Memorie di un burattino
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Info su questo ebook
Andrea Speranza, nato a Roma il 28 febbraio 1969 sposato, padre di due figlie. Laureato in Giurisprudenza. Iscritto all’albo dei giornalisti, elenco pubblicisti, autore di vari articoli su quotidiani e riviste riguardanti temi concernenti le politiche abitative e gli appalti pubblici.
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Anteprima del libro
Memorie di un burattino - Andrea Speranza
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il professore Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London Canino e le vite dei santi.
Una Vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i quattro volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
NOTA DELL’AUTORE
Seppur i personaggi del racconto sono frutto della fantasia di Carlo Lorenzini, meglio conosciuto come Carlo Collodi, quella raccontata è purtuttavia una storia vera.
Pinocchio è esistito realmente ed esiste tuttora in tutte quelle persone che sono vissute, e vivono, nella consapevolezza dell’esistenza di un padre dispensatore di regole e scoprono, all’improvviso e con stupore, di essere figli. E così, credendo per una vita di essere a credito con essa per aver vissuto costretti da regole, non sempre condivise, si ritrovano, di punto in bianco, ad esserne, invece, a debito per un amore ricevuto del tutto gratuitamente, in sovrabbondanza, non sempre meritato e non sempre ricambiato. Scoperta questa che sconquassa la consuetudine consolatoria del quieto vivere perché spesso è più conveniente e deresponsabilizzante sopravvivere con l’attenuante di aver subito ingiustizie, e quindi con l’atteggiamento di chi nella vita ha già fin troppo dato e si aspetta di ricevere per pareggiare i conti, che vivere con la consapevolezza di aver ricevuto più di quello che si è riusciti a dare.
Mangiafuoco rivive in ogni gesto gratuito di chi, rendendosi finalmente conto di essere figlio, si presta a colmare quel debito di amore, che tutti i figli hanno accumulato, donando qualcosa di sé agli altri.
Anche il gatto e la volpe sono esistiti realmente ed esistono, e prolificano tuttora, e si materializzano in quelle persone che ostinatamente si credono di essere in credito con la vita e quindi in diritto di agire, in qualsiasi modo lecito o meno, per saldare il debito a scapito del prossimo.
INTRODUZIONE
La vita è relazione e cambiamento. Ciò che non muta rinsecchisce e muore. Queste considerazioni sono alla base della lettura che si propone con riguardo alle avventure di Pinocchio.
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