Mia mamma mi voleva morto
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Anteprima del libro
Mia mamma mi voleva morto - Antonio Furno
Antonio Furno
Mia mamma mi voleva morto
breve storia di una mamma e di suo figlio
UUID: 76387e78-fda6-11e6-9151-0f7870795abd
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
Prologo
Un piano raffinato
Le mie voglie
Approfondimenti
Vacanza studio
Sogno
Scuola chiusa
Intermezzo
Musica maestro!
Un ultima domanda
Epilogo
Cowboy
Ringraziamento
Biografia
Prologo
La mattina si svegliò tardi. Il viaggio in treno gli lasciava addosso una spossatezza dolciastra. Non se ne spiegava il motivo.
Lavato e mangiato, iniziò la giornata. Scoprì subito che doveva accompagnare la madre in città.
Non aveva ancora del tutto assimilato la colazione. La stanchezza si era da poco trasformata in noia e inedia. Palpabre ancora schiacciate e movimenti impastati.
Si riebbe a metà strada.
Si accorse che stava guidando. Da almeno 10 minuti, stimò. La mamma pensierosa al suo fianco.
Rimise a fuoco la strada davanti all’automobile. A destra e a sinistra scivolavano campi e case.
I suoi occhi registrarono qualcosa. Se ne accorse, ma non riuscì a coglierne i dettagli. Si sentiva ancora impastato. La puzza del vagone ancora nelle narici.
Dopo un po’ ricevette un altro colpo. Un picco di informazione gli arrivò alla nuca. Ne percepì il contraccolpo.
Analizzò quella sensazione. La dissezionò, ne cercò l’origine. Si guardò intorno. Non riusciva a capire.
Stava quasi per parlarne alla madre, quando colse una variazione cromatica nello sfondo che scorreva alla sua sinistra.
Il grano aveva cambiato colore. Il verde aveva fatto un salto quantico verso il basso. Era successo tutto nel giro di pochi giorni.
Ecco cosa era cambiato. Il suo mondo si era istantaneamente spostato verso l’estate. Il cambiamento era stato così pervasivo e ambientale che solo la sua parte rettile se n’era potuto accorgere.
Sorrise al pensiero di questa sua incredibile scoperta.
Un piano raffinato
Mia madre era una persona a cui piaceva organizzare bene la propria vita e quella degli altri. Si riteneva molto pragmatica e moderna. Andava fiera delle sue lotte. Figlia di don Pietro, uomo dalle umili origini e dai principi saldamente piantati nel suo adorato fascismo, mamma aveva combattuto contro suo padre per rendersi libera e moderna, emancipata e padrona della propria vita.
Mia madre, nata nei primi anni ’40, liberatasi nel ’68, si sposò negli anni ’70, in chiesa per far contenta la sua devotissima mamma, seppure in tailleur rosso e grigio (perché il suo pragmatismo non le permetteva di accettare di spender soldi per un abito che avrebbe indossato solo per poche ore). Negli ’80, mia mamma, decise infine di darsi un nuovo obiettivo: uccidermi. E per farlo decise di iscrivermi alla scuola media.
Io sono nato un anno dopo il matrimonio dei miei. Mio padre mi disse una volta che fu lei a decidere che fosse giunto il momento di convolare a nozze.