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Melisso P?: Per farsi amare bisogna lasciarsi... Andare!
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E-book182 pagine2 ore

Melisso P?: Per farsi amare bisogna lasciarsi... Andare!

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Info su questo ebook

In un'epoca di crisi di identità, nella quale persino in un paesino alle pendici dell'Etna s'insinua il disagio del grigiore della metropoli, non è più possibile salvare l'anima, né il cuore, né il corpo. Cosa succede se un ventenne catanese un po' più sensibile del comune, decide di diventare un play boy?
LinguaItaliano
Data di uscita24 lug 2013
ISBN9788868553227
Melisso P?: Per farsi amare bisogna lasciarsi... Andare!

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    Anteprima del libro

    Melisso P? - Riccardo Autore

    Questo libro lo dedico

    a tutti quelli che

    non lo leggeranno mai.

    PREMESSA

    Questo è un diario autobiografico.

    La melissa p all’interno non è quella che ha scritto il famoso diario 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire bensì una delle tante ragazze a cui ho dato il soprannome più appropriato.

    Ogni riferimento a cose, fatti e persone realmente esistenti è da intendersi solo casuale.

    L’AUTORE RICCARDO SAMBATARO

    INTRODUZIONE

    28 AGOSTO 2005.

    Era da un bel po’ che dovevo scrivere questo libro e tu guarda un po’ in quale occasione inizio:  un’ora fa, dopo un bagno caldo, mi viene di fare a pugni.

    Prendo i chiodi, il martello e con fare industrioso, tolgo lo specchio del bagno e lo appendo vicino al sacco.

    Pausa Sigaretta…

    Guantoni, scarpe leggere, torso nudo e metto Volgar Display of Power dei Pantera, poi Toxycity dei S.o.a.p.  Bam ben boom buum di tecniche di kickboxing. Ad un certo punto un sms! E’ Anto di Biancavilla: "sto piangendo".

    Chiedo il perché.

    Lei: "ti sembrerà forse stupido e banale quello che sto per dirti…ma…finalmente ho appena finito di leggere il libro che già leggevo da tempo ed il finale mi ha scioccata a tal punto da piangere…è stato un finale sorprendente…non c’è cosa più bella del perdono e dell’amore… Sono forze immense che muovono il mondo e di fronte alle quali non si può fare altro che piangere…scusa se forse ti ho fatto preoccupare ma era un pensiero che volevo condividere."

    Scorrere il sudore lungo il corpo, mi fermo a riflettere un attimo e mi viene in mente l’sms di MELISSSA, precedente di un attimo a quello di Anto di Biancavilla: sei nervoso?. Allora si mischiano due immagini, una di me che prendo a pugni un sacco inanimato con me stesso riflesso nello specchio e  l’altra di quel cazzo di flash del perdono nell’Amore che secondo gli illuminati sarebbe la via della perfezione spirituale. Dunque ora il cd scandisce la fine di Aereals, giusto in quel punto in cui subentra la parte orientale, con percussioni e fiati.  Mi fermo, mi accorgo che ho freddo per via del ventilatore sul sudore. Fuori, invece, svincola l’arrotino…

    Ore 20:08

    Ma non mi va di rispondere ancora a quegli sms; né a quello di MELISSA né a quello di Anto di Biancavilla. Peraltro stasera a mezzanotte ho un appuntamento con Marla la notturna brava ragazza, alle undici devo andare a dare un’occhiata a Vale per mantenere l’elettricità di fondo che include pure lei nel giro... Cu mu fa fari a fari ‘sti cosi?(1). Invece mando un sms standard per MELISSA, Anto di Biancavilla e Marla, così ti faccio ridere sull’esito delle loro diverse risposte.

    Ore 20:35

    SCRIVO MESSAGGIO:  "prendere a pugni il sacco non è scaricare tensione, ma mantenerla viva su di una frequenza costante, cosicché al momento opportuno non ci si trova indifesi mentalmente e fisicamente ad affrontare e battere il tradimento."

    INVIA MESSAGGIO.

    La prima in classifica, con soli 60 secondi dall’invio dell’sms è Marla: Sei anche un filosofo!

    (1) Cu’ mu fa fari a fari sti cosi: Chi me lo fa fare a fare queste cose?

    La seconda, a ben 10 minuti di distacco, è Anto di Bianca: Che poeta…

    La terza è MELISSA, 13 minuti, ultima in classifica: sempre ke pungi.

    Quindi sarei filosofo? O sarei Poeta? O chissà, forse uno che punge? Pirandelliano? No.

    PARTE 1 (il passato)

    Violento per come sono, conosco e frequento una donna dalla grande vocazione all’ascolto e con un infallibile senso di apprensione, Luna, che di tanto in tanto si occupa di un mestiere ancora non noto, simile allo psicologo. Ti capita prima o poi di incontrarla, magari nei momenti bui della tua vita, lei sta lì, paziente e tentennante, a tessere ad uno ad uno tutti i tuoi ricordi, che siano pensieri o sentimenti, non è cosa che può darle difficoltà ad intenderti. Infatti, ti sarà capitato di rimanere abbagliato dalle sue risposte ai tuoi perché. Come una mamma, la manteniamo tutti nel nostro cuore durante il fetido e profumato cammino del crescere. Io la chiamo Luna ma anche tu l’avrai incontrata in una tua amica o confidente, con la quale non ci hai fatto nulla e mai niente oltre il confessarvi.

    Ebbene, oggi sono andato a trovarla per sapere cosa  le è successo di bello ultimamente. Di sicuro mi racconterà dei molti che saranno venuti a visitarla per confessarsi con lei, perché oltre che la mia Luna, è la Luna per eccellenza, quella che nel giro delle comitive e delle conoscenze non vedrete mai  presa dagli inghippi tipici dello stare assieme: una che è zero invidia, zero egoismo, zero bassezze umane.

    "Ciao Luna, come ti trovo bene… Che fai di bello? Vedo che tessi,  e  cosa  tessi?   Stai  ricamando un copriletto per un uomo che ti ha detto che non vuole più fare l’amore con sua moglie? E perché mai? Perché così gli darai un buon motivo per ritornare nel suo letto? Sei sempre tu… Ma senti, mi racconteresti un po’ di cose sulle persone che sono venute qui a raccontarti le loro vite? Tu, da grande divoratrice di storie sicuramente avrai da insegnarmi qualcosa. Io, infatti, sono venuto per questo: imparare alcune cose o forse reimparare delle cose che ho disperso negli ultimi 4 anni di lontananza.

    Voglio far uscire da me proprio tutto, ma tutto tutto. Voglio ritornare in quel  me che non trovo più.

    Mi puoi aiutare solo tu."

    Luna: "Siediti qui, vicino a me, metti la tua mano sopra la mia. Rilassati… Tra un po’ ti racconto uno per uno le ultime 8 storie che ho sentito. Sono certa che, quando finirò, tanto si sarà risvegliato in te."

    Onestamente devo ammettere che in una situazione del genere mi sarei eccitato come un’ape e avrei puntato tutto il mio interesse a colpirla nel fondo per poi andarci a letto e rimanerci per tutta la notte mattina compresa, momento propizio (tra l’altro) per il testosterone. Ma lei è Luna… non esistono queste cose con lei.

    Ora mi conviene distendermi, magari rimanere sospeso in dormiveglia mentre lei mi parla come nei vecchi tempi: ad un certo punto mi comincerà a recitare i dialoghi tra lei e i suoi pazienti

    "IL CALCIATORE

    DELINQUENTELLO"

    Luna chiese al ragazzino di 12 anni: "dimmi R., dimmi pure chi sei, cosa fai, i tuoi hobbies, le tue esperienze, le tue paure…"

    R.: sono stato bocciato alla seconda media perché non studiavo mai e sopratutto perché ho bruciato la maniglia della porta prima dell’arrivo del professore in classe, perché ho organizzato l’assalto con le pietre alle finestre di mezza scuola, partecipando direttamente all’azione distruttiva. Il preside Barattolo si è incazzato parecchio. Ho alzato le mani ad alcuni ragazzini, sono uscito prima del suono della campana e quando sono arrivato la mattina ero sempre in ritardo, anche se mi trovavo a scuola già un’ora prima che iniziasse la lezione, questo perché giocavo fuori a pallone con altri miei amichetti. La mia passione è il pallone, infatti gioco con la squadra del mio paese, sono ala destra perché corro forte e mi infiltro nell’aria avversaria con energia. Le ragazzine mi attraggono solo un po’, dai sono troppo brutto per piacergli!

    Certo c’ho la ragazza!

    Si chiama Daniela che, a differenza di Stefania delle elementari che mi chiamava stupido cretino, almeno mi guarda con gli occhi innamorati. Ancora non l’ho baciata, mi vergogno, ma lo farò… infatti gli ho già regalato l’ultimo disco degli Snap, con la canzone What is love… La amo; infatti, poco tempo fa, non ero andato a scuola per visitare le campagne vicine con Mario (per trovare civiltà nascoste o impossessarci dell’albero più alto e comodo per costruirci la casetta) e in occasione della mia assenza un mio compagno di classe,  Salvo M., ha dato uno schiaffo alla mia ragazza, che è svenuta. Appena sono tornato l’indomani a scuola un mio amico corre verso di me a dirmi " Salvo ha dato uno schiaffo a Daniela, l’hanno portata al pronto soccorso! E’ in classe, ti sta aspettando…". Allora ho corso di scatto verso la classe, mi sono lanciato contro di lui e non ricordo bene cosa gli ho fatto. Ricordo solo la fine. Lui a terra, pieno di sangue in faccia ed io che gli ballavo sulla pancia, come avevo sentito dire a quelli di 20 anni quando mi raccontavano di aver pestato qualcuno. E saltavo saltavo sulla pancia di questo mio compagno di classe, che alla fine l’hanno dovuto portare al pronto soccorso. Ah… non l’avevo fatto mai! Avevo litigato con alcuni per fattori di motorino rubato, bicicletta tenuta in ostaggio in cambio di ricatti, insulti a me o a mia madre, per difendere i miei nipoti da qualche pezzo di merda che gli faceva le scortesie, ma mai avevo ballato sulla pancia a qualcuno. Chi sono i miei amici di 20 anni? Beh quelli del Malpassotu, quelli che comandano nel paese e che nemmeno i carabinieri possono toccare perché sennò gli bruciano la casa, la macchina o gli violentano la moglie!

    A me non mi piace litigare, infatti quando lo faccio alla fine piango più io che quello che li prende. E’ che quando mi arrabbio perdo il controllo dei nervi. Divento pazzo. Sai tipo Brucee Lee? Ho pure le manganelle… l’altro giorno gliele ho ritornate ad uno più grande di me che me le aveva date per sfizio: stavo giocando al videogioco a Street Fighter e lui mi ha dato uno schiaffo sulla testa, ho cercato di reagire, ma non ci sono riuscito. Dopo qualche giorno, con le manganelle, ho fatto molto male a lui e a suo fratello. Perché per strada si respira un’aria pesante e  se non sei spettu(1) sei babbu(2) .

    Figurati che una volta uno delle case popolari, delinquente e pervertito, ha provato a farmi fare strani giochetti con lui… Sì di tipo sessuale! E’ più grande di me di tre anni almeno… ad un certo punto ho capito che, quando guardavamo i giornaletti pornografici nascosti nella casa abbandonata…, voleva fare con me le stesse cose. Di solito tutti insieme li guardiamo per poi masturbarci, ma lui aveva qualche strana idea. Allora gli ho detto che era pazzo e gli ho chiesto perché gli stava venendo questa strana cosa con me che ero maschio. Lui mi ha detto che il mio migliore amichetto delinquente gli aveva garantito che me la sarei accolata. La verità era che loro facevano queste cose e io me ne sono dovuto accorgere. Solo dopo parecchi anni ne ho avuto conferma! Ma intanto sono andato dal mio amichetto delinquente, gli ho sputato in faccia e gli ho dato un calcio nella minchia! Dice che poi pisciava sangue! Questo non mi ha potuto fare niente perché comunque godevo della copertura di mio cugino, che era affiliato col Malpassotu. Una carta vincente per me che ero irrequieto e scontroso e perciò anche in pericolo.

    Comunque, poi a quella casa ho dato fuoco, così, per gioco. Un giorno chiamo Alessandro, mi porta un martello, foro la porta di blocchi di cemento che qualcuno aveva messo per impedirci di entrare e fare i nostri porci comodi, allevando cani, nascondendo i giornaletti, cacando e pisciando.

    (1)spettu: esperto, furbo. (2)babbu: idiota, stupido.

    Dopo aver fatto un foro grande quanto me, ho preso della carta, lo spirito e con un fiammifero ho dato fuoco. Poi sono scappato in compagnia del mio amichetto di quartiere Alessandro. Dopo un’ora i pompieri. C’era un fumo che lo vedevo perfino da sotto il letto di casa mia, dove mi ero andato a nascondere… e da dove mi sono alzato subito, tirato dalle orecchie da mia mamma, che mi ha chiesto: "sei stato tu?". Io ho detto di no, ma ancora non ho capito come hanno fatto a capire…

    Comunque, sempre in questa campagna, ci ho torturato un gatto ferito ad una zampa. L’ho chiuso dentro una busta, ho allacciato una corda alla busta e l’ho sbattuto per terra e sui muri di pietra lavica sdirrubbati(1). Siccome non moriva, ho preparato un focolare dentro la bitumera(2) dei muratori lasciata a marcire. Lì dentro ho inserito il gatto, nelle fiamme ardenti frettolosamente create con spirito, fiammiferi, carta e plastica della discarica abusiva intorno. Ma il gatto ancora viveva! Pazzesco!

    Allora gli ho legato la corda al collo e l’ho impiccato in un albero lì vicino, albero che era alto su tutto, che aveva le radici che fuoriuscivano tra le pietre e arrivavano fin al suolo. Dopo un’ora e forse più, ancora gridava. Ho pensato… ma allora è vero che i gatti hanno 7 vite!

    E non finisce qua; una volta, alle tre, nel perno del mezzogiorno vado da Mario per giocare con i fuochi d’artificio; sì perché amo il calcio, i cani e i fuochi d’artificio.

    (1)sdirrubbari: dirupati, (2)bitumera: bitumiera.

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