Travel Therapy: 3 Tipe in viaggio
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Anteprima del libro
Travel Therapy - Maddalena Tassan
Maddalena Tassan
Travel Teraphy
3 tipe in viaggio
Cavinato Editore International
© Copyright 2016 Cavinato Editore International
ISBN: 978-88-6982-303-9
I edizione 2016
Tutti i diritti letterari e artistici sono riservati. I diritti di traduzione, di mem-orizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi
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Q +39 030 2053593
Fax +39 030 2053493
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info@cavinatoeditore.com
www.cavinatoeditore.com
Realizzazione ebook a cura di Simone Pifferi
In copertina un dipinto dell'autrice: Ruscello di montagna.
Indice
INTRODUZIONE DELL'AUTRICE
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
NOTA DELL'AUTRICE
Per le persone che amo
che mi amano...
per chi ama leggere la vita in tutte le sue sfumature.
INTRODUZIONE DELL'AUTRICE
Continuo a scrivere le mie storie al tempo presente….....credo che il presente sia effettivamente come un ponte ben bilanciato tra passato e futuro, ovvero tra ciò che è accaduto e ciò che accadrà. È ciò che mi porta a gioire della perfezione di ogni momento, anche se ricco di dolore, di gioia, di fascino, di luci ombre e di oscurità…. Dunque una serie di momenti che diventano passato da elaborare per vivere il futuro.
Quel futuro che è il timore della Vita, della vecchiaia, della morte…di questa parte della Vita……
Allora anche il Narratore/Artista che con la Vita e la Morte ci convive ogni momento della sua esistenza, si pone la domanda: Ho paura io, della vecchiaia, per esempio?... E riuscirò a perdonare, a perdonarmi?
Ecco, nel mio caso invecchiando ho iniziato a perdonare me stessa nonché l'altro anche se non potrà mai comprendere e percepire ciò che io sento.
Allo stesso tempo tendo ad essere meno tollerante di fronte le ingiustizie gratuite che mi colpiscono o colpiscono le persone a me vicine od in genere, quando quest’ultime, in qualche maniera secondo il mio metro di misura, sono deboli o fragili....... Gli altri, anche no. Troppo dispendio di energia.
Non so se è puro cinismo o cattiveria, ma sinceramente, non mi interessa. Ho già di che lottare!
Il mondo dunque si allarga; e divento a volte più empatica, un po’ più malleabile. A volte non sono nemmeno d’accordo con me stessa, perché litigo da sola e spesso contro una morale talvolta inutile, unita anche a tradizioni antiche a cui io e noi italiani siamo legati; che mi sono state inculcate tra gli anni sessanta ed ottanta……..ma cerco almeno di essere coerente con il percorso che ho fatto fin’ora; sia nella vita personale, professionale ed amicale.
Tutto questo si ripercuote sicuramente nei miei scritti, ai quali ho dedicato e dedico molta vita e molto tempo. Ritengo che scrivere di tutte queste considerazioni, magari costruendoci sopra personaggi o fatti o brevi immagini, sia interessante per sciogliere nodi, perché si sa anzi ne sono certa, che le buone storie si nutrono di nodi da sciogliere, come ad esempio il timore o la paura di vivere.
Questa paura è molto frequente nelle menti pensanti, soprattutto di chi ha delle menti tendenzialmente creative, o comunque scevre di alcuni paletti o costrizioni che ne impediscano una cera libertà di Essere.
Quelle menti dove il libero arbitrio
è un po’ più veloce meno influenzato da altri aspetti.
Per un giudice, un romanziere od uno scrittore può esservi timore o paura di prendere in carico, descrivere vite o storie di persone, animali, mostri o quant’altro, e deciderne il passato il presente ed il loro futuro. Gli elementi da valutare sono gli stessi, sono simili perché sia il giudice che il romanziere, decidono della vita dei loro personaggi, come della loro, perché tutte le storie entrano nella vita di chi crea.
E come si può creare o distruggere un personaggio, il narratore può creare o distruggere sé stesso, perché o ha imparato a perdonare creando e producendo Vite Raccontate, o perché non ha perdonato sé stesso.
In questo romanzo cerco dunque di affrontare i timori e le paure del vivere quotidiano e dei grandi pensieri dell’Uomo
, in questo caso più al femminile, visto che si tratta di viaggio di tre consolidate amiche.
Le tre donne cercano, attraverso un confronto empatico ed assertivo di riconoscere i loro veri sogni ed obiettivi; ma soprattutto di riconoscere la loro vera Anima, scevra da tutte le preclusioni che il mondo attuale e quello passato danno. E per queste tre donne liberare sé stesse da una buona parte di nodi, significa vivere e vedere con gli occhi veri del bambino sano che sta sotto la pelle, con la saggezza dell’esperienza della vita vissuta, regalandosi un emozionante viaggio fatto di posti normali e conosciuti
e desiderose di illuminare costellazioni di pensieri ed esperienze diverse.
Maddalena Tassan
Settembre 2014
CAPITOLO 1
Rebecca prova emozioni forti, se pensa alla sua vita!! Anche nei gesti quotidiani e normali. Proprio come in un film d’amore o di grandi sentimenti, di quelli struggenti, dove lui e lei si amano comunque, come madre e figlio, cane e padrone…..oltre tutto; anche se la vita li potrebbe allontanare
. Sono le stesse emozioni che prova ancora…… qualche volta, quando cade nelle sue melanconie desiderando un sogno: "Se potessi essere un’altra persona, chi vorrei essere? Come avrei vissuto, che persona sarei stata?
Si è spesso rivolta questa domanda da che ha una memoria. Seduta sui banchi di scuola elementare già desiderava cambiare identità, il luogo di nascita, i genitori, gli amici. Si immaginava spesso un mondo parallelo, con lei, in un altro angolo di mondo in un’altra storia. Poi si trovava a fare i conti con sé stessa. Soprattutto dopo la storia della violenza subita. E dell'abbandono subito dalla sua famiglia.
Quell'esperienza..... Ricaccia dentro il pensiero e pensa di gioire per questa nuova giornata che le è stata donata, e si immagina in un film con una trama diversa.. Con un inizio diverso, con una Luce diversa.
Come ad esempio un film di quelli strappalacrime ma belli. Dolorosi, ma con un fine quasi lieto
(ammette delle varianti). Come quei film un po’ Decadent
dove chi si ama può perdersi, ma si ritrova perché è l’unica anima che si è sempre amata…… anche in un’altra dimensione. Oltre le cose ed i dolori terreni. Oltre tutto, Rebecca sente batterle nel cuore il desiderio di ritrovarsi, di riprendersi un’anima strapazzata da una vita vissuta intensamente.
Superata solo da pochi mesi l'ultima brutta crisi depressiva, si sta aggrappando alla vita con tutte le sue forze. Edoardo il suo psico analista le ha dato ancora svariati suggerimenti e strategie, per poter superare questo stato causato anche da un rapporto con il padre intriso d’amore e di conflitti profondi. Ancora di piu dopo quel fatto.
Per non parlare del mondo del lavoro che con lei non è stato per niente buono. Anzi.. Ma pare ce l’abbia fatta.
Ora fa ripetizioni da due anni, con un successo discreto nel suo paese compresi quelli limitrofi. Poi c'e Riccardo, il suo amore... Un nucleo relativamente normale. Un posto dove vivere in sintonia con sé stessa, ci prova. Lei una donna con una vita ed un vissuto che non rinnega, una donna che guarda alla finestra delle sue emozioni, un po' in bilico tra una serenità spasmodicamente cercata, e momenti di melanconia; incapace di andarsene ma anche di restare.
L’ultimo evento che le ha fatto scatenare lo stato depressivo è stata la partenza per Londra, di Liam, sua figlia, unico vero amore della sua vita. L’Erasmus del percorso universitario, ha portato Liam lontana da casa. Proprio la persona con la quale ha trovato una sorta di pace
e di verità,; con lei non mente né si inventa maschere per poterle piacere. Si amano e basta, profondamente.
Rebecca è una donna quarantenne, bella ma non troppo, simpatica ma orso
, cinica ed anche un po’ stronza. Ha imparato a discernere amicizie
da conoscenze
, amori
da storie
, relazioni
da partecipazioni a piccoli progetti
. Ha imparato a soffrire quando si deve; a non lasciarsi prendere dallo dolore, ma meglio dallo sconforto……quello è più vero, concreto, un po’ più veloce da elaborare.
Fa dunque col pensiero considerazioni veloci, collegate come una catena di DNA…. Che nel suo esistere ha fatto proprie, ovvero un modo di reagire ai fatti della vita.
Il dolore è troppo debilitante, perché
dura di più. Mentre lo sconforto prende l’Anima e la sconquassa come un toro impazzito che corre sotto la pelle, sotto le ossa e dilania l’Anima, ma si può placarlo, pilotarlo, concretizzandosi. Poi fa un’altra considerazione… se lo sconforto invece prende il sopravvento aliena, appiattisce, ammala.
Rebecca guarda il suo volto un po’ segnato ma intenso sul bordo dello specchio antico in corridoio, tra la porta della sua camera da letto e la porta della camera di sua figlia Liam.
Dove sei? Tesoro mio… . – dice sibillino il suo pensiero rivolgendosi alla sua immagine.
Ma riesce a dirigere il dolore. Lei la grande figlia
è a zonzo a vivere la sua vita di Grande Donna. Ma lei, Rebecca, la pensa ogni attimo. La sua adorata bambina che potrebbe essere anche il presidente dell’America, sarebbe sempre la sua a adorata figlia.
Ti amo figlia mia – si dice - più dell’uomo che ti ha generata.
E guardandosi allo specchio riconosce una smorfia di sua figlia nei suoi occhi.
Fuori la pioggia picchietta leggera i vetri appena lavati; un po’ nervosa apre un po’ la finestra per guardare oltre il paesaggio.
Case basse come la sua, una strada con molto verde, un viale alberato e le montagne.
La campana giù in piazza batte le 11 e 30.
Oltre l’ultima montagna altissima un arcobaleno corto e buffo fa capolino, come il pigolio dell’uccellino posato sul nido del tetto poco distante.
Un pensiero fisso nel cuore e nella mente, Liam, ed il suo uomo eternamente assente…… eternamente scivolante che la fa vivere una vita di coppia sospesa…. Sempre piena di dubbi ed insicurezze.
Fuori i suoni sono brevi, piccoli ma immensi, come ovattati. Il pensiero di Rebecca si avvolge come un nastro di seta e frusciante.
Dovrei uscire veloce – si dice – Dai su mi devo sbrigare, fuori c’è chi mi aspetta ed io non riesco a vestirmi, truccarmi, prepararmi. Ho un appuntamento tra venti minuti e sono ancora in mutande che giro per casa. Anche se è venerdì e tutto viaggia più lento, mi devo dare una mossa. Che bello però, quindici giorni di vacanza davanti a me…… ed Ottavia mi sta aspettando…..per fortuna che ho preparato il trolley ieri.
Finisce di piovere.
Ottavia la sta attendendo in piazzetta al solito bar carino, molto di montagna
. Ha le unghie laccate rosse di fresco, bionda, magra, simpatica, gentile. Attende Rebecca in largo anticipo, ma è scesa prima dal suo paese per vedersi col suo uomo ed ha risolto l’incontro con lui piuttosto frettolosamente.
Il paese dove abita Ottavia è Bastia, poco distante da Spert dove abita Rebecca; ma sistematicamente, come ogni venerdì pomeriggio da più di 25 anni, non mancano di incontrarsi per pianificare gite, incontri, vacanze, serate od incontri con altri conoscenti od amici.
Eccola Rebecca, vestita con un abito leggero nero ed un gilèt chiaro svolazzante sopra. I capelli biondi legati con una coda, svolazzano anche loro. Occhiali da sole perennemente piantati in faccia e borsa in tinta con le scarpe rigorosamente taccate
, borsa a mano ed il piccolo trolley verde con un po’ di cambi Non si sa mai - Ha pensato la sera prima preparandolo – magari decidiamo all’ultimo momento di andare da qualche parte come è successo sei mesi fa e non avevo più cambi su cui contare!!!
.
Scende la scalinata di marmo bianco che separa la piazzetta dalla stradina che porta a casa sua quasi volando. La pioggia appena finita ha lasciato un velo d’umido su tutte le cose ed i pensieri.
Un sorriso stampato in faccia la rende deliziosa. Se ne rende un po’ conto e maliziosa ricorda la frase di un suo ex conoscente, rivolta al suo ex marito: Tua moglie Rebecca è una moglie incantevole
ed il marito per nulla geloso né infastidito gli rispose Bhè, si, ….carina
ma neppur tanto convinto.
Poiché il commento dell’uomo era motivato perché davvero pensava ciò che diceva di Rebecca, lei era diventata un po' rossa in viso e si era sentita molto bene e gratificata. Un buon pensiero su di lei non poteva che aumentare un’autostima abbondantemente schiacciata e non alimentata da quel suo marito così mal innamorato.
Con la stessa malizia alza gli occhiali cercando Ottavia tra i tavolini zeppi persone che si avvicendano tra bicchieri con aperitivi di mille colori.
Trovata! Si siede rumorosa sulla sua sedia mentre Ottavia saluta con un bacio una conoscente.
Eccoti finalmente!! - Le sorride Ottavia.
Già, mi sono persa per un po’ di tempo tra il vuoto di lui che non è in casa, il vuoto di mia figlia ed il vuoto nella testa che ho io!!
Sei vuota?’ – risponde pensierosa Ottavia.
Ma che ne so?!? Bho?! Però un po’ melanconica si. Mi manca Liam e Riccardo. Lo sai che è ripartito per lavoro? Ritorna tra quindici giorni. Cavolo mi manca già così tanto. Eppure con tutte le volte che si sposta per lavoro, dovrei esserci abituata. Invece nulla, mi manca come l’aria. E non ti lascio immaginare come mi manca Liam…. Sempre di più. E Riccardo,……… Riccardo……. ho come un pensiero….. – Ma ricaccia un singhiozzo dentro il cuore - …… e poi Liam che non chiama mai; lo sai che ora è in Inghilterra vero? Te l’avevo detto vero?
Circa un venti venticinque volte – risponde divertita ma per nulla arrabbiata Ottavia – Si lo so che è in Inghilterra. E vorrei ricordarti che si doveva trovare con mio figlio Danny a Cambridge questa