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Romanus (Italiano)
Romanus (Italiano)
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E-book87 pagine1 ora

Romanus (Italiano)

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Info su questo ebook

Quando, in una calda notte d’estate, Mason James si ferma per prestare soccorso, non sa ancora quali cambiamenti porterà quel semplice atto di gentilezza. Dopo aver dato un passaggio a casa a un uomo anziano, Mason scopre un mondo nuovo, magico e a tratti pericoloso, un mondo che non riesce a capire. Ma incontra anche Luc Toussaint, ed è passione a prima vista. Nemmeno il segreto che Luc custodisce potrà tenere Mason lontano dalla verità circa il suo passato e il loro amore.

LinguaItaliano
Data di uscita15 ago 2017
ISBN9781635339697
Romanus (Italiano)
Autore

Mary Calmes

Mary Calmes believes in romance, happily ever afters, and the faith it takes for her characters to get there. She bleeds coffee, thinks chocolate should be its own food group, and currently lives in Kentucky with a five-pound furry ninja that protects her from baby birds, spiders, and the neighbor’s dogs. To stay up to date on her ponderings and pandemonium (as well as the adventures of the ninja), follow her on Twitter @MaryCalmes, connect with her on Facebook, and subscribe to her Mary’s Mob newsletter.

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    Romanus (Italiano) - Mary Calmes

    Romanus

    Di Mary Calmes

    Quando, in una calda notte d’estate, Mason James si ferma per prestare soccorso, non sa ancora quali cambiamenti porterà quel semplice atto di gentilezza. Dopo aver dato un passaggio a casa a un uomo anziano, Mason scopre un mondo nuovo, magico e a tratti pericoloso, un mondo che non riesce a capire. Ma incontra anche Luc Toussaint, ed è passione a prima vista. Nemmeno il segreto che Luc custodisce potrà tenere Mason lontano dalla verità circa il suo passato e il loro amore.

    Indice

    Sinossi

    I

    II

    III

    IV

    V

    Altri libri di Mary Calmes

    Biofrafia

    Di Mary Calmes

    Visitate il sito di Dreamspinner Press

    Copyright

    I

    DI TUTTE le cose che mi aspettavo di vedere tornando a casa dalla caserma dei pompieri, un uomo anziano che barcollava nudo in mezzo alla strada era davvero l’ultima.

    Di solito la mia reazione sarebbe stata immediata: sarei sceso dal mio vecchio furgoncino Dodge Ram senza neanche spegnerlo e mi sarei precipitato verso di lui. Ma ero stanco – avevo appena fatto un turno doppio – e quindi non pensavo con lucidità. Sterzai lentamente per sorpassarlo, e fu solo quando lo vidi nello specchietto retrovisore che mi resi conto di quello che stavo facendo.

    Frenai di colpo, ridestandomi dal dormiveglia. Che diavolo stavo combinando? Non potevo lasciare un anziano barcollante in mezzo a una strada a doppia corsia. I vigili del fuoco non facevano cose del genere. Noi aiutavamo le persone, fino a lanciarci dentro edifici in fiamme per trarle in salvo. Non abbandonavamo nessuno.

    Era molto tardi, o presto, a seconda del punto di vista, ma in ogni caso l’anziano avrebbe dovuto stare a casa, a letto. Accesi le quattro frecce, presi una delle due grosse coperte di lana che tenevo dietro il sedile per un altro genere di occasioni e uscii dal furgoncino. I pompieri tengono in macchina ogni sorta di articoli d’emergenza, e io non facevo eccezione. Mentre mi avvicinavo all’uomo, la mia preoccupazione cresceva. Sembrava davvero confuso.

    Signore!

    Si guardava intorno come se cercasse di orientarsi, ma quando la mia voce lo raggiunse, si voltò di scatto e digrignò i denti, spalancando gli occhi, le dita delle mani curvate in artigli. Era una reazione davvero strana, tanto che feci un passo indietro, poi sollevai le mani nel tentativo di calmarlo. Fui però costretto a indietreggiare di nuovo quando l’uomo balzò verso di me, ringhiando e tentando di colpirmi.

    La prego, signore, dissi abbassando la voce per calmarlo, lasci che l’aiuti. Voglio solo aiutarla.

    I suoi occhi erano enormi, con le pupille completamente dilatate, e respirava a bocca aperta. Sembrava febbricitante e tremava, anche se in una notte così calda e afosa non avrebbe dovuto sentire freddo.

    Gli porsi la coperta. Signore, la prego, lasci che l’aiuti… Voglio davvero aiutarla.

    Serrò per un attimo gli occhi azzurrognoli e quando li riaprì mi stavano studiando. Gli sorrisi, sperando che dai miei occhi nocciola trasparisse il calore che tutti gli attribuivano. Dopo alcuni interminabili secondi abbassò la testa, come accettando il suo destino. Sembrava quasi che pensasse che volessi fargli del male invece di aiutarlo.

    Lentamente e con gesti gentili gli misi la coperta intorno alle spalle e, avvicinandomi, lo avvolsi per bene, in modo che fosse completamente coperto. Gli rivolsi un ampio sorriso e lui rabbrividì di nuovo. Gli strofinai delicatamente le braccia e lo fissai.

    Aprì la bocca, come per dire qualcosa, ma non ne uscì nulla.

    Che ne dice di un po’ d’acqua? suggerii, circondandogli la schiena per incoraggiarlo a raggiungere il furgoncino.

    Strada facendo, tirò fuori il braccio sinistro da sotto la coperta e me lo passò intorno alle spalle. Fu solo allora che notai che era più grosso e più alto di me, e quando si appoggiò contro di me, impiegai qualche secondo per trovare di nuovo l’equilibrio. Ero abituato a trasportare le persone, per cui dovevo solo trovare il passo giusto.

    Dopo averlo fatto accomodare sul lato passeggeri ed essermi seduto al posto di guida, gli spiegai che intendevo portarlo all’ospedale.

    L’uomo scosse la testa in segno di rifiuto.

    Signore, dissi prendendo una bottiglia d’acqua che tenevo nel piccolo frigorifero dietro il mio sedile, accanto alle coperte, deve farsi vedere da un medico, in modo da essere sicuro…

    No, ripeté scuotendo la testa. A casa. Puntò il dito verso la strada davanti a sé.

    Io, tuttavia, non ero del parere che fosse in grado di prendere decisioni. Sembrava fuori di sé. Cercai di rendere la mia voce più dolce, calma e persuasiva. Penso che lei…

    No, m’interruppe per la seconda volta, indicando di nuovo la strada di fronte a noi.

    La guardai, ma solo in quel momento mi resi conto che ero da tutt’altra parte rispetto alla mia destinazione. Dovevo aver sbagliato strada a un incrocio.

    Merda, borbottai. Dovevo trovarmi dall’altra parte della montagna. Non che Wyndam, Kentucky, fosse un posto molto grande. Sarebbe stato sufficiente tornare indietro e mi sarei trovato vicino a Winchester, che era a circa mezz’ora da Lexington, ma era comunque tardi, ero stanco e adesso dovevo anche fare il tassista per un anziano che chiaramente non era in sé. Era possibile che soffrisse di demenza senile o di Alzheimer e che non avesse nessuna idea di dove si trovasse casa sua.

    A casa, ripeté, puntando il dito verso

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