Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La leggenda del drago verde: e altri racconti
La leggenda del drago verde: e altri racconti
La leggenda del drago verde: e altri racconti
E-book121 pagine1 ora

La leggenda del drago verde: e altri racconti

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Tutti i racconti di Daniele Bello, per la prima volta raccolti in una antologia unica!
LinguaItaliano
EditoreHoenir
Data di uscita5 nov 2019
ISBN9788835327530
La leggenda del drago verde: e altri racconti

Leggi altro di Daniele Bello

Autori correlati

Correlato a La leggenda del drago verde

Ebook correlati

Fantasy per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su La leggenda del drago verde

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La leggenda del drago verde - Daniele Bello

    Daniele Bello

    LA LEGGENDA DEL DRAGO VERDE

    e altri racconti

    UUID: 9a8865d4-fe59-11e9-aa0e-1166c27e52f1

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    INTRODUZIONE

    Parte I

    LA LEGGENDA DEL DRAGO VERDE

    IL GRANDE NEMICO

    L'ARCHETIPO

    LA MISSIONE

    Parte II

    LA LEGGENDA DELL’ASTROLOGO ARABO

    BRIAN BORU - L’Ard-Rig di Erin

    IL VECCHIO CHE PIANTAVA ALBERI DA FRUTTO

    LA TOLLERANZA RELIGIOSA

    Parte III

    DOPO IMBOLC

    SEMEL IN ANNO!

    DOLCETTO O SCHERZETTO?

    LA MAGIA (INDOTTA) DEL NATALE

    PARTE IV

    NO CONNECTIONS!

    Parte V

    IL LAVORO DI PAPÀ

    FIABE DA OLTRE IL CONFINE MERIDIONALE…

    INTRODUZIONE

    Da diverso tempo, ormai, coltivo la passione della scrittura e - nel corso degli anni - mi è capitato spesso di elaborare articoli, saggi e romanzi di varia lunghezza.

    Con il genere del racconto breve, tuttavia, ho stretto un rapporto speciale: questo filone, infatti, rappresenta per noi story-teller una vera e propria sfida perché obbliga a creare, in poche pagine, un universo narrativo coerente ed in grado di suscitare emozioni.

    Come riuscire a comunicare un messaggio, destinato a rimanere impresso nelle menti e nei cuori di chi legge, quando la fantasia dell'autore è stata, in qualche modo, delimitata dalla natura stessa della composizione?

    Questo è il motivo per cui gli autori amano e allo stesso tempo temono la novella; ed è per lo stesso motivo che, quando mi riesce di ultimare un racconto nei limiti imposti dall'editore o dalla produzione del momento, provo una soddisfazione particolare.

    Di qui la decisione di raccogliere in questa antologia tutte le short stories che mi è capitato di scrivere negli ultimi anni; esse spaziano dal genere fantasy a quello storico-mitologico (che, in genere, sono i miei cavalli di battaglia), sino a quello autobiografico.

    Se il lettore proverà, sia pure in parte, le stesse emozioni che ho provato io nello scrivere... allora (e solo allora) potrò dire che la mia scelta è stata giusta.

    Buon viaggio nel mondo delle mie favole!

    Daniele Bello

    Settembre 2019

    Parte I

    Racconti fantasy

    LA LEGGENDA DEL DRAGO VERDE

    (per gentile concessione della GDS e della Liber Iter)

    1.

    Holdfast

    i.

    Negli anni in cui gli dei avevano già abbandonato gli uomini a loro stessi, ma durante i quali le terre conosciute erano ancora funestate da mostri di cui oggi è appena lecito sussurrare il nome, il regno di Sylvania venne sconvolto da un orribile flagello; i draghi scesero in picchiata dai cieli a tormentare gli abitanti dei villaggi, facendo razzia di bestiame e giungendo persino a rapire una fanciulla del borgo.

    La sventurata Alina era la figlia del fornaio e stava andando al pozzo alla ricerca di acqua da bere, quando dei grossi artigli uncinati la ghermirono con violenza per condurla sul picco di una montagna.

    Un enorme serpente alato dalle squame verdi e dai denti aguzzi era giunto a capofitto dalle nuvole bianche, l’aveva afferrata con forza e l’aveva condotta sino alle cime più elevate della catena dei Massicci Oscuri.

    A poco erano valse le grida di disperazione dei genitori della fanciulla: nessuno avrebbe mai osato affrontare quelle creature demoniache e men che meno per la figlia di un volgare bottegaio; la ragazza era destinata a rimanere prigioniera del drago per il resto della sua vita o ad essere il macabro pasto di quella orribile creatura…

    ii.

    Il drago Holdfast stava contemplando con soddisfazione l’antro che da diversi anni aveva adibito a sua dimora abituale; qualcuno avrebbe potuto considerarla buia, fredda ed inospitale, ma per lui costituiva l’emblema della sua magnificenza e del suo potere: all’interno della caverna, giacevano ammassati i tesori che era riuscito ad accumulare in anni di guerre e di saccheggi: erano il frutto dei suoi frequenti e ripetuti assalti agli insediamenti umani, si trattasse di villaggi indifesi o di castelli inespugnabili; in alcuni casi, egli si era persino spinto sin nelle foreste degli elfi e nelle cave sotterranee dei nani, sempre comunque attratto dalla lucentezza dei metalli o delle gemme. In un’occasione, Holdfast aveva addirittura ingaggiato una lotta all’ultimo sangue con un drago dalle squame color ebano (i draghi verdi, come è noto, sono impegnati da tempo immemore in una sanguinosa faida con i draghi neri) ed era riuscito infine, dopo un duello che lo aveva lasciato quasi in fin di vita, a conquistarne il ricco tesoro.

    E così nel suo antro si erano accumulati, negli anni, fortune dal valore inestimabile: gioielli e monili scintillanti, pietre preziose rutilanti di colori, monete e medaglioni di pregio… Holdfast giaceva letteralmente sopra un’immensa distesa d’oro, d’argento e di altre leghe metalliche.

    E poi, da ultimo, si era voluto anche concedere il lusso di avere una schiava personale: dopo averla rapita da un villaggio delle terre limitrofe, ne aveva annullato del tutto la volontà grazie ai suoi poteri ipnotici e l’aveva resa succube dei suoi desideri; una magnifica preda, in mezzo ai suoi tesori, in grado di fargli da serva e da cameriera ogniqualvolta ne sentisse il bisogno.

    Soddisfatto di quanto aveva realizzato nel corso della sua esistenza millenaria, Holdfast sentì il desiderio di riposare; si avviluppò in una posizione che consentiva a tutti i suoi muscoli di rilassarsi completamente, abbassò le sue enormi ali e si mise a dormire di un sonno profondo e beato.

    iii.

    Da diversi giorni, ormai, la vita era diventata un incubo per Alina; sin da quando aveva visto i draghi calare dall’alto per mettere a ferro e fuoco il suo borgo, la sua mente era impazzita ed aveva iniziato un lento ma inesorabile percorso che l’avrebbe potuta condurre solamente alla follia.

    Quella creatura immonda dalle scaglie verdi l’aveva sottratta brutalmente alla sua vita quotidiana e l’aveva fatta prigioniera in una terra straniera, circondata da montagne impervie e sferzata da un vento che faceva impazzire gli esseri più deboli; in quella landa desolata, solo i rapaci ed i draghi alati potevano sopravvivere: oltre, ovviamente, ai loro schiavi.

    Già, perché inizialmente Alina aveva pensato che il mostro l’aveva trascinata sino alla sua tana solo per divorarla più comodamente; invece il drago le aveva parlato con il linguaggio della mente, le aveva spiegato che da quel giorno in poi lei gli apparteneva, non avrebbe avuto più alcuna volontà autonoma ma sarebbe vissuta solo ed unicamente in funzione dei capricci e di quanto sarebbe andato a genio al suo padrone.

    E da quel giorno, Alina si era rassegnata al suo destino di serva: le sue facoltà mentali non le consentivano neppure lontanamente di concepire una ribellione; ma ogni tanto, soprattutto quando il drago si assopiva e il suo potere ipnotico si allentava (sia pure di poco), riusciva a nascondersi in un cantuccio della caverna e a piangere ancora calde lacrime sulla sua infelice sorte.

    2.

    Il Cavaliere Bianco

    Da alcune ore un guerriero stava cavalcando a spron battuto per raggiungere le pendici dei Massicci Oscuri; chiunque avesse avuto la ventura di scorgerlo nella sua corsa forsennata, non avrebbe potuto fare a meno di restare ammutolito per la maestà che promanava da quel cavaliere errante.

    L’uomo era armato di tutto punto, con una corazza a piastre, un elmo e dei gambali color della neve; anche il suo palafreno aveva un manto interamente bianco, rivestito con paramenti verdi e rossi; egli portava con sé uno scudo ed una lunga lancia appuntita e brandiva una spada che riluceva

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1