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FilosoFare - per chi 'sa di non sapere'
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E-book179 pagine4 ore

FilosoFare - per chi 'sa di non sapere'

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Info su questo ebook

Per il mio cinquantesimo compleanno volevo farmi un regalo speciale e questo libro realizza il classico sogno nel cassetto. Scrivere è poco più di un hobby, anche se da anni collaboro col settimanale locale “VERONASETTE”, scrivendo articoli culturali. Pertanto potrei definirmi un dilettante della Filosofia nel suo significato originale, un’intima amicizia per la sapienza. Non si pone il problema di ciò che sia la Filosofia come scienza, non avendo del resto tale scopo e tanto meno i titoli necessari. L’obiettivo è proprio il filosofare intorno all’uomo proponendo una sintesi tra la filosofia classica e la religione, per scoprire le radici dell’essere, una sorta di metafisica. Nel contempo cerco di rendere l’insieme attuale, inserendo nella trattazione anche testi di canzoni e citazioni di filosofi più moderni. “FilosoFare” è pertanto la prima esperienza e nasce dalla volontà di esprimere ciò che si pensa, liberi dalle convinzioni e dai condizionamenti. Il nostro ESSERE potremmo definirlo un puzzle. Nella scatola, dentro di noi, sono contenuti invariabilmente tutti i pezzi per ricomporre la nostra immagine originale. Ci vuole tempo e pazienza per cercare tutti gli incastri, ma se non

ci perdiamo d’animo è alla portata di tutti. Alcune persone sono in mille pezzi, altri in diecimila; per le personalità più

complesse purtroppo non basta una vita per ricomporre l’insieme armonioso e unico che siamo. L’importante è provarci e non pensare mai che sia una partita persa in partenza. Dobbiamo innanzi tutto mostrare la nostra vera, onesta e completa immagine: le ferite, gli incidenti di percorso, le sofferenze, da vicino saranno sempre evidenti, proprio come le giunture dei tasselli nel puzzle. Alla fine il quadro generale della situazione risulterà omogeneo, interessante e piacevole. Che soddisfazione alla fine poter dire serenamente di essere noi stessi, con la ricetta di Socrate, il filosofo per antonomasia: “sapere di non sapere” e “conosci te stesso”!
LinguaItaliano
Data di uscita4 apr 2012
ISBN9788866187752
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    Anteprima del libro

    FilosoFare - per chi 'sa di non sapere' - Claudio Pasetto

    stesso"

    Introduzione

    Quando si sente parlare di filosofia molti pensano sia un argomento adatto solo per universitari, professori e studenti. Qualcosa che ha un valore puramente teorico, distante dalla realtà e quindi di scarsa utilità pratica. Una materia per chi ha tempo da perdere! Io penso che a volte sarebbe sufficiente vedere la filosofia come un passa-tempo: al posto del Sudoku piuttosto che di un cruciverba o di una partita a scacchi, scoprire quanto possa diventare interessante fermarci un attimo a pensare!

    Aristotele, più di 2300 anni fa, scrisse una esortazione (Protrettico) ancora estremamente valida: "Se, infatti, la filosofia esiste, dobbiamo certamente filosofare, dal momento che essa esiste; se invece non esiste, anche in questo caso dobbiamo cercare perché non esista: ma cercando facciamo filosofia, dal momento che la ricerca è la causa e l'origine della filosofia"(fr.51,Rose).

    Ricercare le cause, andare all'origine del nostro pensiero è filosofare, ma per farlo è essenziale stimolare la nostra curiosità. La cosa più difficile oggi come oggi è riuscire a sorprenderci. La scienza ci ha abituato a tante invenzioni e tecnologie che in alcuni casi sembra sostituirsi a Dio. Eppure essa è l'effetto e non la causa: La scienza è il territorio conquistato; dietro di esso si trovano le regioni sicure, in cui conoscenza e arte formano il nostro mondo imperfetto e meraviglioso. La filosofia sembra ferma, perplessa ma solo perché lascia i frutti della vittoria alle sue figliole, le scienze, ed essa passa oltre, divinamente insoddisfatta, verso l'inesplorato (Will Durant, Gli eroi del pensiero, Introduzione). Lo slancio verso ciò che non si sa, verso l'ignoto, imprime all'uomo un'energia inesauribile per sostenere le insidie della vita senza vacillare. Credo siamo tutti d'accordo che la soluzione alla nostra inquietudine, ansietà e angoscia, sta proprio nell'attitudine mentale che assumiamo quando affrontiamo questi turbamenti.

    In tal senso nasce un titolo come FilosoFare, con la seconda effe maiuscola per dare subito l'idea di qualcosa di utile, che serve a fare e non solo a dire. Un libro rivolto a tutti coloro che 'sanno di non sapere', senza particolari conoscenze specifiche. Al lettore è solo richiesta la capacità di stupirsi, di meravigliarsi osservando il mondo che gli sta attorno, i suoi simili e soprattutto sé stesso. Platone nel Teeteto aveva affermato: "E' proprio del filosofo questo che tu provi, di essere pieno di meraviglia; né altro cominciamento ha il filosofare" (155d).

    Senza le terminologie peculiari degli addetti ai lavori, senza spiegazioni particolarmente complesse. Semmai una ricerca alle risposte esistenziali in armonia con l’essenza originale della parola filosofia: dal greco philos, che significa amore, intima amicizia, e sophia, che vuol dire sapienza. Quindi filosofo è colui che ama la conoscenza e la cerca, pertanto tutti dovremmo essere un po' filosofi, non vi pare?

    Certo la materia è vastissima e tutto sarebbe utile sapere. Personalmente sono del parere che è necessario scegliere solo ciò che serve al momento, per non ritrovarsi in confusione. Un po’ come quando si va al supermercato, dove i prodotti sono una marea e nessuno ovviamente li compra tutti, anche se potrebbero essere utili!

    A volte abbiamo bisogno anche di consigli sugli acquisti. Alla fine nel carrello spesso finiscono sempre le stesse cose, quelle che conosciamo meglio! La curiosità di provare elementi nuovi ci permetterebbe di allargare i nostri orizzonti, a maggior ragione nel sapere.

    FilosoFare è quindi amore per il dialogo, che presuppone più persone con le proprie teorie. Infatti dialogo è una parola greca formata da dia (tra) e logos (parola): un percorso tra varie considerazioni per giungere a un accordo. La verità, come concepivano gli antichi greci, deve essere intesa sempre suscettibile ad accettare nuove idee e soluzioni, purché ragionevoli. Infatti il dialogo è il parlare, è la logica, è la ragione umana. La filosofia è strettamente legata al logos perché è un discorso, e soprattutto è un discorso logico; a differenza della religione, la filosofia è una ricerca razionale della verità. La filosofia stimola la ricerca di risposte personali, evitando il dogmatismo o trincerandosi dietro i misteri della fede. Ciò nonostante notiamo che il Cristianesimo ha lo stesso punto di partenza della filosofia greca: In principio era il verbo recita il Vangelo di Giovanni nel prologo riferendosi al Messia Cristo. La parola originale in greco che viene tradotta verbo è proprio logos: la base del cristianesimo è la Parola (logos) di Dio che si è fatta carne!

    A conferma di questo, verranno citate spesso scritture della Bibbia, termine che deriva dal greco biblia e significa libri, da cui anche biblioteca. Infatti la Bibbia è composta da circa 70 libri divisi in Vecchio Testamento e Nuovo Testamento, con l'avvento del Cristo. La stesura definitiva ha richiesto più di 40 scrittori nell'arco di seicento anni. Un libro che vale sicuramente la pena consultare per il fatto di aver influenzato per secoli, nel bene e nel male, la nostra cultura occidentale

    Le fondamenta del sapere occidentale, in generale, sono costruite proprio sulla filosofia greca. Non esiste un problema o una soluzione che non abbiano tentato di discutere e approfondire. I primi capitoli trattano una sintetica ma doverosa analisi dei primi studiosi della natura, la phisis, che con coraggio posero le basi del pensiero dei grandi filosofi del periodo classico: Socrate, Platone, Aristotele ed Epicuro. Quando si ammira una splendida costruzione non si può vedere né pensare alle fondamenta che però sostengono l'intero edificio costruito sopra. Impareremo qualcosa di originale da ognuno, giungendo alla conclusione di Socrate che ogni persona potrebbe insegnarci molto, se sappiamo ascoltare.

    Sebbene molti siano del parere che lo studio dei classici dovrebbe lasciare il posto a studi più moderni e pratici, personalmente ritengo più che mai appropriate le parole di Henry David Thoreau: Cos'altro sono i Classici se non trascrizioni dei più nobili pensieri dell'uomo? Sono gli unici oracoli che non sono mai decaduti, e in essi si trovano risposte tali alla più moderna ricerca (Walden).

    Questi personaggi più o meno famosi, vissero esperienze simili alle nostre, ma avevano la capacità di esprimere le loro sensazioni. Forse più di altri percepivano il battito d'ali della farfalla: la vita. Ogni capitolo cerca di aggiungere nozioni e ragionamenti che risultino di valore pratico, nonché trattare argomenti di cui parliamo spesso con gli altri. Comunque l’attenzione del lettore non deve posarsi su chi scrive ma su cosa e se ci aiuta un po' a riflettere e meditare! Del resto, sono certo, non rifiutereste un tesoro solo perché, chi ve lo porta, è un somaro!

    Il corso della storia umana ha vissuto periodi di stasi e di improvvise accelerazioni culturali e sociali oltre che tecnologiche. Tra il VII° e il IV° secolo avanti Cristo, assistiamo a mutamenti profondi in tutte le principali civiltà grazie all'influenza di vari personaggi estremamente popolari. Non è un fenomeno limitato al pensiero greco, ma ben più diffuso. Nello stesso periodo in Cina si afferma Confucio, con la sua etica personale e politica basata sulla giustizia, l'onestà e la famiglia. In Persia, Zarathushtra che insegnava il monoteismo del Dio Mazda. In India, Gautama Sàkyamuni Siddharta, più noto come Buddha, che letteralmente significa Risvegliato.

    Proprio di questo si tratta: un risveglio globale che investe e, di conseguenza, coinvolge il modo di pensare dell'intera umanità di quel tempo. Questi sono i più noti, ma quanti uomini e donne sono rimasti nell'anonimato pur vivendo l'esperienza personale di questo tipo di risveglio, consapevoli dell'immensa luce che risiede dentro ognuno.

    Un denominatore comune di questo periodo storico di circa 2500 anni fa, è quindi l'indagine speculativa. All'inizio ovviamente si impara nella cultura tradizionale. In breve tempo essa non soddisfa più alle domande di questi protagonisti che vanno oltre, nell'illuminazione, basandosi esclusivamente sulle proprie energie, superando la guida degli stessi maestri. La mente non è più controllata dall'esterno bensì dalla propria coscienza: diventa motore eccellente che sottoposto a una guida, non va per conto suo creando danni a sé stessi e agli altri.

    La nostra mente è come un'automobile che può avere caratteristiche straordinarie ma, senza un esperto autista, può essere veramente pericolosa. La mente senza condizionamenti, esprime la sua natura genuina: la liberazione graduale dell'illusione circa la scena di questo mondo che passa come dice anche San Paolo nella Bibbia (1Cor 7,31).

    La realtà del mondo è la percezione materiale che ci sta attorno, ma non è la nostra essenza: noi non siamo le cose che abbiamo o possediamo. Quando Mosè chiede a Dio il suo nome nell'Esodo (3,13-15), Egli risponde: Io sono colui che sono! Poi disse: Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi. Il nome di Dio è un verbo, il verbo essere perché Egli è l'Essere per eccellenza. Partendo dal presupposto che siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, non c'è bisogno di un nome per sapere chi siamo: io-sono, sono io! Ogni individuo dovrebbe poter dire: io sono colui, o quello, che sono oppure io sarò ciò che sarò! Dio definendosi semplicemente colui che è ci insegna ad accettare quello che siamo, imparare ad amarci per amare il nostro prossimo, come noi stessi (Matteo 22,39).

    Ostacolare l'espressione della nostra vera identità, preclude l'affermarsi del nostro io-sono e diventiamo stereotipi troppo dipendenti dalle opinioni altrui. Non è il mio oro, la mia macchina, il mio vestito l'io-sono. Semplicemente la nostra persona unica e irripetibile, che non deve imitare gli altri ma imparare a essere sé stessa, libera da condizionamenti culturali, retaggi familiari o dalle incidenze geografiche dove nasciamo e cresciamo.

    Io, potrei definirmi, un atomo del corpo universale di Dio, insignificante parte dell'infinito. Anche la scienza accetta il concetto di infinito con il simbolo di un 8 orizzontale. In questo senso possiamo credere in un'anima individuale e in un'anima universale interconnessa, l'unione nella totalità, the big one. Nel film Avatar, esseri fantascientifici blu indaco si connettono fisicamente alla natura circostante perché fanno parte e sono parte del tutto.

    Non a caso, nell'induismo gli Avatar sono diverse incarnazioni del dio Vishnu, come Krishna e Rama, raffigurati spesso in blu. Questa religione chiama atman l'io-sono, l'anima individuale e brahman l'essere universale, il principio cosmico. Secondo l'induismo lo Yoga (significa unione) è una disciplina non solo fisica ma anche psicologica e spirituale. Infatti consente la connessione con l'anima del mondo e vedere col terzo occhio (quello che vediamo dipinto sulla fronte degli induisti, tra le sopracciglia) ciò che i sensi non possono percepire: l'occhio della saggezza e dell'onniscienza, in grado di vedere oltre la semplice manifestazione.

    Il poeta latino Orazio dice: Sogniamo tutti giardini incantati al di là dell'orizzonte invece di goderci la vista delle aiuole in fiore sotto le nostre finestre. Io aggiungerei che queste finestre sono proprio dentro il nostro essere: basta decidere di aprirle per vedere lontano, per vedere con gli occhi dell'anima quella che Platone chiamava nel Fedro la Pianura della Verità [248b].

    I filosofi della natura

    ADelfi, il Tempio di Apollo ospitava l’oracolo e sull’architrave campeggiava una scritta emblematica: "Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l'universo e gli Dei! Suonava alquanto strano a chi veniva lì per chiedere lumi su cosa scegliere o fare nella propria vita. In queste parole, c’è l’esortazione a trovare la verità dentro di sé anziché nel mondo delle apparenze. Socrate era l’uomo più sapiente perché affermava di sapere di non sapere", un approccio umile che mantiene intatta la voglia di imparare, perché del sapere non c’è mai fine!

    La filosofia non nasce con Socrate, ma tre secoli prima, precisamente a Mileto, nell’odierna Turchia sud-ovest, nel sesto secolo avanti Cristo (più di 2600 anni fa). Le polis, le città, godevano delle prime forme democratiche dell'umanità, e il commercio era così fiorente che i cittadini potevano permettersi di distogliere l'attenzione dalle necessità primarie. In altre parole la meditazione sui perché della vita nasce solo con la pancia piena, come si suol dire. Per alcuni la pancia non è mai abbastanza piena e invece nasce il materialismo ma questo non c’entra col nostro discorso!

    L'origine della filosofia avviene quindi come un disinteressato desiderio di conoscenza dalla contemplazione della natura. La verità dichiarata dal filosofo è una spiegazione di un fenomeno, senza alcun secondo fine. Per amore della verità, il filosofo deve essere pronto a confutare o a lasciar confutare il proprio pensiero che non è definitivo ma in continua evoluzione. Gli antichi greci concepivano in questo modo il termine verità, nonostante il suo odierno significato oggettivo.

    Infatti il concetto di verità nella religione, per esempio presuppone che una sia quella giusta (verità) e tutte le altre false. In teoria questo è corretto ma nella storia ha generato una marea di conflitti e soprusi nel nome del Signore. Meglio pensare alle vie del Signore come infinite…o alla verità nel senso filosofico greco!

    La religione dei greci era politeista: molte divinità preposte ad ogni attività umana. Ogni dio aveva il suo settore e rispondeva alle esigenze dell’uomo. Nell’antichità non era tollerato pensare che si potesse fare a meno delle divinità. Tutto accadeva per il destino o la volontà del dio in questione. Un esempio banale, se cadeva un fulmine era Zeus che usava il suo potere sopra-naturale. Il filosofo invece comincia a chiedersi se è solo un fenomeno naturale e inizia ad elaborare una risposta razionale. Farsi domande è sempre la partenza di un ragionamento. Chi sei tu? Da dove viene il mondo? Le cosiddette questioni esistenziali a cui la religione risponde in tono rassicurante con il suo concetto di Dio: il Creatore Onnipotente che è sempre esistito ed esisterà sempre! Per una mente curiosa, scientifica, queste risposte non possono essere esaustive. Ecco allora comparire sulla scena del mondo i filosofi della natura: Talete, Anassimandro, Anassimene, per citarne alcuni. Fondano una nuova cultura impegnata a liberarsi dalle credenze mitiche e religiose alla ricerca del principio (arché) naturale, l’elemento archetipo tra aria, acqua, terra e fuoco: i quattro elementi.

    Il personaggio più conosciuto anche oggi del periodo è senza dubbio

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