L’osservazione dei comportamenti nei servizi educativi per l'infanzia
Di Ilaria Viola
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L’osservazione dei comportamenti nei servizi educativi per l'infanzia - Ilaria Viola
Ilaria Viola
L’osservazione dei comportamenti nei servizi educativi per l'infanzia
Copyright © 2022 by Edizioni Studium - Roma
Edizioni Studium: prima edizione digitale 2022
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ISBN: 978-88-382-5173-3
www.edizionistudium.it
ISBN: 9788838251733
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Indice dei contenuti
PRESENTAZIONE
PREMESSA
CAPITOLO 1
1.1 L’osservazione come metodo d’indagine
1.2 Il ruolo dell’osservatore: la scelta degli strumenti osservativi
1.3 Il grado di partecipazione nell’osservazione
1.4 I requisiti dell’osservazione
CAPITOLO 2
2.1. «Cosa osservare»: i quadri teorici
2.2 Osservare lo sviluppo cognitivo e sociale del bambino
2.3 Osservare lo sviluppo comunicativo-linguistico del bambino.
CAPITOLO 3
3.1 Il gioco una dimensione polisemica per l’osservazione
3.2 L’osservazione del gioco nei servizi zerosei: tra strumenti play assessment e play-based assessment
3.3 L’osservazione del set di giocattoli per favorire l’inclusione
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
BIOBIBLIOGRAFIA
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SCIENZE DELL’EDUCAZIONE
Pedagogia e Storia della pedagogia
Alla Prof.ssa Paola Aiello, una guida attenta e disponibile, fonte di ispirazione professionale e personale.
Al Prof.re Maurizio Sibilio, per il tempo prezioso che dedica, con inesauribile passione, alla ricerca e alla formazione dei propri discenti.
A MARIA
PRESENTAZIONE
di Maurizio Sibilio [1]
Tutti noi osserviamo; in particolare, sono i fenomeni insoliti a destare la curiosità e l’attenzione. Il discrimine tra un tipo di osservazione comune ed una scientifica risiede nell’ intenzionalità che generalmente caratterizza quest’ultima, ossia nella volontà di raccogliere informazioni circa un preciso oggetto di studio precedentemente individuato, e nella curiosità complessa che, diversamente dalla curiosità semplice, ha sempre uno scopo descrittivo e valutativo [2].
La capacità di osservare, intesa come competenza chiave della professionalità dei docenti e, più in generale, di coloro che operano nel campo dell’istruzione e della formazione rappresenta, peraltro, un contenuto della formazione, ossia una competenza fondamentale che va stimolata e sviluppata anche nei bambini, come in ogni soggetto, dal momento che è alla base delle attività di apprendimento e di tutte le attività ad esso connesse: registrazione, rappresentazione, conservazione delle informazioni [3].
L’osservazione, chiaramente, è informativa solo se adeguatamente strutturata; spesso, invece, tale attività viene esercitata ad un livello inconsapevole o, comunque, senza il ricorso a procedure ed a relativi protocolli scientifici e sistematici:
tutti gli insegnanti osservano costantemente i propri alunni, ma se al termine delle lezioni si chiedesse loro di indicare «quante volte» durante la lezione appena conclusa si siano rivolti all’uno o all’altro allievo, o quante volte ciascun allievo abbia mostrato un fare interessato o uno sguardo annoiato, non sarebbero certamente in grado di rispondere in modo esatto: e ciò perché essi non registrano quotidianamente ed in modo sistematico e ragionato le loro osservazioni [4].
Il volume si inserisce nell’ambito degli studi pedagogici e didattici sul tema dell’osservazione, individuando come specifico contesto di analisi i servizi per l’infanzia.
Il comportamento dei bambini rappresenta senza dubbio un potente descrittore del processo di apprendimento e di sviluppo, esso però viene spesso genericamente percepito dagli insegnanti e dagli educatori attraverso un’ osservazione soggettiva ed occasionale non supportata, cioè, da precisi strumenti, né tanto meno da una procedura metodologica [5]. In particolare, è diffusa l’abitudine di esprimere giudizi su aspetti del comportamento sociale dei bambini e di estenderli alla dimensione cognitiva. Ogni volta che un insegnante o un operatore cerca di spiegare il successo o l’insuccesso dell’apprendimento dei bambini, spesso fa, quindi, riferimento più al suo comportamento sociale (è attento/disattento; svogliato/volenteroso; motivato/demotivato, etc.) che non a specifiche manifestazioni inerenti agli obiettivi cognitivi o di altra natura che ci si propone di riscontrare nei bambini.
Se effettuata sulla base di uno schema metodologico e di un quadro teorico di riferimento, l’ osservazione sistematica diviene uno strumento essenziale delle attività di valutazione, strumento che permette tanto di monitorare l’andamento delle attività programmate e la rispondenza tra le intenzioni e la realtà, quanto di valutare il processo, oltre che il prodotto del processo educativo e formativo agito [6].
Essa, in sintesi, consente di evitare il rischio di generalizzare interpretazioni di un singolo evento al complessivo comportamento del bambino (con conseguenti facili etichettature); di contestualizzare le osservazioni e le relative ipotesi di interpretazione, che vengono così riferite a specifiche situazioni dell’interazione educativa; di formulare ipotesi di modifica di quest’ultima, allo scopo di sollecitare nei soggetti nuovi processi maturativi e l’emergere di diverse modalità di comportamento.
L’osservazione è possibile solo a fronte di un’individuazione rigorosa degli obiettivi formativi, intesi non come traguardi globali di formazione, ma come definizioni di performance, di azioni umane direttamente osservabili. Essa costituisce, quindi, una condotta che va preparata e programmata secondo, come si specifica nel volume, un progetto osservativo che richiede il supporto di specifici strumenti, quali, in particolare, le griglie di osservazione. Queste ultime consentono, grazie ad un processo di categorizzazione degli elementi costitutivi di un fenomeno più complesso, di individuare delle «unità di registrazione», in base alle quali osservare i segmenti minimi di un evento da interpretare [7].
Il volume approfondisce il tema dell’osservazione diretta o naturale: si fa riferimento all’osservazione svolta sul campo, in situazioni reali, quotidiane di lavoro educativo, in cui i comportamenti si producono spontaneamente [8], in tal senso, esso rappresenta un utile strumento di riflessione e lavoro per quanti operano nei servizi per l’infanzia.
[1] Professore Ordinario di Didattica generale e Pedagogia speciale presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell'Università degli Studi di Salerno.
[2] T. RUSSO AGRUSTI, La valutazione nelle procedure osservative e sperimentali, materiali del Corso di perfezionamento in «metodi della valutazione scolastica», unità 9, Giunti & Lisciani Editori, 1989.
[3] B. VERTECCHI (a cura di), La didattica: parole e idee. Dizionario di didattica, Paravia Scriptorum, Torino, 1999.
[4] L. GENOVESE - S. KANIZSA, Manuale della gestione della classe nella scuola dell’obbligo, Franco Angeli, Milano, 1994.
[5] S. SORESI, Guida all’osservazione in classe, Giunti Barbera, Firenze, 1978.
[6] M., PELLEREY Progettazione didattica. Metodi di programmazione educativa scolastica, Società Editrice Internazionale, Torino, 1999.
[7] T. RUSSO AGRUSTI, La valutazione nelle procedure osservative e sperimentali, materiali del Corso di perfezionamento in «metodi della valutazione scolasticam, unità 9, Giunti & Lisciani Editori, 1989.
[8] S. MANTOVANI (a cura di), La ricerca sul campo in educazione. I metodi qualitativi, Bruno Mondatori, Milano, 1998.
PREMESSA
La prima volta che usai un microscopio pensai di essere stato imbrogliato [...]. Le illustrazioni dei libri erano così chiare, ma io non vedevo nulla che fosse anche solo vagamente rassomigliante. Era tutto un caos di linee e movimenti e non ero nemmeno sicuro che quei movimenti fossero oggettivi, che