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Evan. Il progresso e la minaccia umana
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E-book82 pagine1 ora

Evan. Il progresso e la minaccia umana

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Info su questo ebook

Gli spiriti della natura hanno trovato in Evan la persona che potesse dare al Pianeta Terra una speranza di salvezza.
LinguaItaliano
Data di uscita24 giu 2015
ISBN9788891194992
Evan. Il progresso e la minaccia umana

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    Evan. Il progresso e la minaccia umana - Diego Cigolini

    Titolo | Evan. Il progresso e la minaccia umana

    Autore | Diego Cigolini

    ISBN | 9788891194992

    Prima edizione digitale: 2015

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Youcanprint Self-Publishing

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    info@youcanprint.it

    www.youcanprint.it

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    Mi chiamo Evan, progetto da anni macchine per l’edilizia di ogni genere, da potenti demolitori, gru, fino a piccoli scavatori. Mi occupo dello studio della struttura meccanica e della sicurezza della macchina, progetto lo scheletro che poi verrà mosso dai vari impianti oleodinamici. Il mio è un vero e proprio contributo al progresso per facilitare il lavoro dell’uomo, il tutto per trasformare questo nostro pianeta.

    Mi sento abbastanza realizzato in quello che faccio perché, tra l’altro, mi permette di vivere in modo decoroso con la mia famiglia.

    La mia vera passione, però, è un’altra. Sono volontario nell’associazione Diamogli una Voce, in questo bellissimo ambiente situato in un ampio parco naturale, aiutiamo tantissimi animali in difficoltà: da cani e gatti randagi, animali abbandonati dal fallimento di piccoli circhi ambulanti, recuperiamo piante bellissime destinate alla morte, perché le serre dove erano custodite hanno cessato l’attività; abbiamo anche una sezione che si occupa di animali esotici vittime del contrabbando, insomma ci occupiamo veramente di moltissimi esemplari.

    Io amo gli animali, gli insetti e tutto quello che è compreso nella parola natura. Il mio lavoro va molto in contrasto con la mia passione e molte volte mi fermo a pensare e riflettere su cosa l’uomo stia facendo a questo bellissimo pianeta e a madre natura.

    La razza umana si preoccupa solo del progresso, non importa se questo comporta la distruzione di interi habitat che non ci appartengono, non importa se causiamo l’estinzione di alcuni animali, non importa se inquiniamo le acque degli oceani, dei mari, dei laghi e dei fiumi oppure l’aria che anche noi stessi respiriamo contaminando anche il cibo che mangiamo.

    Quello che importa all’uomo è solo progredire. Tutto questo mi fa veramente paura, mi chiedo chi siamo in realtà e la risposta spesse volte è che siamo il male più assoluto. Basta guardare tutti i giorni cosa succede nel mondo; ci uccidiamo tra di noi per motivi legati a crisi economiche, sentimentali, per motivi religiosi. Abbiamo tutto quello che vogliamo, ma non siamo mai contenti.

    Quante volte, andando al lavoro, trovo animali morti sul ciglio della strada e penso: l’uomo ha colpito ancora! Subito lo stomaco mi fa molto male e gli occhi si chiudono in un silenzioso dolore pensando a quanta morte ogni giorno seminiamo e tutto questo per il progresso. Questa parola tanto amata e apprezzata da molti, progresso… per me significa solo autodistruzione. Quando sono all’interno del parco dell’associazione mi sembra di respirare aria divina, sembra che la natura intorno a me sorrida, è un piccolo paradiso che aiuta a riflettere e quando mi fermo ad osservare gli occhi degli animali salvati vedo un’intensa luce, mi sembra che trasmettano voglia di comunicare e di dirmi qualcosa, la loro pupilla brilla di speranza, è una sensazione indescrivibile.

    Questa sensazione si interrompe con il risveglio del mattino, quando devo recarmi a progettare macchine che servono a demolire il mondo e costruire il progresso. Negli ultimi giorni mi sento in conflitto con me stesso, la notte dormo pochissimo, i sogni che faccio mi turbano nel profondo e mi sveglio spaventato in un bagno di sudore. Continuo ad avvertire delle presenze durante il sonno, presenze senza forme, quasi come se fossero un tutt’uno con il paesaggio circostante, un paesaggio molto tetro, polveroso, dove sembra non esserci nulla intorno a me, ma nello stesso tempo ho come un senso di soffocamento.

    Avverto anche dei suoni molto acuti, sembrano lamenti, penetrano i miei timpani provocando forti vibrazioni che scorrono per tutto il corpo e, scaricandosi a terra, mi fanno emettere un urlo di dolore, dopodichè il risveglio. Mia moglie e mia figlia sono molto preoccupate e vogliono che vada a farmi visitare da un dottore, vedrò cosa fare. Questi incubi sono iniziati dopo che sono venuto a conoscenza di un fatto accaduto ad una macchina progettata da me.

    Il titolare dell’azienda dove lavoro mi ha chiamato nel suo ufficio circa due settimane fa per informarmi che un braccio di una gru progettato da me non ha resistito al peso del carico e si è spezzato, provocando il rovesciamento della gru stessa e del materiale edile trasportato. Ascoltate queste parole sono diventato un pezzo di ghiaccio pensando subito al male che avevo fatto.

    Mark, il titolare, continua nella descrizione dei fatti avvenuti e aggiunge che, fortunatamente, di vittime non ce ne sono state, tranne la distruzione di un vecchio caseggiato abbandonato e mi informa che da una prima perizia fatta dai tecnici delle forze dell’ordine risulta che la ditta utilizzatrice ha manomesso le valvole di controllo del peso e ha sollevato un carico fuori portata facendo così accadere l’incidente; quindi la nostra azienda non ha nessuna responsabilità.

    Mi sono sentito come chiuso in una morsa e le parole che Mark ha detto fungevano da leva per stringere quella morsa. Che tristezza e frustrazione pensando a quello appena raccontatomi.

    Nel frattempo i miei incubi continuano, anzi peggiorano, i suoni si fanno sempre più insistenti e, al mio risveglio, sono completamente contratto; sembra che le presenze che avverto vogliano dirmi qualcosa, ma è tutto indecifrabile, come se tra me e loro ci fosse una sorta di barriera. Decido di prendermi un fine settimana e partire per visitare il luogo dove la gru si è spezzata. Andrò con il mio amico Cristopher; anche lui si occupa con me dell’associazione e con lui abbiamo salvato parecchie vite.

    Dirò a mia moglie Meredith che andremo a visitare un altro centro di accoglienza per animali appena aperto per dare un contributo ai volontari che hanno deciso di intraprendere questo difficile, ma

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