Amnesia
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Info su questo ebook
Anna è una ragazza costretta a crescere in fretta, rinunciando alla propria adolescenza. Vuole essere lei a scegliere il suo futuro, rifiutandosi di assecondare quello imposto dalle condizioni familiari. Conoscerà la vera fatica e tante nuove emozioni che la porteranno a vivere esperienze più grandi di essa, fino a sconfinare nel subconscio.
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Anteprima del libro
Amnesia - Stefania Patricelli
sedici.
AMNESIA
di Stefania Patricelli.
Copertina creata da:
pubbliCom. Orta di Atella CE
VIA San Salvatore. 18
Per Laura e Rosy.
Pretendete di vivere
la vita che desiderate.
I personaggi e il racconto sono frutto di fantasia dell’autore, alcuni luoghi sono reali.
Introduzione.
Anna è una ragazza di diciotto anni, vive a Frattaminore, un paese della provincia di Napoli. Costretta a crescere in fretta per scegliere il suo futuro. Già da bambina si troverà a combattere per preservare la sua adolescenza già persa in parte. Anna dovrà affrontare la mentalità di provincia e la difficoltà economica della famiglia.
La famiglia l’avrebbe voluta mandare a lavorare appena terminati gli anni di obbligo scolastici, per loro un lavoro equivaleva ad un altro… per Anna il lavoro rappresentava la sua vita. All’età di sedici anni è costretta a prendere in mano la sua vita solo per poter scegliere il suo futuro, un futuro migliore! Apre gli occhi e osserva la sua realtà con gli occhi di una donna matura pronta a scegliere per se stessa e affrontarne le conseguenze. Davanti a lei vede una vita che non vuole, delimitata tra le mura strette di un piccolo paese, delimitata dalla mentalità chiusa che sembrava prevalere tra alcuni dei suoi compaesani e soprattutto tra i suoi familiari. Inizia a vedere un futuro simile a quello della mamma e questo la spaventa, così inizia a combattere per difendere la propria scelta e tentare di costruirsi un futuro diverso, autonomo.
Oltre a dover combattere con la famiglia, si ritrova a dover affrontare il suo ragazzo.
Anna è innamoratissima di Michele, un ragazzo solare, bello e lavoratore. Michele ha iniziato a lavorare all’età di quindici anni come elettricista, ha imparato il mestiere alla vecchia maniera. Un genio dell’elettronica ma senza titolo di studio, come tutti i migliori elettricisti di zona. Questo metodo di apprendimento poteva anche risultare migliore ma non lo era per lei.
Anna non vuole essere delimitata nel suo paese, lei desidera un titolo di studio che la faccia sconfinare da quella realtà.
Anna si ritrova a lavorare a sedici anni, non per imparare il mestiere e aiutare la famiglia come si sarebbero aspettati tutti, ma per pagarsi gli studi. Tiene testa alla scuola, alla famiglia, al lavoro e all’amore della sua vita. Resta comunque una ragazzina cresciuta in fretta con addosso le responsabilità di una scelta autonoma. Le difficoltà iniziano a farsi sentire. Michele non sopporta più la lontananza e la gelosia inizia a prevalere sull’amore fino a far diventare il loro un amore malato. Passano due anni turbolenti e Michele mette Anna davanti ad una scelta. La scuola o lui. Mancava solo un anno per il diploma! Anna è costretta ancora una volta a scegliere… di combattere per avere la vita che vorrebbe, non esclude Michele dalla sua ma non può lasciare lo studio per farglielo capire.
Anna si ritrova a vivere il suo ultimo anno di scuola contro tutto e tutti, aggrappandosi alle sue idee con tutte le sue forze.
Iniziano a succedere cose inspiegabili, la stanchezza di Anna inizia a giocargli brutti scherzi. Inizia a sentirsi soffocare da un velo di pazzia!
Il confine tra follia e ragione, tra inconscio e realtà, tra naturale e sovrannaturale si assottiglia fino a diventare impercettibile!
Capitolo uno.
Mi ero appena resa conto di essere rimasta per non so quanti minuti con il telefono appoggiato all’orecchio nonostante la chiamata fosse terminata e quel senso di pura follia mi spaventava! Ricordo solo la confusione pari a quella in cui vivi nell’istante in cui ti svegli bruscamente da un incubo. Quei secondi di transizione dall’inconscio al conscio sembrano non avere fine e inizio, facevo fatica a delimitare i due confini. Avrei voluto darmi uno schiaffo da sola e urlare a me stessa di svegliarmi all’istante! Avevo paura di non riuscire a svegliarmi da quello stato confusionale. Avevo la sensazione di aver vissuto pochi minuti in bilico tra lucidità e follia. Non riuscivo a ricordare assolutamente nulla, il tempo sembrava essersi resettato .
Chi mi ha chiamato? Con chi stavo parlando e di cosa? - Scorro il registro chiamate del telefono … chiamata ricevuta da un numero non registrato nella mia rubrica, chi poteva essere? Per scoprirlo lo registro in rubrica con un bel punto interrogativo e lo cerco su whotsapp sperando che abbia come immagine del profilo una sua foto, cerco… ecco… Poteva essere così semplice? Grrr, che rabbia! Non ha una foto ma un’immagine, sicuramente presa da internet, di un tramonto sul mare… ecco, non so neanche se fosse uomo o donna. Beh, so che almeno ha un animo gentile, infondo chi tamarro potrebbe mettere un’immagine così! Che faccio? Sono indecisa nel fare la figura di una demente o di una superficiale, chiamare o non chiamare. Non lo so proprio, non voglio pensarci più di tanto, se non lo ricordo, significa che non era importante… almeno così mi risponde mia nonna quando mi sfugge quello che gli stavo raccontando. Intanto mi sono resa conto che il tempo mi ha letteralmente sgommato dalle mani lasciandomi un’impronta in faccia che sembra dire a tutti, pericolo … pazza che cammina... state alla larga!
… Devo muovermi, non posso arrivare tardi a scuola proprio ora che abbiamo il compito in classe e la prof si era raccomandata di non assentarci! Il tempo di un caffè, sperando che cancelli un po' del mio incubo dalla mia bella e cara faccia che mi smentisce ogni volta! Perché mai non riesco a nascondere il mio stato d’animo? Ogni volta il mio viso sembra gridare a tutti il mio pensiero… non importa… al diavolo quello che pensano gli altri di me… che mi stiano pure alla larga!
Arrivo a scuola giusto in tempo, corro rischiando di essere rimproverata, arrivo appena un secondo prima che entrasse la prof. Il fiatone mi tradisce. Iniziare la giornata di scuola con un’occhiata intimidatoria della professoressa non premette bene. Un’occhiata che lascia intendere tutto quello che avrebbe voluto dirmi, ma per fortuna questa volta lascia scorrere… grazie al cielo! Proprio lei che ci tiene più alla condotta che allo studio… chissà forse ieri sera avrà avuto una bella serata con il suo uomo rendendola più dolce… grazie! Chiunque tu sia… ed io? Che cosa ho fatto ieri? Oddio la mia apnea mentale inizia da ieri!
" Interroghiamo! Scorre il dito lungo la lista giusto per creare quell'attimo di panico tra di noi e temporeggiare solo per il gusto di torturaci per poi individuare chi, secondo lei, non è preparato! Anche una goccia di sudore sulla fronte potrebbe tradirci! Tutti immobili per non trasmettere emozioni, manco fossimo a una partita di poker dove hai messo sul banco anche gli averi di una tua vita futura, dato che di quella attuale già hai perso tutto!
Anna Del Prete. Alzati e vieni a esporre l’argomento che ho spiegato ieri. Mi auguro che il tuo ritardo sia stato causato dalla tua voglia di prepararti bene! Prego, inizia pure." Non so se mi dava più fastidio il suo essere cinico o il