Quartine alla fragola

Di Carmelo Orofino

Il libro si compone di 150 quartine in versi (endecasillabi per lo più) a carattere, lirico, gnomico, epigrammatico ecc...composte tra il 2012 e il 2013

Queste quartine sono nate in automobile, battendo il tempo sul volante, per essere postate al ritorno su Facebook, dove sarebbe ipocrita non dirlo, hanno ricevuto un buon riscontro.

Per quanto gracili, esse sono il frutto tardivo e quasi involontario di una lunga, appassionata, ma non sempre fedele, frequentazione con la più nuda e disarmata delle arti. Nella poesia europea, la quartina, in genere, è stata usata come sezione costitutiva di architetture metriche più complesse, qui, invece, chi scrive ha tentato di avvalersene come di una forma compositiva in sé conclusa.

Peraltro componimenti brevi a carattere lirico, gnomico, satirico, sono presenti in tante letterature, anche primitive e lontane; e, nella poesia greca e latina, hanno raggiunto forme di estrema raffinatezza. In Medio Oriente, poeti eruditi comeʿOmar Ḫayyām hanno reso i popolare i rubʿayyāt, meravigliose schegge di grande poesia.

• Lingua: Italiano
• Editore: Carmelo Orofino
• Data di uscita: 16 ott 2013
• ISBN: 9788868559632

Anteprima del libro

Orofino

Introibo

1.

Non è tempo di scrivere poemi,

bastano poesie da passeggio,

piccole e dolci come le ciliegie

raccolte a mani nude tra le foglie.

2.

Queste vecchie parole quasi smunte

che nell’arco del verso stanno strette,

se ben le guardi, nascondono le punte

d’angosce mal sepolte e non più dette.

3.

Nulla di speciale in questi versi:

la vita la morte gli occhiali d’una volta,

amori come bolle di sapone,

pensieri divenuti cicatrici.

Quoniam advesperascit

4.

Viaggerò ogni giorno verso il nulla,

come un sussurro di vento tra le foglie,

come un ricciolo d’acqua in mare aperto,

come un chicco di sabbia nel deserto.

5.

Non so che giorno sia sul calendario

e dove questa strada mi conduca:

ovunque c’è un’ombra che mi segue

e mi ricorda d’essere mortale.

6.

E come siam venuti ce n’andremo,

senza troppi rumori e senza schianti,

come frasche secche rotolanti,

in balìa del vento che le spinge.

7.

O come ti somiglio, sorella mozzarella,

con la data di scadenza sulla fronte,

ma se cerco di trovarla nello specchio

non riconosco la faccia di quel vecchio.

8.

Camminava sopra un filo di lana

mormorando astrusi congiuntivi:

Se fossi, se avessi, se potessi...,

finché scopri di non esser più vivo.

9.

Dall’allegria al pianto il passo è breve

e la speranza cede al