782
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Anteprima del libro
782 - Pasquale Di Marzo
633/1941.
Intro
Ogni tanto mi accorgo che la penna ha preso a correre sul foglio come da sola, e io a correrle dietro. È verso la verità che corriamo, la penna e io, la verità che aspetto sempre che mi venga incontro, dal fondo d'una pagina bianca, e che potrò raggiungere soltanto quando a colpi di penna sarò riuscita a seppellire tutte le accidie, le insoddisfazioni, l'astio che sono qui chiusa a scontare.
Italo Calvino.
Toglietevi dalla testa che 782 sia un libro, mi vengono mille complessi solo a definirlo tale. 782 è una storia d'amore tra due giovani ragazzi e tra un eterno fanciullo ed il suo desiderio di scrivere. È voglia mai sepolta di buttare su carta ciò che più mi è caro. È l'occasione per ribadire quanto sia grato a tutti coloro che sono restati e quanto abbia apprezzato anche coloro che non ci sono più.
Se volete provare a capire cosa passa nella testa di un povero pazzo, non c'è occasione migliore di questa.
Questo lavoro è dedicato a tutte le persone che, purtroppo, non fanno più parte della nostra vita. Alcune per scelta propria, altre per scelta altrui.
Nella fattispecie, è un modo per ricordarmi di una persona che ha rappresentato ciò di quanto più vicino alla felicità potessi mai immaginare.
Non so in questo momento dove sia, non so cosa stia facendo e non so cosa stia passando. Sorrido, però, al pensiero che lei ritroverà se stessa tra le pagine di questo racconto.
Spero che l'avermi vicino a lei, sul suo comodino, compensi il fatto che realmente vicini non siamo mai stati.
Capitolo 1
Avrei voluto fosse lei a salvarmi. Davvero. Ero intrappolato in una continua richiesta d'aiuto fino al giorno in cui la conobbi. Salvatemi, aiutatemi, porgetemi la mano. Fatemi fuggire dalla mia vita, dal tempo e da me stesso.
Del resto, non ero felice. La ferita dell'ultimo rapporto andato in pezzi era ancora fresca. Era passato più di un anno, ma certe coltellate restano.
Non che fossi stato esente da colpe, non lo si è mai del tutto.
Scappa dalle macerie in cui sei ridotto, scappa da Napoli, fatti un viaggio. Consigli usciti come sentenze random da bocche di persone che non sapevo nemmeno facessero più parte della mia vita, ma in quel momento mi sarebbe sembrato un buon suggerimento anche sciogliermi gli arti nell'acido per evitare che il nervosismo mi potesse spingere ad una fede che prevedesse come unico cibo le unghia.
La verità è che la voglia di andarmene era davvero tanta.
Come tanto era lo stupore generale in famiglia data la mia nota avversione al cambiamento e l'autocompiacimento che trovavo nell'abitudine.
Ringrazio ancora oggi mio padre che mi spinse a prendere quel mappamondo e a scegliere una meta a caso per partire. Lo guardavo, mentre girava vorticosamente. Con il senno di poi, avrei dovuto evitare di vedere Inception poco prima. Ruotava il mappamondo, ruotava la trottola, ruotavano i pensieri.
Cosa diavolo stai facendo, Giovanni caro? E se fosse tutto troppo affrettato? Cosa avrà cucinato mamma per pranzo? Davvero partire è ciò che voglio? No, davvero, cosa avrà cucinato mamma? Giuro che se nel piatto trovo pasto e zucca davvero vado via.
Si dice che quando devi prendere una decisione importante e non sai quale scelta compiere, devi lanciare in aria una moneta e lasciare che il tuo istinto ti dica cosa davvero speri mentre la osservi oscillare.
Mentre il globo rallentava, scorgevo sempre più chiaramente nei miei pensieri che stavo prendendo la via sbagliata. E, paradossalmente, fu proprio quello a convincermi di star facendo la cosa più giusta.
I miei modi di fare mi avevano sempre portato a vivere una vita pregna di mediocrità. Il non mettermi mai al primo posto, la voglia di non ferire nessuno anche quando necessario, il non creare polemiche di alcun genere, il tollerare tutti i punti di vista, l'elogio alla tranquillità ed il ripudio alla frenesia sono qualità e difetti allo stesso tempo, armature ed armi.
Ventuno anni passati nell'anonimato. Era il momento di cambiare.
Non del tutto, ovviamente.
Ho sempre detestato lasciare le cose al caso, quindi decisi che la scelta del luogo per staccare un po' la spina doveva essere presa con precisione scientifica. Fermai il roteare.
Detesto il troppo sole, mi irrita la pelle. La salsedine e la sabbia che restano incollate alla pelle nelle località marine mi irritano, invece, lo spirito. Ci vorrebbe un bel posto di montagna, uno di quelli in cui l'unico padrone è il silenzio. Il Piemonte mi sembrava perfetto.
Tra le altre cose, quale migliore occasione per andare per la prima volta a vedere una partita