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Un eroe dal passato: Alucard - I
Un eroe dal passato: Alucard - I
Un eroe dal passato: Alucard - I
E-book357 pagine4 ore

Un eroe dal passato: Alucard - I

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Info su questo ebook

In un mondo popolato da creature soprannaturali, vampiri e umani hanno trovato il modo di convivere: con il matrimonio tra Kain, signore dei vampiri, e una donna umana, la sanguinosa guerra che si protraeva da secoli si è finalmente conclusa, ma in molti si oppongono all’attuale situazione, primo fra tutti Dracula, un crudele vampiro che mira a prendere il posto di Kain e sottomettere il genere umano. Per attuare il proprio piano concepisce un figlio mezzosangue con un’umana così da potersi servire di lui anche durante il giorno, ma la donna fugge portando con sé il bambino e crescendolo come un normale essere umano. Dopo innumerevoli scontri, Alucard decide di inscenare la propria morte e cambiare identità. Si ritira dalle battaglie e fonda un’agenzia di mercenari nella speranza di condure un’esistenza più o meno tranquilla, ma non ha fatto i conti con Faith, la figlia di Kain. Per sfuggire alla noiosa vita a castello, la principessa si fa assumere proprio dal vampiro, in cerca di avventure. Ignara della sua vera natura e soprattutto della sua identità, l’esuberante ragazza piomba come un uragano nella vita di Alucard e con la sua allegria, la sua vitalità e la sua innata capacità di cacciarsi puntualmente nei guai, cambierà per sempre l’esistenza del vampiro risvegliando il suo cuore sopito da tempo.
"Un eroe dal passato", primo capitolo della trilogia "Alucard", torna in questa nuova veste completamente rieditato. 

Illustrazione di copertina a cura di Karen Sadia Darboe
LinguaItaliano
Data di uscita1 giu 2016
ISBN9786050450064
Un eroe dal passato: Alucard - I

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    Anteprima del libro

    Un eroe dal passato - Barbara Artico

    copertina

    Barbara Artico

    Un eroe dal passato

    Alucard - I

    UUID: f9a0b6d6-2504-4902-b04a-a145deb36389

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    NOTA DELL'AUTRICE

    Sono passati otto anni da quando esordii nel mondo della letteratura italiana con la trilogia Alucard, a quel tempo racchiusa in un unico libro. Il mio stile di scrittura si è evoluto da allora e per questa nuova edizione che inaugurerà la versione cartacea ho voluto rinfrescare e modificare leggermente il libro, senza stravolgerne ovviamente la trama. Coloro che hanno letto la prima versione troveranno infatti alcune differenze, niente di sostanziale o incisivo, solo qualche rimodernata in alcune parti e approfondimenti nelle descrizioni dei personaggi e dei luoghi. Il cartaceo è un passo importante e pubblicare la trilogia così com'era mi sembrava quasi una mancanza di rispetto verso quella che è stata sì la mia prima creazione, ma in un certo senso è stata anche il mio primo amore e ritengo doveroso renderla al meglio in questa sua nuova veste, sia per il libro stesso che per coloro che lo leggeranno per la prima volta o che vorranno rileggerlo.

    PREFAZIONE

    Voglio raccontarvi una storia.

    È una storia dove i protagonisti sono vampiri e umani, ma non pensate che sia la solita storia del Conte Dracula, dei suoi servitori e di un cacciatore che viene fuori dal nulla e salva il mondo dalle creature della notte.

    Questa è una storia che parla di dolore, odio, amicizia, ma soprattutto di amore, amore che può nascere tra due creature completamente diverse e che li legherà per sempre.

    Chi sono io?

    Io sono solo uno spettatore che non ha saputo fare altro che stare a guardare in silenzio e non ha fatto niente per far sì che le cose andassero diversamente.

    Ma cominciamo dall'inizio…

    PROLOGO

    C'era una volta...

    Secoli fa il mondo era diviso in tre fazioni: gli umani, i vampiri e i demoni. Per anni la guerra per contendersi il controllo del mondo era rimasta senza vinti né vincitori, ma la vittoria sembrava arridere sempre più ai vampiri, più forti degli umani e più organizzati dei demoni. Nacquero così i primi cacciatori, uomini e donne a cui veniva insegnato l’uso della magia per contrastare la superiorità del nemico. Tra i più fanatici c’erano i Morghwarth, un gruppo di veri e propri assassini senza scrupoli che, con la scusa di liberare il mondo dalla piaga dei vampiri, saccheggiavano intere città e uccidevano indistintamente chiunque si rifiutasse di assoggettarsi al loro volere, uomini e donne compresi. In realtà tra le loro file si celavano i Dreynar, un’antica razza di demoni da sempre in lotta coi vampiri che, maestri nell’arte illusoria, mascheravano il loro aspetto da scheletri deformi sotto sembianze umane e fomentavano i cacciatori per raggiungere i loro scopi.

    A capo della fazione dei vampiri c’era Kain Lorikar, un potente guerriero dai lunghi capelli bianchi. Un tempo era un umano di nobili origini, ma venne aggredito da alcuni banditi durante un viaggio. Trovato in fin di vita da un vampiro che, invece di dargli il colpo di grazia e cibarsi di lui, gli propose di trasformarlo, Kain accettò, scoprendo così più umanità nella creatura della notte che nei criminali che lo avevano assalito per futili motivi. Dopo aver dimostrato il proprio valore in numerose battaglie contro i Dreynar, conquistò Norkrak, le terre d’ombra, così denominate poiché il cielo era perennemente coperto da grandi nubi grigie che impedivano ai raggi del sole di oltrepassarle. Riunì i vampiri sotto il suo comando e trasformò l’intera regione nella loro patria, ma non sterminò gli umani che l’abitavano, al contrario: strinse un patto di non belligeranza con loro, impegnandosi a difenderli dagli attacchi dei demoni in cambio di una pacifica convivenza. Il sogno di Kain era proprio quello, costruire un mondo dove umani e vampiri potessero coesistere in pace.

    Ma non tutti la pensavano a quel modo. C’erano vampiri che combattevano per la supremazia, invece della pace, e invece di appoggiare Kain e i suoi ideali servivano Dracula, un crudele vampiro dai lunghi capelli dorati votato allo sterminio della razza umana. Anche lui un tempo era un comune essere umano, per quanto assurdo possa sembrare. Spietato e sadico anche in vita, il suo vero nome era Vlad Tepes, ma l’aveva cambiato in Dracula, figlio del diavolo, quasi volesse cancellare ogni riferimento alle sue origini mortali. Incapace di saziare la sua smania di potere, aveva venduto anima e corpo alle tenebre servendosi dell’aiuto di alcuni negromanti. Non solo divenne un vampiro a tutti gli effetti, ma acquisì poteri oscuri senza pari. Dopo aver cancellato qualsiasi presenza umana da Drakenrak, le terre del diavolo, così aveva ribattezzato il suo territorio, Dracula costruì il proprio maniero al centro della regione e arruolò un esercito di vampiri e demoni. Il castello era perennemente circondato da una cortina di nebbia derivante dai poteri stessi del vampiro, talmente fitta che il sole non riusciva mai ad oltrepassarla, conferendogli il nome di Fortezza Oscura.

    I due vampiri si erano trovati spesso a combattere fianco a fianco contro demoni e umani, ma questo di certo non li rendeva alleati. Kain non approvava la crudeltà del Signore delle Tenebre e Dracula disprezzava gli ideali del signore di Norkrak. Si tolleravano a vicenda e entrambi stavano ben attenti a non immischiarsi negli affari dell’altro.

    Per quanto assurdo possa sembrare, Dracula era sposato con un’umana di nome Elaine, una bellissima donna dai lunghi capelli rossi che era stata sacrificata a lui ma che per qualche motivo apparentemente inspiegabile aveva tenuto con sé. Nonostante fosse la moglie del Signore delle Tenebre, la donna conservava il proprio animo buono e gentile e paradossalmente il vampiro sembrava tollerarlo, trattandola quasi con affetto. Il suo vero scopo fu presto lampante quando la donna rimase incinta: non avendo voluto vampirizzarla, il figlio che avrebbe dato alla luce poteva essere solo un mezzosangue. Metà umano e metà vampiro, avrebbe avuto la forza e i poteri del padre ma senza la maledizione del sole. Il Signore delle Tenebre già pianificava di trasformarlo nel suo personale angelo della morte e lo battezzò col suo stesso nome scritto al contrario, Alucard.

    Ma non aveva fatto i conti con la moglie.

    Aiutata da Sebastian, il generale dell’armata di Dracula che mal tollerava il suo signore, Elaine riuscì a fuggire durante il giorno portando con sé il bambino in fasce. Dracula andò su tutte le furie quando scoprì la sparizione dei due, ignaro che fosse stato proprio il suo braccio destro a permetter loro di fuggire. Vampiri e demoni li cercarono per giorni e notti senza risultati, la donna era ormai lontana da Drakenrak e dalla sua influenza. Raggiunse il territorio degli umani e si nascose in una vecchia rocca abbandonata nei pressi di un paesino troppo piccolo anche per avere un nome. Sapeva che questo non avrebbe fermato Dracula, ma nel frattempo avrebbe cresciuto il piccolo Adrian, così l’aveva ribattezzato, nell’amore e nella tranquillità come un normale essere umano.

    Il giovane principe crebbe in fretta grazie al suo sangue da vampiro, diventando un bambino forte e robusto dai lunghi capelli neri e gli occhi azzurri. Come il padre aveva previsto, non aveva ereditato nessuna delle debolezze dei vampiri, ma solo i pregi: forza e velocità sovrumane, sensi ipersviluppati e un corpo apparentemente invulnerabile. Passò l’infanzia nella pace di quella campagna tranquilla e fece amicizia con Sonia Belial, l’unica bambina del paesino lì vicino. Più vecchia di tre anni nonostante sembrasse più piccola di lui, aveva lunghi boccoli dorati, occhi di un azzurro cristallino e un carattere vivace e gioioso che l’aveva resa la beniamina del paese. Discendeva da una lunga stirpe di cacciatori di vampiri e, quasi a volerlo dimostrare, possedeva dei poteri magici.

    Col passare degli anni la loro amicizia cominciò a evolversi in qualcosa di più profondo, nonostante il principe celasse un lato misterioso che non voleva condividere con nessuno e che non faceva altro che aumentare la curiosità e il fascino che la ragazzina provava per lui. Perché non la invitava mai a casa sua e non le faceva conoscere sua madre? E perché non parlava mai di suo padre?

    Quello fu l’unico periodo felice nella vita di Alucard. Da allora sono passati più di duecento anni, ma rimandiamo il racconto a più tardi e veniamo ai giorni nostri. Non vorrei correre il rischio di annoiarvi prima ancora di presentarvi i personaggi più importanti…

    CAPITOLO 1

    La Principessa

    Paradon, cittadina nel territorio degli umani.

    Costruita in cima a un alto promontorio, un tempo era di enorme importanza per la sua posizione strategica al confine con Norkrak, ma da quando la guerra tra umani e vampiri era cessata, l’esercito di istanza se n’era andato, trasformando quello che era stato un formicaio frenetico in una tranquilla località di appena quindicimila anime.

    Sull’estremità a nord, a ridosso del dirupo, sorgeva l’ex quartier generale dell’esercito, un edificio di tre piani dal tetto piatto circondato da un’alta muraglia. Abbandonato dai precedenti utilizzatori, era stato rilevato da un uomo al servizio di Norkrak e completamente ristrutturato. All’interno delle mura c’era un ampio giardino che ospitava persino una piscina, mentre il terzo piano, un tempo occupato dal centro di comando, era stato trasformato in un accogliente appartamento con un ampio soggiorno dotato di tutti i comfort, un piccolo bar, le stanze private degli occupanti e due bagni distinti.

    Una ragazza dai lunghi capelli rossi era comodamente spaparanzata proprio su uno dei divani del salotto. Dopo aver fatto zapping più volte nel tentativo di ammazzare la noia, spense il televisore da sessanta pollici e si alzò sbuffando. Bussò a una delle porte che davano nel soggiorno ma, non ricevendo alcuna risposta, insistette per poi cominciare a urlare.

    Spiiike!

    Si sentì una voce seccata rispondere dall’interno della stanza: Chi è che rompe?

    E chi vuoi che sia, ci siamo solo io, te e il barista qua dentro!

    Che vuoi?

    Visto che non c’è niente da fare vado a farmi un giro, ciao!

    Senza aspettare una risposta, la rossa salutò l’uomo dietro al bancone del bar e scavalcò il davanzale per tuffarsi nella piscina diversi metri più sotto. Il povero barista, un uomo sulla quarantina dai radi capelli castani, appoggiò lo strofinaccio per poi andare a chiudere la finestra.

    Ma perché non può usare le porte come tutte le persone normali? borbottò tra sé e sé.

    La porta della stanza dove la strana ragazza aveva bussato più volte finalmente si aprì e un ragazzo sui trent’anni emerse dalle profondità della camera. I capelli bianchi tagliati poco sopra le spalle incorniciavano il volto pallido da cui spiccavano gli occhi di un azzurro cristallino.

    Perché sparisce ogni cinque secondi, si può sapere dove va? L’ho assunta praticamente per niente! sbottò passandosi una mano tra i capelli scompigliati prima di lasciarsi ricadere sul divano dove fino a poco prima c’era lei.

    È anche vero che ultimamente Kain non ti ha affidato nessuna missione. la difese l’uomo riempendo un bicchiere di whisky per poi appoggiarlo sul tavolino di fronte a lui.

    Il ragazzo lo afferrò, ma invece di berlo rimase a guardarlo per diversi secondi, come se stesse cercando la risposta alle sue domande nel liquido ambrato.

    A questo punto era meglio quando eravamo solo io e te, almeno tra queste mura ero libero di essere me stesso. sbuffò prima di trangugiarlo in un solo sorso.

    Il barista sorrise con condiscendenza.

    Ma devi ammettere che, da quando Ivy è qui, le giornate sono meno noiose! esclamò sedendosi sul divano di fronte.

    E chiassose. aggiunse il ragazzo borbottando, ma nonostante non volesse darlo a vedere, un sorriso animò ugualmente il suo volto.

    Faith Lorikar, la ventenne figlia di Kain. Nonostante fosse la figlia del signore dei vampiri, aveva ereditato solo la forza e parte dei poteri del padre, come il teletrasporto e la capacità di volare, ma era nata completamente umana come la madre, morta in circostanze misteriose insieme al suo fratellino poco dopo la loro nascita. Cresciuta dal padre che quand’era lontano dalle guerre sapeva essere dolce e affettuoso, e dai sei generali del suo esercito affiancati da Acamas e Ianos, i consiglieri di Kain, era diventata una giovane donna dai morbidi capelli rossi, ereditati anch’essi dalla madre. Aveva trascorso l’infanzia in compagnia di Umah, unica figlia di Acamas, ma col passare degli anni il loro carattere diametralmente opposto le aveva allontanate. La giovane principessa era uno spirito ribelle dall’entusiasmo inesauribile che col suo sorriso e la sua simpatia accattivava chiunque.

    Stanca della monotona vita a palazzo, decise di lasciare il castello e trasferirsi nel territorio degli umani. Abbandonò ben presto lo stile di Norkrak, che prevedeva acconciature e abiti pomposi, e abbracciò quello più semplice degli umani, più consono alla sua natura. Cambiò anche il suo nome in Ivy, non voleva grattacapi inutili per la sua parentela con Kain, e cominciò a girovagare senza una vera e propria meta. Fu così che, passando casualmente per Paradon, notò l’annuncio di ricerca di personale con capacità al di fuori del comune per svolgere missioni per Norkrak. La cosa sembrava allettante, Kain non le permetteva mai di scendere in campo, senza contare che avrebbe avuto la scusante per tornare al castello ogni qualvolta lo desiderasse senza destare sospetti.

    Ignorando che l’uomo per cui avrebbe lavorato non solo era un vampiro, ma addirittura era stato uno dei luogotenenti di suo padre, si presentò alla vecchia caserma e diede prova delle sue abilità fisiche e magiche. Il barista, unico dipendente oltre a lei, la accolse calorosamente, mentre il suo superiore, pur accettando di assumerla, non le diede il benvenuto con lo stesso entusiasmo dell’uomo. Loquace ed esuberante, senza peli sulla lingua e per nulla intimorita dal suo capo, la ragazza mal sopportava i modi scontrosi del ragazzo dagli strani capelli bianchi e il suo stare sempre sulle sue, ma non poteva non riconoscere il suo fascino magnetico e soprattutto la sua bellezza. Incuriosita dall’aura di mistero che sembrava circondarlo, passava le giornate a interrogarlo inutilmente e a punzecchiarlo. Questo causava continui litigi che il povero barista doveva sempre cercare di risolvere, ma nonostante i continui assalti dell’esuberante ragazza cominciassero a fare breccia in lui, il ragazzo continuava a tenerla lontana e a fingere indifferenza nei suoi confronti per motivi che lei ignorava.

    Ivy ricomparve di fronte al maestoso portale del castello di Norkrak. Era da qualche settimana che non si faceva vedere, il lavoro (perché ogni tanto il suo capo la faceva veramente lavorare mandandola a debellare gruppi di demoni che invadevano il territorio degli umani) l’aveva tenuta occupata per giorni.

    Bentornata principessa! la salutò il vampiro addetto al ruolo di usciere, vedendola entrare. È da molto che non tornava a palazzo, vuole che le prepari qualcosa? Chiamo la servitù? La faccio annunciare?

    Naah, non ti disturbare, sono venuta solo a salutare il babbo! lo rassicurò lei agitando la mano.

    L’ossequiosità che le riservavano a palazzo la metteva sempre a disagio, lei non si sentiva una principessa ma una comune ragazza, e come tale preferiva essere trattata, senza servitori o domestici.

    Come desidera.

    Il vampiro le sorrise e si ritirò con un inchino, tornando alle proprie mansioni. Con un sospiro di sollievo, Ivy si incamminò per il lungo corridoio della reggia, quando:

    Principeeessaaa!

    Faustus, uno dei sei luogotenenti di Kain, le corse incontro saltellando come un bambino. Aveva lunghi capelli neri raccolti in una treccia e un corpo longilineo quasi effeminato avvolto in una stretta uniforme variopinta.

    In vita era stato uno dei tanti orfani causati dalla guerra. Costretto a vivere per strada, passava le sue giornate intrattenendo i passanti con danze e numeri da acrobata, agevolato dal suo corpo esile, guadagnandosi così il necessario per sopravvivere. Aggredito barbaramente da alcuni demoni che vedevano in quel gracile ragazzino carne da macello, fu trovato in fin di vita da Kain che, impietosito dal destino crudele di quel povero ragazzo già di per sé abbastanza sfortunato, lo trasformò prima che esalasse il suo ultimo respiro. Entrò nell’esercito del signore di Norkrak e, grazie alla sua agilità fuori dal comune anche per un vampiro, scalò in fretta i ranghi fino a diventare uno dei suoi luogotenenti. In combattimento seminava morte saettando da un nemico all’altro con le fidate lame gemelle, ma al di fuori del campo di battaglia era ancora il ragazzino giocoso che Kain aveva salvato. Dall’animo puro e fanciullesco, chi lo conosceva stentava a credere che fosse uno dei generali dell’esercito di Norkrak.

    Ivy inorridì quando vide una bambolina tra le mani del generale. Sembrava non si rendesse minimamente conto che gli anni erano passati e che lei non era più una bambina!

    No Faustus, non gioco con le bamboline con te! Vai via!

    Fortunatamente Sebastian passava per lo stesso corridoio. Colui che un tempo era stato il braccio destro di Dracula era passato nelle file di Norkrak due secoli prima, quando alcuni cacciatori tesero un’imboscata a Leander, al tempo il generale di più alto grado dell’esercito di Norkrak. Costretto ad abbandonare momentaneamente il suo ruolo per riprendersi dalle gravi ferite riportate, venne sostituito proprio da Sebastian. La convivenza col suo antico padrone era diventata ormai insopportabile per entrambi, specialmente dopo le conseguenze della scomparsa di Elaine e Alucard. Dracula fu più che felice di sbarazzarsi di un elemento che non poteva piegare al suo volere, mentre il generale vide per la prima volta l’opportunità di servire ideali più nobili.

    Aveva un fisico perfetto e il sorriso da canaglia, un connubio che lo rendeva il vampiro più desiderato di Norkrak. Ne era consapevole, per questo portava sempre uniformi che valorizzavano il suo corpo e pettinava i capelli scuri all’indietro, così da mostrare il volto che ogni donna vedeva nei suoi sogni. In vita era stato uno dei più grandi maestri di spada, guerrieri accorrevano da tutto il mondo pur di potersi allenare insieme a lui. Ucciso da Dracula che, conscio del suo valore, voleva un combattente da far invidia a Kain stesso, divenne il suo unico luogotenente, ma la trasformazione in vampiro non aveva corrotto il suo animo nobile.

    Seba aiutami, ti prego! lo implorò la principessa andando a nascondersi dietro il suo mantello e il luogotenente alzò gli occhi al cielo.

    Faustus, va a giocare da solo! sbottò infastidito.

    Cattivo! mugugnò Faustus stringendo i pugni come un bambino prima di andarsene pestando i piedi.

    Mi hai salvato la vita! esultò felice Ivy uscendo dal suo nascondiglio.

    Come mai sei qui? Il tuo capo ti ha fatta arrabbiare ancora? le chiese Sebastian con un sorriso bonario.

    Era l’unico a sapere che la principessa lavorava per quello che un tempo era conosciuto come Spike il Sanguinario, ma aveva mantenuto il segreto di entrambi.

    No, questa volta no! Cioè, mi ha fatta girare, ma non più del solito! Sono passata solo per darvi un salutino.

    Se cerchi Kain, sta facendo delle cose mooolto importanti per Norkrak con Acamas e Ianos. la informò il vampiro con fare sarcastico e, a quelle parole, Ivy alzò gli occhi al cielo.

    Ho capito, stanno giocando di nuovo a Poker!

    Ogni qualvolta non c’erano guerre da combattere, il signore di Norkrak passava la maggior parte delle sue giornate a giocare d’azzardo coi suoi consiglieri.

    Se hai bisogno di me, sai dove trovarmi.

    Il generale si inchinò con fare teatrale e tornò alle sue mansioni, lasciando la ragazza coi suoi dilemmi. Entrare nella sala del trono in quel momento equivaleva a ritrovarsi nel bel mezzo di un campo di battaglia, le partite a poker tra i tre vampiri finivano quasi sempre alle mani. Senza contare che il padre, una volta accortosi finalmente della sua presenza, l’avrebbe sgridata come al solito per i vestiti che indossava e per i capelli sciolti per poi tempestarla di domande. Dove sei stata? Quando torni a palazzo? Perché non rispondi mai alle mie chiamate?

    Abbassò le spalle con un sospiro. Non era in condizioni psichiche per affrontare tutto quello, era tornata a palazzo per rilassarsi, non per stressarsi ancora di più. Si diresse verso la propria camera, un po’ di riposo lontano da tutti era proprio quello di cui aveva bisogno, ma il destino quel giorno sembrava avercela con lei. Sulla sua strada trovò Magnus, un altro dei sei luogotenenti. Corti capelli neri tagliati a spazzola, alto quasi due metri e con un fisico da body builder, era l’esatto contrario di Faustus, con cui faceva solitamente coppia in battaglia.

    In vita era stato una specie di gladiatore, viaggiava in cerca di sfide sempre maggiori per dar prova della sua forza. Ogni battaglia, che fosse contro vampiri, umani o demoni, lo vedeva in prima linea con l’enorme ascia bipenne che usava come arma. Fu proprio durante uno scontro con un esercito di demoni che sacrificò la sua vita per permettere ai pochi sopravvissuti di ritirarsi e riorganizzarsi con il grosso dell’esercito. Da solo tenne testa a più di trenta avversari, infliggendo perdite così grosse tra le fila nemiche che dovettero retrocedere a loro volta. Trovato agonizzante da Kain che aveva assistito all’intera battaglia da lontano, rise in faccia anche alla morte stessa, e quando il signore di Norkrak gli chiese di unirsi al suo esercito e continuare a combattere al suo fianco, rispose semplicemente: Perché ci hai messo così tanto a chiedermelo?

    Da quel giorno divenne il più chiassoso e festaiolo dei luogotenenti, sia sul campo di battaglia che fuori. Dal carattere spensierato e esuberante, aveva il brutto vizio di scoppiare a ridere anche nei momenti meno adatti.

    Buongiorno princip…

    Fu tutto inutile. Quando vide l’abbigliamento semplicistico della ragazza e i capelli morbidi che le ricadevano sulle spalle, scoppiò in una fragorosa risata.

    Mi scusi ma è più forte di me, non riesco a trattenermi quando la vedo conciata a quel modo!

    Conciata a quel modo… ripeté la ragazza spiaccicandosi una mano sulla faccia. Ma ti sei visto?! ribatté indicando l’armatura nera che conteneva a malapena il suo fisico possente.

    Perché? Cosa c’è che non va? domandò il vampiro, confuso.

    Bah, lasciamo perdere… ero venuta per rilassarmi e invece mi state facendo venire il sistema nervoso…

    Il sistema nervoso!

    Magnus scoppiò nuovamente a ridere.

    Forse voleva dire l’esaurimento nervoso!

    Sistema, esaurimento, quella roba lì insomma, non facciamo i precisini! borbottò la ragazza, ma il vampiro continuò a ridere imperterrito.

    Principessa, è troppo forte!

    Ivy sbuffò innervosita. Non solo non era riuscita a rilassarsi, ma aveva appena dato modo al vampiro di prenderla in giro per i successivi sei o sette mesi con quella piccola gaffe.

    Meglio se torno da quel disgraziato del capo, se no è la volta buona che mi licenzia! borbottò tra sé e sé allontanandosi dal luogotenente ormai in lacrime pestando i piedi come poco prima aveva fatto Faustus.

    Stava per abbandonare il castello una volta per tutte quando, all’ingresso, incrociò una vampira dai lunghi capelli neri con indosso un succinto vestito di colore viola fatto più per mostrare che per coprire il suo corpo dalle curve mozzafiato. Umah, la figlia di Acamas. Ci mancava solo lei per concludere in bellezza quella giornata idilliaca.

    Ma guarda un po’ chi c’è! Ciao Faith, è da un po’ che non ti facevi viva! Mi hai trovato qualche bel ragazzo in città? domandò con un sorriso seducente, ma la principessa le lanciò un’occhiataccia obliqua.

    Non sono dell’umore adatto! tagliò corto prima di sparire in un turbine di petali neri.

    La vampira sollevò le spalle con un sospiro prima di varcare le porte del castello di Norkrak che si richiusero dietro di lei.

    VITA

    Duecento anni di storia

    Il giovane Alucard si guardò nel grande specchio appeso alla parete della sua camera. Il riflesso che vide era quello di un ragazzo più simile ai sedici anni che non ai dodici che in realtà aveva. Sistemò il colletto della camicia e afferrò la giacca appesa alla parete.

    Allora io vado! annunciò entrando nella stanza della madre.

    Elaine appoggiò il libro che stava leggendo e gli andò incontro. Gli anni passati a celarsi a Dracula e ai suoi servitori non avevano intaccato la sua bellezza, rimasta quasi inalterata dal giorno in cui fuggì dalla Fortezza Oscura, solo qualche lieve ruga aveva cominciato a formarsi sul suo volto dolce contornato dai lunghi capelli rossi. Squadrò il figlio da capo a piedi, dubbiosa, infine gli sistemò i capelli raccogliendoli in una coda bassa, decisamente più elegante.

    Mi raccomando, torna presto! Di notte…

    …girano i vampiri, lo so! l’anticipò Alucard con fare sbrigativo.

    Per loro fortuna nessun vampiro si era mai avvicinato alla zona, ciononostante la donna continuava a vivere nel terrore e, per paura di essere riconosciuta come la moglie scomparsa del Signore delle Tenebre, non aveva mai abbandonato la rocca.

    Buona festa! si affrettò ad aggiungere con un sorriso forzato, porgendo un

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