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ASSILLO- racconti horror
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E-book113 pagine1 ora

ASSILLO- racconti horror

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Info su questo ebook

“L’assillo racconta storie per te,

non chiuderai occhio questa notte,

immersa nel ricordo delle mie perdute spoglie.

Dimmi dove siano finiti i miei resti,

gli stessi di cui ti vesti.

Gli agi conquistati in questa moderna vita,

non t’appartengono mia signora infinita!

Non osare raccontare, quello che credi di poter superare.

Io non t’abbandono, quant’è vero che ti sto rubando il sonno.

Ho sete di vendetta, mia prediletta.

Cerca bene nello specchio, dove troverai il mio riflesso.

Non ripetere il mio nome senza invocare le ombre.

Il passato non viene mai celato, la prova di fronte a te sarà superarlo.

La morte sussurra per te,

canta per te,

invoca per me.

Chiudi gli occhi al mio sospiro,

l’Inferno brama il tuo sorriso.

Questa notte morirai, stella dai capelli di fuoco non mi avrai!”
LinguaItaliano
Data di uscita1 lug 2016
ISBN9786050470444
ASSILLO- racconti horror

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    Anteprima del libro

    ASSILLO- racconti horror - Serena Baldoni

    racconto

    Raccolta di orrori e leggende

    Prefazione

    Raccolta di orrori e leggende

    Serena Baldoni Autrice

    Assillo

    Raccolta di orrori

    Prefazione

    Le differenze tra mito e leggenda si riscontrano in alcune peculiarità.

    Il termine mito deriva dal greco mythos, ovvero parola, discorso, racconto; una narrazione fantastica rivestita di sacralità, che descrive l’origine di culture, di popoli, di fenomeni, di realtà esistenti e del mondo stesso, e che ne racconta inoltre le caratteristiche attuali.

    Le caratteristiche del mito sono: protagonisti sono solitamente dei, eroi, esseri divini o antropomorfi che agiscono compiendo azioni straordinarie, al di fuori del tempo e dello spazio (come per le fiabe cominciano con una indeterminatezza temporale in origine).

    Le vicende raccontate sono accadute di solito in un remoto passato, in ere primordiali, in un’epoca che precede la storia tramandata.

    La sacralità del mito consiste nel fatto che alla narrazione è attribuito un significato religioso, diventando così parte integrante della sfera religiosa di un popolo o di una cultura.

    Nel mito vengono svelati i misteri sui quali si interrogano gli uomini, come l’origine dell’universo, degli esseri umani, delle stelle e dei pianeti, delle piante e degli animali.

    Tramandati oralmente e solo in seguito trascritti, i miti, come le fiabe, hanno lo scopo di trasmettere all’ascoltatore dei principi attraverso la parola.

    Il termine leggenda deriva dal latino legenda, che significa cose che devono essere lette. Anticamente corrispondeva al racconto della vita di un santo o dei suoi miracoli, da leggersi soprattutto in occasione della sua festività. In seguito, la parola leggenda ha assunto il significato di racconto nel quale sono presenti sia elementi storici reali sia elementi fantastici.

    È quindi un racconto antico che tratta un argomento religioso o eroico, nella quale sono narrati fatti storici realmente accaduti in luoghi e tempi definiti, a cui si sono aggiunti elementi fantastici; spiega vicende reali in modo fantastico. Fanno parte del patrimonio culturale di un popolo e la loro trasmissione è principalmente orale. Non contengono mai soltanto fatti inventati ma fatti reali trasformati dalla fantasia, raccontati per dare spiegazione a fatti realmente accaduti.

    La leggenda popolare non ha mai un solo autore, poiché si evolve grazie al contributo di più persone che, con il trascorrere del tempo, trasformano il racconto originario in uno sempre più fantastico, cercando di spiegare, con l’immaginazione, fatti che non riesce a comprendere.

    Esistono inoltre le leggende urbane, o leggende metropolitane, che sono storie strane e curiose raccontate dalla gente e che si tramandano di bocca in bocca. Riguardano fatti riferiti come realmente accaduti ma senza indicazioni precise del luogo, del nome del protagonista o del giorno in cui sono avvenuti.

    L’assillo accompagna nuovi viaggi, a spiegare nuove leggende.

    (Opere di brevi racconti di fantasia mescolata alla realtà. I racconti non sono disposti in ordine cronologico).

    Capitolo uno - Primo racconto

    Anna Goldi

    Anna Goldi, la leggenda.

    Il calvinismo è una confessione del cristianesimo protestante sorta nel XVI secolo, a seguito dell'opera missionaria e della predicazione del riformatore Giovanni Calvino.

    Le chiese calviniste condividono le principali dottrine del cristianesimo e delle altre chiese, in particolare per quanto riguarda l'unità e trinità di Dio e la natura divina di Gesù Cristo, così come formulate nei primi concili ecumenici e fissate nel credo niceno-costantinopolitano.

    Il calvinismo si differenzia dal cattolicesimo ma anche dal luteranesimo per alcune particolari visioni dottrinali, come ad esempio la presenza reale ma solo spirituale di Cristo nell'Eucaristia, il principio regolatore del culto e la proibizione di venerare immagini religiose.

    Gli scritti di Calvino diffusero l'idea di una chiesa correttamente riformata in varie zone d'Europa.

    Il promotore del calvinismo, Giovanni Calvino (in francese Jean Cauvin) nacque a Noyon, in Piccardia, il 10 luglio 1509. Studiò a Parigi e in altre città lettere e giurisprudenza, conseguendo la licenza in diritto. Aderì alla Riforma luterana probabilmente nel 1533, dopo aver letto gli scritti di Lutero e trasportato dal desiderio di un ritorno alla Chiesa antica. Dopo brevi soggiorni in svariate città e il breve esilio a Strasburgo, nel settembre 1541 Giovanni Calvino ritornò a Ginevra e, dopo decenni di attività instancabile, di contrasti, di fallimenti e di successi, riuscì a fare di quel piccolo centro di 13.000 abitanti una specie di Stato-Chiesa, improntata ai principi di un severo rigorismo morale.

    La dottrina di Giovanni Calvino porta alle estreme conseguenze quella di Martin Lutero:

    l’uomo non può fare nulla per la propria salvezza, perché solo la Grazia di Dio può salvarlo; la Grazia è concessa da Dio prima della nascita solo ad alcuni individui predestinati; gli altri qualunque sforzo facciano ne sono irrimediabilmente esclusi.

    Calvino incitò quindi i suoi seguaci a scoprire a quale delle due categorie facevano parte, aggiungendo che i segni della Grazia divina si manifestano spesso nei fatti concreti della vita quotidiana, quindi nel dovere compiuto, nel lavoro ben eseguito nei campi o nelle botteghe e anche nei successi finanziari in attività come quelle del mercante e del banchiere.

    Per dare vita a questa comunità ideale Calvino ricorse ampiamente agli strumenti della politica per attuare il controllo della religione e della morale. Pertanto, sulla condotta dei cittadini, sulle questioni dottrinali, sulla disciplina ecclesiastica vigilava un apposito organismo, il Concistoro, composto da dodici laici (gli anziani o presbiteri) e da alcuni pastori (da cinque a dieci). Furono istituiti i diaconi, con compiti amministrativi e di cura per i poveri; e i dottori, con il compito di insegnare nelle scuole e di formare i pastori. La vita pubblica e privata dei ginevrini fu spazzata via: furono vietati i giochi d’azzardo, gli spettacoli, il lusso, furono chiuse le taverne. Chi non si atteneva a questa ferrea disciplina doveva essere sottoposto ad ammende e punizioni anche molto severe, compreso il rogo.

    L’offesa alla trinità era considerata, anche dai protestanti, uno dei delitti più gravi di cui potesse macchiarsi un cristiano.

    Giovanni Calvino continuò a esercitare un notevole influsso sulla città di Ginevra sino alla morte, avvenuta il 27 maggio 1564, erigendola a baluardo del protestantesimo riformato e facendone uno dei più grandi centri della cristianità.

    Sortilegi e malefici erano proibiti anche nell’antica Roma, così come nei comuni medioevali. Ma è solo nel 1300 che si diffonde l’idea che le streghe siano una minaccia per il mondo: oscure presenze che agiscono per conto del demonio, e che devono quindi essere stanate e uccise.

    La caccia alle streghe è la ricerca e la persecuzione di donne sospettate di compiere atti di magia quali sortilegi, malefici, fatture, legamenti, o di intrattenere rapporti con forze oscure e infernali dalle quali ricevono i poteri per danneggiare l'uomo, specialmente nella virilità, e per sciogliere o stringere legami amorosi. Tutti questi connotati hanno da sempre delineato la figura della strega nell'immaginario popolare.

    Una strage che durò oltre 4 secoli, attraversando tutta l’Europa. Nel 1326 la Chiesa dichiarò la stregoneria simile all’eresia: entrambe le pratiche dovevano perciò essere debellate.

    Il 1782, in pieno secolo dei lumi, fu l’anno dell’ultima vittima della caccia alle streghe: una donna di nome Anna Goldi venne condannata nella Svizzera calvinista.

    Era il 1692 quando nella colonia inglese di Salem -oggi una cittadina del Massachusetts, furono celebrati una serie di processi per stregoneria.

    Tutto ebbe inizio quando alcune giovani del villaggio furono accusate di essere seguaci del diavolo. Gli abitanti del luogo sostenevano che le fanciulle si radunassero per compiere riti magici e oscuri, mentre alcune di esse ammisero di essere state vittime del malocchio. Tali dicerie furono sufficienti per ordinare l’arresto delle prime streghe di Salem.

    Prima di Anna si tenne il processo di un’altra giovane donna, nel villaggio di Salem, Mary Walcott.

    Ma come avvenne un simile massacro in un villaggio dalle apparenze tranquille?

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