Scherzi delle Fiabe
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Info su questo ebook
La raccolta include, nella versione elettronica, i seguenti racconti:
BALDOVINO E IL DENTIFRICIO DELLA PRINCIPESSA
BIANCA NEVE E GLI ORFANELLI
GEPPETTO, LA FATA TURCHINA E IL GRILLO PARLANTE
GINO IL POSTINO ED IL DRAGO BAMBINO
I SOLDATINI E LA BALLERINA
IL GALLETTO DALLE UOVA D'ORO
IL GENIO DELLA PENNA
IL MAGO DELLO ZUCCHERO
IL TAPPETINO CHE SAPEVA VOLARE
LA PRINCIPESSA CICLAMINO ED IL CAVALIER MIRTILLO
LA VERA STORIA DEL PRINCIPE FELICE
LA VERA STORIA DI CAPPUCCETTO ROSSO E DEL LUPO
OSVALDO IL PESCATORE
PAOLINO E IL DRAGO DEL CASTELLO NERO
ROSSELLA
SALAFINO E LA CAFFETTIERA MAGICA
SERENA, LA SIRENA
STORIA DI UN MANICHINO
TEODORO FORFORA D`ORO
ROSETTA
Si avverte che, dato il carattere tematico della raccolta, alcuni di questi racconti potrebbero essere presenti anche in altre raccolte tematiche dello stesso autore.
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Anteprima del libro
Scherzi delle Fiabe - Marco Fogliani
MARCO FOGLIANI
Scherzi delle Fiabe
ISBN E-book: 9788822866905
ISBN Audiolibro: 9788893983617 (con alcuni racconti in meno)
ISBN Edizione cartacea: 9788826418056 (con alcuni racconti in meno)
ISBN ebook in Inglese: 9788835440420 (con alcuni racconti in meno)
ISBN ebook in Tedesco: 9788835421948 (con alcuni racconti in meno)
ISBN audiolibro in Inglese: 9788835449911 (con alcuni racconti in meno)
ISBN audiolibro in Tedesco: 9788835444299 (con alcuni racconti in meno)
Copertina di Marco Fogliani
Aggiornamento al: 07/07/23
Indice dei contenuti
INTRODUZIONE
TEODORO FORFORA D'ORO
BALDOVINO E IL DENTIFRICIO DELLA PRINCIPESSA
PAOLINO E IL DRAGO DEL CASTELLO NERO
GINO IL POSTINO ED IL DRAGO BAMBINO
OSVALDO IL PESCATORE
LA VERA STORIA DI CAPPUCCETTO ROSSO E DEL LUPO
ROSSELLA
BIANCA NEVE E GLI ORFANELLI
I SOLDATINI E LA BALLERINA
IL TAPPETINO CHE SAPEVA VOLARE
IL GENIO DELLA PENNA
STORIA DI UN MANICHINO
ROSETTA
IL MAGO DELLO ZUCCHERO
LA VERA STORIA DEL PRINCIPE FELICE
LA PRINCIPESSA CICLAMINO ED IL CAVALIER MIRTILLO
SERENA LA SIRENA
GEPPETTO, LA FATA TURCHINA E IL GRILLO PARLANTE
SALAFINO E LA CAFFETTIERA MAGICA
IL GALLETTO DALLE UOVA D'ORO
INTRODUZIONE
In questa raccolta ho voluto includere tutti i miei scritti che hanno a che fare col mondo delle fiabe.
Tra questi si possono distinguere grosso modo tre gruppi:
quelli in cui si possono facilmente trovare riferimenti a fiabe specifiche e di cui la mia, spesso in tono scherzoso, può considerarsi un'atttualizzazione o una rielaborazione personale;
quelli che sono più originali non solo nello svolgimento, ma anche nel soggetto e nella trama;
quelli che in realtà da temi fiabeschi classici e ben noti prendono solo spunto e ispirazione per seguire poi una strada tutta loro.
Del primo gruppo fanno parte probabilmente Rossella
(ispirato a Cenerentola); La vera storia di Cappuccetto Rosso e del lupo
e Rosetta
(ispirati a Cappuccetto Rosso); Bianca Neve e gli orfanelli
(a Biancaneve); Serena la sirena
(la Sirenetta) e I soldatini e la ballerina
(lo Schiaccianoci). E Geppetto, la fata Turchina e il grillo parlante
, che con linguaggio moderno potrebbe definirsi un piccolo sequel di Pinocchio.
Nel secondo gruppo includerei probabilmente Teodoro forfora d'oro
, Baldovino e il dentifricio della principessa
, e i racconti sui draghi Gino il postino ed il drago bambino
e Paolino e il drago del castello nero
.
Nell'ultimo gruppo inserirei: Salafino e la caffettiera magica
e Il genio della penna
(forse più novella che fiaba, come gran parte dei racconti di questo gruppo), ispirati alla lampada di Aladino; Il tappetino che sapeva volare
che riprende il tema dei tappeti volanti; Storia di un manichino
che ricorda vagamente Pinocchio ed il soldatino di piombo; Osvaldo il pescatore
che riprende il tema dei pesci parlanti. E Le miniere di Babbo Natale
che, pur essendo un racconto natalizio, ha qualcosa a che vedere con Hansel e Gretel e col paese dei balocchi.
TEODORO FORFORA D'ORO
Teodoro era decisamente un bel ragazzo, piuttosto intelligente ma anche molto orgoglioso ed esageratamente pieno di sé. Già al primo sguardo, osservando il suo portamento e la sua espressione, chiunque lo avrebbe potuto giudicare come superbo e altezzoso, saccente e, come si dice oggi, strafottente.
Si sentiva a tal punto superiore agli altri da non ritenere neanche necessario il doversi dare delle arie o vantarsi. E se non esprimeva continuamente il suo disprezzo ed il suo biasimo nei confronti degli altri e delle loro azioni (a parte le sue continue smorfie di disgusto e disapprovazione, indirizzate a chi o a che cosa era spesso difficile da capire), era solo perché lo riteneva un’inutile fatica.
Insomma, che si sentisse al di sopra di tutti era più che evidente da ogni suo atteggiamento. E questo fu all’origine delle sue disgrazie.
Si trovava ad una festa di carnevale con una moltitudine di suoi coetanei, molti dei quali a lui sconosciuti, quando una ragazza gli si avvicinò e lo invitò a ballare.
A onor del vero era una ragazza decisamente bruttina: naso grosso e bitorzoluto, un enorme neo sulla guancia, occhi un po’ strabici e capelli unti. Nessuna meraviglia che lui abbia pensato subito ad un travestimento da strega o da befana, come del resto ne aveva visti altri nella stessa festa. E forse non ci mise cattiveria e pensò solo di essere spiritoso dicendole:
Certo che sei davvero brutta come la fame. La più brutta che abbia mai visto. Non ballerò con te per nessun motivo al mondo, se prima non ti togli quella maschera.
E fece per tirarle il naso o la guancia, non rendendosi conto che non c’era nessuna maschera da togliere.
Lei gli si sottrasse con sdegno. Come osi, villano screanzato! Te la do io la maschera! Non vuoi ballare con me? E allora non ballerai mai più con nessun’altra.
Il povero Teodoro dapprima ci rise su; ma poi, sentendosi un fastidioso prurito sulla faccia e sulla testa e notando che la gente lo evitava un po’ schifata, andò a guardarsi allo specchio. Solo allora, vedendo il suo viso deturpato da brufoli e la sua chioma quasi innevata dalla forfora, si rese conto di essersi imbattuto in una delle poche streghe ancora in circolazione, forse la più potente.
Tornò a casa senza farsi vedere, si buttò sul letto e scoppiò a piangere.
Potete immaginare come questo evento cambiò la sua vita.
Innanzitutto il povero Teodoro prese coscienza di non aver mai avuto amici veri, ma solo persone che lo frequentavano per motivi di interesse. Come se tutta quella forfora avesse avuto il potere di schiarirgli la mente, riusciva ora a capire perché quegli individui gli stessero vicino, ed a comprendere il tornaconto di ciascuno di essi. E tuttavia anche quei falsi amici lo abbandonarono. Sì: perché, come si rese conto, i suoi coetanei erano terribilmente superficiali, capaci di fermarsi all’apparenza di qualche brufolo e di un po’ di forfora senza riuscire ad apprezzare le sue altre qualità; capaci, per questi futili motivi, di emarginarlo e chiudere ogni rapporto con lui.
Solo i suoi genitori gli rimasero vicino. Suo padre era convinto che si trattasse di normali problemi della crescita che sarebbero andati via insieme all’adolescenza; ma ugualmente spese una fortuna per farlo visitare da alcuni tra i più illustri dermatologi ed endocrinologi in circolazione, senza risultato.
Sua madre, poi, non si diede per vinta. Dove non arrivava la medicina sarebbe arrivata la magia, pensava. E insieme a suo figlio cominciò a consultare maghi o presunti tali, così tanti ed esosi da rischiare di farli finire in miseria.
Alla fine fu loro consigliato di rivolgersi alla Maga Maghella (quella che un tempo leggeva la mano all’angolo tra via Roma e Piazza Grande), anche se era molto anziana e non era sicuro che fosse ancora viva.
Non fu affatto facile trovarla. Bussarono alla porta di una catapecchia che, a quanto avevano sentito dire, doveva essere la sua dimora.
Chi è?
Cerchiamo Maga Maghella
, rispose la mamma di Teodoro.
Non è più qui da un pezzo. Andate via.
Vi prego, aiutateci a ritrovarla! Siamo disperati. Guardate come si è ridotto mio figlio!
La porta si aprì per il minimo necessario a lasciar intravvedere il viso di una vecchietta piccola piccola e un po’ gobba.
Accidenti, ragazzo mio: come ti hanno conciato male! Beh, entrate pure. Mi sono ritirata da un pezzo perché ormai facevo più danni che altro. Perché anche noi maghe soffriamo dei mali della vecchiaia. I nostri poteri a un certo punto cominciano a venire meno, o peggio: ci confondiamo, pronunciamo una formula per un’altra e facciamo pasticci. Insomma ci rimbecilliamo come tutte le altre vecchie. Così invece di fare del bene finivo per peggiorare le cose. Ma nel caso tuo, sei ridotto talmente male che difficilmente potrei peggiorare la situazione.
Li fece entrare ed accomodare su due seggioline traballanti, poi prese dallo scaffale un grosso libro polveroso, lo aprì e cominciò a sfogliarlo. Lesse a voce bassa, farfugliando qualcosa.
Proviamo questa
, disse a un tratto, e pronunciò a voce alta una formula indecifrabile. Apparentemente non accadde nulla. Parve confusa. No, no: serve la polvere di coda di ramarro essiccata.
Si alzò e andò a frugare in un cassetto pieno di vasetti. L’ho finita. E dove la vado a prendere adesso? A parte che oggigiorno ci sono in giro tanti di quegli imbroglioni e ciarlatani, che chi si fida più! E poi di soldi non ne ho mica tanti … A meno che tu non voglia aiutarmi nella ricerca, giovanotto.
Teodoro sembrava perplesso; ma se fosse servito, era disposto anche ad andare a caccia di ramarri.
Maga Maghella meditava ancora. Ma temo che contro l’incantesimo di una strega adirata non sarebbe sufficiente. In genere per liberarsi da questo tipo di maleficio è necessario almeno il bacio di una principessa innamorata, o di una sirena, o di una donna trasformata in rospo …
Meditò ancora, e le venne un’altra idea.
Forse però ho qualcosa che può esserti utile. Certo non rimetterà le cose come prima, ma potrebbe alleviare un po’ delle tue sofferenze.
Andò a cercare in un altro cassetto e ne tirò fuori un vecchio pettine d’avorio e madreperla.
Tieni. Prova a pettinarti con questo.
Teodoro, titubante, se lo passò tra i capelli. Era abituato a veder cadere copiosamente la sua forfora, per cui rimase molto meravigliato da quella specie di polverina gialla sbrilluccicante."
Sì, è proprio oro
, le disse Maga Maghella. Il tuo aspetto non tornerà più come prima, ma almeno diventerai presto ricco, molto ricco. E così forse una parte dei tuoi problemi si risolveranno. Ma forse dovresti anche sapere che …
Maga Maghella parve titubante, indecisa se proseguire oppure no.
… questa non è l’unica caratteristica particolare di questo pettinino magico. Forse dovrei dirti tutto, ma non so: ho paura che se te lo dicessi, ciò potrebbe aumentare la tua infelicità. Dimmi tu, se vuoi saperlo oppure no.
Teodoro non sapeva cosa dire.
Per carità
, intervenne la sua mamma, il mio povero Teodoro ne ha già passate fin troppe per la sua età. Non è certo il caso di renderlo ancora più infelice. Quello che c’è da sapere lo dica a me, che sono la sua mamma e gli voglio bene, e con l’aiuto di Dio farò in modo, per quel che ne resta della mia vita, che a mio figlio vada tutto per il meglio.
Per me va bene, signora, se il ragazzo è d’accordo.
Teodoro acconsentì, e così solo sua madre fu messa al corrente delle altre proprietà magiche di quel pettinino.
Teodoro crebbe in età e, grazie a quel pettinino, crebbe anche e smisuratamente in ricchezza, tanto che presto con la sua famiglia si trasferì in una villa che pareva un castello, con un gran numero di maggiordomi e fantesche a servizio.
Mutò naturalmente anche il suo stile di vita, ora che aveva la possibilità di non farsi mancare proprio niente, e cambiò scuola, scegliendo la più prestigiosa della città. Insomma, in poco tempo si trovò a frequentare solo gli ambienti più esclusivi e l’alta società. E benché all’inizio fosse anche qui emarginato e visto da molti con diffidenza e sospetto, riuscì col tempo a farsi quasi accettare, grazie soprattutto all’abitudine che prese di organizzare numerose e sontuose feste, come nessun altro riusciva a fare.
Durante il ricevimento che diede per il suo diciottesimo compleanno Teodoro ebbe persino l’impressione