Un'infanzia straordinaria. Noi bambini degli anni '60
()
Info su questo ebook
Correlato a Un'infanzia straordinaria. Noi bambini degli anni '60
Ebook correlati
Forse una sera: Storie di un'italiana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl filo degli indizi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa fortuna ha gli occhi a mandorla Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBarlumi di una vita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl profumo del glicine Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn Passo Dopo L'altro Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSolleone Anni '60 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLibera senza confini Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL’amore luce nel buio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa mente che cambia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNemmeno sul letto di morte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVolevo una famiglia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSognavo un viaggio in mongolfiera (il destino ha cambiato destinazione): La storia vera di Natalina Di Blasi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl coraggio di sognare Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIo, esisto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl rimpianto perfetto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCoriandoli di memoria Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni…Io, Corinzia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn ragazzo di sessant'anni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCon le valigie sempre in mano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRacconti verso le nuvole Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniA spasso nei mondi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPerdonare sempre: Autobiografia 1939-1961 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'inadeguata Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTra i vicoli della mia infanzia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSognando la meta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniChi gioca con me? Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniChicchi di grano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa mia vita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna vita in movimento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Biografie e memorie per voi
La Filosofia Della Libertà Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEnnio - Un maestro Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il diritto di contare Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniConfessioni di uno psicopatico Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Ipazia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBestiario maschile - clienti di una escort descritti dal vero Valutazione: 1 su 5 stelle1/5Malattia e filosofia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRino Gaetano: Segreti e Misteri della sua Morte - L’ombra dei servizi segreti dietro la morte di Pasolini, Pecorelli e Gaetano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome io vedo il mondo Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Black or White Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLucrezia Borgia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLife. La mia storia nella Storia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUomini rappresentativi Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Shakespeare è Italiano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniChi ha Avvelenato Rudolf Steiner?: Biografia non autorizzata di un grande iniziato Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLettere morali a Lucilio (Tradotto): Epistole scelte per la serenità nella vita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl diario segreto del Conte di Montecristo Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Lettere dal carcere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMaria Montessori, una storia attuale: La vita, il pensiero , le testimonianze Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniA mani nude Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCesare Pavese Il mestiere di vivere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUniversi Paralleli: L’esoterismo nel pensiero di Leibniz per muoversi nell’infinito Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Lezioni di tango raccontate da una principiante Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe mie invenzioni (Tradotto): Autobiografia di Nikola Tesla Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSigismondo Pandolfo Malatesta controverso eroe Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl mestiere di vivere: (Diario 1935-1950) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniInstagram Strategy 3.0: Il Manuale Completo Per Far Crescere il Tuo Profilo Tramite Le Strategie di Successo Aumentando Follower e Guadagni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome eravamo (C'era una volta la Pubblicità) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIo faccio accadere le cose: Selfica, tecnologia del Terzo Millennio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Categorie correlate
Recensioni su Un'infanzia straordinaria. Noi bambini degli anni '60
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Un'infanzia straordinaria. Noi bambini degli anni '60 - Antonietta Casagrande
Prefazione
Può una bambina abbandonata a se stessa, con i genitori sempre assenti per lavoro, parcheggiata dalle zie materne, in una situazione familiare complicata da difficoltà economiche e relazionali, essere felice?
Sì, negli anni ’60 questo era possibile! Il mondo che girava intorno ai piccoli era ricco di meravigliose opportunità, capaci di rendere l’infanzia una favola fantastica.
I bambini di ogni epoca e condizione sociale vivono le prime esperienze di vita con uno stupore ed un entusiasmo tali, che neppure le situazioni di povertà ed abbandono possono spegnere.
Nel periodo preso in considerazione, i servizi sociali non erano ancora organizzati in modo efficiente, come oggi, ma non mancavano gli interventi di solidarietà delle istituzioni quali la Chiesa e la scuola e anche i parenti e gli amici si adoperavano per accudire i bambini in tenera età, offrendo un valido supporto morale ed economico alla famiglia.
Possiamo quindi affermare che negli anni ’60, nelle città grandi e piccole della nostra Italia, i bambini ebbero l’opportunità di vivere un’infanzia straordinaria.
Certo l’infanzia viene considerata il periodo più felice della vita in molte testimonianze letterarie di tutti i tempi; pensiamo agli illustri esempi della produzione letteraria italiana, innanzitutto all’opera di Giacomo Leopardi che nel Sabato del villaggio
considera l’infanzia come ..età fiorita, giorno d’allegrezza pieno…
a cui si contrappone l’età adulta, con tutte le sue difficoltà, delusioni e sofferenze, capaci di spazzare via ogni speranza di felicità.
Lo stesso Pascoli, nel saggio di poetica Il Fanciullino
, afferma che il poeta dovrebbe rimanere un bambino nel cuore, per dare valore alle piccole cose e sminuire quelle grandi e tragiche che sovrastano l’umanità.
Per non dimenticare il più recente Pavese, per il quale l’infanzia è l’unico periodo della vita in cui ogni individuo riesce ad essere veramente se stesso, a scoprire con viva curiosità ed entusiasmo il mondo che lo circonda e vivere in modo autentico, perchè libero di esprimere la propria personalità, senza i condizionamenti morali e sociali dell’età adulta.
In una società in continua evoluzione, come quella a cui mi riferisco, dovuta al notevole progresso tecnologico, iniziato col boom economico degli anni ’50 e proseguito negli anni ’60, la solidarietà e la spontaneità nei rapporti umani erano rimaste immutate, ereditate dalla mentalità contadina dei predecessori che faceva sentire ancora il suo benefico influsso.
I giochi all’aria aperta, il desiderio di ritrovarsi insieme per trascorrere ore in allegria, facevano vivere a noi bambini esperienze indimenticabili.
Nella rievocazione del periodo della mia infanzia, trascorsa negli anni Sessanta, in una piccola cittadina della provincia veneta, desidero far emergere tutto l’entusiasmo per la vita, mio e dei miei coetanei, figli del baby boom del secondo dopoguerra.
Oggi provo un misto di tristezza e nostalgia nel rammentare le persone che svolsero un ruolo affettivo ed educativo determinante quand’ero bambina, ed ora non ci sono più, ma si sa, il tempo terreno non è eterno: i miei genitori e le mie zie, la cugina Anna, le suore dell’asilo e i sacerdoti della parrocchia di quei fantastici anni.
1. La bicicletta rossa
In primavera cavalcavo ogni pomeriggio la mia bicicletta rossofiammeggiante e mi divertivo a percorrere le strade di tutto il paese; non c’era molto traffico in quel tempo nella tranquilla cittadina della provincia veneta in cui ero nata, dalle strade ampie e alberate, dall’aspetto rassicurante e, allo stesso tempo, monotono.
Ero riuscita ad organizzare con scrupolo la mia vita di bambina che trascorreva tra gli impegni scolastici e gli svaghi pomeridiani.
I mei amati genitori non potevano essermi vicini e seguirmi nel processo educativo; ero la più piccola di tre figli, l’ultima venuta al mondo, una femmina, dopo la nascita, alcuni anni prima, di due maschi; mio padre era sempre lontano per lavoro e, in seguito, anche mia madre era stata costretta a trovare un impiego, per rimpinguare le modeste entrate della famiglia.
Come ero arrivata a possedere la mia prima bicicletta, colore rosso?
La mamma col suo lavoro di impiegata, presso una grossa ditta locale, era occupata fino a tarda sera, non poteva più starmi vicina e seguirmi nei compiti, così, rimasta a casa sola a sette anni, piangevo ogni giorno. Un pomeriggio mio fratello Edoardo mi aveva trovata, per strada, appoggiata ad un albero, mentre, tra le lacrime, stavo chiamando disperatamente mia madre.
Dalla mia nascita fino ai quattro anni circa, con la mia famiglia abitavamo in una villetta con giardino, di cui non ricordo nulla, ma che ho potuto rivedere nelle vecchie foto in bianco e nero che mi avevano scattato in tenera età, mentre muovevo i primi passi in mezzo ai fiori e ne accarezzavo i petali. In quelle foto ingiallite tutto sembrava idilliaco: mia madre stendeva i panni. mentre io sedevo sul carrozzino in cortile; i miei due fratelli maggiori mi tenevano in braccio e mi facevano giocare; io mi aggiravo barcollante tra i gerani e le violette. Ho ancora il vago ricordo di una casa enorme a tre piani, nell’ultimo c’era una soffitta che fungeva da camera per la donna che veniva ad aiutare mia madre nelle pulizie, dove ricordo un lettone con un copriletto rosso porpora.
In seguito il proprietario della casa ci aveva comunicato che voleva venderla, noi eravamo in affitto, ma per acquistarla ci volevano troppi soldi e non ne avevamo la possibilità economica, così ci riducemmo ad andare a vivere in un piccolo appartamento scuro con tre camerette, in uno stabile poco lontano, che aveva il solo pregio di affacciarsi davanti a un vasto campo di erba verde; questo fu, per diversi anni, uno dei miei luoghi di esplorazione e di gioco preferiti.
In quello stabile abitavano altre tre famiglie, una di queste aveva figlie già adolescenti, nelle altre vivevano bambini più piccoli di me, di due o tre anni, che non andavano ancora a scuola. Con loro, per tutto il periodo prescolare, giocavo ogni giorno sulle scalinate del condominio, dove facevamo salti da un gradino all’altro e correvamo su e giù, tanto che un giorno caddi sopra uno scalino e presi una forte botta in testa che mi produsse un taglio, di cui porto ancora la cicatrice.
In seguito a quell’episodio i miei genitori decisero di mandarmi all’asilo, altrimenti sarei rimasta un maschietto e mi sarei procurata altre rovinose cadute. Ma durante l’estate continuavo a giocare ancora con i bambini della palazzina in cortile, a nascondino, correndo con le biciclettine o a pallacanestro, attaccando il cerchio vecchio di una bicicletta al muro e lanciando lì dentro la palla; successivamente trovammo un varco nella siepe che costeggiava il campo situato di fronte allo stabile, che ci consentì di entrare in quello che fu per noi un immenso territorio di esplorazione.
Amavo raccogliere i ranuncoli e fiori di tutti i tipi e scoprivo ogni giorno nuovi insetti e nuove forme di vita. In particolare, amavo osservare i movimenti inarrestabili delle formiche sopra i mucchietti di terra dei formicai, rimanevo incantata dalle farfalle variopinte, desiderando afferrarle per le ali; questo desiderio venne appagato, quando i miei genitori mi regalarono una rete acchiappafarfalle, così iniziai a catturarle. Mio fratello Edoardo, che era un tipo molto ordinato, le prendeva in mano e dava loro dell’insetticida per farle morire, senza ulteriori patimenti, poi le incollava su un album con le ali aperte, scrivendo sotto ciascuna la tipologia di appartenenza.
Io invece ero più sadica e mi divertivo a strappar loro le ali, divertimento che durò poco, perché, in seguito, mi resi conto di quale crudeltà stessi commettendo e smisi di catturarle.
Gli altri bambini, inquilini dello stabile, invece, consideravano questo campo di erba verde un ottimo territorio da esplorare per cercare tesori, volevano vedere cosa c’era dentro ad una grossa buca situata al centro del campo, forse provocata da una bomba, e si spingevano fino ad una casetta di pietra abbandonata sulla parte estrema, pensando di trovarci chissà che meraviglie.
Marino e suo fratello minore Paolino erano tranquilli, avevano dei grandi e bellissimi occhi aperti sul mondo, Gianni, invece, era un vero terremoto, correva scalmanato tutto il giorno, incurante dei continui richiami che sua madre gli urlava dalla finestra.
Alla fine, io e la mia famiglia, ci adattammo alla nuova situazione abitativa, anche mia madre, che aveva lasciato con molto rimpianto la casetta con giardino dove eravamo nati. Ora coltivava i fiori in terrazzo ed io mi divertivo ad annaffiarli ogni sera.
I miei genitori avevano molti anni di differenza, precisamente diciassette, mio padre era andato in Etiopia all’epoca del Fascismo, ma aveva deciso di tornare a casa dopo la guerra, per non rimanere sotto il dominio degli inglesi; mia madre, di famiglia tradizionalmente antifascista, negli anni’ 40, lavorava come contabile in un piccola ditta, lì conobbe il mio nonno paterno che si diceva preoccupato per il figlio maggiore di quarant’anni, che stava per tornare dall’Africa e non aveva lavoro, mia madre ne provò compassione e desiderò conoscerlo, subito si fidanzarono e decisero di formare una famiglia, così lei lasciò il suo lavoro per dedicarsi esclusivamente a noi e aiutare mio padre nella sua nuova azienda.
Mio padre e mia madre avevano un’indole completamente opposta, tanto lei era riservata, quanto lui amava frequentare gli amici, tanto lei preferiva stare in casa per dedicarsi alle faccende domestiche, quanto lui desiderava uscire; aveva la passione dei viaggi e dell’ avventura che lo avevano indotto a cercare fortuna in Etiopia, per