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Talker (Italiano)
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E-book109 pagine1 ora

Talker (Italiano)

Valutazione: 4 su 5 stelle

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Info su questo ebook

Serie Talker, Libro 1

Tate "Talker" Walker, il Chiacchierone, ha passato la sua vita cercando di nascondere le sue cicatrici dietro ad una luminosa facciata punk. E finché non si è seduto di fianco a Brian Cooper su un autobus, la cosa aveva funzionato. Ma Brian ha passato la sua intera vita ad essere l'uomo invisibile ed è abituato a guardare oltre le apparenze. Quello che vede in Talker è un essere umano fragile e degno di essere amato.

Brian è apparentemente etero, ma Talker ha un disperato bisogno di essere amato e quando il suo comportamento porta a delle conseguenze dolorose, Brian è costretto a rivelarsi in modo drammatico. Ma lui farebbe qualsiasi cosa per far sì che Talker veda che è il Principe Azzurro che lui ha sempre desiderato.

LinguaItaliano
Data di uscita29 mag 2012
ISBN9781613728017
Talker (Italiano)
Autore

Amy Lane

Award winning author Amy Lane lives in a crumbling crapmansion with a couple of teenagers, a passel of furbabies, and a bemused spouse. She has too damned much yarn, a penchant for action-adventure movies, and a need to know that somewhere in all the pain is a story of Wuv, Twu Wuv, which she continues to believe in to this day! She writes contemporary romance, paranormal romance, urban fantasy, and romantic suspense, teaches the occasional writing class, and likes to pretend her very simple life is as exciting as the lives of the people who live in her head. She’ll also tell you that sacrifices, large and small, are worth the urge to write. Website: www.greenshill.com Blog: www.writerslane.blogspot.com Email: amylane@greenshill.com Facebook: www.facebook.com/amy.lane.167 Twitter: @amymaclane

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  • Valutazione: 5 su 5 stelle
    5/5
    Talker is an emotionally charged story. Like all of Amy Lane's characters Tate and Brian are complex, three dimensional. This story is not for the faint of heart and at times truly heart wrenching.
  • Valutazione: 5 su 5 stelle
    5/5
    We meet people that the reader can really enjoy spending some time with. Tate and Brian and his aunt and even Virginia are all really likeable and Amy Lane has made them interesting characters. From the first time I saw the cover I wanted to know the story behind Tate's ink work. On some level, Talker is just another romance, but the situation is unique enough for us to see that there are commonalities that allow us all to empathize. At only 96 pages, it's more of a novella than a novel, but it is 96 pages with so much heart. Tate and Brian are both fragile individuals and they both have a weakness that becomes the other's strengths making their story an awesome read. My actual raring was 4.5 stars. Probably would have gotten 5 if the story had been longer.
  • Valutazione: 3 su 5 stelle
    3/5
    Brian Cooper isn't one to draw attention to himself. So there's something about Tate "Talker" Walker that intrigues him because he seems to always stand out. Brian knows there must be more to Tate than what people see when they look at him--his punk look with his facial tattoos and wild hair--but he's not entirely sure what it might be. As he makes an effort to peel back the layers of his new friend, however, he needs to be prepared to confront what he will learn about himself in the process.

    This is a quick read, but there's a lot that goes on here. Things move at a steady pace, but the development of the relationship is raw and real. Be prepared to go on a journey with these guys...

Anteprima del libro

Talker (Italiano) - Amy Lane

Ringraziamenti

TUTTE le mie opere, che io mi ricordi o meno di dedicarle, sono in qualche modo dedicate a mio marito. Il mio Compagno e io stiamo insieme da quando abbiamo diciannove anni.

Siamo stati quelli con il lavoro al ristorante, mentre frequentavamo l’università, vivendo in un appartamento fatiscente. Eravamo quelli con l’albero di Natale dei poveri e quelli che dovevano scegliere tra il riscaldamento e la luce. (Scegliemmo la luce e fummo veramente grati per i grandi sacchi a pelo da campeggio che i miei genitori ci regalarono per Natale. Più tardi ci furono rubati, perché ehi: ho menzionato che era un appartamento fatiscente?).

Ho scritto un sacco di storie sull’amore giovanile e sui primi amanti, l’ho fatto con l’ottimismo che tali amanti ce la faranno, perché noi ce l’abbiamo fatta. Così, quando arrivate alla fine, non preoccupatevi per Brian e Talker. Abbiate un po’ di fede. A volte capita che la fede e il senso dell’umorismo siano tutto ciò di cui avete bisogno (insieme a un’opportunità per razziare il giardino dei vostri genitori o mangiare gratis al ristorante. Anche quello aiuta).

Capitolo 1

Ti seguirò

Allora

BRIAN COOPER era su un grande autobus, sulla strada per il suo primo incontro di atletica, quando vide per la prima volta Tate Walker. Era seduto per conto suo, perché non conosceva nessuno e si sentiva più o meno l’unica persona sulla Terra a non avere l’iPod o un cellulare che si richiudeva come un origami e per finire faceva anche il caffè. Tate arrivò più tardi e, ragazzi, era davvero uno spettacolo.

Metà del suo viso era reclamato da un glorioso tatuaggio tribale che si estendeva sotto al collo della maglietta a maniche lunghe, fino alla mano ricoperta da un mezzo guanto. Più tardi Tate si sarebbe fatto tatuare anche il braccio e avrebbe smesso di indossare magliette a maniche lunghe, ma quel disegno non era la cosa più sbalorditiva del suo aspetto.

Il suo orecchio destro, lo stesso lato del tatuaggio, aveva più di dodici piercing, così il suo naso, il sopracciglio e le labbra (anche se quello fu il primo ad andarsene). I capelli scuri come l’inchiostro erano tagliati alla moicana e il tatuaggio si estendeva anche sulla metà dello scalpo. Anche se la cresta si era trasformata in una coda di cavallo per l’incontro, Brian lo aveva visto in giro per la scuola  e spesso la portava divisa in punte alte dieci centimetri, probabilmente grazie ad un sacco di Super Attack e  lavoro di pettine.

Così lui era quello famoso per il look spaventoso e Brian non era indifferente al fatto che i ragazzi sul bus ne parlassero male. A Brian però non importava perché, quel giorno, Tate occhieggiò il posto accanto al suo e gli rivolse un sorriso timido, prima di sedersi  accanto a lui. Aveva un auricolare nell’orecchio e si muoveva appena sulle note della canzone che suonava per lui e per lui soltanto. Tendeva a scattare a volte, quando non era sulla pista da corsa – una contrazione involontaria, quasi come volesse scattar fuori dalla pelle – ma stava guardando Brian come se non fosse un tipo strano e per la prima volta dall’inizio della scuola, iniziata un mese prima, qualcosa che in Brian era congelato si sciolse.

Oh, grazie al cielo, Brian non era più da solo sul quel maledetto autobus.

Era seduto sul lato sinistro del bus, quindi non riusciva a vedere il tatuaggio di Tate, ma doveva ammettere di essere curioso. Ma non importava – qualcuno era seduto accanto a lui, qualcuno stava parlando con lui… e ragazzi, se parlava.

Ehi, spero non ti scocci se mi siedo. Lo so, gli altri sparlano di me, sul fatto che sono gay e altre merdate. (Lo dicevano veramente – e non lo facevano in modo carino, oltretutto.) Ma ti giuro che non è contagioso o roba simile. Guarda, sto ascoltando questa banda che si chiama The Doves, vuoi sentirli? Kingdom of Rust è una canzone magnifica – triste, ma sai, magnifica. Ma se non sei in vena di ascoltare cose tristi, ho qualcosa di rock – il rock ti aiuta a caricarti per un incontro. Anche se non so… esitò. Tu tendi anche a fare un sacco di lanci. Hai bisogno di concentrarti o di essere tutto pompato?

Finalmente si fermò e guardò Brian aspettandosi una risposta. Brian sbattè le palpebre e cercò di tirarne fuori una. Non conosco la musica, disse, imbarazzato. Ma mi piacerebbe sentire quello che hai.

Il ragazzo con il tatuaggio e la cresta allora sorrise, il suo sorriso era splendente e puro (e giusto un po’ sbilenco – i dentisti non avevano lavorato molto su quei denti), e passò a Brian il suo auricolare.

Ti ho visto lanciare, giusto? E sei anche bravo a correre. Per forza ti hanno dato una borsa di studio!

Brian arrossì. Ho tipo dovuto fare un’audizione, borbottò. Ho studiato con dei tutori; era l’unico modo per farmi entrare al college. Le sue spalle avevano già quegli spasmi. Avrebbe iniziato a pensare a come pagare la scuola quando sarebbe finita. Tate annuì come se quello succedesse tutti i giorni. Vedi, io ero uno skater, sai? Ma dopo la seconda, la terza e la sesta volta che mi sono rotto il polso, uno dei miei coach a scuola mi ha infilato le scarpe da corsa, messo sulla pista e detto di tenere i miei piedi ben fermi per terra. Mi ha aiutato ad ottenere la mia borsa di studio, così siamo, sai, uguali.

Brian osservò quell’espressione vulnerabile, una specie di per favore, per favore fa che siamo uguali, e si chiese perché qualcuno che si era tatuato mezza faccia, rasato il cranio, oltre a indossare jeans attillati che cadevano sui fianchi buoni solo a pulire il pavimento e una t-shirt di lustrini brillanti, avesse bisogno di essere uguale a qualcun’altro. Ma questo solo perché aveva appena incontrato Tate, ed era seduto alla sua sinistra.

Il ragazzo sembrava aspettare una risposta, così Brian mise insieme l’unica a cui riusciva a pensare.

Ti sei rotto il polso sei volte?

Ora

TATE si stava allacciando le scarpe da corsa mentre parlava a Brian del suo nuovo hobby.

Brian pensò seriamente di vomitare. Cambiò idea e meditò di prendere a pugni la parete; nel frattempo Tate continuò a parlare, cieco come un batterio alla supernova emotiva di Brian. Al termine del monologo, chiese a Brian come mai aveva l’espresione di uno che aveva appena inghiottito un ratto avvelenato. A quella domanda si guadagnò una risposta a due parole che lo fece avvizzire.

Fottiti, bastardo.

Risuonò tra di loro per un muto istante, e Tate lasciò che la sua facciata da duro scomparisse. Cosa c’è che non va? chiese, addolorato. Era difficile vedere il dolore sul suo viso. Prima di tutto, il tatuaggio tendeva a mascherare le sue emozioni, cosa che Brian era abbastanza sicuro fosse stata volontaria. Era anche difficile vedere Tate addolorato –era piuttosto simile ad un pezzo di cellophane maltrattato e appallottolato, trasparente e rotto.

Brian aveva imparato a non pensare più al tatuaggio, ai piercing o ai capelli, aveva imparato ad amare veramente il modo in cui Tate saltellava sempre sul posto o si contraeva, anche quando cercava di stare immobile.

Quello era Tate: sempre ad ascoltare musica che pareva provenire da un altro pianeta o a soccombere al bisogno di ballare.

Così anche se l’aspetto di Tate era un’apoteosi di camuffamento (i capelli acconciati in maniera tanto curata, il corpo –

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