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100 libri per una lettura critica della tecnologia
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E-book682 pagine8 ore

100 libri per una lettura critica della tecnologia

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ROMANZO (546 pagine) - TECNOLOGIA - Cento libri di cui la cui lettura può alimentare l'immaginazione e regalare molte sorprese, forti emozioni e grande godimento cognitivo...

Cento libri di cui si può anche fare a meno ma la cui lettura può alimentare l'immaginazione e regalare molte sorprese, forti emozioni e grande godimento cognitivo. Cento libri fuori dal coro, alcuni dei quali poco conosciuti o dimenticati ma tutti interessanti perché offrono una lettura critica della tecnologia che aiuta la consapevolezza delle numerose opportunità da essa offerte così come dei suoi effetti collaterali e conseguenze. Cento libri che compongono una bibliografia tecnologica partigiana, dettata dalle scelte dell'autore e dal suo percorso di studio e di conoscenza. Un percorso proposto ad altri come un viaggio possibile, da realizzare in compagnia di autori famosi e meno famosi che sulla tecnologia hanno elaborato riflessioni e pensieri non convenzionali, non dettati dal senso comune conformista dei media o condizionati dalle pratiche consumistiche diffuse e massificate di utilizzo della tecnologia. Una bibliografia proposta a immigrati digitali che guardano con curiosità intellettuale ai nuovi fenomeni sociali, scaturiti dalla pervasività dei prodotti tecnologici e delle loro soluzioni, confrontandoli con quelli da loro vissuti in un passato senza tecnologia. Una proposta pensata per i nativi digitali che si stanno interrogando sulle loro esperienze tecnologiche e su futuri prossimi venturi i cui scenari sono sempre più ibridati con la tecnologia e da essa determinati. Un e-book nel quale si presentano opere fondamentali per conoscere e capire le molteplici realtà tecnologiche emergenti come la Realtà Virtuale, i social network, i Big Data, le APP e i media sociali e i dispositivi mobili. Un e-book pensato per offrire innumerevoli spunti di riflessione sugli effetti della tecnologia sulle vite personali, emotive, relazionali e sociali delle persone, sulla politica, la libertà, la democrazia e i diritti dei cittadini, sull'economia e sul potere. 100 libri ricchi di racconti e narrazioni ma soprattutto di strumenti intellettuali, cognitivi e pratici per una relazione uomo-macchina matura, consapevole e non subordinata alla volontà di potenza della tecnologia e a quella dei signori della Silicon Valley, ai quali interessano principalmente i nostri dati, le nostre informazioni, il profitto e i vantaggi che da essi possono essere generati. 100 libri capaci di offrire momenti di relax ma anche di gioia e felicità, sentimenti che spesso emergono dalla illuminazione dettata dalla maggiore conoscenza, dall'emozione generata dalla scoperta di qualcosa di nuovo, dallo svelamento dei misteri e dalla consapevolezza.

Dirigente d'azienda, filosofo e tecnologo, Carlo Mazzucchelli è il fondatore del progetto editoriale SoloTablet dedicato alle nuove tecnologie e ai loro effetti sulla vita individuale, sociale e professionale delle persone. Esperto di marketing, comunicazione e management, ha operato in ruoli manageriali e dirigenziali in aziende italiane e multinazionali. Focalizzato da sempre sull'innovazione, ha implementato numerosi programmi finalizzati al cambiamento, ad incrementare l'efficacia dell'attività commerciale, il valore del capitale relazionale dell'azienda e la fidelizzazione della clientela attraverso l'utilizzo di tecnologie all'avanguardia e approcci innovativi. Giornalista e writer, communication manager e storyteller, autore di ebook, formatore e oratore in meeting, seminari e convegni. È esperto di Internet, social network e ambienti collaborativi in rete e di strumenti di analisi delle reti sociali, abile networker, costruttore e gestore di comunità professionali e tematiche online.
LinguaItaliano
Data di uscita31 gen 2017
ISBN9788825400830
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    Anteprima del libro

    100 libri per una lettura critica della tecnologia - Carlo Mazzucchelli

    9788825400021

    Prefazione di Luigi Pachì

    Con questo e-book Carlo Mazzucchelli completa probabilmente un ciclo iniziato quasi tre anni fa con la pubblicazione, sempre nella collana TechnoVisions di Delos Digital, di Internet e nuove tecnologie: non tutto è quello che sembra e di Tablet – trasformazioni cognitive e socio-culturali. Un ciclo reso possibile dalla sua lunga pratica e frequentazione tecnologica e da una biblioteca che nel frattempo è andata riempiendosi di nuovi libri e testi, tutti focalizzati sulla tecnologia e i suoi effetti.

    Questi libri avevano già trovato un posto e un ruolo importante nell'e-book Nei labirinti della tecnologia, un testo pensato per un viaggio nel labirinto, tutto tecnologico, reticolare e virtuale, che ci siamo costruiti con le tecnologie. Un labirinto che abitiamo ogni giorno, muniti di potenti smartphone tablet che ci aiutano a soddisfare bisogni e desideri ma ci impediscono forse, con la forza attrattativa e magnetica dei loro display, di avere piena consapevolezza dei Minotauri che lo abitano e dell'assenza di ogni filo capace di garantire una via di fuga. I libri menzionati in quell'e-book erano serviti a viaggiare dentro il labirinto in buona compagnia di filosofi e tecnologi, di scienziati e ingegneri ma anche di romanzieri e scrittori di fantascienza, tutti inseriti all'interno di comunità omogene per la loro tecnofilia o tecnofobia o per il tecno-ottimismo e il tecno-pessimismo espressi.

    Con questo nuovo e-book il viaggio si fa meno complicato ed è tutto all'esterno del labirinto. Scorrere l'elenco bibliografico che compone questo testo è come farlo in una liberaria o in una biblioteca tematica, una libreria degli spiriti tecnologici con i loro autori, personaggi e trame più o meno intriganti e accattivanti.

    La bibliografia proposta dall'autore si compone di cento libri, tutti presenti insieme a molti altri sugli scaffali della sua librearia, non tutti ancora trovabili in libreria, e alcuni neppure nei negozi online.

    Sono cento libri di cui si può anche fare a meno ma la cui lettura può alimentare l'immaginazione e regalare molte sorprese, forti emozioni e grande godimento cognitivo. Cento libri fuori dal coro, alcuni dei quali poco conosciuti o dimenticati ma tutti interessanti perché offrono una lettura critica della tecnologia che aiuta la consapevolezza delle numerose opportunità da essa offerte così come dei suoi effetti collaterali e conseguenze. Cento libri che compongono una bibliografia tecnologica partigiana, dettata dalle scelte dell'autore, dalla sua curiosità e dal suo percorso di studio e di conoscenza.

    I libri proposti suggeriscono un percorso, proposto ad altri come un viaggio possibile, da realizzare in compagnia di autori famosi e meno famosi che sulla tecnologia hanno elaborato riflessioni e pensieri non convenzionali, non dettati dal senso comune conformista dei media o condizionati dalle pratiche consumistiche diffuse e massificate di utilizzo della tecnologia.

    Quella dell'autore è una bibliografia proposta a immigrati digitali che guardano con curiosità intellettuale ai nuovi fenomeni sociali, scaturiti dalla pervasività dei prodotti tecnologici e delle loro soluzioni, confrontandoli con quelli da loro vissuti in un passato senza tecnologia. Una proposta pensata anche per i nativi digitali che si stanno interrogando sulle loro esperienze tecnologiche e su futuri prossimi venturi i cui scenari sono sempre più ibridati con la tecnologia e da essa determinati.

    Questo testo è un e-book nel quale si presentano opere fondamentali per conoscere e capire le molteplici realtà tecnologiche emergenti come la Realtà Virtuale, i social network, i Big Data, le APP e i media sociali e i dispositivi mobili. Un e-book pensato per offrire innumerevoli spunti di riflessione sugli effetti della tecnologia sulle vite personali, emotive, relazionali e sociali delle persone, sulla politica, la libertà, la democrazia e i diritti dei cittadini, sull'economia e sul potere.

    I 100 libri proposti sono ricchi di racconti e di narrazioni ma soprattutto di strumenti intellettauli, cognitivi e pratici per una relazione uomo-macchina matura, consapevole e non subordinata alla volontà di potenza della tecnologia e a quella dei signori della Silicon Valley a cui interessano principalmente i nostri dati, le nostre informazioni, il profitto e i vantaggi che da essi possono essere generati. Cento libri capaci di offrire momenti di relax ma anche di gioia e felicità, sentimenti che spesso emergono dalla illuminazione dettata dalla maggiore conoscenza, dall'emozione generata dalla scoperta di qualcosa di nuovo, dallo svelamento dei misteri e dalla consapevolezza.

    Luigi Pachì

    Introduzione

    La scelta di proporre una lista di libri da leggere non è originale così come non lo è la scelta del numero 100, molto abusato in Rete da tutti coloro che sono alla ricerca di visibilità e conoscono l'amre di google per le liste e gli elenchi. Credo sia però originale l'idea di cercare di fornire un modello di interpretazione della realtà tecnologica attuale fornendo una lista di libri che hanno lasciato e lasceranno tracce indelebili e documentali nel tempo per le informazioni e le conoscenze elaborate e fornite. Cercare di costruire una lista è, come ha scritto Umberto Eco, frutto di capacità rappresentativa dei mondi che si frequentano ma anche di una vertigine che coglie chiunque sia impegnato in qualche forma di catalogazione della realtà (Madamina il catalogo è questo canta Leporello nel Don Giovanni di Mozart) attraverso l'elencazione, la numerazione e la descrizione accurata di oggetti, animali (famosa quella di Borges), parole, eventi o persone. Gli oggetti da me catalogati e descritti sono libri sulla tecnologia, scelti perchè capaci di regalare al lettore una visione critica di mondi tecnologici con i quali è oggi abituato a convivere.

    Nel suo libro I cento libri che rendono più ricca la nostra vita, Piero Dorfles si chiede se leggere abbia ancora un senso, cosa possa insegnarci o come possa cambiarci la vita. La sua risposta positiva suggerisce un viaggio letterario fatto di cento capolavori da leggere, rileggere, studiare e suggerire ad altri. Cento sono anche i geni che abitano il libro Il genio di Harold Bloom, cento geni del linguaggio, da Shakespeare a Ralph Waldo Ellison (Uomo invisibile, 1952), che sono stati scelti per parlare della genialità di scrittori che hanno contribuito con le loro opere e il loro pensiero a superare la mediocrità che sempre accompagna il genere umano nella sua evoluzione.

    I cento libri che compongono il mio viaggio non sono capolavori letterari o romanzi e neppure testi classici dai quali è impossibile prescindere per una conoscenza completa e dotta. Sono cento libri, spesso in forma di saggio, manifesto o pamphlet, che parlano di tecnologia e che regalano, a chi dovesse decidere di leggerli, un'esperienza diversa rispetto a quella associata solitamente alla lettura di un romanzo o di un'opera letteraria. Sono libri che si possono anche non leggere, ma a loro modo compongono un itinerario, necessario per chi ha intrapreso il viaggio nel mondo complesso, magico e digitale della tecnologia. Quello da me proposto è un viaggio suggerito a chi cerca destinazioni ricche di avventure emozionanti, nuove esperienze non convenzionali e ricche di opportunità di apprendimento, di conoscenza e di maturazione personale. È un viaggio di esplorazione in compagnia di persone comuni (dopo aver pubblicato un libro alcuni autori sono spariti dalla scena), di studiosi e intellettuali che hanno costruito, con la condivisione delle loro esperienze personali e riflessioni, nuovi punti di riferimento, nuova conoscenza e molti saperi condivisi.

    Ogni autore di cui propongo uno o più testi offre al viaggiatore punti di vista e di osservazione diversi, critici o entusiasti sul mondo tecnologico in cui tutti siamo immersi. Sono punti panoramici simili a quelli offerti dai tornanti spettacolari della strada che in Tibet passa a quasi 6000 metri di altitudine davanti all'Everest e alle altre cime himalayane. Al termine del viaggio ci si sentirà più ricchi anche se forse più preoccupati e incerti, più sensibili alle numerose problematiche che nascono dall'interazione uomo-macchina e soprattutto più consapevoli e pronti ad un utilizzo diverso, più maturo e critico della tecnologia.

    Perché abbia scelto cento libri, non uno di meno o uno di più, non è casuale ma neppure frutto di una scelta a lungo meditata. Il progetto originale di questo nuovo e-book era più ambizioso e mirava a fornire un elenco numericamente corposo di un numero maggiore di libri, prevalenetemente di provenienza anglo-sassone.

    Non era mia intenzione fornire una storia della letteratura sulla tecnologia e neppure del pensiero colto che l'ha da sempre accompagnata. Considero infatti le mie conoscenze ancora toppo limitate per convincermi ad un percorso di questo tipo. L'attenzione è stata circoscritta volutamente alle tecnologie dell'informazione, ma solo perché sono quelle che più di altre, ad eccezione forse della genetica, delle biotecnologie, della robotica e dell'intelligenza artificiale, sono oggi oggetto di attenzione e di analisi, per gli effetti visibili e profondi da esse provocate a livello personale e sociale, cognitivo e psichico, professionale e lavorativo.

    Abbandonato il progetto originale, la scelta che ha portato a questa bibliografia è stata fatta con la semplice scomposizione di una libreria di casa alla ricerca di tutti i libri accumulati nel tempo sulla tecnologia e con la selezione molto arbitraria di cento titoli dei quali avevo voglia di parlare.

    È stata una scelta dettata da gusti molto personali che hanno sicuramente determinato lacune e assenze importanti nella mia biblioteca, sia in termini di autori sia di argomenti trattati, che si ripercuotono chiaramente anche in questa bibliografia. Una scelta obbligata dai libri trovati e dal piacere che alcuni di essi mi hanno rigenerato sfogliandone i testi sottolineati, le pagine sgualcite e la carta ingiallita e ruvida di opere come Caos e Cybercultura di Tymothy Leary pubblicato da Urrà, di Techgnosis di Erik Davis o del voluminoso trattato Out of control di Kevin Kelly.

    Il totale dei libri trovati e che hanno abitato per qualche settimana il pavimento dello studio sono stati molti di più ma alla fine la scelta è stata limitata al numero magico di 100, un numero che secondo i Pitagorici è da considerarsi quasi divino perché multiplo di 10 (1+2+3+4), il numero perfetto. Cento è un numero importante nella Cabala ebraica ma anche nelle discipline sportive nelle quali si cerca sempre di essere in forma, al 100%. Con una bibliografia di 100 libri non aspiro alla perfezione ma a fonire quanto potrebbe servire per un 100% di conoscenza sulle tecnologie che hanno colonizzato il tempo ma anche l'immaginario e l'apparato cognitivo di molti.

    I cento libri proposti sono il frutto di una duplice selezione, la prima avvenuta frequentando le librerie di Milano, la seconda estraendo dalle pile accumulate sul pavimento solo i libri di cui trattenevo un ricordo piacevole, sia per avere trovato affinità elettive con i loro autori al momento della lettura sia per l'uso che di essi avevo fatto, anche per motivi professionali e lavorativi. La prima scelta è stata sempre molto idiosincrasica ma anche casuale perché legata alla frequenza con la quale ho frequentato librerie che da tempo limitano il periodo di esposizione sugli scaffali di nuovi libri, soprattutto di quelli nella forma di saggi o su argomenti non propriamente popolari. In questa scelta mi sono certamente sfuggiti numerosi titoli e autori importanti ma probabilmente alcuni, anche se li avessi incontrati sul mio cammino, non li avrei neppure presi in considerazione o scelti per un acquisto. Sicuramente ho scartato tutti i libri frutto di semplici iniziative editoriali sui temi popolari del momento, quelli dichiaratamente tecnofili o semplicemente descrittivi e declamatori dei vantaggi e dei benefici della tecnologia.

    Dei cento libri selezionati ho fornito nel testo una scheda, una valutazione personale, un commento, una biografia breve dell'autore/autrice e una recensione. L'ordine seguito è rigorosamente alfabetico in modo da facilitare la ricerca e la lettura consecutiva dei libri proposti dello stesso autore. Chi avesse letto il mio libro precedente Nei labirinti della tecnologia troverà alcuni autori che componevano quel testo ma avranno anche modo di affiancarli a molti altri in un confronto che tornerà utile pensando alla classificazione che avevo proposto in quel testo.

    La lettura dei libri che propongo può essere ritenuta tanto più necessaria quanto maggiore è il tempo personale dedicato ai nuovi mezzi di comunicazione e ai loro media. Strumenti tecnologici a cui molti affidano il loro tempo e le loro emozioni e che hanno permesso a tutti di acquisire nuove capacità, anche di apprendimento, ma anche di perdere di vista alcuni valori essenziali nella vita degli esseri umani.

    I libri sulla tecnologia proposti in questo e-book non rappresentano una biblioteca di base imprescindibile per chi volesse sudiare a fondo e in modo critico la tecnologia, ma offrono innumerevoli spunti di riflessione e le motivazioni all'acquisto del libro od a frequentare le librerie e gli store online per tenersi aggiornati su nuove uscite e nuovi libri degli autori presenti in questa bibliografia.

    Alcuni dei libri proposti hanno lasciato il segno e hanno raccontato il passaggio di ere tecnologiche come il testo Being Digital di Nicholas Negroponte, Out of control di Kevin Kelly, il Cluetrain manifesto ma anche il più recente Anima e iPad del filosofo Maurizio Ferraris. Molti di questi libri hanno avuto un successo di pubblico limitato e pochi hanno ottenuto il successo de Il nome della rosa, dei testi di Shakespeare o delle avventure del maghetto Harry Potter. Ciò non mi impedisce di segnalarli come libri da leggere almeno una volta nella vita presente, di rileggerli con maggiore attenzione, di prestarli e di suggerirli ad altri.

    1. Assange Julian – Internet è il nemico

    Scheda libro

    Titolo completo: Internet è il nemico

    Titolo originale: Cyberpunks – Freedom and the future of Internet

    Genere: Internet

    Listino: 9,99 (formato EPUB)

    Editore: Feltrinelli Editore

    Collana: Serie Bianca

    Pagine: 176

    Data uscita: 12/06/2013

    Valutazione

    Commento

    Il titolo in italiano è molto creativo, anzi sbagliato! Per Assange Internet non è il nemico, lo è chi ne fa un uso finalizzato al dominio e al controllo. Internet è anche uno strumento potente di libertà come dimostra la stessa Wikileaks. Il libro non ha un valore particolare, è una semplice chiacchierata tra persone che si conoscono tradotta in una operazione commerciale. È menzionato tra i libri da leggere perché suggerisce una riflessione sulla informazione libera, sulla libertà di espressione, sulle censure esistenti e quelle più pervasive che verranno e sollecita agli utilizzatori superfiiali delle tecnologie odierne nuovi approfondimenti e conoscenze.

    Autore

    Julian Assange, Australiano di nascita, si definisce anarchico, libertario e cyberpunk. Ha trasformato le sue conoscenze tecnologiche e capacità giornalistiche in strumenti di attivismo politico, finalizzato a disvelare gli inganni della tecnologia. Nato alla politica alla fine degli anni ottanta come attivista hacker sovversivo con lo pseudonimo di Mendax, nel 1995 scrive il software open-source Strobe, dedicato alla scansione delle porte di ingresso dei computer connessi in rete. Nel 1997 collabora alla stesura del libro Underground: tales of hacking, madness and obsession on the electronic frontier. Nel 2007 è tra i promotori del sito Wikileaks che nel 2010 rende di pubblico dominio 250.000 documenti diplomatici statunitensi, molti dei quali secretati. Denunciato in Svezia per stupro nel 2010 è stato giudicato nel 2012 in Inghilterra e condannato alla estradizione. Subito dopo la condanna si è rifugiato nell’ambasciata dell’Equador a Londra chiedendo asilo politico e dove si trova ancora oggi. È stato candidato al Nobel per la pace per la sua attività di informazione e trasparenza.

    Più grande è il potere, maggiore è la necessità di trasparenza perché se il potere viene abusato, il risultato può essere disastroso.

    "Ogni qualvolta siamo testimoni di una ingiustizia e non agiamo, stiamo formando il nostro carattere alla passività e perdiamo l’abilità di difendere noi stessi e le persone che amiamo.

    Se disponiamo di un cervello e di coraggio, siamo chiamati a non bruciarli sottomettendoli passivamente alle idee degli altri, migliorando l’efficienza del potere o immergendosi nell’oscurantismo, ma a provarne il vigore e I talenti lottando contro gli oppositori più forti che possiamo incontrare"

    Molte persone che operano e scrivono in rete considerano Internet uno strumento di civilizzazione globale, ma sono in erroe…Sono in errore perché non hanno mai incontrato il nemico… Noi lo abbiamo incontrato…

    Assange ama la tecnologia ed è consapevole delle opportunità e dei benefici da essa generati, ma considera Internet il maggiore facilitatore di totalitarismi futuri ("usare internet è come avere un carro armato nella propria cameraIl telefono mobile è semplicemente un dispositivo di tracciamento e monitoraggio delle attività individuali"). Lo ha scritto nel suo libro Cyberpunk: freedom and the future of Internet, costruito su una serie di interviste trascritte da un programma da lui condotto per un canale televisico russo. Argomenti delle interviste erano la sorveglianza sulla Rete da parte dei governi, la legislazione contro la condivisione di file, il fenomeno dei media sociali.Il pericolo di Internet consiste nella sua diffusione geografica e pervasività che trasformerà il mondo globale in un matrix, caratterizzato da (video, audio, geo) sorveglianza di massa e controllo. Unica possibilità di difesa possibile è la completa crittografia delle proprie informazioni personali con sistemi non comprensibili e svelabili da altri.Il suo libro, tradotto in Italia e pubblicato da Feltrinelli con il titolo, troppo markettaro e scelto per vendere di più, Internet è il nemico, non rende giustizia al suo contenuto. Il giudizio sulla deriva totalitarista e anti-democratica di Internet è l’oggetto delle conversazioni riportate ed è sicuramente un atto di accusa nei confronti di Internet che, da strumento straordinario di comunicazione e innovazione, si sta trasformando sempre più in macchina di censura, controllo e oppressione.Dalle interviste con tre autori e cyber-attivisti (Jacob Appelbaum, Andy Müller-Maguhn, Jérémie Zimmerman), impegnati sulla scena della contro-cultura digitale antagonista emerge però molto di più. Vi si parla liberamente di informazione libera, di libertà di espressione dei cittadini della rete e delle persone, di filtri e profilazioni che ledono le libertà del cittadino, di censure e manipolazioni delle informazioni e delle notizie, di effetti collaterali ecc.Il libro non ha la pretesa di essere un saggio o uno studio. È una semplice testimonianza nata da conversazioni tra persone che conoscono le logiche e gli algoritmi della Rete, che vivono la loro esperienza online da attivisti che non si arrendono alle trasformazioni in corso e che cercano di condividere le loro conoscenze con l’obiettivo di far crescere auuto-consapevolezza e pensiero critico. Un testo molto diverso da quelli più approfonditi e ricchi di conoscenze e informazioni pubblicati negli ultimi anni da Morozov, Lanier e altri. Si capisce che quella di Assange è una visione politicizzata e finalizzata all’azione ma l’analisi degli aspetti economici e sociali risulta essere in molti aspetti superficiale e troppo utopistica perché non ancorata pragmaticamente alla realtà del popolo della rete.Il libro contiene una critica radicale che chiama all’azione e alla rivolta contro il pensiero unico dominante e la percezione manipolata della Rete come spazio di libertà e di democrazia mentre non lo è più. Il richiamo non può che essere politico e rivolto a quanti hanno scelto di mantenersi informati per poter fare delle scelte libere da cui tutti i cittadini, e non solo alcune ristrette minoranze, possano trarne vantaggio.Il messaggio di Assange sembra ricordare quelli spediti in bottiglia via mare. Non si sa se e quando arriverà e non si conosce in anticipo quale effetto riuscirà a raggiungere. Un messaggio in lingua italiana che arrivasse in Africa difficilmente potrebbe essere decodificato. Nato con l’intento di comunicare e informare il libro di Assange contiene un linguaggio tecnico e ostico ai più perché richiede conoscenze tecnologiche e di Internet che solo pochi addetti oggi hanno. Il rischio è che emerga soltanto la visione negativa e cupa di Internet come luogo infido e pericoloso e che spariscano le molte opportunità di cambiamento che comunque la Rete è ancora in grado di offrire.L’idea di una Internet sempre più controllata da poche multinazionali e dai governi nazionali è molto veritiera e vicina alla realtà (il caso Prism NSA insegna) ed è facilmente condivisa da quanti hanno riflettuto sul fenomeno della globalizzazione, sulla evoluzione del capitalismo tecnologico e finanziario, sulle strategie geo-politiche attuali e sui nuovi media digitali e i loro linguaggi. Rimane sullo sfondo e sfugge completamente l’altra faccia di Internet, quella positiva fatta di piccole reti e spazi territoriali contestualizzati (autonomi?) e locali che illustrano bene quanto la tecnologia in sè non sia negativa e sia ancora utilizzabile per creare nuove utopie e benefici reali.L’obiezione che i quattro attivisti, protagonisti del libro di Assange, potrebbero fare è che anche là dove Internet è stato usato e poi mediatizzato come strumento di libertà, come nelle rivoluzioni arabe del 2013, il risultato non è stato necessariamente postivo. La Rete e le tecnologie 2.0 sono state infatti usate anche dai governi e dagli stati per contrastare le rivolte e poi per controllarle, manipolarle e imbrigliarle. Terminata l’euforia tipica delle masse che si concentrano (Massa e Potere direbbe Elias Canetti) e acquisiscono forza, oggi i governi, come quello egiziano, usano gli strumenti tecnologici per individuare i capi e le teste pensanti delle primavere per arrestarli, processarli e mandarli in galera. Un ulteriore esempio di quanto sia diffusa l’ingenuità della Rete (per citare Eugeny Morozov) da parte dei cittadini e di quanto, al contrario, sia forte il controllo sui media e su Internet degli apparati governativi e di polizia. Il tutto favorito dal ruolo di Inspector che giocano le numerose multinazioali che si contendono il mercato tecnologico come Google, Facebook, Amazon e altre ancora.Chi è disposto ad accettare la visione di Assange come valida dovrà convenire che libertà, democrazia e giustizia non sono più valori perseguibili con strumenti tecnologici che vengono sempre più usati per determinare i rapporti di forza tra i pochi che comandano e hanno, e la massa che non comanda e non ha.Ne consegue il richiamo ad una maggiore consapevolezza, ad una ricerca costante dell’anonimato online, ad una attenzione maniacale alla privacy dei profili digitali e personali, alla ricerca di fonti di informazione alternative (Wikileaks e non solo), alla fuga dalla retorica dei social network e dalla loro falsa realtà comunitaria e partecipativa.Di Assange merita di essere menzionato l'ultimo libro, non ancora pubblicato in Italia, dal titolo When Google met Wikileaks, un attacco durissimo, ricco di riferimenti letterari a George Orwell e Hannah Arendt, a Google perché "mostra l'impenetrabile banalità del non fare il male. L'accusa principale è di essere tutt'uno con la politica estera degli Stati Uniti e di essere diventata una entità che potrebbe configurare una nuova forma postmoderna di totalitarismo.A finire sotto accusa è il modello di business di Google costruito sulla sorveglianza e la raccolta di miliardi di informazioni per immagazzinarle, indicizzarle e usarle a scopi non dichiarati e senza l'autorizzazione dei cittadini che le hanno prodotte e delle quali sono proprietari. La sorveglianza di Google è assimilbile nell'analisi di Assange a quella della NSA (National Security Agency), venuta a galla grazie a Snowden.Per Assange Larry Page ha una visione totalizzante…nel nome di ciò che sembra una massimizzazione dell'efficienza, senza alcuna considerazione per il sistema totalizzante che è stato costruito e che fa sembrare gli assillanti burocrati stalinisti, ignoranti al confronto".

    Bibliografia

    State and terrorist consipacies, 2006

    Conspiragy as governance, 2006

    The hidden curse of Thomas Paine, 2008

    What’s new about Wikileaks, 2011

    Cyberpunks 2012

    Cohen N, You can’t read this book: censorship in an age of freedom, 2012

    Leigh D, Wikileaks: inside Julian AssangÈs war on secrecy

    When Google met Wikileaks

    2. Aubert Nicole, Claudine Haroche – Farsi vedere

    Scheda libro

    Titolo completo: Farsi vedere – La tirannia della visibilità nella società di oggi

    Titolo originale: Les tyrannies de la visibilité – Etre visible pour exister?_

    Genere: Scienze sociali

    Listino: 18,00

    Editore: Giunti

    Collana: Orizzonti

    Pagine: 240

    Data uscita: 06/03/2013

    Valutazione

    Commento

    Un libro corale con contributi diversi che illustrano quanto la visibilità sia diventata nella nostra società una vera e propria forma tirannica per sentirsi esistere e uno strumento potente per attirare l'attenzione. Un modo di affermare se stessi, riconoscersi e farsi riconoscere. Un libro per gli amanti dei selfie e per quelli che non li sopportano ma soprattutto per comprendere quanto l'esigenza della visibilità si accompagni a tutte le espressioni umane in termini esistenziali, lavorativi, cognitivi, sociali, percettive, relazionali e di interazione con gli altri.

    Autori

    Aubert Nicole è una sociologa e psicologa, professoressa della scuola superiore di Parigi (ESCP-EAP). Le sue opere integrano contributi specialistici diversi delle scienze umane e sociali: sociologia, filosofia, psichiatria, psicanalisi, psicologia e storia. Autrice anche di L'individu hypermoderne.

    Claudine Haroche è una dirigente del Centre National de la Recherche Scientifique di Parigi. Oltre a Farsi Vedere, tra le sue opere tradotte in italiano vanno menzionate Storia del viso. Esprimere e tacere le emozioni (Sellerio, 1992), Proprietà privata, proprietà sociale, proprietà di sé.

    Oggi, uomini e donne preferiscono attaccare degli specchi per sognare un mondo parallelo di cui essi stessi farebbero parte. La società ipermoderna sembra sprofondare nell'ebbra contemplazione dell'immaginario visuale [… è una società sullo schermo che mette il mondo sullo schermo e che prende lo schermo per il mondo e si crede essa stessa ciò che ha messo sullo schermo.

    Il libro è corale perché le due autrici hanno raccolto, con l'obiettivo di analizzare la visibilità in tutti i contesti in cui oggi si manifesta e viene praticata, i contributi di numerosi studiosi e intellettuali: Jacqueline Barus-Michel, Joseph Belletante, Joël Birman, Jean-Philippe Bouilloud, Teresa Cristina Carreteiro, Jamil Dakhlia, Eugène Enriquez, Vincent de Gaulejac, Florence Giust-Desprairies, Nathalie Heinich, Nolwenn Henaff, Francis Jauréguiberry, Mohamed Maalej, Jan Spurk, Serge Tisseron, Élisabeth Tissier-Desbordes, Anne Vincent-Buffault, Paul Zawadzkie.Scopo del libro è di illustrare e spiegare perché la vita degli abitanti della società odierna sia dominata dall'imperativo della visibilità e dall'uso di strumenti, principalmente tecnologici, per ottenerla in modo da catturare l'attenzione altrui superando l'insignificanza percepita dell'essere invisibili. Il primato dell'immagine che caratterizza la società tecnologica ha portato alla supremazia dell'apparenza e alla confusione della realtà fattuale con quella parallela che scorre sui moltepici schermi di cui ogni persona è dotato.La ricerca della visibilità non è isolata alla sfera personale ma esercitata in ogni ambito di sapere e di attività umane. Singoli individui, Marche, organizzazioni pubbliche o private, aziende e istituzioni sono tutti coinvolti in una gara continua nella produzione di segni, di narrazioni, testimonianze, testi e immagini con l'obiettivo dinale di attirare l'atttenzione su di sè strappandola ad altri. Il dilemma non è più essere o avere ma essere o apparire e il secondo è percepito come più importante e l'unico modo per esistere realmente. Si esiste solo perché si è visibili, sul muro delle facce, in televisione, su Intagram, Snapchat o attraverso l'immagine di un slefie distribuito in Rete.La diffusione e la pervasività delle nuove tecnlogie ha coinvolto tutti in una gara di visibilità il cui traguardo è il riconoscimento degli altri ma ha anche cambiato la percezione del tempo, la considerazione del proprio corpo, l'esposizione ed esibizione di se stessi, la comunicazione sociale e politica, la scomparsa del privato nella sfera pubblcia e viceversa e nuove gerarchie valoriali come la prevalenza del virtuale sul reale, dell'apparenza sull'essere e sul fare.Il libro di Aubert e Haroche offre numerosi spunti di riflessione, oggetto di studio di molti degli studiosi proposti in questa bibliografia. Si parla della società dello schermo (lo ha fatto anche Sherry Turkle con un libro intero La vita sullo schermo), di visibilità legata al farsi vedere ma anche come un modo per prepararsi la propria eternità e longevità nel tempo, di visibilità come esposizione di sé attraverso Internet e altri strumenti tecnologici, di visibilità come elemento problematico per lo sviluppo della democrazia e per la politica, di propensione al consumismo per essere protagonisti, consumAttori e visibili, di visibilità dei sentimenti e delle emozioni e degli effetti che ne derivano quando vengono espressi in pubblico attraverso strumenti tecnologici e digitali, di visibilità come espressione di invidia.Tra i numerosi spunti di riflessione sono da segnalare quelli contenuti negli ultimi capitoli nei quali si parla della visibilità ricercata, anche con conflitti e lotte sociali, da coloro che si sentono esclusi dalla società ma anche della ricerca di invisibilità per sfuggire all'eccessiva sorveglianza di una società tecnologica che sembra volere sapere tutto da tutti imponendo un flusso di informazioni insopportabile che si traduce in surplus cognitivo (Clay Shirky vi ha dedicato un libro intero), che finisce per impedire l'assimilazione di nuove informazioni e conoscenze e di oscurare la realtà della società rendendola invisibile a se stessa. Si parla anche di visibilità all'interno delle istituzioni e in relazione all'identità individuale, delle illusioni o desideri che ne derivano, di visibilità come valore/disvalore (mercato, potere, pubblicità) e della critica sviluppata su di essa dagli intellettuali, e delle contraddizioni che derivano dalla necessità e dall'ingiunzione della visibilità.

    3. Albert-László Barabási – Link

    Scheda libro

    Titolo completo: Link – La nuova scienza delle reti

    Titolo originale: Linked: How Everything Is Connected to Everything Else and What It Means for Business, Science, and Everyday Life

    Genere: Scienze sociali

    Listino: € 27,00

    Editore: Einaudi

    Collana: Saggi

    Pagine: 254

    Data uscita: 26/04/2004

    Valutazione

    Commento

    È probabile che la maggioranza degli attuali frequentatori compulsivi dei numerosi spazi di social netwoking esistenti non abbiano letto questo libro e forse oggi non ne hanno neppure bisogno. Quando è uscito nel 2005 però ha marcato, con il suo contributo, il passaggio delle reti sociali da semplice oggetto di studi sociologici a pratica sociale e strumento di analisi. Chi volesse andare oltre la comprensione dei Like potrebbe scoprire, leggendo questo libro, che siamo in realtà tutti connessi (tutto fa parte del tutto), che tutta la nostra vita racconta una storia affascinante di concatenazioni, non necessariamente tecnologiche, che la realtà è complessa e che le reti sono ovunque.

    Autore

    Albert-László Barabási è nato in Romania e insegna alla Northeastern University, dove dirige il Center for Network Science. I suoi contributi scientifici originali hanno aperto nuove prospettive nella scienza delle reti, generando ricerche che sono state ospitate dalle piú prestigiose riviste scientifiche internazionali, da «Nature» a «Science», e riprese da numerosi media negli Stati Uniti. Ha pubblicato Link nel 2002 e Lampi nel 2010 ed è coautore di un libro sulle dinamiche delle reti: The structure and dynamics of networks.

    Una proprietà generale delle reti è quella di essere dei mondi piccoli. Un basso grado di separazione non è una caratteristica esclusiva della nostra società o del Web. Quasi tutte le reti intorno a noi obbediscono a questa regola. Rientra nella loro struttura. [… Là fuori c'è una geometria nuova che dobbiamo conoscere se vogliamo dare un senso alla complessità del mondo che ci circonda.

    Dalla pubblicazione del libro (2004) la scienza delle reti ha fatto passi da gigante sia in termini di conoscenza del loro funzionamento e della loro struttura sia di strumenti di analisi. Il libro di Barabási rimane comunque un riferimento obbligato per quanti volessero conoscere il ruolo delle interconnessioni, delle reti e delle mappe che caratterizzano i molteplici universi umani. Le conoscenze che ne derivano sono di tipo matematico (teorie dei grafi e gradi di separazione di Erdős e Rényi, piccoli mondi di Milgram, ecc.) e teorico con riflessi sorprendenti sulla vita sociale, sull'economico e la finanza, sulla politica e sui mercati.Attraverso numerosi esempi su come le mappe delle interconnessioni e relazioni hanno svelato agli hacker la vulnerabilità del sistema tecnologico permettendo loro di scoprire i legami tra istituzioni finanziarie, aziende e singole persone, rivelato a pubblico le strette relazioni che intercorrono tra centri di potere politico con l'economia e la finanza, e fatto conoscere le interrelazioni e interazioni esistenti tra ecosistemi biologici e genici, Barabasi guida il lettore alla scoperta delle leggi naturali, di grande portata ma incredibilmente semplici, che governano la struttura e l'evoluzione di tutte le reti complesse che ci circondano, nelle quali siamo immersi e che definiscono l'ambito in cui sperimentiamo la nostra esistenza individuale, sociale, economica e tecnologica.Le reti oggetto di analisi non sono solo quelle, usate come esempi o metafore, degli attori di Hollywood, di Internet e del Web o della viralità che caratterizza molti fenomeni di mercato e di consumo. Barabási identifica reti dappertutto e le analizza come protagoniste di una sorprendente rivoluzione scientifica. Il loro studio ha portato matematici, sociologi e scienziati a scoprirne struttura e funzionamento ma soprattutto le regole e l'ordine che le governano e le caratterizzano. La ricerca scientifica parte da lontano, da matematici come Eulero (Barabási cita l'esempio dei ponti di Königsberg) per arrivare al World Wide Web e alle ricerche sulla cura delle malattie cancerogene. L'autore del libro ne dà conto illustrando come il lavoro di mappatura delle reti abbia coinvolto uno spettro ampio di discipline diverse, nella convinzione della elevata similarità tra reti sociali diverse.Barabási non è il solo ad avere fornito elementi utili allo studio, all'analisi e alla misurazione delle reti ma uno dei primi a introdurre nuovi metodi utili a definire modelli interpretativi di reti di piccoli mondi e scale-free. I primi si manifestano in genere come cluster di nodi fortemente interconnessi con pochi link tra i singoli cluster. I secondi descrivono reti con nodi ricchi di innumerevoli connessioni ma nelle quali i nodi con connessioni numerose sono meno di quelli con un numero limitato di connessioni. Lo studio delle diversità di queste reti sociali svelano proprietà del sistema legate alla robustezza delle connessioni, alla comunicazione, alla rimozione dei nodi e dei legami, ecc.

    La pervasività di Internet, sia in termini di nodi fisici sia di connessioni web, e della tecnologia (quando il libro è uscito non c'erano ancora smartphone intelligenti come iPhone o Galaxy e neppure APP) permette oggi studi approfonditi delle regole e delle proprietà di reti molto complesse che possono essere analizzate grazie a strumenti automatici capaci di produrre mappe di milioni di nodi con le miriade di connessioni che li caratterizzano e di confrontarle con le reti sociali del mondo reale. Grazie alle conoscenze derivate dallo studio delle reti tecnologiche è diventato più semplice comprendere le reti chimiche e le interazioni cellulari, le interazioni sociali come quelle tra ricercatori o attori cinematografici, le modalità con cui si diffondono virus e malattie e molto altro.

    La lettura di un libro datato come Link offre anche alcune interessanti curiosità. In retrospettiva si può scoprire che Apple avrebbe dovuto perdere la battaglia sui dispositivi portatili contro Palm o ci si può imbattere in nomi di aziende che da protagonisti della scena tecnologica sono diventati oggi degli assoluti sconosciuti.

    Chi è a digiuno di teorie delle reti sociali dovrebbe partire dal libro di Barabási.

    4. Baudrillard Jean e autori vari – Cyberfilosofie

    Scheda libro

    Titolo completo: Cyberfilosofie – Fantascienza, antropologia e nuove tecnologie

    Titolo originale: Cyberfilosofie – Fantascienza, antropologia e nuove tecnologie

    Genere: Mass Media

    Listino: 23,00

    Editore: Mimesis

    Collana: Millepiani

    Pagine: 149

    Data uscita: 01-06-1999

    Valutazione

    Commento

    Il volume è un Millepiani, una rivista di fantascienza, antropologia e nuove tecnologie che racchiude gli interventi di numerosi autori sulla diffusione delle moderne cyberfilosofie (spazi di incontro tra la filosofia e la fantascienza). Il termine Cyberfilosofie è stato usato per comprendere le riflessioni che nascono dalla numerose mutazioni antropologiche in atto come prodotto della tecnologia, dei suoi linguaggi, delle relazioni che determina e dei nuovi poteri da essa emergenti. La riflessione porta a un confronto aspro con la macchina del controllo hurocratico, a riproporre la riscostruzione di nuovi rapporti umani e a individuare le cure che servono per contrastare la mostica del progresso tecnologico.

    Autori

    Oltre a Baudrillard (Crash) il volume contiene interventi di Damien Broderik (La fantascienza e il postmoderno), Ken McLeod (La fantascienza con il futuro), Antonio Caronia (L'insostenibile naturalità della tecnica), Ubaldo Fadini (Psicografie), Tiziana Villani (Controllo buricratico della vita), Augusto Ponzio (Le macchine e il tempo), Domenico Gallo (La percezione del presente), Luisella Feroldi (Il sentire sintetico), Marco Refe (Reali possibili), Franco Riccio (La morte di Dio) e Katia Rossi (Proust materialista).

    Reinventare il reale come finzione, perché il reale è scomparso dalla nostra vita. […] L’immaginario era l’alibi del reale, in un mondo dominato dal principio di realtà. Oggi è il reale che è diventato l’alibi. [… Non è più possibile partire dal reale e fabbricare l’irreale, l’immaginario a partire dai dati del reale. Il processo sarà piuttosto l’inverso.

    Cyberfilosofia, Jean Baudrillard

    Jean Baudrillard ha prodotto un breve testo dal titolo Cyberfilosofia (pubblicato da Mimesis) nel quale riflette sugli aspetti dell'immaginario fantascientifico post-umano e post-moderno (avendo presente autori come James G. Ballard e Philip K. Dick). Temi che compaiono in altre opere dell'autore, segno evidente di un interesse coltivato verso gli universi paralleli creati dalle nuove tecnologie, gli individui chiamati a confrontarsi con apparecchi tecnologici seduttivi e macchinici, e i simulacri della contemporaneità che si manifestano nella forma di automi e robot. Nei nuovi mondi tecnologici caratterizzati dalla virtualità e dalla simulazione, il reale supera il simulacro diventandone una sua semplice memoria sbiadita. Il simulacro a cui fa riferimento Baudrillard è quello della simulazione fondata sulla informazione e sul gioco cibernetico. Simulacri che assumono la forma di modelli in grado di anticipare il reale e che fanno scomparire la realtà e l'immaginazione di qualcosa che non sia virtuale e non-reale.

    Il contributo di Baudrillard a Cyberfilosofie è una riflessione sul libro Crash dell'autore di fantascienza J.G. Ballard, un testo che mette in guardia, fin dalla stessa introduzione ("funzione premonitrice contro questo mondo brutale dai lampi strudenti che ci sollecitano in modo sempre più pressante a margine del paesaggio tecnologico"), dal pericolo della realtà tecnologica e dalla decostruzione della realtà e del corpo umano da essa perpetrato. La riflessione di Baudrillard evidenzia l'iperrealtà fatta dalla ricerca della morte, da parte di protagonisti che praticano la violenza, anche quella sul corpo, alla ricerca delle motivazioni giuste per sentirsi vivi. Una violenza pornografica senza amore o sentimenti, irrazionale che serve nella narrazione a segnalare i rischi a cui sta andando incontro la civiltà tecnologica odierna. La ricercata fusione con la macchina non è la celebrazione di una nuova fase di evoluzione umana ma la semplice sparizione della specie umana.

    La recensione breve che Baudrillard fornisce di Crash serve da introduzione ad un volume tutto centrato sulle trasformazioni tecniche e antropologiche prodotte dalla tecnologia. La realtà che ne deriva va oltre se stessa superando anche i numerosi scenari fantascientifici, futuribili, distopici e catastrofici raccontati in numerosi romanzi di fantascienza. L'immaginario fantascientifico raccolto in questo lavoro letterario pluriennale si è dissolto nei gesti quotidiani, nelle attività lavorative, nelle azioni individuali e politiche di individui che stanno ridefinendo i confini delle loro esperienze, realtà, libertà e desideri come effetto della loro interazione tecnologica.

    Gli interventi contenuti nel volume sono serviti a fornire interpretazioni e riflessioni sulla realtà tecnologica e sulle molteplici mutazioni e metamorfosi che la caratterizzano e ad elaborare nuovi interrogativi utili ad una migliore comprensione degli esiti, dei linguaggi e delle tendenze che le nuove tecnologie stanno determinando.

    Tutte le riflessioni nascono dal rifiuto del determinismo che la tecnologia sembra avere imposto come modello evolutivo futuro, che vedono il passaggio dall'uomo alla macchina e il superamento del primo da parte della macchina post-umana. Le tecnologie digitali e le macchine di simulazione e costruzione di nuovi mondi, possono al contrario essere viste non come una tappa di un destino già segnato ma come trumenti per pensieri e sviluppi diversi e per la ricerca di destinazioni alternative e non necessariamente già predefinite.

    5. Baudrillard Jean – Il delitto perfetto

    Scheda Libro

    Titolo completo: Il delitto perfetto – La televisione ha ucciso la realtà?

    Titolo originale: Le crime parfait

    Genere: Mass Media

    Listino: 18,00

    Editore: Cortina Raffaello

    Collana: Scienza e idee

    Pagine: 168

    Data uscita: 01/03/1996

    Valutazione

    Commento

    Per essere un testo del 1995 racconta una delle storie più interessanti sulla sparizione della realtà e su chi l'ha uccisa. Il reale come corpo della vittima non è stato trovato e manca il movente. Il delitto descritto è tutto tranne che perfetto ma la perfezione con cui viene praticato è criminale. Il problema da risolvere sta nella identità dell'assassino e nel suo essere la fusione di assassino e vittima insieme. Per capire i mondi simulati e dell'apparire odierni, celati dietro lo schermo di un dispositivo mobile, capire quale sia il delitto perfetto raccontato da Baudrillard potrebbe rivelarsi essenziale.

    Autore

    Jean Baudrillard (1929-2007) nasce da una famiglia di origini contadine ed è un filosofo e sociologo francese di fomazione tedesca. Esordisce nel 1956 come professore di liceo e lavora presso la casa editrice Seuil. Inizialmente studioso della lingua e della cultura tedesca, pubblica saggi sulla letteratura nella rivista "Les temps modernes" tra il 1962 e il 1963 e traduce opere di Peter Weiss e Bertolt Brecht in francese, oltre a un libro di Wilhelm Mühlmann sui movimenti messianici rivoluzionari. Studia le opere di Henri Lefebvre e Roland Barthes che avranno un'influenza continuativa sulla sua opera. È stato membro dell'istituto di ricerca sull'innovazione sociale al Centro Nazionale della Ricerca Scientifica, e insegnato presso la European Graduate School in Svizzera. Tra le sue opere tradotte in italiano: Il sistema degli oggetti (1972), Lo scambio simbolico e la morte (1979), Della seduzione (1985), L'illusione della fine (1993).

    Ora l'immagine non può più immaginare il reale, poichè coincide con esso. Non può più sognarlo, poichè ne costituisce la realtà virtuale. È come se le cose avessero inghiottito il loro specchio e fossero divenute trasparenti a se stesse, completamente presenti a se stesse, in piena luce, in tempo reale, in una trascrizione inesorabile. Al posto d'essere assenti da sè nell'illusione, sono costretta a iscriversi sulle migliaia di specchi al cui orizzonte è scomparso non solo il reale ma anche l'immagine. La realtà è stata scacciata dalla realtà (1995).

    Il delitto perfetto riprende alcune intuizioni dei testi precedentemente pubblicat con il titolo Della seduzione e L'illusione della fine. È un testo sulla rappresentazione del mondo, sull'illusione e sulla sparizione della realtà dietro lo schermo tecnologico e non solo. La realtà è stata cancellata dalla simulazione e dai suoi mille specchi che hanno sostituito alla cosa la sua rappresentazione mentale e virtuale. L'avvento delle nuove tecnologie, a partire dalla televisione hanno fatto scomparire, dietro le loro simulazioni, anche le coseIl libro non è semplice come può apparire dal suo titolo. Il riferimento alla televisione e alla Realtà Virtuale è solo un espediente per parlare in termini letterari e filosofici della simulazione e della sparizione del reale. L'approccio scelto è quello del giallo e della fantascienza da cui vengono prese numerose metafore per argomentare sul delitto perfetto in questione. Protagonisti di questo giallo sono anche la tecnologia e i nuovi media digitali che vengono visti dall'autore come responsabili dello sterminio della illusione e della trasformazione della società in società dello spettacolo ma anche dell'estasi della comunicazione che sembra avere contagiato il mondo intero.In assenza di dispositivi ipertecnologici come quelli arrivati dopo la morte dell'autore, la sua ricerca si concentra sulla televisione e sulla realtà virtuale, oggetto negli anni 90 di un'abbondante letteratura scaturita dalle innumerevoli attività di ricerca e relativi progetti ad essa associati. La televisione viene percepita da Baudrillard come un terminale miniaturizzato che si trova nella nostra testa, ne utilizza i neuroni e si srotola in essa come se fosse un nastro magnetico. Ne deriva una contaminazione tra l'uomo e la macchina e la impossibilità di distinguere il mondo interno da quello esterno. Pur non essendo pregiudizialmente contrario alla tecnologia Baudrillard vede nella realtà virtuale l'affermarsi di realà (alterità) prefabbricate, programmate e autistiche dalle quali spariscono l'illusione e la realtà.La simulazione analizzata da Baudrillard nasce dai segni prima ancora che dalla tecnologia ma è su quest'ultima che si concentrano molte riflessioni perché i nuovi media, con la loro capacità di eliminare distanze e tempo, hanno il potere di distruggere l'immaginazione creando delle realtà più reali della stessa realtà (iperrealtà) e avendo un effetto anestetizzante nei confronti del desiderio e dell'attenzione oltre che dell'illusione. La realtà che ne emerge rischia di essere quella descritta da autori di fantascienza come Gibson, Ballard o Dick. Una realtà in balia della ritrasmissione tecnologica degli eventi e dei fatti che rischia di produrre una profonda trasformazione antropologica dell'essere umano, senza che emerga alcuna resistenza da parte delle potenziali vittime.Il pensiero di Baudrillard è sempre di grande attualità perché offre una griglia intellettuale per interpretare fenomeni presenti. Nell'era di Facebook e delle sue realtà virtuali, vissute come se fossero le uniche reali, il giudizio sulla trasformazione in atto può essere diverso ma ciò che rimane è il profondo cambiamento in corso della esperienza umana nel mondo. Questo cambiamento che porta alla sparizione del reale è analizzato nel libro attraverso un viaggio in ambiti esperienziali diversi come il corpo e la chirurgia, il ruolo della donna e la riproduzione, la morte, l'alienazione, l'altro e

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