Insegnare Italiano, Storia e Geografia con le LIM
Di Simone Mazza
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Info su questo ebook
Si riassumeranno le ragioni pedagogiche dell’uso dell’informatica a scuola, e in particolare, appunto, dell’uso delle LIM; si documenteranno semplici esperienze svolte in classe (certamente “ri-usabili”), istruzioni per reperimento di materiali e uso di software, link utili; nello specifico, essendo chi scrive un docente di Lettere, si presenteranno lezioni e spunti utili per l’uso della LIM in diverse possibili modalità rispetto ad obiettivi di Italiano, Storia e Geografia.
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Anteprima del libro
Insegnare Italiano, Storia e Geografia con le LIM - Simone Mazza
Insegnare Italiano, Storia e Geografia con le LIM
Pedagogia delle tecnologie educative e lezioni pratiche
L’Autore
Introduzione
"La tecnica è nulla, la volontà è tutto!"
(Ducard a Bruce Wayne in Batman Begins)
Questo è un testo prevalentemente pratico, elaborato nell’imminenza di un corso formativo che ho tenuto presso una scuola, per docenti della scuola secondaria di primo grado; ho creduto opportuno, anche per chiarirmi meglio le idee, raccogliere gli appunti e i miei materiali in un unico libro multimediale, sfruttando le possibilità che oggi offrono gli e-book. In questo senso, questo e-book può considerarsi un meta e-book
, perché usa le potenzialità delle tecnologie digitali per presentare le tecnologie digitali (a scuola)!
Il testo è pensato per i docenti che hanno bisogno di spunti per elaborare lezioni con le LIM o meglio, per capire come le LIM possano risolvere alcuni problemi di ordine didattico o consentire - di più e meglio - ai loro alunni di raggiungere determinati obiettivi.
Si riassumeranno le ragioni pedagogiche dell’uso dell’informatica a scuola, e in particolare, appunto, dell’uso delle Lavagne Interattive Multimediali, si documenteranno semplici esperienze svolte in classe, certamente ri-usabili
; specificatamente, essendo chi scrive un docente di Lettere, si presenteranno lezioni e spunti utili per l’uso della LIM in tutte (?) le sue possibili modalità rispetto ad obiettivi di Italiano, Storia e Geografia.
Cercherò, al riguardo, di essere più preciso possibile, relativamente a istruzioni, reperimento di materiali, uso di software, link utili, ecc.
Presumo che chi è interessato a questo e-book sappia già cosa sia una LIM, e voglia semplicemente delle idee su come usarla in modo funzionale ai propri obiettivi didattici. Però credo che sia corretto partire da alcune definizioni e alcuni concetti base: peraltro, una corretta comprensione di cosa sia una LIM ne prefigura anche un uso proficuo o almeno più consapevole.
Perciò, la prima cosa che vorrei chiarire, parlando di LIM, è che non si tratta di un software informatico. Se qualcuno pensa che la LIM sia un computer o un marchingegno molto complesso da utilizzare, ne sarà scoraggiato o ne immaginerà un uso vagamente distorto.
Una LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) si compone essenzialmente di un video-proiettore e di un touch screen (schermo sensibile al tocco
) di grande ampiezza. Naturalmente, essa visualizza l’interfaccia di un computer; e lo stilo o penna ottica (cioè il dispositivo utilizzato per toccare la lavagna, simile in tutto alla penna delle tavolette grafiche) si comporta di fatto come il mouse del computer. Per alcune superfici, non è necessario lo stilo e l’interazione è gestita dalle dita della mano.
L’avvento della LIM nella scuola, quindi, non è un fatto prevalentemente tecnico; la scelta, anche da parte del Ministero, di promuovere l’acquisizione delle LIM, dipende proprio dal fatto che, pur essendo uno strumento innovativo, in realtà esso si innesta in modo abbastanza naturale
nel tessuto strutturale tradizionale delle classi. In fondo, un docente potrebbe utilizzare la LIM esattamente come una vecchia lavagna d’ardesia.
Ci sono altri esempi di uso della LIM estremamente basico, volti semplicemente a semplificare operazioni che già vengono praticate dalla quasi totalità dei docenti: oltre alla semplice scrittura, mi viene in mente, banalmente, la proiezione di film (senza la scomodità di trasferire l’intera classe nel famigerato laboratorio dei video), la consultazione di un dizionario o di una carta geografica.
Questo approccio semplice dovrebbe convincere anche i docenti più tecnofobi ad avvicinarsi allo strumento. Vero è che lo strumento, poi, presenta altre opzioni che dovrebbero, in tempi rapidi, agevolare il passaggio da questo semplice uso familiare
ad uno più complesso e didatticamente significativo.
In altri termini, la LIM potrebbe addirittura diventare l’occasione (tecnologica) per dibattere sulle metodologie e aprire confronti con colleghi o tra diversi consigli di classe su come personalizzare le lezioni in modo funzionale ai contesti; la chiave in grado di aprire le porte di una graduale e vera innovazione del fare scuola.
La LIM viene considerata una tecnologia invisibile
, nel senso che a pensarci bene, non ha l’ingombro (logistico, se non fisico) del laboratorio: l’eliminazione di questa fatica disinibisce rispetto all’uso e ammicca rispetto alla sperimentazione.
A quasi vent’anni dall’avvento del sistema operativo Pentium (della Microsoft), che profetizzò in modo forse eccessivamente trionfalistico la venuta di una scuola realizzata con contenuti elettronici e multimediali, tocca invece ad un dispositivo francamente assai meno avanguardistico - come abbiamo già detto, la LIM non è altro che uno schermo sensibile - il compito di rilanciare il confronto sulle potenzialità delle TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione
) a scuola, della multimedialità come occasione di potenziamento dell’apprendimento e di inclusione, della necessità di trasformare e migliorare i contesti didattici.
Tale prospettiva, peraltro, non ha che una storia recente: il progetto con il quale il MIUR ha fornito le prime LIM alle scuole risale al 2009-’10 e i risultati del monitoraggio di quella prima esperienza, che troverete ben riassunti in questo post del blog del prof. Rivoltella, confermano che siamo ancora pressoché all’inizio di questa avventura…
Perché usare le LIM
Ma che significa esattamente trasformare gli ambienti di apprendimento
? Quali sono le esigenze che giustificano una tale ambizione?
Ora, bisogna dire che sull’uso delle TIC nella didattica c’è già una cospicua letteratura. All’alba del 2000 il dibattito sulle tecnologie educative vantava pochi buoni profeti e si spartiva tra tecnofobi e tecnofili. Il meglio della questione veniva così annacquato dall’anacronismo dei primi e le illusioni dei secondi. Oggi lo scenario teorico è fortunatamente più maturo. Ci sono moltissimi libri validi sull’argomento, persino ottimi corsi universitari (mentre non mi sento di sponsorizzare i vari master accreditati sull’argomento), per non parlare dei siti, dei blog, tenuti da specialisti, studiosi, gruppi... e anche da validissimi docenti, che hanno avuto il merito di rendere le teorie più solide grazie alla loro passione ed alle loro sperimentazioni sul campo.
Ho svolto corsi in cui il dibattito on line con i colleghi ha rappresentato una base di riflessione molto proficua (vedi).
Tutto ciò per dire che non sarebbe interessante qui riprendere il molto e il buono che è già stato detto e scritto altrove.