Dark World II: Humans vs vampires vs lycans
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Anteprima del libro
Dark World II - Pietro Pellegrino
Finale
Introduzione
Nella Bibbia è scritto che i figli di Adamo ed Eva erano Caino e Abele. Tra i due, Dio aveva sempre preferito il secondo, per la sua grazia e i suoi modi; per tali motivi, Caino era invidioso del fratello e un giorno lo uccise.
Nella realtà, le cose poi andarono in questa maniera: visto che Caino, uccidendo il fratello, aveva ceduto agli istinti più bassi della natura umana. Dio volle punirlo, oltre che con l’esilio dalla loro terra, condannandolo a trasformarsi, ogni notte di luna piena, in un lupo. Mentre, nel caso di Abele, Dio fu talmente rattristito dalla sua morte da farlo tornare in vita come vampiro. Entrambi i fratelli vissero millenni e, nel corso di questo tempo, tutti i figli che concepirono e tutti coloro che morsero divennero dei loro simili.
Il mondo, oltre che dagli umani, è stato sempre popolato anche da altre due razze intelligenti: i vampiri e i lupi mannari. Due razze, i cui membri erano detti immortali
, grazie a una certa immunità alle malattie, con rigenerazione, longevità e forza superiori a quelle umane.
Entrambe le razze si cibavano degli umani: i vampiri succhiavano loro il sangue, mentre i licantropi, quando saliva la luna piena e si trasformavano, li divoravano letteralmente. Tuttavia, mentre i vampiri potevano nutrirsi soltanto di sangue, i licantropi potevano mantenersi con tutto quello che mangiavano gli umani.
Quando mordevano gli umani, questi finivano per diventare come loro , anche se più deboli e meno longevi; questi, di fatto, erano detti mezzi-uomini
, proprio perché non erano nati immortali.
Nel caso dei licantropi, potevano tramutare gli umani in loro simili solo quando li mordevano nella loro forma di uomo-lupo, i vampiri, invece, quando succhiavano loro il sangue fino a farli morire dissanguati; dopo un periodo di vera e propria morte, gli umani si risvegliavano come vampiri.
Nonostante la netta superiorità degli immortali sui mortali, questi ultimi erano sempre stati in numero molto maggiore: perciò furono loro, alla fine, ad ottenere il predominio sul pianeta.
Per non essere sopraffatti, ad un certo punto, gli immortali avevano deciso di agire nell’ombra; dopotutto, se tutti gli umani avessero saputo della loro esistenza, sicuramente si sarebbero coalizzati contro di loro e li avrebbero sterminati.
Per sopravvivere, gli immortali dovettero farsi credere dei veri e propri miti. Per fare ciò, dovettero evitare quanto più possibile gli scontri con i mortali.
Le due razze, nonostante le loro grandi abilità, avevano anche dei punti deboli: i vampiri, infatti, si scioglievano a contatto diretto con la luce solare, mentre i licantropi soffrivano l’argento.
In ogni caso, il miglior modo per ucciderli era sempre stato colpirli al cuore o alla testa.
Le due razze avevano delle differenze. I vampiri erano freddi, intelligenti, ricchi ed erano quelli che si erano meglio inseriti nella società umana; i licantropi erano più forti fisicamente, abili guerrieri e nei lavori manuali, amanti della natura e impossibilitati a vivere sereni con i mortali, per via delle notti di luna piena in cui si trasformavano in delle belve sanguinarie.
Era capitato più volte, nel corso della storia, che le due razze si fossero scontrate tra di loro; e, nell’ultima grande battaglia, i licantropi avevano vinto e i vampiri avevano rischiato l’estinzione.
Da allora, i vampiri non avevano mai smesso di bramare la rivincita.
Capitolo I
1905
Era passato circa un secolo dalla precedente grande battaglia, e un’altra era all’orizzonte.
Il capo supremo dei vampiri era Dragunov, anche detto l’Imperatore dei Vampiri, che era riconosciuto per essere il vampiro più forte del mondo. Inoltre era il secondo vampiro più longevo con i suoi nove secoli.
Il vampiro più longevo era Corvus, con ben millecinquecento anni; in linea gerarchica, in Europa, veniva dopo Dragunov.
Era risaputo che i primi immortali vivessero per millenni; poi, con i secoli, la loro longevità era diminuita di gran lunga.
Corvus era soprannominato il Saggio, e veniva considerato una figura di rilievo tra la sua razza, in quanto tutti vi affidavano e gli chiedevano consigli. In passato era stato un prode guerriero che aveva combattuto a fianco e contro molti eroi; cinquecento anni prima, era iniziato il suo declino. Il vampiro aveva iniziato a invecchiare e indebolirsi; ora era un vecchissimo vampiro che, difficilmente, sarebbe durato un altro secolo di vita.
Dragunov e Corvus avevano una grande similitudine: entrambi erano gli unici vampiri a poter sopravvivere alla luce solare.
I vampiri avevano formato un nuovo esercito e avevano deciso di sterminare il gruppo più numeroso e forte di lupi mannari, che si era radunato in una zona sperduta della Russia; però lo Stregone Nero e il Saggio non sarebbero andati. Erano stati radunati cinquemila vampiri da tutta l’Europa per intraprendere quella marcia. Gli immortali, soffrivano meno il freddo degli uomini e si stancavano anche meno, quindi viaggiavano più rapidamente; i licantropi, però, erano quelli in assoluto con più energie e che resistevano meglio alle basse temperature.
Inoltre, durante la marcia, solitamente dovevano fare dei sentieri sui monti per essere visti il meno possibile dagli umani. Poi, ogni notte, dovendosi nutrire, se trovavano dei piccoli paesi o villaggi per la via, li attaccavano, uccidevano gli umani e si dissetavano con il loro sangue. Quando non trovavano umani, o quello che c’era non bastava per tutti, si nutrivano di sangue animale.
Il loro obiettivo era Hellgate, la città dei licantropi, anche detta la Città nella Caverna, proprio perché si trovava in una caverna.
Era abitata da tremila lupi mannari. Il loro comandante era Erik il Lupo Rosso, il guerriero licantropo più forte in assoluto: nessuno altro licantropo, in un combattimento, avrebbe mai potuto batterlo.
Quando, ormai, mancavano tre giorni al raggiungimento della loro meta, una mattina come altre, i vampiri si erano fermati e accampati come loro solito.
Valentine stava riposando a terra, nella sua tenda, quando fu svegliato. La tenda era grande abbastanza da contenere solo due persone ed era scura.
In quel momento, vicino a Valentine, dormiva un altro vampiro. Lo aveva svegliato un soldato.
Capitano Heat… il Generale le vuole parlare urgentemente!
Il soldato era coperto da capo a piedi e, nel momento in cui aveva aperto la tenda, era entrata un po’ di luce solare.
Va bene… adesso, vengo!
Il soldato lo salutò e uscì. Un attimo dopo lasciò la tenda anche Valentine Heat. Anche lui coperto interamente con mantello e cappuccio neri.
Intorno a lui e al loro accampamento, c’era la neve in tutte le direzioni e faceva molto freddo. C’erano pochissimi vampiri in piedi: gli altri stavano dormendo. Si mise in ginocchio davanti ad un laghetto e si lavò la faccia con l’acqua fredda, sotto il cappuccio. Ebbe modo di vedere anche il suo viso: aveva occhi nocciola e capelli e barba biondi; la sua capigliatura era corta e ben sistemata, da buon militare qual era.
Proprio in quel momento si accorse di una presenza minacciosa nelle profondità del laghetto. In un primo momento, temette che si potesse trattare di un licantropo, poi riconobbe un suo compagno di viaggio: Rudolf.
Il vampiro era biondo come Valentine, ma era decisamente più alto, muscoloso e forte. Era di origine germanica ed era detto l’Ariano; inoltre, era a comando dell’unità dei cavalieri. La sua arma, infatti, era un’enorme spada medievale. Proprio in quel momento, si stava esercitando con la sua lama, nudo, nelle freddissime profondità acquatiche di quel laghetto.
Ma come fa a fare sempre simili allenamenti?!
esclamò tra sé Valentine, un po’ invidioso.
Dopo poco, raggiunse la tenda del Generale, che era molto più grande delle altre e, al suo interno , presentava diversi mobili, si poteva ammirare: un letto di legno, un armadio pregiato anch’esso di legno, una poltrona, cinque sedie di legno, uno scaffale pieno di libri, un mappamondo, un lunghissimo tavolo di legno ripieno di carte e mappe.
Il quell’istante, Julius stava pulendo la sua armatura con una pezza.
Il Comandante di tutti i vampiri presenti in quello schieramento, colui che aveva organizzato quella marcia, aveva settecentosette anni, ma ne dimostrava poco più di trenta. Era detto il Grande, per le sue doti: aveva fascino e carisma, era di grande acume ed era un notevole combattente. Come forza, dopo Dragunov, era riconosciuto come il vampiro più forte. Come linea gerarchica, invece, era sotto, oltre che all’Imperatore, anche al vecchio Corvus. Aveva dei capelli biondi curatissimi e degli occhi d’argento molto intensi, e vestiva con una camicia bianca e dei pantaloni scuri.
La sua armatura era grigia e intarsiata di gemme, e le sue spalliere avevano la forma di teschi.
Il Capitano rimase sull’uscio per un po’ senza dire niente. Poi si levò il mantello e il cappuccio, fece un passo in avanti e il generale si fermò e lo salutò.
Valentine…
Generale Julius…
I due si sedettero . Julius si mise sulla sua poltrona mentre Valentine prese una sedia e si mise di fronte al comandante.
Come vanno le cose all’accampamento?
Benissimo… ho appena visto fare a Rudolf un’altra delle sue curiose esercitazioni…
Rudolf parla pochissimo e se ne sta quasi sempre per fatti suoi. E Matsumoto ha il suo stesso carattere. Ogni volta che mando qualcuno a cercare il nostro samurai, nessuno mai lo trova. È più invisibile di un ninja.
Però loro due sono i più forti di cui disponiamo… a parte voi, ovviamente.
Proprio allora, entrò un altro vampiro.
Su Matsumoto… sono stato io a consigliare Julius di metterlo a capo dell’unità degli assassini.
Buongiorno, August.
disse Julius.
Il vampiro appena entrato era più giovane