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Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso
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Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso
E-book77 pagine1 ora

Triestini e Napoletani: istruzioni per l'uso

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Info su questo ebook

Il libro nasce dall'incontro tra le due autrici, rigorosamente una napoletana, Chiara, e una triestina, Micol, che tra uno spritz, un caffè e un capo in b scoprono i moltissimi tratti in comune delle due città, conditi tuttavia da molte caratteristiche completamente opposte. Ci prendono così per mano, accompagnandoci in un divertente viaggio tra sole e bora alla scoperta di matrimoni da boss, corteggiamenti minimalisti alla triestina, domeniche dal menù eccessivo o eccessivamente sportivo, fraintendimenti sul significato di andare al bagno e la doverosa battaglia per il primato sul caffè.
LinguaItaliano
Data di uscita5 giu 2017
ISBN9788826448121
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    Anteprima del libro

    Triestini e Napoletani - Chiara Gily e Micol Brusaferro

    Chiara Gily Micol Brusaferro

    NAPOLETANI

    E TRIESTINI

    istruzioni per l’uso

    Nativi

    Testi

    Chiara Gily e Micol Brusaferro

    Disegno di copertina

    Bernardino Not

    Impaginazione

    Diego Manna

    Edito da

    Nativi Società Cooperativa

    Salita al Promontorio, 11 - 34123 Trieste

    www.Bora.La

    manna@bora.la

    Tutti i diritti riservati.

    Prima edizione: maggio 2017

    A chi crede

    che le diversità siano ricchezza

    e non si ferma alle apparenze.

    A tutti i guaglioni e muli d’Italia.

    PREFAZIONE

    L’idea di scrivere questo libro mi è venuta davanti a uno spritz (per me) e un caffè (per Micol) nel mese di settembre, come tentativo di esorcizzare la fine dell’estate che ha sempre quel sapore malinconico che rispecchia in pieno quella che i napoletani chiamano pucundria.

    Una caratteristica dei partenopei è quella di crogiolarsi in questa sensazione e invece io, che da quando vivo al nord sono diventata più pragmatica - meno romantica, forse? E chi lo sa? - questo stato d’animo ho imparato a domarlo o, quanto meno, a trovare soluzioni per non intristirmi, a cercare l’antidoto alla nostalgia.

    Non potendomi ubriacare (anche se da quando vivo a Trieste ho sviluppato un palato fino per Spritz e Hugo) la reazione è stata una sola: scrivere. E scrivere di quello che più mi appartiene: le mie origini e i miei ricordi.

    Lo confesso, pensavo fosse più facile - Un libro su Napoli? E che ce vo avrebbero detto i miei conterranei - e, invece, mettere in fila la mia napoletanità mi ha fatto trovare davanti a uno specchio che a volte rifletteva un’immagine nitida, altre invece no, facendomi capire quanto fosse pregnante l’influenza nordestina nella mia vita.

    Non ne ho mai fatto mistero, il mio trasferimento a Trieste è stato dettato dal colpo di fulmine che ho avuto per la città quasi dieci anni fa, seduta su una panchina in Piazza Unità, un pomeriggio di fine estate (a questo punto devo credere di avere un rapporto particolare con questa stagione!) e, anno dopo anno, l’infatuazione iniziale si è trasformata in una storia seria, fatta di grandi slanci ma anche di rassicuranti abitudini.

    Forse proprio per questo, proprio perché ho il cuore diviso a metà tra nord e sud, ho sentito il bisogno di ritrovarmi e raccontare la mia Napoli in modo diverso da come faccio di solito a voce a chi mi chiede informazioni o da ciò che scrivo sul blog de Il Piccolo, Una napoletana a Trieste.

    Da sempre fermamente convinta che la leggerezza salverà il mondo, ho da subito pensato che l’ironia potesse essere il modo più autentico - pensando a entrambe le città - per poterlo scrivere.

    Una parte di questo libro racconta, dal mio punto di vista, i migliori difetti e i peggiori pregi dei napoletani, scherzandoci ovviamente su, a volte ricalcando quegli stereotipi che ci rendono unici al mondo (nel bene e nel male, certo!), altre cercando di smantellarli, facendo luce su molte ombre che accompagnano da sempre Napoli e i suoi abitanti.

    Se avessi scritto da sola il libro non avrebbe avuto senso, sarebbe stato monco, e quando ho pensato con chi poter intraprendere questo viaggio, il primo pensiero è stato per Micol.

    Quando gliene ho parlato, il suo entusiasmo - e non aveva neanche bevuto! - mi ha subito fatto capire che il mio cuore mi aveva consigliato bene.

    E anche perché, come in tutte le cose belle, in due è meglio.

    Chiara

    È innegabile, davanti a uno spritz o a un capo in B (scoprirete dopo cos’è) nascono sempre i progetti migliori. Con Chiara è stato proprio così. L’idea di scrivere questo libro mi è piaciuta subito, tanto più che le nostre due vene ironiche si sono trovate immediatamente.

    Ci ha fatto incontrare anni fa proprio la scrittura, entrambe giornaliste e blogger per il quotidiano Il Piccolo di Trieste. Da parte mia ho un amore viscerale per la città, il mio blog racconta dei triestini nel mondo, storie di chi ha trovato successo e fortuna all’estero. Perché io, invece, di qui non mi muovo. Adoro Trieste e anche per questo mi è piaciuto tracciare un quadro dei triestini, tra pregi e difetti, anche se i lati negativi per noi triestini in realtà spesso sono comunque tratti positivi, perché insiti nella nostra natura, nel nostro DNA.

    Realizzare un confronto tra Trieste e Napoli in chiave divertente ha fatto emergere le caratteristiche salienti di questi due popoli, alle volte simili alle volte completamente diversi. Per entrambe è stato immediato parlarne. Quando abbiamo iniziato, fin dai primi testi, si sono susseguite tante risate, perché triestini e napoletani sono davvero speciali e abbiamo particolarità che ci rendono unici e, diciamocelo, pure simpatici. Chiara poi ha conservato l’amore per le sue radici, ma qui a Trieste dove vive da qualche anno si sta un po’ triestinizzando. Come non trovarmi bene con una napoletana che mi dice Un analcolico??? Ma no dai facciamoci uno spritz!.

    Ripercorrendo tratti della nostra quotidianità credo che entrambe abbiamo cercato di riportare gli aspetti essenziali della vita, con un tocco di ilarità, perché al giorno d’oggi è meglio farsi una risata che riflettere troppo. Da questa base comune nasce l’idea del libro insieme. E anche perché, come in tutte le cose belle, e come dice pure Chiara, un libro realizzato in due è meglio che farlo da sole. Anzi, per dirla come

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