the stakes are very high, it is a race to the last breath.
LinguaItaliano
Data di uscita23 set 2014
ISBN9786050323016
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    Anteprima del libro

    La missione dell'Aquila - Giacomo Paoli

    15

    La missione dell'Aquila

    Prologo

    Lontano a Ovest, oltre il fiume Mississippi, oltre le Montagne Rocciose, c’è una terra non ancora esplorata dai pionieri americani, gli indios la chiamano; la terra del sole, meglio nota con il nome di California.

    Le storie che giravano fra i pionieri, parlavano di una terra ricca e straordinaria. Per meglio conoscere quei territori, il governo statunitense organizzò spedizioni di uomini disposti ad affrontare i disagi di un viaggio lungo e pericoloso, attraverso le immense distanze che separano quelle regioni dagli stati federali.

    In pochi riuscivano ad arrivarci ma quelli che ce la facevano, parlavano di un mondo straordinario; ove le foreste, composte da enormi alberi giganteggiano in quelle fredde e immense piane erbose, solcate da fiumi in piena, rendendo il terreno fertile e prospero per la vita.

    Siamo nel 1845,la California vige sotto il governo Messicano; siamo ad un passo da una delle più sanguinose guerre della storia americana del  secolo XIX, quella che verrà chiamata in seguito guerra Messico-Statunitense.

    La causa principale del conflitto riguardava la politica espansionistica americana, sorretta dall'ideale manifest destiny pienamente appoggiata dalla Casa Bianca. La volontà degli Stati Uniti di espandersi in tutto il continente, li portò inevitabilmente a confrontarsi con il Messico nel Sud-Ovest del continente.

    Oltre all'espansione continentale americana, le due potenze si confrontarono anche su un altro punto molto delicato, l'indipendenza proclamata del Texas nel 1845 dall’egemonia messicana sul territorio.

    Il Texas un tempo apparteneva alla nazione messicana, moltissimi statunitensi vi si erano insediati ben accolti dal Messico, che gradiva il ripopolamento dei suoi territori a Nord, poco abitati. Furono a centinaia le persone che si trasferirono nei territori del Texas. Ma ben presto i texians iniziarono a lamentarsi della cattiva gestione del loro territorio.

    Nacque così il desiderio di una autonomia federale, che si scontrò con l'opposta politica centralistica del governo messicano. Alla fine i texians dichiararono l'indipendenza dal Messico e si prepararono a un conflitto con l'esercito messicano.

    I coloni americani insorti riuscirono a sconfiggere sul campo più di una volta le forze avversarie, arrivando perfino a catturare il loro generale supremo Santa Anna, al quale venne fatto firmare un trattato che riconosceva l'indipendenza Texana nella provincia Messicana.

    Ma il governo messicano non riconobbe valido il documento, sostenendo la non validità del trattato estorto a Santa Anna prigioniero.

    Il Texas in seguito stabilì rapporti diplomatici con gli Stati Uniti, spinto dal desiderio dei numerosi texani che volevano far parte degli Stati Uniti. La tensione con il Messico aumentava, tanto che questo non accettò la perdita della sua provincia settentrionale, di conseguenza aumentò la sua pressione militare al confine.

    E sotto questa sempre più opprimente pressione, finalmente il 1 marzo del 1845, il Texas venne annesso agli Stati Uniti.

    Questo gesto venne considerato dal Messico l'equivalente di una dichiarazione di guerra.

    Tre settimane più tardi, il governo messicano ruppe le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti; ma nonostante il conflitto aperto, il nuovo presidente, eletto da poco alla Casa Bianca, James Knox Polk fece un ultimo estremo tentativo per risolvere la disputa senza combattere. Inviò a Città del Messico un diplomatico per tentare di comperare la California e il Nuovo Messico per 30 milioni di dollari.

    Ma nemmeno un governo così debole come quello messicano avrebbe potuto accettare un patto così vergognoso, così l'offerta venne respinta. Il 13 maggio del 1846 gli Stati Uniti dichiararono guerra al Messico,era l'inizio del conflitto.

    Ed sarà proprio in California dove avverrà l'epilogo di una grande storia, giocata da due grandi uomini che si sfideranno in una gara per raggiungere in nome del patriottismo americano, questo sconfinato paese, sfidando immense foreste, valli, deserti e una spietata guerra contro il Messico che imperversò nelle Americhe per più di 2 anni.

    Protagonisti di questa vicenda sono John Charles Fremont, un ex ufficiale dell'esercito americano, e Noble Jorge Bowie, un eremita dei monti che si era forgiato vagando in lungo e in largo nella frontiera, esplorando e scoprendo sempre nuovi territori…

    Noble Jorge Bowie, nacque nella regione del Missouri, il 7 gennaio del 1809. Il padre James era di origini irlandesi, lavorava in una falegnameria. La madre Sarah invece, lavorava come aiutante cucitrice presso un negozio di sartoria.

    La vita che questi conducevano non era delle migliori: i salari che entrambi percepiamo infatti non permettevano alla famiglia di condurre una vita adagiata. Una famiglia peraltro, accompagnata da una numerosa prole: John era il più grande, poi veniva Virginia l’unica femmina del quintetto, i due gemelli Jorge e Mark, e infine il più piccolo Noble….

    Il nome Noble, che vuole dire nobile, gli lo diede la madre in ricordo del suo vecchio padre che venne soprannominato nobile, per il suo portamento dignitoso.

    Ma il piccolo Noble era tutt’altro che nobile era un selvaggio! Spesso tornava a casa imbrattato di fango e pieno di lividi dopo aver giocato con i suoi amici. Amava molto l’avventura, spesso infatti coinvolgeva i compagni di gioco, ad intraprendere lunghe camminate attraverso le immense praterie del Missouri.

    L’ambiente di lavoro, in cui il padre James lavorava, non era dei migliori, spesso veniva discriminato per via delle bassa classe sociale, subendo violenze di ogni tipo.

    Ma nonostante tutto il povero James non si era mai perso d’animo e aveva continuato a lavorare sodo, non badando troppo ai maltrattamenti dei colleghi. Fortunatamente arrivò anche il giorno in cui quelle nere pagine della sua vita diventarono d’oro.

    Infatti un bel giorno James ebbe la possibilità di separarsi dalla falegnameria, e di mettersi in società con un suo amico. Insieme fondarono una nuova bottega, indipendente da quella precedente. Finalmente James aveva abbandonato quel duro ambiente di lavoro, lasciandosi alle spalle i ricordi amari di un passato di maltrattamenti. In breve tempo, i due amici divennero i migliori falegnami del paese.

    Ma purtroppo il loro successo fu breve, perché fu proprio a causa della loro notorietà che gli ex colleghi di lavoro decisero di vendicarsi su James, bruciandogli nel cuore della notte, la bottega.

    Dopo quel terribile spregio James, decise di compiere un’importante decisione; lasciare il paese per andare a trasferirsi insieme alla famiglia a Ovest in Colorado, terra di orizzonti di successo.

    James, aveva sentito parlare di questa terra non ancora conosciuta dall’uomo bianco e vi vide quindi un’occasione per rifarsi una nuova vita in cerca di fortuna, lontano dalle invidie e dalle discriminazioni sociali.

    La regione del Missouri, venne nominata la porta per andare a Ovest, poiché costituiva il punto di partenza per chi volesse trasferirsi a Ovest. Ma i Bowie, non furono i primi a percorrere la via che conduceva al Colorado, infatti in quel periodo un fiume di persone affamate di successo, percorrevano la stessa strada, nella speranza di raggiungere quell'adorata meta.

    Erano in pochi gli intrepidi che erano già giunti sul territorio, fondando delle piccole comunità di contadini e che si era costruiti la fortuna, arando quelle sterminate praterie, coltivandoci gli ortaggi e allevando il bestiame.

    Il viaggio fu molto lungo e duro. La famiglia Bowie, era partita a meta marzo del 1826 ed era arrivata alla fine dell’anno in Colorado, dopo aver percorso uno sterminato viaggio attraverso le grandi pianure.

    Nonostante l’entusiasmo di ricominciare una nuova vita, i primi anni si rivelarono molto difficili; i genitori di Noble infatti, non riuscivano a trovarsi una collocazione lavorativa in quell’ambiente agricolo.

    Poi nei mesi successivi, la situazione ebbe una svolta; James e Mary si misero in proprio e costruirono una gradevole casetta, adiacente ad un magnifico orto in mezzo a quelle rigogliose praterie, nutrendosi dei frutti dalla terra e del loro lavoro.

    Finalmente dopo così tanti sforzi i Bowie erano riusciti come gli altri emigranti, a trovarsi una collocazione in quel nuovo mondo che sembrava promettere grandi speranze.

    Passarono gli anni. Siamo nel 1829, Noble aveva già compiuto 20 anni e la sua sete di avventura non era mai venuto meno, ormai era adulto e voleva girare il mondo.

    Ascoltando alcune leggende narrate dai vecchi minatori, era rimasto molto colpito dalla personalità di certi eremiti dei monti che giravano da soli, in mezzo a quelli sterminati territori.

    Il sogno di diventare uno di quei uomini delle montagne, di andare a vivere da solo si impossessò di lui. Amava viaggiare, amava la natura e il suo portamento solitario, coincideva perfettamente con questo curioso stile di vita.

    Ma per andare a vivere da solo e comprarsi il materiale necessario, occorrevano soldi. L’occasione gli giunse, quando un anziano pioniere, pratico di quelle zone, gli rivelò che lontano a Nord si trovava un piccolo forte, dove venivano arruolati giovani ragazzi per commissionare loro dei lavoretti che venivano ricompensati a peso d’oro. Un’occasione che coincideva anche con la possibilità, di andare a esplorare quelle magnifiche terre del Nord America.

    Noble non si fece perdere un’occasione tanto allettante! Si mise lo zaino in spalla e partì lasciando la sua famiglia e il Colorado, alla ricerca di quel forte.

    Per la prima volta il ragazzo era solo in mezzo alla natura selvaggia, alla mercé di potenziali pericoli, come indiani, lupi, orsi e naturalmente il pungente freddo di quelle gelide zone.

    Ma fortunatamente per lui, non si imbattè in gravi pericoli, e riuscì comunque a raggiungere sano e salvo il famoso fortino a Nord.

    Giunto sul luogo, si arruolò come pony express, entrando a far parte della squadra del famoso uomo delle montagne, Kit Carson.

    Gli uomini delle montagne erano cacciatori di pellicce che giravano attraverso la frontiera, alla costante ricerca di fiumi di castori dai quali ricavano le pellicce per poi venderle ai mercanti. La vita che conducevano era libera, non dovevano affatto preoccuparsi dell'incombenza del tempo. Potevano continuare a vagabondare per interi mesi attraverso le foreste, oppure rimanere ad oziare per tutto il tempo che volevano, lungo le sponde dei fiumi.

    Ma la loro era anche una vita molto dura, dovendo infatti fare i conti con gli innumerevoli pericoli che incombevano sul territorio.

    Le imboscate degli indiani e i feroci attacchi degli orsi e lupi, erano problematiche piuttosto ricorrenti. Per non parlare dei rigidi inverni che imperversano in quelle zone, ed era proprio la natura che spesso determinava il maggior numero di morti fra questi intrepidi eremiti.

    Resistere per così tanti anni a questa difficoltosa vita, sicuramente era il modo migliore per aggiudicarsi un posto nei racconti locali. E su Kit Carson, ne erano già state abbondantemente ballate di leggende sulle sue eroiche imprese.

    Un tempo Kit aveva fatto parte della compagnia commerciale dei Bent Brothers, una tra le più note imprese mercantili operanti sul mercato di Santa Fè.

    Allora egli era giovane, era il 1826, quando si staccò dalla carovana dei mercanti deciso a diventare un uomo dei monti.

    Imparò a sopravvivere cacciando il bisonte e lottando aspramente contro la natura impetuosa. In seguito sarà lui stesso a formare una banda di esploratori, e li ingaggerà in tutto il West, per spedizioni di ogni genere.

    Noble, era quindi finito nelle abili mani di uno di questi Scout, e di questo ne fu entusiasta. Dopo l’arruolamento, gli vennero affidati i primi i incarichi da svolgere nei territori dell’Ovest.

    Le prime volte però falliva, in quasi tutte le missioni. Molto spesso gli capitava di recarsi nella cittadina sbagliata compiendo viaggi molto lunghi per poi tornare da Carson a mani vuote o, cosa ancora più grave, poteva spedire delle lettere sbagliando il destinatario.

    Sembravano che le cose non andassero molto bene; ci fu un momento in cui persino i suoi compagni che invece erano ottimi lavoratori, si lamentarono di lui asserendo che egli comprometteva perfino il loro lavoro. Alla fine insorsero contro Carson chiedendogli di licenziarlo.

    Ma quest’ultimo era di cuore buono, gli sarebbe dispiaciuto vedere quel giovane così imbranato fare valigia e andarsene, per cui gli concesse un’ultima possibilità: se avesse fallito anche a quella missione, Carson, promise ai suoi apprendisti che lo avrebbe mandato via.

    La mattina del maggio del 1831, Carson convocò Noble Bowie nella sua tenda e gli affidò l’incarico di recarsi a Kansas City e di spedire una lettera, diretta ad un ammiraglio della marina statunitense, Robert Downey. Carson lo ammonì, avvertendolo che se avesse fallito anche stavolta lo avrebbe espulso dalla squadra.

    Noble uscì dalla tenda terrorizzato dal monito lanciato dal suo capo. Se avesse fallito avrebbe perso il lavoro e sarebbe stato gettato per strada assieme ai senza tetto.

    La mattina stessa Noble partì. Sellò il cavallo e dietro gli sbeffeggiamenti dei compagni, convinti che avrebbe perso, partì alla volta di Kansas City.

    Ma fu una sorpresa per tutti quando lo rividero tornare una settimana dopo, con una lettera di ringraziamento da parte dell’ammiraglio Downey. Una lettera che confermava la riuscita della missione.

    Da quel momento, tutti gli impieghi che gli venivano affidati miracolosamente venivano portati a conclusione. Sembrava veramente che in Noble Bowie si fosse acceso qualcosa che lo aveva risvegliato profondamente.

    Ci fu un periodo in cui lo stesso Carson consegnava più volentieri

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