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L'Attacco a Norkrak: Alucard - II
L'Attacco a Norkrak: Alucard - II
L'Attacco a Norkrak: Alucard - II
E-book386 pagine5 ore

L'Attacco a Norkrak: Alucard - II

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Info su questo ebook

Sono passati 200 anni dal sacrificio di Alucard, ma quando Ivy si risveglia dal lungo sonno artificiale, si ritrova catapultata in una città che non conosce. Il mondo è stato sconvolto da una nuova guerra tra demoni e vampiri che ha portato alla nascita dei "Dalv", un esercito di cacciatori umani che si è posto a difesa dell'umanità rifiutando l'aiuto di Norkrak. Saranno proprio loro i primi a incontrare il principe delle tenebre redivivo e a proporgli di unirsi alle loro file dove militano già alcune sue vecchie conoscenze. Alucard e Ivy riusciranno a incontrarsi nuovamente? E soprattutto i Dalv sono veramente i paladini che dicono di essere?
"L'Attacco a Norkrak", secondo capitolo della saga "Alucard" dedicata al principe delle tenebre e alla principessa di Norkrak, torna completamente rieditato.

Illustrazione di copertina a cura di Karen Sadia Darboe
LinguaItaliano
Data di uscita2 giu 2016
ISBN9786050450422
L'Attacco a Norkrak: Alucard - II

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    Anteprima del libro

    L'Attacco a Norkrak - Barbara Artico

    CAPITOLO 1

    Tra sogno e realtà

    Era notte fonda. La città sembrava completamente deserta, non si vedeva anima viva per le strade ostruite dalle macerie, non si sentiva alcuna voce risuonare nelle case distrutte, perfino il vento taceva. Era come se fosse stata vittima di un bombardamento, o di una battaglia feroce che aveva lasciato ferite indelebili. L’unico rumore che infrangeva il silenzio surreale era il crepitio delle fiamme che si innalzavano dalle automobili distrutte.

    Dov’era finita? Cos’era successo? Stava ancora dormendo? Era forse tutto un sogno della sua mente intrappolata nell’incantesimo?

    Si guardò le mani, toccò il proprio corpo, i lunghi capelli rossi, i vestiti che indossava ancora da quel giorno, si chinò a tastare l’asfalto freddo e ruvido sotto di lei, si diede un pizzicotto sulla guancia. Sembrava tutto così reale, ma allora che ci faceva lì? Era scoppiata un’altra guerra durante il suo sonno? E che fine avevano fatto tutti?

    Si incamminò nel viale illuminato da quei pochi lampioni ancora integri e funzionanti, smarrita e sempre più confusa. Strinse le braccia al petto, rabbrividendo. Quand’era andata a dormire non si era preoccupata di indossare qualcosa di pesante. Si avvicinò alla carcassa di un’auto in fiamme nel tentativo di scaldarsi. Sull’altro lato della strada c’era quella che un tempo doveva essere un’edicola. La vetrina era ancora integra, perciò corse immediatamente a specchiarsi per accertarsi del proprio aspetto. Sgranò gli occhi, sconvolta.

    Aaaaaahh! Che tragedia! Che orrore! Ho un nuovo brufolo sulla fronte! È enorme! piagnucolò disperata tastandosi il foruncolo che deturpava il suo volto. Userò la magia per non lasciare tracce! sentenziò decisa dopo aver valutato varie opzioni su come farlo sparire.

    Chiuse gli occhi e cominciò a concentrarsi nel tentativo di ricordare la formula corretta. La sua mente era completamente vuota, ma questa non era una novità, pensò con un sorriso, non aveva mai prestato molta attenzione alle lezioni di Marcus e ogni volta finiva per pentirsene. Finalmente lanciò l’incantesimo, ma qualcosa andò storto: forse sbagliò formula o forse il lungo sonno aveva inibito i suoi poteri, fatto sta che invece di far sparire il brufolo si ritrovò coi capelli neri completamente lisci.

    Aaaaaahh! Ho i capelli come Leander, che orrore! E per di più c’è ancora il brufolone!

    Si lasciò ricadere a terra, arrendendosi alla disperazione.

    Ma dove diamine sono finita, qui non c’è anima viva! piagnucolò sconsolata. Vatti a fidare di Ianos, forse il babbo aveva ragione per una volta a dire che non era una buona idea!

    Quasi a smentire la sua affermazione, un uomo sbucò da dietro un edificio dall’altra parte della strada. Ivy scattò in piedi come una molla, rincuorandosi un poco.

    Grazie al cielo! Buonasera signor Non-So-Come-Ti-Chiami, che posto è questo? Dove siamo? Cos’è successo a questa città? Dov’è Norkrak? cominciò correndogli incontro speranzosa, ma l’uomo continuò ad avanzare barcollante verso di lei senza rispondere. Ma ci senti?! Ti ho fatto una, anzi no, un po’ di domande, rispondi, maleducato! sbottò indispettita portando le mani ai fianchi.

    L’essere le si avventò contro e fece per morderla, ma la ragazza si scansò all’ultimo momento, indietreggiando.

    Ma ti sembra il modo di comportarsi con una povera ragazza indifesa che non ha mai fatto niente di male a nessuno?

    Per tutta risposta l’uomo la aggredì nuovamente. La ragazza scivolò agilmente alle sue spalle e lo colpì alle gambe scaraventandolo a terra. L’essere si rialzò con un lamento gutturale e tornò all’attacco come se non avesse neanche subito il colpo. I suoi occhi vuoti e le pupille dilatate non avevano nulla di vivo, e solo in quel momento Ivy si rese conto che il suo collo era piegato in una posizione innaturale.

    Ma che razza di posto è questo, voglio tornare a casaaa! piagnucolò indietreggiando sconvolta.

    Attirata dalle sue urla, un’orda di non-morti sbucò da dietro un vicolo emettendo dei lamenti fastidiosi. Erano troppi per affrontarli tutti, inoltre non si fidava pienamente dei propri poteri, visto cos’era appena successo ai suoi capelli. Girò i tacchi e cominciò a correre per le strade di quella città infernale.

    Ma perché mi sono svegliata in un posto pieno di zombie?!

    Scavalcò la recinzione di quello che un tempo era stato un supermercato e si nascose nel piazzale sul retro riservato allo scarico merci. Si piegò sulle ginocchia per recuperare fiato, gli zombie che la inseguivano non sarebbero riusciti a saltare la rete, ma giusto per complicare ulteriormente le cose, un branco di cani non-morti uscì dal magazzino e le si avvicinò ringhiando.

    Uffaaa! Gli zombie non erano così veloci, perché anche i caniii?! si lamentò sconsolata la principessa riprendendo la propria fuga, ma finì per chiudersi in un vicolo cieco.

    O porca merda! imprecò voltandosi di colpo.

    I cani le sbarrarono l’unica via d’uscita, costringendola con le spalle al muro.

    E va bene, ve la siete voluta!

    Portò in avanti la mano destra, ma nessuna spada si materializzò nel suo pugno.

    Perfetto, neanche questo funziona! imprecò tra sé e sé esasperata.

    Le bestie balzarono contro di lei, ma delle mani possenti la presero per le spalle e la sollevarono di peso oltre il muro di cinta, prima di scaraventarla con forza contro l’edificio. I cani raschiarono la parete latrando famelici per poi andarsene come se si fossero dimenticati della loro preda. Ivy si rialzò dolorante, chi l’aveva salvata aveva usato dei modi un po’ bruschi, ma se non altro le aveva dato una mano. Fece per ringraziare il suo eroe, ma quando alzò la testa le morirono le parole in bocca.

    Cos’abbiamo qui, una sopravvissuta? gracchiò l’essere di fronte a lei, divertito.

    Ivy sgranò gli occhi incredula. Nonostante il suo volto fosse celato dall'elmo, riconobbe l’armatura d’oro che indossava.

    Ci mancava solo il Coglione dei Morghwarth! Ma tu non muori mai?!

    Vedo che mi conosci, ne sono lusingato! esclamò il demone, divertito. L’inferno era al completo e mi hanno mandato qui in attesa!

    Vedrai che tra un po’ ti troveranno un posto! esclamò la principessa prima di lanciarsi all’attacco.

    L’avversario schivò ogni suo assalto ridendo di lei, come se avesse di fronte una bambina capricciosa. Ivy imprecò tra sé e sé. Da quando era diventato così agile?

    Sei divertente ragazzina, ma non hai alcuna speranza contro di me!

    Il Dreynar scattò velocemente in avanti, anticipando un suo pugno con una ginocchiata che la scaraventò di nuovo contro il muro. Si avvicinò inesorabile, pronto a darle il colpo di grazia, ma ebbe un sussulto improvviso. Indietreggiò e si guardò intorno, come se fosse confuso. La ragazza ne approfittò per spostarsi dal muro e mettersi in parata, diffidente. Cosa gli era preso tutto a un tratto?

    Un ruggito alle loro spalle fece sobbalzare Ivy che si voltò stranita.

    E quel c-coso cos’è?! balbettò osservando il nuovo arrivato.

    Una creatura umanoide alta due metri e mezzo con dei tentacoli che gli uscivano dalla schiena avanzò minacciosa verso di loro. La principessa indietreggiò intimorita. Da dove saltava fuori quell’essere? Credeva che certe cose esistessero solo nei videogiochi!

    Il Dreynar si mise in posizione di combattimento, per nulla intimorito dal nuovo arrivato. Si scagliò contro il mostro, ma questo evitò il colpo spostandosi di lato con un’agilità incredibile per la sua stazza e lo agguantò per la caviglia con uno dei suoi tentacoli. Ivy rimase interdetta, indecisa su cosa fare. Se quel bestione uccideva il Coglione le faceva un piacere, il brutto era che dopo se la sarebbe presa con lei! E soprattutto, perché il Coglione non l’aveva uccisa?

    Il mostro continuò a tirare il Dreynar verso di sé, ma questo afferrò una sbarra metallica da terra e la piantò inchiodandogli il tentacolo. L’essere urlò di dolore e lui ne approfittò per rialzarsi, agguantare Ivy per un braccio e trascinarla con sé in una fuga disperata fino a un’officina. Appena furono entrati abbassò la pesante serranda, spostando poi tutto quello che trovava nel locale per sbarrare ulteriormente l’ingresso.

    La ragazza era rimasta immobile, ancora troppo stupita da tutto quello che stava succedendo per riuscire a connettere il cervello e fare qualcosa.

    Capisco che vuoi avere il privilegio di uccidermi per primo e moriresti di invidia se uno zombie-mostro dovesse riuscirci prima di te, ma cos’hai intenzione di fare?

    Se vogliamo uscire vivi da qui dobbiamo collaborare! sentenziò imperioso il demone spostando l’ultimo scaffale davanti alla saracinesca.

    Ivy sgranò gli occhi.

    Io dovrei collaborare con il mio acerrimo nemico?! Giammai!

    Come preferisci, tanto tra un po’ la barricata cederà e quel mostro ci ucciderà entrambi! Sì, mi sembra un’idea molto intelligente! ribatté sarcastico lui.

    La ragazza lo fissò stranita.

    Hai il raffreddore? La tua voce è diversa dal solito! Vuoi una mentina? Così magari ti va di traverso e muori?

    Per tutta risposta, il Signore dei Morghwarth cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcos’altro di utile all’interno dell’officina. Ivy assottigliò gli occhi. Da quando il Coglione faceva un ragionamento sensato? Era veramente lui? Indossava la stessa armatura, la sua forza era impareggiabile e si comportava alla stessa maniera… Beh, non proprio alla stessa maniera, altrimenti l’avrebbe uccisa pur ignorando la sua vera identità. Forse la magia che aveva modificato il suo aspetto non era stata poi così inutile.

    Allora, presunto Coglione, cos’hai intenzione di fare? domandò ancora incrociando le braccia al petto.

    Senza risponderle, il ‘presunto Coglione’ la superò, spezzò il collo con un calcio a due zombie vestiti da poliziotti che stavano arrivando dal fondo del garage e recuperò le pistole che tenevano legate alla cintura.

    Mira alla testa. disse passandole una delle due.

    Ricevuto! No, frena tutto! Chi ha deciso che dai tu gli ordini?!

    Adesso!

    Il mostro di poco prima sfondò la porta e il Dreynar aprì immediatamente il fuoco.

    E va bene, ma solo per questa volta! ci tenne a fargli presente la ragazza prima di cominciare a sparare a sua volta.

    Dopo una lunga serie di colpi, l’essere stramazzò finalmente al suolo.

    Fiù, resistente il coso, ormai me l’ero vista brutta! sospirò la principessa tirando un sospiro di sollievo.

    Andiamocene di qui. sentenziò il demone.

    La smetti di impartirmi ordini?! Stupido presunto Dreynar! sbottò infastidita pestando i piedi per terra, ma per l’ennesima volta il generale dei Morghwarth se ne andò senza darle ascolto. Potresti anche aspettarmi, sai?! Se proprio dobbiamo collaborare… sbuffò infastidita.

    La principessa di Norkrak che collaborava con un Dreynar, per fortuna nessuno la vedeva! E poi perché aveva sparato al mostro? Non poteva usare i suoi poteri? Forse non ne aveva voglia. Forse non voleva sprecare energie. Forse era tutta una farsa e in realtà le stava tendendo una trappola. Forse…

    Si guardò intorno e solo in quel momento si rese conto di essere completamente da sola.

    Aspettamiii!

    Corse immediatamente fuori dall’edificio. All’uscita trovò i cadaveri di tre cani zombie spappolati e il Dreynar in fondo alla via che se ne stava andando.

    Ti costa così tanta fatica aspettarmi?! sbottò correndo verso di lui.

    Uno zombie uscì da dietro un angolo, cogliendola di sorpresa. Fece per sparare, ma il Generale le si parò di fronte e spezzò l’osso del collo al mostro.

    Perché l’hai ucciso? Potevo farlo benissimo io! protestò corrucciata.

    Non sprecare colpi, ti potrebbero servire in futuro. si raccomandò il Dreynar, severo.

    Come a uccidere te… mugugnò la ragazza.

    Il demone non le diede ascolto e proseguì il cammino.

    Certo che sei troppo gentile, sai?! sbuffò di nuovo prima di rendersi conto dell’idiozia che aveva appena detto.

    Era ovvio che non era gentile, era il Coglione! Doveva essersi bevuta il cervello, collaborare col suo peggior nemico! Ma perché tutte a lei?

    Il Signore dei Morghwarth si bloccò a un bivio e Ivy, ancora persa nei propri pensieri, andò a sbatterci contro.

    E sta attenta a dove metti i piedi! sbottò irritato.

    Mi scusi Vostra Altezza Imperiale! Bifolco… mugugnò la ragazza massaggiandosi il naso.

    La sua armatura dorata era veramente dura. L’altro sbuffò e riprese a camminare svoltando a destra. Ivy si fermò a raccogliere due scatole di proiettili da un cadavere.

    Ti vuoi muovere?! Vedi di non restare indietro perché io non ti aspetto! le fece presente.

    Arrivo! Sei uno stress, lo sai?!

    La ragazza si alzò, si ripulì i pantaloni e cominciò a trotterellare verso il suo acerrimo rivale. Un altro zombie uscì da una strada secondaria. La principessa ridacchiò tra sé e sé, decisa a far arrabbiare il suo compagno. Sparò un colpo alla testa del non morto e il Dreynar si girò a guardala, spazientito.

    Ti ho detto di non sprecare colpi!

    Eh, per uno non muore nessuno, tranne lui! sbuffò Ivy alzando gli occhi a cielo.

    Lo zombie però non stramazzò a terra come previsto, anzi, dopo aver barcollato un po’ riprese a camminare verso di lei.

    Oh, resistente il mostriciattolo! commentò sorpresa la ragazza.

    Ti vuoi muovere?! sbottò il generale, spazientito.

    Arrivo, adesso lo uccido!

    Ivy fece fuoco un’altra volta, ma l’essere barcollò di nuovo per poi continuare la sua avanzata.

    Perché questo non muore?! protestò la principessa indietreggiando per ricaricare la pistola.

    Si vede che non sai sparare, ora muoviti!

    Io so sparare meglio di te, bifolco!

    Il Dreynar stava per replicare, ma si bloccò di colpo sentendo lo zombie emettere un gorgoglio soffocato, come un ruggito. Il lamento si fece sempre più forte e il Generale ebbe un sussulto. Ivy era ancora intenta a ricaricare l’arma mentre indietreggiava e non stava prestando attenzione allo zombie.

    Spostati da lì, va via! urlò improvvisamente il Dreynar correndo verso di lei.

    La ragazza alzò la testa confusa.

    C-come?

    Lo zombie si sfracellò come se qualcosa l’avesse fatto esplodere dall’interno e al suo posto comparve il mostro di prima.

    O porca merda, ma non l’avevamo ucciso?!

    Il generale dei Morghwarth imprecò. La creatura poteva trasferirsi nel corpo degli altri zombie e continuare a vivere, ecco perché non era morto quando l’aveva affrontato la prima volta. Ivy cominciò a indietreggiare più velocemente col mostro che avanzava minaccioso, ma inciampò nel cadavere di un poliziotto e cadde a terra. L’essere fece spuntare un tentacolo dalla mano e si apprestò ad agguantare la ragazza che chiuse gli occhi, ma il Dreynar balzò sulle spalle del mostro. L’essere cominciò a divincolarsi e a sferzarlo coi suoi tentacoli nel tentativo di agguantarlo e liberarsi di lui. Il signore dei Morghwarth gettò a terra un guanto dell’armatura, liberando una mano che non aveva nulla di scheletrico, e fatti spuntare gli artigli con grande stupore di Ivy, strappò a forza la parte inferiore dell’elmo prima di affondare i canini nel collo del mostro. La principessa spalancò gli occhi, impietrita. Il Coglione un vampiro?! Era impossibile!

    Che stai facendo ancora lì, scappa! le urlò dietro il presunto Dreynar, ancora sulle spalle del mostro.

    Ripresasi dallo shock, Ivy si alzò da terra e cominciò a correre dalla parte opposta, allontanandosi dai due esseri. Solo in quel momento il vampiro si accorse della stupidità del suo gesto: bevendo il sangue del mostro aveva appena ingerito anche il virus che aveva trasformato gli abitanti in zombie. Mollò di colpo la presa, stordito, e la creatura ne approfittò per agguantarlo finalmente con un tentacolo e scaraventarlo contro il muro. Si lanciò contro di lui per finirlo, ma un dolore improvviso alla testa lo fece girare di scatto.

    Sta lontano da lui! urlò Ivy con la pistola fumante in mano prima di fare fuoco ripetutamente.

    Dopo una lunga scarica di proiettili, il mostro crollò finalmente al suolo per poi sciogliersi in una pozza maleodorante. Ivy corse verso il Dreynar che giaceva ancora a terra. Gli tolse l’elmo e quello che vide di certo non era un teschio deforme: il volto sofferente di un ragazzo dai lunghi capelli neri. La ragazza sgranò gli occhi, sbigottita. Quel tocco di gnocco era il Coglione? Magari! Sarebbe passata dalla sua parte già da un bel pezzo! Ma allora chi era? E perché si spacciava per lui?

    Vedi di non morire, ho un bel po’ di domande da farti, capito? si raccomandò trascinandolo con sé in cerca un posto sicuro.

    Entrò nella metropolitana, uccise i pochi zombie sulla pensilina, salì sul treno e chiuse tutte le porte. Fatto ciò, distese il ragazzo su un sedile. Aveva perso i sensi, ma fortunatamente respirava ancora, anche se a fatica. Si lasciò ricadere a sua volta su un sedile, sfinita, e prese in mano la pistola. Avrebbe dovuto fare come le aveva detto, per uccidere il mostro aveva consumato tutti i proiettili che le erano rimasti e la pistola del suo compagno era rimasta nel luogo dello scontro. Appoggiò la testa contro il finestrino, sconsolata.

    Qualche minuto più tardi il non più signore dei Morghwarth cominciò a lamentarsi flebilmente per poi riprendere conoscenza.

    Ti sei svegliato finalmente! Credevo fossi morto! sbottò Ivy riscuotendosi dai suoi pensieri.

    Dove diavolo…

    Nella metropolitana! lo interruppe la ragazza. E non provare neanche a lamentarti, è il primo posto che mi è venuto in mente!

    Il vampiro si mise a sedere a fatica trattenendo a stento un gemito.

    Il mostro?

    È morto. rispose Ivy, ma lui scosse la testa.

    Non muore così facilmente, starà…

    Una fitta al fianco gli fece morire le parole in gola. Ivy lo guardò preoccupata.

    Sei rimasto contagiato.

    Lo so. rispose a bassa voce.

    La ragazza rimase a fissarlo in silenzio per alcuni secondi.

    Sei Kaspar? chiese infine.

    Ti sembro uno scheletro deforme?! sbottò il vampiro infastidito.

    Ma allora chi diavolo sei?! Perché mi hai attaccata? Perché ti spacciavi per il Coglione? Come fai a conoscere lui e suo figlio? Perché…

    E vai piano, mi sono già dimenticato la prima domanda! la interruppe esasperato trattenendosi a stento dall’urlare.

    Ivy ammutolì di colpo prima di scoppiare a ridere.

    Anch’io! ammise con un sorriso.

    Il vampiro alzò gli occhi al cielo, ma una fitta improvvisa lo fece contorcere dal dolore.

    Facciamo così: se io ti procuro l’antivirus tu mi dici chi sei, ok? propose la ragazza.

    E chi ti dice che c’è un antivirus? obiettò l’altro guardandola diffidente.

    Io! ribatté la rossa con un sorriso smagliante.

    Il vampiro grugnì prima di tornare a stendersi e darle le spalle.

    Pessimista… Va beh, io vado a cercare la cura, tu vedi di non morire nel frattempo! si raccomandò Ivy prendendo la pistola, ma solo in quel momento si ricordò di aver finito le munizioni.

    Ti avevo detto di non sprecare colpi! la sgridò il vampiro severo.

    Niente colpi, niente antivirus… piagnucolò la ragazza sconsolata.

    Lui si rimise seduto stringendo i denti, tolse l’armatura piano piano e dal cinturone estrasse un’altra pistola e alcuni caricatori.

    Se dovessi diventare uno zombie non esitare a spararmi. disse appoggiando l’arma di fianco a sé.

    Non lo diventerai, te lo prometto! lo rassicurò con un sorriso caricando nuovamente la propria pistola.

    Il vampiro si girò su un fianco per non farle vedere il proprio dolore.

    Io vado, fa attenzione ok? si raccomandò infilando l’arma nella cintura dei pantaloni, ma lui non le rispose. Capellini neri? chiese Ivy titubante.

    Il vampiro era completamente immobile e aveva smesso di respirare.

    Non mi sembra il caso di fare scherzi! Capellini neri svegliati, non puoi farmi questo!

    Nessun segno di risposta. Dopo un attimo di esitazione, la ragazza agguantò la pistola appoggiata vicino a lui e gliela puntò contro, pronta a far fuoco se fosse diventato uno zombie o qualcosa di ancora peggio. Nel momento in cui stava per premere il grilletto, il vampiro aprì gli occhi e le bloccò la mano.

    Non sono ancora morto! ci tenne a farle presente, severo. Questa me la riprendo, grazie! sbottò prendendo la pistola dalle mani della ragazza.

    Lei tirò un sospiro di sollievo.

    Brutto disgraziato, mi hai fatto prendere un colpo! Adesso vado veramente, non fare altri scherzi, intesi? E non morire! si raccomandò puntandogli contro un dito.

    Ci provo… mormorò il vampiro voltandosi nuovamente sul fianco.

    Su con la vita, vedrai che ce la faremo! esclamò la rossa con un sorriso, ma lui non rispose. Grrr, ciao! sbottò corrucciata prima di scendere dal treno.

    Da dove poteva cominciare a cercare l’antivirus? Guardò la mappa delle linee della metropolitana in cerca di indizi. Una delle fermate era quella dell’ospedale, poteva essere un buon punto di partenza. Cominciò a correre sui binari, lì sotto avrebbe trovato meno zombie, o almeno così sperava. Il tunnel era immerso nella più totale oscurità, ma fortunatamente la via era una sola e seguendo le rotaie non poteva perdersi. Dopo aver corso a lungo ed essere inciampata parecchie volte in cose di cui preferiva ignorare l’entità, arrivò finalmente a quella che un tempo era la stazione dell’ospedale. Anche in quella zona della città la devastazione regnava sovrana, sembrava di trovarsi all’inferno stesso. Si mosse con circospezione attraverso il piazzale antistante l’enorme struttura a piani e finalmente arrivò di fronte alle porte a vetri dell’ospedale. Provò a smuoverle, ma erano state sigillate dall’interno in un ultimo tentativo di salvarsi dall’infezione. Prese la rincorsa e sfondò la porta per poi rotolare a terra e mettersi subito in posizione di tiro con la pistola in mano.

    Ma dai! Io faccio un’entrata da dieci e lode e non c’è neanche l’ombra di un misero mostriciattolo?! Uff, tutta fatica sprecata! sbottò quasi delusa di non aver trovato nessun nemico nell’atrio.

    Si rialzò e, ripuliti i vestiti dalla polvere, avanzò cautamente. Uno zombie uscì barcollando da dietro un angolo. Ivy gli puntò la pistola contro, ma il mostro cadde a terra.

    Eh? Ma se non l’ho neanche toccato! Bah, mi ha tolto tutto il divertimento, che fregatura! sbuffò avvicinandosi prudentemente tenendo la pistola puntata nella direzione da cui era uscito lo zombie.

    Un mostriciattolo nero e arancione con dei lunghi artigli sbucò dall’angolo camminando sulle zampe da rettile. Si fermò di colpo, annusò l’aria e poi si avventò contro Ivy.

    Ma cosa ho fatto di male?! Prima il coso grande, ora questo cosino!

    La ragazza mirò alla testa e sparò. La creatura cadde a terra con un grido stridulo e dopo qualche spasmo rimase immobile. Ivy la toccò con la punta della scarpa, sincerandosi che fosse veramente morta.

    Tutto qui?! Beh, meglio così!

    Svoltò l’angolo e buttata giù l’ennesima porta balzò all’interno del corridoio principale. Sul fondo, altri due mostriciattoli simili a quello che aveva appena ucciso stavano mangiando uno zombie.

    Ma che schifo! urlò disgustata prima di sparare.

    Si ripulì le mani soddisfatta, senza accorgersi di un’altra creatura appesa con gli artigli al muro dietro di lei.

    Raggiunse il fondo della stanza per esaminare i cadaveri nella speranza di trovarci qualche proiettile, ma mentre si chinava il mostro balzò su di lei che, solamente per un colpo di fortuna, riuscì a scansarsi in tempo buttandosi di lato.

    E tu da dove cavolo salti fuori?! urlò sbigottita.

    Cercò la pistola che le era sfuggita di mano nella caduta, ma la creatura tornò all’attacco con una velocità fuori dal comune. Prima di poter spiccare il salto, un proiettile gli perforò la testa. Ivy si voltò per vedere chi avesse sparato.

    E tu che diamine ci fai qui?! urlò sbalordita.

    Capellini neri abbassò l’arma e si appoggiò al muro, ansimante.

    Dovevi restare nella metropolitana e aspettare il mio ritorno!

    Se non ti avessi seguita avrei aspettato inutilmente, ma se ti dà tanto fastidio me ne torno pure sul treno, così diventerai l’antipasto di qualcos’altro! sbottò il vampiro infastidito.

    La ragazza si avvicinò a lui, incuriosita. Lui la guardò corrugando la fronte.

    Che hai da guardare in quel modo? Cosa c’è? Ho qualche segno da zombie?

    Hai… hai un ciuffo bianco! esclamò stranita.

    Come scusa?! chiese lui non capendo.

    I capelli. Hai un ciuffo bianco, qui davanti.

    Il vampiro prese il ciuffo tra le mani e lo guardò sorpreso. Un mezzo sorriso si dipinse sul suo volto.

    Allora, cerchiamo questo antivirus sì o no? le chiese poi caricando la pistola.

    Non riesci nemmeno a stare in piedi ma non sono affari miei, giusto?

    Vedo che cominci a capire! rispose il vampiro con un sorrisetto.

    Ivy incrociò le braccia al petto, esasperata.

    Stupido vampiro, sei identico a…

    Le parole le morirono in bocca, lasciandola pietrificata. Possibile che fosse…

    E adesso che c’è, ho altri capelli bianchi? Mostri da qualche parte? Zombie? Cani? Il coso di prima? Rispondi! urlò il vampiro davanti al suo silenzio e soprattutto alla sua espressione sconvolta.

    N-no, ero sovrappensiero… balbettò la ragazza riscuotendosi dai suoi pensieri.

    Ma come diamine si può essere sovrappensiero in un posto del genere?! Bah lasciamo perdere… sbottò il vampiro incredulo.

    Ivy scosse la testa guardandolo di sottecchi. Non poteva essere Alucard, non si sarebbe mai spacciato per il Coglione e non avrebbe mai cercato di ucciderla. Eppure…

    Le tre porte della Hall si aprirono di colpo e una quindicina di persone si avventarono su di loro.

    Ma che diamine…

    Circondarono e immobilizzarono sia il vampiro che Ivy.

    Che cavolo volete da me?! Toglietemi le mani di dosso, brutti screanzati!

    La ragazza cominciò a dimenarsi, ma uno dei presenti, presumibilmente il capo, la zittì minacciandola: Fa silenzio se non vuoi diventare uno zombie!

    Lei lo fulminò con lo sguardo.

    Io uno zombie?! Come osi parlarmi così?! Se sapessi chi sono io, se tu sapessi! Ti inginocchieresti, mi baceresti i piedi e…

    Ivy continuò a parlare a vanvera, ma l’uomo non ci fece caso e si avvicinò a Capellini neri. Lo squadrò da capo a piedi, incuriosito.

    Un soggetto molto interessante, sono proprio curioso di vedere gli effetti del virus su un vampiro!

    Schioccò le dita e due uomini agguantarono il vampiro per le spalle mentre un terzo lo colpiva all’addome facendogli perdere i sensi.

    Lasciatelo stare! urlò la ragazza cercando di liberarsi, ma un forte dolore alla nuca la spedì a sua volta nel mondo dei sogni.

    Ivy riaprì lentamente gli occhi lamentandosi del dolore alla testa che pulsava lanciandole fitte continue.

    Yawn, che brutta dormita! Ma dove diamine sono?! Slegatemiii! urlò dimenandosi, ma non riuscì a liberarsi dalle corde che la tenevano legata alla sedia.

    Vuoi stare zitta?! Non hai smesso di parlare neanche nel sonno! sbottò una voce alquanto irritata.

    Chi sei tu che osi parlarmi in questo modo?! Guarda che ti uccido, sai? Comunque, si potrebbe avere un po’ più di luce? sbottò la ragazza infastidita.

    La stanza dove si trovava era completamente buia, fatta eccezione per una piccola candela mezza consumata messa sopra un tavolino.

    A questo punto puoi anche spegnerla, tanto è la stessa cosa!

    Il carceriere spense la candela.

    Deficiente, cos’hai fatto?! Io stavo scherzando! Ma guarda te questo! Se ti dico di slegarmi lo fai? chiese speranzosa con tono innocente.

    No. rispose l’uomo.

    Stronzo… borbottò a bassa voce.

    Dopo qualche secondo l’uomo riaccese la candela.

    Oh, grazie!

    La ragazza cominciò a guardarsi intorno, cercando di abituare gli occhi all’oscurità. La stanza era in realtà una cella, c’erano solo lei e il suo aguzzino separati da una cancellata.

    Dov’è Capellini neri?

    Non sono affari che ti riguardano.

    Sì invece! Ho rischiato di morire per venire qua a cercare l’antivirus e salvarlo! Devo ancora finire di interrogarlo!

    Potrai farlo tra un po’, dovrebbero avere quasi finito. rispose l’uomo con un’alzata di spalle.

    Finito? Finito cosa? domandò confusa ma il carceriere non rispose. Pezzente… borbottò la principessa.

    Il rumore dell’ascensore che scendeva e della porta che si apriva con un suono metallico

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