Il Critico dentro di Te: Da fonte di stress a tuo alleato
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L’obiettivo quindi è quello di recuperare le grandi risorse che il Critico in realtà può offrire.
Prova a immaginare: come sarebbe avere a disposizione una buona capacità di giudizio e, perché no, di sana autocritica?
Sarebbe come avere al tuo fianco un amico di cui ti fidi e al quale chiedi volentieri un consiglio, perché sai che è capace di farti riflettere senza ferirti e ti aiuterebbe a scegliere con saggezza.
Saresti meno reattivo alle critiche altrui e nel giudicare gli altri con modalità che rovinano le relazioni.
“Il Critico interiore crede sempre di sapere ciò che va meglio per noi, ma in realtà non fa che proteggere una vulnerabilità antica risalente alla primissima infanzia. Una volta cresciuti, quella voce cosi insidiosa e petulante blocca le nostre energie, deprimendo l’autostima personale e rendendoci vittime della paura e dell’ansia…
Leggendo questo libro, un autentico dono che Franca Errani fa a un vasto pubblico, ho scoperto che gran parte della mia crescita personale e professionale è maturata superando le mie paure più profonde…”
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Anteprima del libro
Il Critico dentro di Te - Franca Errani
Il Critico dentro di Te
di Franca Errani
© 2017 InnerTeam Edizioni
Collana: Voice Dialogue
diretta da Franca Errani e Giovanni Civita
Immagine di copertina: Franca Errani
Coedizione digitale (eBook) 2017 a cura di MABED Edizioni Digitali
Adattamento eBook: Mabed
ISBN: 9788898891399
www.innerteam.it
www.mabed.it
info@mabed.it
Il libro
Trasformare il giudizio e auto-criticismo in risorsa costruttiva.
La critica di noi stessi e degli altri è attività dolorosa, fonte di perdita di autostima, di ferite ricevute e inferte, di ansia e insicurezza, di stress, di giornate perse al lavoro, di carriere che non fioriscono come potrebbero, di perdite economiche, di conflitti relazionali.
L’obiettivo quindi è quello di recuperare le grandi risorse che il Critico in realtà può offrire.
Prova a immaginare: come sarebbe avere a disposizione una buona capacità di giudizio e, perché no, di sana autocritica?
Sarebbe come avere al tuo fianco un amico di cui ti fidi e al quale chiedi volentieri un consiglio, perché sai che è capace di farti riflettere senza ferirti e ti aiuterebbe a scegliere con saggezza.
Saresti meno reattivo alle critiche altrui e nel giudicare gli altri con modalità che rovinano le relazioni.
"Il Critico interiore crede sempre di sapere ciò che va meglio per noi, ma in realtà non fa che proteggere una vulnerabilità antica risalente alla primissima infanzia. Una volta cresciuti, quella voce cosi insidiosa e petulante blocca le nostre energie, deprimendo l’autostima personale e rendendoci vittime della paura e dell’ansia…
Leggendo questo libro, un autentico dono che Franca Errani fa a un vasto pubblico, ho scoperto che gran parte della mia crescita personale e professionale è maturata superando le mie paure più profonde…"
L’Autore
Franca Errani dopo un percorso dapprima personale poi didattico si interessa di psicologia junghiana, arrivando infine a conoscere il Voice Dialogue, metodo che diventa quello di elezione sia a livello di crescita interiore che di approfondimento professionale.
Dal 90 al 92 si specializza nel Voice Dialogue presso l’Istituto di Psicologia della Trasformazione e successivamente con i Dottori Stone in USA, prima come allieva e poi come assistente.
Con gli Stone ha poi seguito un ulteriore corso di approfondimento in USA (1999) e in Svizzera (2003 e 2005).
E’ oggi in Italia l’esponente più qualificata della scuola di Voice Dialogue.
Ha al suo attivo numerosi libri e dirige per le Edizioni Sì la collana Inner Team
.
È docente di Psicologia dei sé e Voice Dialogue nel Master Comunicazione e relazioni interpersonali
in altri corsi specifici organizzati dall’Università di Siena.
Franca Errani
Il critico dentro di te
Da fonte di stress a tuo alleato
a cura di Giovanni Civita
_____________
Prefazione
Una ristrutturazione della percezione di se stessi e del proprio sguardo sul mondo: ecco a cosa mira l’autrice in questo agile volumetto che ci legge
dall’inizio alla fine.
È lui infatti, il libro, a farsi specchio di analisi e sintesi in un accurato dialogo col lettore aiutandoci a scoprire la nostra personale costellazione di mondi interiori.
Una mappa inedita, unica e irripetibile, come la vita di ciascuno di noi. Esiste qualcosa dentro alla nostra interiorità che ci spinge in direzioni opposte e contradditorie, facendo ciò che non desideriamo e inibendo le potenzialità che ci vengono riconosciute, facendoci sentire estranei al nostro stesso mondo interiore?
Se sì, è ciò che Franca Errani chiama per sua stessa ammissione condominio dei sé, un insieme di sub personalità più o meno esperite che giacciono nel profondo della nostra psiche, primarie alcune per difendere la nostra assoluta vulnerabilità di neonati, del tutto secondarie le altre, e di cui ci dimentichiamo per gran parte della nostra vita.
È come un robusto fascio di attrezzi riposti nel fienile del casolare. Alcuni di loro si sono rivelati indispensabili per affrontare i rigori dell’inverno (i bisogni incondizionati di amore della nostra infanzia) ma a primavera e passate le tempeste dovrebbero essere riposti per fare spazio ad altri oggetti magari più leggeri e svelti capaci di sradicare le erbacce del nostro giardino interiore, senza per questo rivoltare le zolle.
Insomma per stare bene, per amarci ed essere felici, diremmo noi oggi, abbiamo bisogno di ogni nostro aspetto interiore, nessuno escluso. Dovremmo, lungo la nostra vita essere capaci di invitarli tutti, riconoscerne l’indiscussa pregnanza e importanza e permettere loro di dialogare con il nostro centro come in un grande tavolo di mediazioni diplomatiche in cui ogni nazionalità esige rispetto e dovuto riconoscimento.
Ciò che si rinnega si ritorce prima o poi contro di noi.
Ecco allora la necessità di riconoscere e contattare diversamente il nostro Critico interiore che spesso ci opprime e ci sottrae vita con le sue modalità secche, autoritarie e sminuenti, distruggendo come in uno specchio deformato, il nostro corpo, la nostra psiche e il nostro vivere. Lui crede sempre di sapere ciò che va meglio per noi ma in realtà non fa che proteggere una vulnerabilità antica risalente alla primissima infanzia, quando il nostro bambino smarrito e indifeso doveva proteggersi da interferenze esterne. Una volta cresciuti, quella voce cosi insidiosa e petulante blocca le nostre energie, deprimendo l’autostima personale e rendendoci vittime della paura, dell’ansia, del panico incontrollato.
Leggendo questo libro, un autentico dono che Franca Errani fa a un vasto pubblico, ho scoperto che gran parte della mia crescita personale e professionale è maturata superando le mie paure più profonde. Paure del mondo bambino trasmesse dalla mia famiglia o dalla cultura in cui ero cresciuta.
Le colonne portanti del lavoro interiore sono proprio queste: aprire il cuore ai messaggi interiori del Critico che spesso si allea con il Bambino Vulnerabile, con il Patriarca, con la Matriarca, mettersi in ascolto con consapevolezza, comprensione e compassione, avvalorandone i messaggi e creando una spazio interiore per darsi il permesso di sentire, osservare ed accettare.
Queste pagine, ancorché fresche e scorrevoli, descrivono in fondo un processo di apprendimento: imparare a fidarsi di una maestra spirituale e fidarsi della vita che credo farà il resto.
Il tutto integrato da esercizi e riflessioni personali per poter fare propri i contenuti proposti.
I temi trattati affliggono profondamente ognuno di noi, e anche se siamo tutte persone diverse, alcuni temi di fondo ci accomunano.
Perché in fondo stiamo poi cercando tutti la stessa cosa: saperci accettare ed amare.
Per amare ed essere amati.
Catia Iori
Introduzione
Il tema del giudicare noi stessi e gli altri è tema pressante, che presenta dei costi altissimi di cui forse non siamo completamente consapevoli, a livello di vita personale, professionale, relazionale, a livello di salute e di stress.
Il mantra non giudicare
che viene offerto dai sentieri spirituali ma anche da correnti filosofiche è molto bello nella sostanza ma irrealistico: infatti tutti noi tendiamo a oscillare tra momenti dove ci critichiamo pesantemente ad altri in cui ci sentiamo molto giudicanti verso gli altri: possiamo tendere a esprimere questi nostri giudizi con parole sferzanti, sguardi di superiorità, sorrisetti, oppure semplicemente con un silenzio carico di critica inespressa. Possiamo anche vergognarci di questi giudizi e tentare di spingerli via, di nasconderli a noi stessi e agli altri. Ma di fatto, non se ne vanno. Sono infatti elemento caratteristico di un Aspetto interiore che appartiene a tutti noi, e che attraversa tutti i tempi e le culture: qui lo chiameremo il Critico. Il concetto di Critico interiore è stato sviluppato da Hal e Sidra Stone nell’ambito del loro modello, la Psicologia dei sé, in Italia definita la Dinamica dei sé, ma questa figura ha radici antiche, nel mito e nella psicologia del profondo.
Quando il Critico si rivolge interiormente, utilizza un linguaggio che forse tutti noi, più o meno, conosciamo. Sono pensieri, emozioni che scorrono a volte in modo frustrante, tipo: Non ce la potrò mai fare. Mi odio per quanto sono timido. Mio cugino, accidenti, che inglese fluente che parla: e non è mai stato in Inghilterra! I fianchi mi strabordano, mi vergogno, non so più che farci! Lei sì, che parla bene: chiara, eloquente, carismatica. Sono troppo prudente. Sono troppo impulsivo. Non sono capace di mantenere attenzione a lungo.
A volte lo diciamo ad alta voce, magari anche davanti a un complimento: Sei davvero in forma!
Ma che dici, non lo vedi che ho preso su tre chili?
.
Quando invece siamo critici verso gli altri, possiamo pensare o dire cose del tipo: Oddio ma come fa ad andare in giro vestita così! Che tipo insulso, come fa a essere un dirigente? Il mio capo? Un imbecille, un montato. Lui? Ha già vent’anni ma è ancora attaccato alle gonne di sua madre non andrà da nessuna parte, è molliccio. Quanto è arrogante! Guarda, quello sguardo vuoto… dove si è persa? A che cavolo starà pensando, con tutto quello che invece c’è da fare? Possibile che sia ancora così insicuro?
La critica di noi stessi e degli altri è attività dolorosa, fonte di perdita di autostima, di insicurezza, di ferite ricevute e inferte. È fonte di ansia e insicurezza, di malattia e stress, di giornate perse dal lavoro, di piccoli incidenti, di carriere che non fioriscono come potrebbero, di perdite economiche per le famiglie e per le aziende, di conflitti relazionali dolorosi in seno alle famiglie, nelle coppie, ma anche tra i cittadini e le istituzioni, tra i genitori e gli insegnanti e così via. Oggi questo tema è davvero scottante e ha bisogno di avere chiavi di lettura ma anche specifiche tecniche per essere portato alla luce e risolto, per la nostra salute e il bene comune.
Infatti la trasformazione del Critico è davvero la trasformazione del piombo in oro, operazione sognata dagli alchimisti e realizzabile non tanto sul piano materiale, quanto su quello interiore.
Negli anni, ho potuto assistere all’emergere delle caratteristiche positive del Critico trasformato, in me stessa e nelle persone che lavorano con me. L’obiettivo, quindi, è quello di aiutare un maggior numero di persone a recuperare le grandi risorse che il Critico in realtà può offrire.
Prova a immaginare: come sarebbe avere a disposizione una sana capacità di discernimento e, perché no, di sana autocritica? Sarebbe come avere al tuo fianco un amico di cui ti fidi e al quale chiedi volentieri un consiglio, perché sai che è capace di farti riflettere senza ferirti e ti aiuterebbe a scegliere con saggezza. La parola chiave qui è discernimento: una qualità neutrale (ma non per questo neutra), non carica di reattività emozionale (ma non per questo priva di sentimento), che valuta con serenità le situazioni e le persone. Saresti anche molto meno destabilizzabile dalle critiche altrui, che siano espresse o silenti; saresti anche molto meno reattivo nel giudicare gli altri magari con modalità che poi ammorbano la relazione.
Ho verificato anche che il lavoro sul Critico interiore si velocizza ed è meno gravoso là dove la sua storia, la sua origine, le sue potenzialità vengono mostrate in un quadro, più vasto, ovvero offrendo l’orizzonte collettivo, mitico, archetipico da cui emerge il Critico, e sullo sfondo del quale si colloca la storia personale di ciascuno di noi.
Tutti abbiamo la tendenza a osservare il nostro
mondo, a pensarci in termini personali e questo è utile; tuttavia l’attenzione al piccolo
fa sì che un tema o un problema finisca per sembrare più grande di quello che è o a far durare molto troppo a lungo le riflessioni su questo tema. Ridurre i nostri problemi solo al livello della nostra personalità non aiuta. Alzare gli occhi e percepire il grande affresco mitico che fa da base all’esperienza umana è quel tassello che ci permette di inserire nella nostra visione l’aspetto simbolico della personalità, e in questo modo riusciamo a non cristallizzarci attorno a poche parti
di noi, che finiscono per restare separate, frammentate, incapaci di generare quell’attività creatrice d’anima
, come dice Hillman, che invece la personalità così ravvivata può generare.
Nel libro quindi si alterneranno parti dove il tema viene visto in modo più ampio, ed altre dedicate all’aspetto quale emerge dalla nostra personalità e storia di vita. Puoi vederli come due respiri che si alterneranno; uno più ampio e uno più raccolto e intimo, che ti aiuta a riflettere sulla tua storia e a trovare punti di vista diversi, diverse risorse dentro di te. Ci sono anche molti esempi, storie tratte da situazioni reali, che mi auguro ti aiutino a riconoscere certi temi, a riflettere sulle analogie e differenze con la tua storia personale.
Mi auguro che questi due respiri
si alternino con un ritmo che ti ispiri a proseguire, a sperimentare gli esercizi, a iniziare una trasformazione che può essere davvero risanante.
Franca Errani
Avvertenze:
Nel libro troverai degli Esercizi: può essere utile farli da solo/a o magari con un’altra persona, un amico interessato come te a comprendere meglio questo aspetto interiore.
Confrontarsi con altri è molto utile per scoprire le caratteristiche ricorrenti del Critico interiore.
Un’avvertenza: questo libro non sostituisce terapie o percorsi di conoscenza di sé legati a disagi particolarmente profondi. Se hai temi di sofferenza particolarmente intensi, hai bisogno anche del sostegno di una persona competente.
Il libro potrà affiancare un percorso di tal tipo, ma non lo sostituisce.
Un’ultima informazione che riguarda l’uso del maschile e del femminile. Trovo oltremodo pesante e ridondante la scrittura lui/lei, altro/a, bambino/bambina, in nome di una attenzione spasmodica alla parità di genere. Sono totalmente a favore della parità di genere.
Ho pensato quindi di procedere alternando l’uso del maschile e del femminile nel testo, quindi ci saranno esempi con lei e altri con lui; parlerò di Bambino o di Bambina interiori: il sentimento che li sottende si estende sempre a tutte le persone.
Capitolo Primo
Appartenenza e Individuazione
Tutti quanti sperimentiamo, dalla nascita in poi, due grandi temi: il tema dell’Appartenenza e quello della Individuazione. Sono i due bisogni che costellano la nostra vita e possiamo vederli come una polarità che si muove dal sociale, dal collettivo (apprendere e allinearsi alle regole della società in cui vivo, utilizzare comportamenti socialmente condivisi, adeguarmi alle norme socioculturali in modo da sentirmi accolto, apprezzato, parte di essa) all’individuale (il mio bisogno di realizzarmi come essere umano, scoprendo e riconoscendo le mie personali modalità, i miei valori, il mio specifico modo di essere, al di là delle convenzioni del mio gruppo e della normalità corrente).
L’appartenenza ha bisogno di una certa capacità imitativa
che mi aiuta a riprodurre i comportamenti desiderati, a farli miei
, ad apprendere il rispetto delle regole, ad allinearmi con la tradizione culturale del mio gruppo. Il primo contenitore di questo bisogno è la famiglia, che ci fornisce le prime regole legate all’ambiente, al luogo in cui viviamo, alle convinzioni e alle tradizioni. Questo bisogno è primario, specie nell’infanzia: senza la capacità di adeguarci, di saper interpretare i codici di comportamento, da bambini saremmo sperduti e privi di struttura.
L’individuazione, invece, richiede la capacità di differenziarsi, accettando questa istanza come sana, funzionale alla costruzione della mia identità, al di là di ogni omologazione collettiva.
Il primo di questi due bisogni è maggiormente rivolto al mondo esterno: è in esso che mi confronto con le regole, le tradizioni, la cultura, adattandomi o ribellandomi, ma in ogni caso in una forte relazione con il fuori
; l’altro bisogno punta decisamente dentro
e mantiene vivi i miei sogni, le mie personali fantasie e ideali, la mia specifica creatività. Nella prima parte della nostra vita siamo tutti bisognosi di appartenenza; più avanti nell’età, il bisogno dell’individuazione
si fa più forte e pressante e sarà indispensabile procedere nella scoperta di noi stessi e metterci in viaggio.
. Scrive Jung: Qui si può domandare perché mai sia desiderabile che un uomo si individui. È non solo desiderabile, ma indispensabile, perché l’individuo, non differenziato dagli altri, cade in uno stato e commette azioni che lo pongono in disaccordo con se stesso. Da ogni inconscia mescolanza e indissociazione parte infatti una costrizione ad essere e ad agire così come non si è
.( 1 )
Il Critico come Custode dell’Appartenenza
Per ciascuno di noi gli aspetti della personalità che si attivano per primi sono modellati sul bisogno vitale dell’appartenenza e affondano le loro radici nel sistema collettivo: il Critico è il primo e più radicato di questi aspetti. Più avanti nell’età il secondo bisogno, della individuazione
, si fa più forte e pressante e sarà indispensabile creare una relazione diversa con il Custode
per procedere nella scoperta