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I sogni del vecchio marinaio e altri racconti
I sogni del vecchio marinaio e altri racconti
I sogni del vecchio marinaio e altri racconti
E-book91 pagine1 ora

I sogni del vecchio marinaio e altri racconti

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Info su questo ebook

Cernobyl e la lettura di un libro: "La morte del fiume". E poi ancora: Se una notte d'inverno un viaggiatore. I luoghi come l'ex ospedale psichiatrico di Maggiano. Racconti e altri pezzi scritti per "Meno Tre", il giornale dell'Associazione L'uovo di Colombo di Viareggio. Una associazione di volontariato che si occupa prevalentemente di sostegno alla salute mentale. I racconti scritti per "Meno Tre" e l'appendice alla parte prima che contiene la testimonianza alla celebrazione dei venti anni di vita dell'Uovo di Colombo e due storie di donne che, dopo lunghe e tormentate vicende di ordinarie violenze, subite da parte dei maschi di casa, hanno trovato una uscita di sicurezza.
LinguaItaliano
Data di uscita30 mag 2019
ISBN9788899735982
I sogni del vecchio marinaio e altri racconti

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    Anteprima del libro

    I sogni del vecchio marinaio e altri racconti - Beppe Calabretta

    Jelloun

    Nota dell’autore

    Questo volume è composto da due parti e da un’appendice alla parte prima. La parte prima contiene racconti e altri pezzi, scritti appositamente per Meno Tre, il giornale dell’Associazione l’Uovo di Colombo con sede in Viareggio, Via Comparini n. 6. Questa associazione di volontariato si occupa prevalentemente di sostegno alla salute mentale. Io ho avuto e continuo ad avere il privilegio di collaborare col suo giornale ormai da quasi dieci anni. I primi racconti scritti per Meno Tre sono già stati pubblicati nel volume Hannah e altri racconti, Bonaccorso, Verona, 2013. Quelli presenti in questa raccolta invece vengono pubblicati in volume per la prima volta.

    L’appendice alla parte prima contiene la mia testimonianza alla celebrazione dei venti anni di vita dell’Uovo di Colombo e due storie di donne che, dopo lunghe e tormentate vicende di ordinarie violenze, subite da parte dei maschi di casa, sono approdate all’Uovo di Colombo.

    La parte seconda invece contiene alcuni racconti già pubblicati nel lontano 1993 nella raccolta Epolenep – Nero su Bianco, Lucca.

    Ho scelto questi racconti e non altri presenti in Epolenep non perché sono i più belli, ma per due motivi coincidenti. A mio parere sono quelli più vicini alla realtà del mondo di oggi e che meglio si prestano a una lettura e/o rilettura da parte delle lettrici e dei lettori del nuovo millennio. Inoltre ognuno di questi racconti è stato scritto dopo un accadimento drammatico (Cernobyl) o la lettura di un libro (La morte del fiume, Se una notte d’inverno un viaggiatore) o la visita di un luogo significativo (L’ex ospedale psichiatrico di Maggiano), che hanno segnato profondamente il percorso di maturazione della mia formazione civile, politica, morale e intellettuale.

    B.C.

    Parte I. I racconti di Meno Tre

    Introduzione alla prima parte di Chiara Sacchetti

    Beppe Calabretta è ormai il ‘nostro’ scrittore. Il nostro jolly, l’asso nella manica. Alla redazione di Meno Tre partecipa quando può, perché tra noi è quello che abita più lontano dalla sede viareggina. Ma quando si comincia a lavorare su un nuovo numero, sappiamo che possiamo contare sulla sua collaborazione, sulla sua vena narrativa, sulla sua disponibilità a offrirci un nuovo racconto. Beppe non è ciarliero, in una redazione fatta in prevalenza di donne, prendere la parola non è sempre facile! Beppe ci osserva con il suo sguardo acuto, ascolta, medita, dice la sua se interpellato, poi produce.

    Il tema del numero successivo viene deciso tre o quattro mesi prima, annunciato sul numero precedente per permettere a tutti di inviare un contributo. Ne parliamo e lo decidiamo insieme. Beppe conosce dunque il fil rouge del giornale successivo e questo gli basta per scrivere. Attendiamo con fiducia e sappiamo che rimarremo sorpresi, anche questa volta, della sua interpretazione dell’argomento. In questa antologia ci sono alcuni esempi della lunga collaborazione con Meno Tre, che sono di per sé eloquenti.

    Calabretta sa scavare con le parole semplici, i gesti quotidiani dei suoi personaggi immaginari ma realistici, nell’animo umano. Nel dolore nascosto della ragazza ingegnere-lavapiatti, del clochard musicista talentuoso, della giovane segnata dal lutto familiare. La leggerezza del minestrone della nonna o della storia del topolino si associano alla crudezza dell’esistenza, con le sue delusioni, i suoi rimpianti, le sue infelicità. Ma il lieto fine esiste sempre e non come l’‘happy ending’ forzato della favola, ma come consapevolezza, coraggio di esistere e di ricominciare. I racconti di Beppe sono perfettamente in linea con la filosofia del nostro giornale, che vuole parlare di vita vera con il linguaggio autentico della vita vera. La prosa di Beppe è scarna, senza orpelli, fatta più di gesti e di pensieri che di aggettivi e ricercatezze. E’ uno stile che riconosciamo e del quale gli siamo grati. I suoi racconti mettono in moto la nostra emotività, ci fanno pensare e alla fine ci fanno sorridere, rassicurati che tutto andrà per il meglio!

    Filastrocca per chi se ne va

    Qualcuno se ne va

    in cerca di miglior vita

    anche se dove sta

    non ci sta poi tanto male.

    Qualcuno se ne va

    proprio perché dove sta,

    sta tanto, tanto male.

    Qualcuno se ne va

    in cerca di un miglior lavoro

    perché dove sta

    fa un lavoro da bestia.

    Qualcuno se ne va

    in cerca di un qualsiasi lavoro

    perché dove sta

    non c’è nemmeno un lavoro da bestia.

    Qualcuno se ne va

    Inseguendo una donna o… un uomo,

    chissà.

    Qualcuno se ne va

    per fuggire dalla guerra

    perché dove sta c’è solo guerra.

    Qualcuno se ne va

    inseguendo una speranza

    perché dove sta non c’è più speranza.

    Qualcuno se ne va

    in cerca di libertà

    perché dove sta non ce n’è neanche l’ombra.

    Qualcuno se ne va in silenzio

    perché non ha più la forza di urlare.

    Qualcuno se ne va urlando

    perché è l’unico modo per farsi sentire.

    Qualcuno se ne va

    per tornare, un giorno.

    Qualcuno se ne va

    per non tornare più

    perché prima di tornare è morto.

    Figlia

    Scalpiccio di passi sulle scale, rumore di chiave nella toppa, cigolio di porta che si chiude, fruscio di impermeabile, Luciana è finalmente a casa. Finalmente sì, perché dopo l’ennesima giornata passata a cercare lavoro, da uno Studio all’altro, da un cantiere all’altro, e dopo sei ore di lavoro massacrante, è stanca e affamata. Le ultime due ore di lavoro poi, l’hanno veramente sfiancata. Lei che ha una laurea in ingegneria civile in tasca, per tirare a campare fa un lavoro da sguattera nella cucina di un grande ristorante. Certo, non deve lavare pentole, piatti, bicchieri uno alla volta come facevano gli sguatteri di tanto tempo fa, ma ogni pezzo deve comunque passare più volte dalle sue mani.

    Mamma, sono arrivata, dove sei?

    È questa l’ora di

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