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Il romanzo più bello (eLit): eLit
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E-book159 pagine2 ore

Il romanzo più bello (eLit): eLit

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Info su questo ebook

SCRITTO SULLA CARTA VOL. 1 - Grace è una scrittrice di romanzi rosa. La sua vita è in pericolo: qualcuno vuole ucciderla. Da qualche tempo, infatti, riceve lettere anonime. Che sia un suo ammiratore, un po' fuori di testa? Meglio non sottovalutare la cosa, però. Così, in vista di una sua apparizione pubblica, decide di assumere una guardia del corpo. E il caso la porta a conoscere l'affascinante Lucas Kincaid. Amore a prima vista? Pare che succeda solo nei suoi libri...
LinguaItaliano
Data di uscita29 dic 2017
ISBN9788858979372
Il romanzo più bello (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Il romanzo più bello (eLit) - Joann Ross

    successivo.

    1

    Un giorno, a faccenda conclusa, Lucas Kincaid avrebbe deciso che quell'avventura era la dimostrazione che, effettivamente, l'uomo propone e Dio dispone. Fino a quel momento, invece, era stato convintissimo di poter controllare il suo destino.

    Era arrivato il gran giorno. Il giorno della partenza. L'indomani, a quell'ora, sarebbe stato in viaggio sul Pacifico. Destinazione: Alaska. Niente più lo tratteneva a San Francisco. La sera prima, aveva portato a termine il suo ultimo incarico, sistemando sul Boeing della British Airways una famosa star del cinema in glese, che tornava a casa. Gli ultimi dieci giorni trascorsi a schivare le sfacciate avances della rampante e intraprendente attrice, venuta negli Stati Uniti per promuovere il suo ultimo film, avevano confermato una decisione che Lucas stava valutando da tempo: non era tagliato per fare la guardia del corpo.

    Quel lavoro non faceva per lui. Forse perché, nonostante l'educazione da gentiluomo del Sud, aveva ereditato da sua nonna l'abitudine di parlare senza peli sulla lingua. Da cadetto, all'accademia navale, la sua irriducibile franchezza gli era costata diversi rapporti per insubordinazione.

    Un altro problema era che lo indispettivano le pri medonne. Certi caratterini pepati proprio non li digeriva. Durante quell'ultimo incarico, c'erano state due o tre occasioni in cui era stato tentato di prendersi in grembo quella capricciosa oca giuliva per darle una sonora sculacciata.

    Finì di svuotare la sua scrivania e raggiunse la finestra, per godersi un'ultima volta la vista sempre spettacolare della baia azzurrissima, tagliata in due dalle campate arancioni del Golden Gate. Erano già partiti tutti per il weekend, e l'ufficio era insolitamente deserto. Quasi quasi, se ne sarebbe andato anche lui; se partiva subito, poteva anche salpare con un giorno d'anticipo e fare qualche tappa lungo la costa, prendendosela comoda.

    Il telefono squillò. Lucas lo ignorò. Sentiva puzza di guai anche senza sollevare il ricevitore. Ma l'apparecchio continuò a squillare, richiamandolo a una responsabilità che non riuscì a scrollarsi di dosso.

    «Kincaid.»

    «Speravo proprio di trovarti.»

    Lucas ricacciò in gola un'imprecazione e sprofondò sulla poltrona girevole di pelle nera, sollevando i piedi sulla scrivania. «Chi si risente!» Il tono ipocritamente cordiale mascherava la sua irritazione. «Volevi farmi le congratulazioni per aver concluso felicemente l'incarico della nostra amica d'oltreoceano?»

    «Che fai, ci provi?» replicò la voce di donna, dall'altro capo del filo. «Tanto con me non funziona, Kincaid. Non riuscirai a svignartela.»

    «Non ricordo di essere mai fuggito di fronte a qualche problema...»

    «Con me, però, stai cercando di farlo.»

    S.J. Slade le aveva provate tutte per fargli cambiare idea, in quell'ultimo mese. Ma Lucas non aveva voluto saperne. «I patti erano che, non appena avessi cari cato su quell'aereo la nostra conturbante cliente, io prendevo il largo.»

    «Questo è quel che hai deciso tu, bello. Io non ho mai detto di essere d'accordo.»

    «Adoro le donne che fanno le difficili» si permise di scherzare Lucas, sistemandosi più comodamente sulla poltrona. «Senti, perché non la smetti di fare la donna in carriera, Samantha cara, e non vieni a fare il giro del mondo con me, su quella barca?»

    «Tempo sette giorni, e ci getteremmo a vicenda in pasto ai pescicani.»

    «Forse hai ragione» replicò lui, ridacchiando. «Ma pensa a come ce la spasseremmo i primi sei.»

    Riuscì a strapparle una risatina forzata, e Lucas pensò di averla spuntata. Invece, si era sbagliato.

    «Ho un caso per te.»

    «Ascolta, zuccherino...»

    «Non chiamarmi zuccherino. E piantala con queste espressioni da scaricatore di porto analfabeta. Si dà il caso che conosca a memoria il tuo curriculum, perciò so che hai una laurea in letteratura americana e una in matematica.»

    «Non lo dirò a nessuno, se non lo dici tu.»

    «Sto parlando sul serio, Lucas.»

    «Chiaro. Altrimenti non avresti chiamato a quest'ora, di venerdì.» Il che non era assolutamente vero. Samantha Slade, la titolare dell'agenzia di guardie del corpo per cui aveva lavorato Lucas in quell'ultimo anno e mezzo, non si era mai fatta nessun genere di scrupoli prima di chiamare i suoi dipendenti di sabato, di domenica o durante le feste comandate, a qualsiasi ora del giorno e della notte. «Sai che nutro per te la massima ammirazione, però...»

    «Almeno lasciami parlare, prima di rifiutare. Ascolta la mia proposta» lo interruppe, brusca. «E togli quegli stivalacci dalla mia scrivania.»

    Sebbene non si fossero mai incontrati, perché nessuno dell'agenzia aveva mai visto in faccia S.J. Slade, Samantha lo conosceva fin troppo bene. «Tanto è una imitazione» le rispose Lucas, accavallando i piedi. Si guardò gli stivali: peccato che quelli non avrebbe potuto portarli con sé, a bordo. Non voleva raschiare il pontile di tek del suo prezioso bialberi. «Un'imita zione ben fatta, ma pur sempre un'imitazione» concesse, lasciando poi vagare lo sguardo nell'ufficio, che era arredato con mobili Chippendale e aveva poster di vecchi film in bianco e nero appesi alle pareti.

    Situato al terzo piano di una palazzina vittoriana, l'ufficio rifletteva la passione di Samantha per i film gialli degli anni Quaranta Quando aveva accettato quel lavoro, Lucas era stato autorizzato ad apportarvi qualsiasi cambiamento, ma lui non se n'era preoccupato perché non intendeva fermarsi a San Francisco in pianta stabile.

    «Ti sei messo a fare l'antiquario, adesso?»

    «Veramente, è mia madre l'esperta in mobili antichi, non io.»

    «Ci stai provando di nuovo, eh? A cambiare discorso.»

    Lucas sorrise. Lui poteva anche provarci; ma con una come Samantha Slade, era difficile riuscirci.

    «Tornando a noi, siccome l'ufficio tecnicamente sarebbe chiuso, mi sono fatta trasferire tutte le chiamate a casa.»

    Lucas non se ne sorprese. Samantha era una stacanovista convinta; praticamente viveva, dormiva e respirava in funzione dell'agenzia.

    «Abbiamo una chiamata con priorità assoluta. Una cliente che ha letto l'annuncio su USA Today.»

    Samantha aveva ideato un'inserzione che poi aveva fatto pubblicare sui quotidiani di mezza America. Serve un eroe? Chiama l'1-800-HERO.

    Una trovata simpatica, tutto sommato, che però Lucas trovava anche imbarazzante. Certo è che aveva procurato moltissimi clienti, all'agenzia.

    «C'è un congresso, in città, questo finesettimana» proseguì lei.

    «Capirai che novità.»

    «Al Whitfield Palace. È il convegno dell'Associa zione degli Autori di Romanzi d'Amore

    «Non m'interessa.» Molto meglio prendere il largo sulla sua barca, che starsene a fare da scorta a un'attempata signora con una nuvola di capelli bianchi, vestita di chiffon fucsia e ingioiellata da capo a piedi.

    «Invece, fa proprio al caso tuo, Lucas. Duemila donne: duemila inguaribili romantiche, innamorate dell'amore. Pensa a quante possibilità ti si presenterebbero.»

    «Meglio di no.» Da cadetto, Lucas si sarebbe lasciato tentare. Ma, ritrovandosi solo in un posto affollato di fanatiche di storie d'amore, rischiava un avvelenamento da estrogeni, come minimo. «E poi, ho già dato le dimissioni.»

    «Continui a ripeterlo. Ma come farai a vivere con il rimorso di non aver fatto niente per salvare la vita a una delle più popolari e amate scrittrici di romanzi d'amore?»

    «E a chi verrebbe mai in mente di ucciderla?»

    «È quello che dovresti scoprire per conto di Roberta Grace.»

    «Spiacente, ho già un appuntamento con un paio di balene bianche, in Alaska.»

    «Quelle balene migrano da nord a sud, lungo la costa. Fai sempre in tempo a raggiungerle.»

    «Davvero, Samantha...»

    «È un caso che posso affidare solo a te, Lucas. Potrebbe trattarsi di vita o di morte. Roberta Grace ha già ricevuto diverse lettere minatorie. In quella di oggi, c'è scritto che questo convegno sarà l'ultimo a cui parteciperà. Non è escluso che le abbia scritte uno squilibrato. Se accetti l'incarico, oltre a raddoppiarti il compenso, ti do la mia parola che, appena la signora lascia la città sana e salva, mi cucio la bocca e ti faccio andare dove credi. Anzi» aggiunse, come se avesse avuto un'ispirazione, «se insisti con questa tua pazza idea di fare il giro del mondo in barca a vela, vengo a salutarti sul molo e stappo una bottiglia di champagne francese per augurarti buon viaggio.»

    «Perché non chiami qualcun altro, scusa? Val, per esempio. Lei va addirittura matta, per quel genere di libri.» Lucas ricordò il giorno in cui Eric Jansen aveva commesso l'errore di stuzzicare Valerie Brown, trovandola a leggere uno di quei romanzetti. L'ex poliziotta di Oakland aveva posato il libro, poi aveva puntato la sua Beretta calibro nove sotto la cintura del collega, minacciandolo di ridurre in poltiglia ogni sua possibilità di avere anche solo un filarino, in futuro. Da quel momento, nessuno si era più azzardato a prenderla in giro per quelle frivole letture.

    «E Dean?» insistette Lucas, riferendosi al collega reclutato dai ranghi dell'FBI.

    «È ad Albuquerque con un politico impegnato in un giro per raccogliere fondi per non so quale campagna elettorale. E prima che passi in rassegna tutta la lista degli altri colleghi, ti chiedo solo di fare un salto al Whitfield Palace per conoscere la cliente. Se non ti sta bene, giuro che chiamo qualcun altro e ti lascio andare.»

    Quando gli asini voleranno, forse, pensò Lucas, contrariato.

    «Sei un angelo» proseguì Samantha, incoraggiata dal suo silenzio. «Visto che passerai i prossimi tre giorni in albergo, immagino che dovrai fare un salto a casa a prendere qualche cambio di vestiti. Ti ho già fissato un incontro con la cliente per le sei, al Neptu ne's Table, che sarebbe il bar al pianterreno, nella hall dell'albergo.»

    «E come faccio a riconoscerla, tra duemila altre donne?»

    «Sei un professionista. Confido nel tuo fiuto infallibile. Oh, a proposito... Mentre parlavo con lei al telefono, ho fatto una piccola ricerca su Internet sul suo conto. Lavora per la Penbrook Press, e se la foto che ho visto nel loro sito è recente, dovrebbe avere ventisei, ventisette anni al massimo. No, dico, piuttosto giovane per essere già così famosa. Sembra piuttosto alta, e ha i capelli castani, abbastanza lunghi.»

    «E immagino che nessun'altra, tra quelle duemila donne, corrisponda a questa descrizione.»

    «Hai dato la caccia a pericolosi terroristi nel cuore della giungla» gli ricordò Samantha, rievocando un passato che Lucas avrebbe preferito dimenticare. «Non credo che avrai difficoltà a individuare una scrittrice di romanzi rosa. Se proprio ti vedi perso, sai come si chiama: chiedi a qualcuno, e fattela indicare. Divertiti, caro.»

    Detto questo, Samantha riagganciò senza dargli il tempo di obiettare.

    Sebbene molte persone di sua conoscenza avrebbero dichiarato il contrario, Lucas si reputava un uomo con la testa sulle spalle e i piedi per terra. Non credeva ai fantasmi, ai vampiri, agli alieni e allo Yeti. Considerava il mostro di Loch Ness un'ingegnosa trovata turistica e non aveva più pensato alla fatina dei denti da quando aveva perso l'ultimo molare da latte, durante un atterraggio duro sul campo da baseball due settimane prima di compiere undici anni. Non era nemmeno del tutto sicuro di avere un angelo custode.

    Ma quando attraversò la hall del Whitfield Palace Hotel di San Francisco, pensò di trovarsi su un altro pianeta.

    Donne con indosso ampi gonnoni di crinolina erano radunate a gruppetti, a chiacchierare con vampire dai denti aguzzi, mandriane con tanto di cappellaccio e gilè di cuoio, principesse indiane tipo Pocahontas e due angeli in evanescenti vestiti azzurrini, con immense ali piumate.

    Che cos'era? Una

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