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The Camouflaged
The Camouflaged
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E-book232 pagine3 ore

The Camouflaged

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Info su questo ebook

La città non è mai veramente tranquilla.

E la tranquillità è soltanto una forma celante un qualcosa d’intrepido.

L’esilio dal Paradiso, la leggenda metropolitana raccontata a voi esseri umani, è un po’ differente dalla verità. Dobbiamo divergere le storie perché non credereste mai al visibile altrimenti.

Gli angeli caduti combattono contro i demoni in terra. Non siamo stati cacciati, né esiliati dallo stato di grazia del Paradiso, siamo eterni cacciatori.
LinguaItaliano
Data di uscita25 feb 2016
ISBN9788892558335
The Camouflaged

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    Anteprima del libro

    The Camouflaged - Serena Baldoni

    481

    THE CAMOUFLAGED

    Il mimetizzato

    PARTE PRIMA

    Certe cose sono sconvolgenti e inaccettabili alla comune coscienza. La comune coscienza è inadattabile alle atrocità. E ci sarà pure qualche ragione. Forse perché essa, in realtà, le vuole. La comune coscienza prima non ha accettato le atrocità naziste, e poi ha preferito dimenticarle. [...] Certe cose atroci architettate o comunque volute dal Potere (quello reale non quello sia pur fittiziamente democratico) sono comunissime nella storia: dico comunissime: eppure alla comune coscienza paiono sempre eccezionali e incredibili.

    (Pier Paolo Pasolini)

    L'idea di una fonte sovrannaturale del male non è necessaria, gli uomini da soli sono capaci di ogni nequizia.

    (Joseph Conrad)

    CAPITOLO UNO

    La città non è mai veramente tranquilla.

    E la tranquillità è soltanto una forma celante un qualcosa d’intrepido.

    Il naso freddo e umido di Joy si strofina contro la mia guancia destra, so esattamente che ore sono, prima che la sveglia cominci a strillare. È l’alba, ogni mattina il mio fedele cucciolo di sei mesi, un Beagle da caccia, sancisce il suo bisogno d’affetto prima della razione di cibo. Un regalo di mio padre Hank, un valido aiuto per il mio lavoro alle stalle, mi aiuta sempre a riportare le mandrie nei giusti recinti, un corpicino minuto con una forza d’animo incredibile, un po’ come me, e forse è per questo che amo tanto i suoi occhi nocciola.

    Le città sono state devastate dall’inquinamento e dalle guerre negli anni precedenti al 5017, invece di ricostruire ammassi di grattacieli tecnologici finalmente la civiltà si è fatta carico del suo bagaglio di errori e siamo ritornati a metà. Viviamo in cascine di legno e mattoni immersi nella natura allo stato brado, selvaggio, ribelle e indomabile. Casper (Wyoming) è ancora una città degli Stati Uniti D’America, Situata nel cuore delle Montagne Rocciose, lungo le sponde del North Platte, ma non conserva nulla dei vecchi edifici, le strade asfaltate restano un ricordo lontano dall’immaginario, lo sterrato domina ogni metro quadrato, laddove la foresta e le sterpaglie scompaiono.

    Ogni proprietà distanzia dall’altra per una decina di chilometri, lo spazio necessario per renderci indipendenti con la coltivazione in serra e l’allevamento di bestiame. La giustizia funziona grazie allo sceriffo di ogni città e mio padre è il capo della nostra, non potrei aspirare a protezione migliore.

    Hank è un uomo che conserva un fascino arretrato, un fisico prorompente su di una statura di centonovanta centimetri, due occhi azzurri e folti capelli castano miele, quasi biondi alla luce riflessa del sole. Ogni donna quarantenne della sua età si domanda in segreto perché non si sia mai riaccompagnato in seguito alla morte di mia madre. Lui ha una risposta a tutto, non c’è spazio nel suo cuore per un’altra donna, mia madre era sempre stata tutto per lui. Angeliqué George Tupon, figlia di pastori di montoni deceduti poco prima che mi diede alla luce alla sola età di ventitré anni. La clinica medica assomiglia più a una struttura western di una volta, non è presente in ogni città e questo comporta molte più vittime per malanni e parti che per il mietitore serial killer inseguito da un decennio da Hank. Per superare il lutto si è immerso in una caccia serrata all’unico assassino che sembra circolare in tutto lo stato, tanto astuto da non lasciare mai un indizio né una prova che possa ricondurre a qualcuno del posto.

    Bryan News, il vice sceriffo di mio padre, è sempre stato dell’idea che si trattasse di un forestiero, al di fuori del Wyoming, ma che conosca queste terre a fondo per mimetizzarsi fra esse. Secondo il profilo del soggetto ignoto è definito come un uomo giovane e in salute, robusto, dai venticinque ai cinquantacinque anni che opera da solo e che predilige le vittime più disparate. Ogni anno si contano almeno una cinquantina di persone scomparse ed è questa la nostra unica piaga.

    Bryan è come uno zio per me e un compagno fidato per mio padre, sono cresciuti insieme e le nostre fattorie confinano fra il terreno, dove allevo i mustang e i cavalli da lavoro. La sua presenza è quotidiana e fraterna, senza di lui e sua moglie Vanis mio padre non sarebbe mai riuscito ad allevare una neonata da solo.

    Mantenne per me il nome desiderato da mia madre, Nevet, bocciolo secondo la lingua ebraica di discendenza materna, un piccolo bocciolo pronto a sbocciare. Un nome che rappresenta la sola eredità di una donna che non ho mai conosciuto, se non per un vecchio ritratto sopra la sponda del letto matrimoniale. Una goccia d’acqua ai miei lineamenti fisici, alle volte temo che possa essere una sofferenza per Hank guardarmi.

    Un corpo asciutto e sviluppato dalle fatiche nei campi, occhi grigi quanto la vetta estiva delle Montagne rocciose, in sfumature al color nebbia densa di nuvole. Persino la carnosità delle mie labbra proviene da lei e l’ondulato dei miei capelli biondo rame, a metà schiena. Non li raccolgo quasi mai, l’inverno scorso ho domato un puledro per un giovane tatuatore di bestiame di nascosto da mio padre, mi sono fatta pagare con un simbolo dietro alla base del collo, un ricordo indelebile dell’iniziale di Angeliqué. Sì intreccia con un filo spinato e delle rose gotiche, nere, quasi tristi, ma profondamente mie. È lì che nascondo il mio dolore.

    Nessuno lo sa, tranne Scar, ma lui è un porto sicuro per me, il mio migliore amico. Vive al confine con Bryan, lui e sua madre arrancano sbancando il lunario con la falegnameria di suo padre, lui li ha abbandonati in preda ad una crisi esistenziale due anni dopo la sua nascita, tutta la città è convinta che sia fuggito lontano in cerca di fortuna, in qualche miniera d’oro. Il suo nome significa letteralmente cicatrice, la sua cicatrice sull’occhio sinistro che gli trafigge il sopracciglio e la guancia, un incidente di percorso come piace raccontare a lui, appena nato e già tanto scalmanato al punto di gettarsi via dalle braccia di Blanche, sua madre, ferendosi il viso. Quello sfregio quasi dona alla luce dei suoi occhi verdi con pagliuzze scure di miele ambrato, alle sue braccia muscolose, alla sua altezza pari alla mia, l’unica eredità genetica di mio padre, e ai suoi capelli castani che scendono lisci sulle spalle.

    Scar fa parte della mia vita tanto quanto Hank, se non qualcosa in più, sa mantenere i segreti, le piccolezze che ci scambiamo a vicenda, anch’io custodisco il segreto del suo tatuaggio, dietro la scapola destra, un corvo che spicca il volo e si lascia alle spalle un passato turbolento. Il passato che l’ha costretto a crescere prima dei suoi coetanei.

    La scodella del riso e del macinato di manzo ha un odorino invitante persino dalla ciotola di Joy sempre affamato. Anch’io non scherzo a colazione, sono un’ottima forchetta e non faccio mai complimenti, non mi lascio pregare. Hank si dirige alla sede centrale del suo ufficio a un paio di chilometri da casa un’ora prima del mio risveglio, lascia una padella imburrata sul gas della cucina, del bacon e due uova, una spremuta e persino una fetta di pane fresco con burro e marmellata alle ciliegie, la mia preferita. Aggiunge un fiore sul centro della tavola ovale, quando la stagione estiva lo permette, ma adesso siamo in pieno febbraio, la neve ricopre la maggior parte della vegetazione e al posto di quel fiore trovo un biglietto :

    Buon risveglio bocciolo mio.

    Segui con attenzione i miei consigli, non lasciare la proprietà.

    Hank.

    Non era uno dei padri più severi del mondo, persino con tutti i fuorilegge che inseguiva, sapeva che mi sarei attenuta alle regole, che Scar non avrebbe mai permesso mi venisse fatto del male. Ma in assenza di lui sapevo difendermi con le mie stesse mani, sapevo sparare all’età di cinque anni, pratica poco comune per una ragazza di quell’età, ma estremamente utile vivendo in una sorta di vecchio Far West. Non ho paura di restare sola, nessuno ha mai osato avvicinarsi alla proprietà dello sceriffo, le sue pene sono esemplari a seconda del reato commesso e in pochi abbandonano le celle in cui vengono sbattuti.

    I cavalli non attendono l’alba per mangiare, chiunque se ne intenda sa perfettamente che continuano a farlo finché non dormono e per questo Scar ha ideato un sistema ingegnoso, elettronico, che permette a tutti loro una razione di fieno, cereali, acqua, anche in mia assenza.

    Eccoli lì il mio grandissimo amore oltre Joy, Ayako, il mio personalissimo destriero pezzato in bianco e in nero, un Irish Cob di razza purissima, arrivato direttamente dall’Irlanda per mia madre poco prima che io nascessi. La sua passione, che è diventata la mia passione, e la sua debolezza per questi magnifici esemplari dagli zoccoli pelosi, forti, resistenti, come una roccia.

    Ayako ha gli occhi più chiari di un lago ghiacciato in superficie, nessuno lo aveva addestrato, nessuno può montargli in groppa, tranne me.

    La neve ha attecchito per quasi un metro durante la notte, in attesa dello spazzaneve non posso far uscire gli animali dal box. Ho appreso l’arte dell’addestramento dai pochi diari di mia madre, i suoi appunti mi hanno aiutata a comprendere il rapporto naturale fra l’uomo e questi imponenti animali, senza l’uso della forza, della frusta. Ogni allevatore, domatore, ogni istruttore che se ne serve manca necessariamente di carisma, di propensione, di professionalità e di rispetto.

    Quest’ attività mi frutta molto per essere soltanto una ragazzina, ma le spese che devo affrontare sono altrettanto sostanziose per assicurare visite e vaccini ai miei equini, tutta Casper e  buona parte delle città vicine si rivolgono a me per acquistare un buon esemplare. Le automobili sono state sostituite da pochissimi esemplari di mezzi ad aria compressa, quasi nessuno potrebbe permettersi di pagare la somma richiesta dall’unica fabbrica che le produce in tutta America.

    Da una pagina del diario di Angeliqué :

    Non dobbiamo dimenticare come un essere tanto fiero, dotato di grazia, abbia permesso a noi, di lasciarsi domare in buona parte, di lasciarsi condurre su sentieri di strade impervie e fredde, di riscaldarci con il soffio delle sue vellutate narici. Le automobili potranno anche avere vita più lunga, ma non donano soddisfazione alcuna, nessun calore, nessuno sguardo d’intesa, nessuna musica soave di zoccoli ferrati. Animali da fuga, tendini veloci, cuore immenso.

    Ciao Ayako … oggi non posso muoverti, come stai bello? parlo sempre con i miei animali, nessuno escluso, parlo persino da sola in verità, accade spesso ed è come se mi tenessi compagnia quando lo faccio. Entro nel suo box munita di secchio e rastrello, ho ben venticinque box da pulire ogni mattina prima di passare ai recinti di galline e maiali.

    Lo accarezzo dal garrese sino alla base della coda, questo è il nostro speciale buongiorno e so che gli piace perché un nitrito accennato me lo conferma ogni mattina, da anni.

    Vivo la vita che ho sempre desiderato.

    Nevy mi sento chiamare all’entrata socchiusa del cancello in stalla. È Jodie Milles, la mia compagna di banco dalle elementari. Siamo adolescenti fortunate, in città la cascina della scuola è talmente piccola da poterci offrire soltanto una lezione a settimana, da permetterci di non abbandonare i nostri impieghi alle fattorie, qui quasi nessuno abbandona la terra d’origine. Nelle città più lontane la situazione è poco più industrializzata.

    Jodie consegna la spesa a domicilio, la sua famiglia possiede l’emporio a cinque chilometri dal mio ranch e per me ha sempre un prezzo di favore.

    Non riesci mai a farmi sobbalzare, nemmeno se tenti con la voce grossa …

    Ci ho provato, ma Nevet la selvaggia non si lascia intimorire!

    Sei riuscita a sellare Furious con questa neve?

    Macché! Ho preso la motoslitta di mio padre oggi, ti ho portato latte, burro d’arachidi, bacon, uova e del pancarré, come da lista lasciata ieri da Hank

    Posala da qualche parte, i soldi sono nella mia borsa appesa al box di Moon .

    Moon è una puledra mustang dal carattere difficile e irrequieto che scalcia con la forza di dieci zoccoli almeno contro la lastra di ferro rinforzata della porta, ma ho buone sensazioni per lei.

    Lascia stare … lo sai che non mi avvicino a quegli occhi neri … mi guarda come se fossi il demonio ogni volta … Furious ha bisogno di essere ferrato, se passi prima di sera siamo a posto in questo modo

    Posso essere da te non prima delle venti, non appena ritornerà Hank. Non è mia abitudine chiamarlo padre in pubblico, inconsciamente è un modo per sembrare adulta, meno infantile, meno attacca al fatto che lui è il solo anello di ciò che mi resta.

    Allora ci vediamo più tardi. Jodie agita la mano in segno di saluto e le borchie del suo bracciale nero in pelle luccicano alle prime luci solari che filtrano dalle grate del cancello della stalla. Lei è il mio esatto contrario, sia esteticamente, sia caratterialmente. Ha sempre prediletto un suo stile dark punk, calzettoni di lana a righe bianche e viola, minigonne nere e maglioni a collo alto dello stesso colore, stivali per la neve adornati da spille a forma di ossa e orecchini a teschio. Si rasa i capelli da entrambi i lati sopra le orecchie per lasciare il resto della sua chioma castana, con le punte tinte di un viola fosforescente, ricaderle dietro la schiena a livello delle spalle. Quello che preferisco del suo viso dalle proporzioni perfette è il verde dei suoi occhi, quello delle praterie, dell’erba fresca bagnata dalla rugiada. So che vuole sembrare una tosta, ma in realtà è la ragazza più dolce che io abbia mai conosciuto a lezione.

    A Casper ci conosciamo praticamente tutti.

    Le galline non hanno deposto le uova oggi, forse risentono del freddo nonostante il sistema di ventilazione creato da Hank, che permette la circolazione di calore da apposite bocchette, ma il tetto ha qualche riparazione da sistemare, spifferi, il legno e le lamiere sono cedute a seguito di forti tempeste di neve.

    Joy è uscito di corsa dalla stalla, dritto in direzione di qualcosa, non bado a lui finché non lo sento abbaiare a squarciagola. Mi frugo nelle tasche ed estraggo il mazzo di chiavi che mi porto appresso, la stalla e la casa sono le une a fianco all’altra e in un’apposita cassetta di sicurezza a parete tengo un secondo fucile carico, per le emergenze. Non ho paura, sono quasi un cecchino da lunghe distanze, mi sono allenata cacciando, sono solo prudente. Impugno l’arma e mi dirigo all’esterno, richiudo con il lucchetto ogni box.

    Joy è in posizione di punta con il pelo drizzato sulla schiena, sta ringhiando al pozzo ghiacciato e chiuso da mio padre con una lastra pesante di marmo grezzo. Capita spesso che s’incanti dinanzi ad esso ed è possibile che ci siano carcasse di volatili e di linci all’interno, Hank lo ha tappato proprio per evitare che gli animali ci cadessero dentro. È alzato da terra di almeno un metro e mezzo, in forma circolare incastonata da sassi, non so a chi sia venuta l’idea di costruirlo poiché l’acqua risulta quasi sempre ghiacciata.

    Joy basta, torniamo dentro! lo incito abbassando il fucile e fischiando verso la sua direzione.

    Prima che potessimo rientrare dentro un rumore leggero di cigolati, che s’infrangono sul ghiaccio, mi porta sul vialetto, affondando le gambe sino alle ginocchia.

    Scar è alla guida dello spazzaneve di solito trasportato da suo zio.

    Tuo zio sta di nuovo male?

    Esatto … l’ennesima sbronza da saloon!

    Indigestione di vodka?

    "E Dio solo

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