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Per Essere Felici Ci Vogliono Le Palle!
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E-book109 pagine1 ora

Per Essere Felici Ci Vogliono Le Palle!

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Info su questo ebook

La felicità è come un muscolo: va allenata! E visto che tutto nasce nella nostra mente, allenarla mediante il Coaching a pensare e quindi ad agire in maniera diversa e più efficace, produce risultati diversi e più efficaci. Questo testo si rivolge a chiunque abbia voglia e curiosità di apprendere e comprendere di più su: cos’è la felicità, perché siamo infelici, cos’è il sano egoismo, quanto conta l’autostima, perché mentiamo, chi sono le “persone tossiche”, quant’è importante la gratitudine e altri temi che incidono fortemente su quella forza così potente che da sempre attira ciascun essere umano, la felicità.
LinguaItaliano
Data di uscita23 giu 2015
ISBN9786051763392
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    Anteprima del libro

    Per Essere Felici Ci Vogliono Le Palle! - Alessandro Cozzolino

    cuore.

    Introduzione

    L'essere umano vuole essere felice. Da sempre, tutto ciò che fa, da quando si sveglia al mattino fino a quando non va a letto la sera (e anche di notte mentre dorme, si riposa, sogna, o fa altro...) ha sempre un solo, unico obiettivo: la felicità.

    Tuttavia, quanti di noi possono dirsi veramente e pienamente felici? Secondo l'ultimo Rapporto Censis sulla nostra situazione sociale redatto nel dicembre del 2014, noi italiani siamo persone sempre più sole, spaventate e vulnerabili. L'anno prima, nel 2013, l' Italia era stata definita sciapa e infelice. Nel 2012, la parola chiave per descrivere lo stato d’animo più diffuso sulla nostra penisola fu la parola rabbia. Nel 2011, invece, eravamo persone violente e depresse.

    Cosa è successo al paese del sole, della pizza e del mandolino? Come mai non riusciamo (più) ad essere felici, se non per pochi e brevissimi istanti? Dov'è che sbagliamo? Cosa c'è che non va o che non funziona più?

    Da diversi anni lavoro come Personal Life Coach a Roma. Il Coaching è una sorta di allenamento, una disciplina che mira a stimolare la mente affinché la persona pensi e soprattutto agisca nella maniera più efficace possibile per la realizzazione di uno o più obiettivi che la stessa si prefigge. Questa professione mi ha permesso di allenare la mente di chi desiderava uscire da una situazione di stallo o superare un dolore, di chi ambiva a vivere la vita dei propri sogni o semplicemente a diventare la versione migliore di ciò che già era. In parole povere, mi ha consentito di seguire queste persone in un percorso che le ha viste semplicemente diventare se stesse ma (più) felici. E ci siamo riusciti. Come? Scardinando alcune vecchie convinzioni limitate e limitanti, cambiando alcuni atteggiamenti mentali non più funzionali e stimolando la mente a pensare e quindi ad agire in modo diverso, più leggero oserei dire ma allo stesso tempo di gran lunga più efficace.

    Effettivamente, dedichiamo tempo, energie e attenzioni più o meno a tutto ciò che facciamo: dagli alimenti che consumiamo ai vestiti che indossiamo, dalla casa in cui abitiamo alle persone care con cui ci relazioniamo. Ma quanto tempo, quanta energia e quante attenzioni dedichiamo alla nostra stessa mente? In fin dei conti, è lei che - in un certo senso - gestisce e controlla la nostra vita. Ma chi controlla il controllore? Nel Coaching le persone allenano la propria mente a lavorare a proprio vantaggio, a trovare soluzioni, attuare cambiamenti migliorativi, modificare atteggiamenti mentali e comportamentali, quindi a vivere più felicemente.

    Proprio grazie a queste persone è nata in me l'idea di divulgare e condividere ciò che davvero serve per essere felici. A questo punto è estremamente probabile che tu ti chieda come faccia io a sapere cosa ti serva per essere felice. Infatti, non lo so. In questo testo, come nelle mie sessioni di Coaching del resto, non troverai la ricetta della felicità né consigli o diktat di alcun genere. L’obiettivo di queste pagine e ovviamente del mio lavoro è solo quello di farti riflettere e spingerti a considerare l’ipotesi che puoi essere felice, nonostante tutto, se sei disposto a rimuovere o comunque a superare una serie di ostacoli che, paradossalmente, il più delle volte proprio la tua mente inconsciamente ti pone e di cui tu stesso cadi vittima. A tale scopo, affronteremo insieme diversi temi che a prima vista forse risulteranno banali e scontati, altri per te forse saranno nuovi e inesplorati o comunque trattati in una chiave diversa. Ad ogni modo, ritengo opportuno sottolineare prima di tutto che indurre la propria mente ad abbandonare vecchie abitudini, mettere in discussione le proprie convinzioni e decidere di cambiare atteggiamento nei confronti di se stessi, del prossimo e della vita in generale non è cosa semplice, lo riconosco. Per riuscire in una qualsiasi impresa nella vita sono necessari un pizzico di coraggio, una buona dose di determinazione e almeno un po' di fiducia in se stessi e nella vita stessa ma soprattutto una forte motivazione. So che niente al mondo motiva le persone più della felicità e sono certo che possiedi già tutte le qualità e gli strumenti che ti servono per attuare un cambiamento in quella direzione. Temo solo che tu non ne sia ancora consapevole e forse ti senti un po' spaventato o a disagio, ma sappi che va benissimo così. Se non c'è paura, non può esserci coraggio. E se non c'è coraggio, non può esserci felicità. Ecco perché, come avrai già avuto modo di intuire e come approfondiremo insieme, Per Essere Felici Ci Vogliono Le Palle!

    Che cos'è la felicità?

    Qualunque cosa tu stia cercando, non la troverai mai se prima non sai cosa stai davvero cercando.

    La cercano tutti, ne parlano tutti, la vorrebbero tutti. Ma la stragrande maggioranza non sa nemmeno di cosa si tratta. L’enorme confusione che caratterizza l’idea e la ricerca della felicità nasce dal fatto che, sin da bambini, siamo costantemente bombardati da messaggi che pretendono di inculcare in noi un concetto di felicità che ben poco ha a che vedere con l’effettiva natura della felicità stessa. Facendo un passo indietro, chiunque potrà notare che siamo tutti cresciuti bombardati da pubblicità che ci hanno indotto a credere che difficilmente saremmo stati felici senza quel prodotto, quella bibita, quell'oggetto. E le storielle che ci hanno raccontato e che continuiamo a raccontare? Sono favole in cui quasi mai manca una bacchetta magica, un principe azzurro, un incantesimo e, ovviamente, il classico lieto fine. Bene, sappi che se queste storielle fossero vere o se solo si avvicinassero anche di poco alla vera realtà, non le chiameremmo favole. Una favola, per essere tale, non può essere reale.

    L’errore più comunemente commesso è credere che la felicità sia quella descritta proprio in tutti questi messaggi con cui siamo cresciuti. Ecco perché la maggior parte di noi è tutto tranne che felice. La felicità vera e propria è qualcosa di estremamente personale. Tu e solo tu sai qual è la tua. Occhio solo a non confonderla con altri tipi di stati d’animo. La felicità che ricavi nel mangiare un gelato, nel partire per una vacanza ai tropici, nel comprare un nuovo paio di scarpe e via discorrendo non può in alcun modo essere vera felicità per un semplicissimo motivo: le attività sopraelencate richiedono denaro. E i soldi e la felicità non hanno alcun legame. I soldi rendono la vita più comoda, non più felice. Lo dimostra il fatto che i lavori più pagati sono i più difficili e spesso i più infelici. Ciò che ci spinge a credere che più guadagniamo e più saremo felici è la convinzione indotta secondo la quale più hai e meglio è. Possedere e consumare potranno anche dare piacere ma non danno la felicità. Ciò che ci rende veramente felici è la condivisione, a 360 gradi, perché in fondo non importa ciò che hai ma con chi lo condividi. Quando nelle nostre relazioni - personali, private, professionali - offriamo una parte di noi, stiamo realmente condividendo un pezzo del nostro essere, della nostra persona, della nostra anima, del nostro tempo. Quando tale condivisione viene riconosciuta, valorizzata e apprezzata, ci sentiamo felici. E non abbiamo speso neanche un euro! Questo però accade molto di rado oggi. È sempre più diffuso il concetto secondo cui se vuoi essere felice, devi diventare indipendente anche e soprattutto da un punto di vista emotivo. Il punto però è che l'essere umano non è, non può e non deve essere indipendente perché non è nella sua natura. Siamo tutti interdipendenti, cioè dipendiamo necessariamente gli uni dagli altri, come del resto ogni cosa in natura. Se ti guardi intorno, noterai senza grandi sforzi che ogni singola cosa che ti circonda esiste solo se esiste qualcos'altro. Ecco perché se crediamo che la felicità sia legata all’indipendenza siamo destinati a essere infelici. L’essere umano è un animale sociale, pertanto non può essere felice da solo. Fatico a credere che anche il più solitario degli eremiti possa mai essere pienamente felice. Senza condivisione, senza contatto umano, senza amore da dare e da ricevere nei rapporti e nelle relazioni umane, personalmente credo si possa essere felici solo a metà.

    Il punto è che abbiamo ereditato un certo istinto dai nostri antenati che un

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