Quasi una storia

Di Giovanni Quadrozzi

Nella silloge di Giovanni Quadrozzi la poesia si converte in emozioni; sulla scia dell’immediatezza e del fascino dei messaggi trasmessi, il lettore non può fare a meno di lasciarsi trascinare. 
In un felice connubio tra la manifestazione artistica e l’espressione del cuore, le immagini costruite dalle parole hanno una resa dal forte impatto, come se prendessero vita da un dipinto. Emergono tra il mistero e la ricercatezza, si plasmano nelle metafore che arricchiscono e sublimano i concetti attribuendo a ogni vocabolo prescelto un significato potente. 
Le rarefatte realtà tratteggiate dai versi suscitano un coinvolgimento che, in piena connessione con la natura colta nelle sue molteplici sfumature, coinvolge tutti i sensi: dalla vista al tatto, dagli odori ai suoni e così via. I colori tingono gli stati d’animo rappresentati, mentre i ricordi affiorano e si caricano di sensazioni e sentimenti.

Giovanni Quadrozzi (Alatri 1946), laureato in Filologia Classica nel 1969, diventa nel 1972 insegnante di ruolo nei Licei e si dedica a numerosi studi critici su autori moderni e classici. Vince nel 1975 il “Premio Campidoglio”, per la poesia, della quale continua sempre a interessarsi, collaborando con varie riviste. Nel 1998 consegue la laurea in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Si impegna costantemente nel “Teatro Scuola”, facendo ottenere molteplici premi e riconoscimenti.

• Lingua: Italiano
• Editore: Gruppo Albatros Il Filo
• Data di uscita: 20 ago 2022
• ISBN: 9788830671119

Anteprima del libro

Introduzione di Barbara Alberti

Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: «Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere».

Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi:

Non esiste un vascello come un libro

per portarci in terre lontane

né corsieri come una pagina

di poesia che s’impenna.

Questa traversata la può fare anche un povero,

tanto è frugale il carro dell’anima

(Trad. Ginevra Bompiani).

A volte, in preda a sentimenti non condivisi, ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno,