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Psychogame: Gestisci dolori, emozioni e attacchi di panico col potere della mente
Psychogame: Gestisci dolori, emozioni e attacchi di panico col potere della mente
Psychogame: Gestisci dolori, emozioni e attacchi di panico col potere della mente
E-book205 pagine2 ore

Psychogame: Gestisci dolori, emozioni e attacchi di panico col potere della mente

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Info su questo ebook

Che cosa facciamo se siamo colti da un dolore o un’emozione improvvisi? In genere prendiamo un farmaco, ma da oggi abbiamo un’arma in più. Le recenti ricerche scientifiche dimostrano che ogni nostro sintomo ha una componente mentale che si ripercuote sul fisico, creando disfunzioni e malattie.
Leggendo questo libro scopriremo che possiamo usare la consapevolezza per alleviare i nostri disturbi agendo sulla mente, partendo dal presupposto che il nostro corpo è guidato da un campo informativo e che, con l’intenzione, possiamo modificarlo.
La metodica, che ho chiamato Psycogame, attraverso una breve sequenza di domande ci mette in comunicazione con la nostra parte inconscia e favorisce la gestione delle nostre emozioni e  il controllo dei dolori.
Lo Psychogame è un metodo che ha aiutato molte persone che soffrivano di emicrania, di attacchi di panico, di reazioni incontrollabili.
Una volta appresa questa semplice tecnica, avremo sempre con noi un aiuto prezioso.
LinguaItaliano
Data di uscita1 nov 2017
ISBN9788827509593
Psychogame: Gestisci dolori, emozioni e attacchi di panico col potere della mente

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    Anteprima del libro

    Psychogame - Luciano Rizzo

    Luciano Rizzo

    PSYCHOGAME

    Gestisci dolori, emozioni e attacchi di panico col potere della mente

    UUID: 33c8cb04-bf22-11e7-b30a-49fbd00dc2aa

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    INDICE

    PREFAZIONE

    CAPITOLO 1: LE ORIGINI DELLO PSYCHOGAME

    CAPITOLO 2: LA MENTE INFLUENZA L’ORGANISMO FISICO

    CAPITOLO 3: LA MENTE E IL CORPO DI DOLORE

    CAPITOLO 4: MENTE E FISICA QUANTISTICA

    CAPITOLO 5: INTENZIONE E VISUALIZZAZIONE

    CAPITOLO 6 LE BASI DELLO PSYCHOGAME: PERCEPIRE CIÒ CHE NON VA

    CAPITOLO 7: IL PROTOCOLLO PSYCHOGAME

    CAPITOLO 8: CONCLUDERE LO PSYCHOGAME

    CAPITOLO 9: RINGRAZIARE

    CAPITOLO 10: MISURARE L’INTENSITÀ DELLA SENSAZIONE

    CAPITOLO 11: QUANDO USARE LO PSYCHOGAME

    CAPITOLO 12: LO PSYCHOGAME PER GLI ATTACCHI DI PANICO

    CAPITOLO 13: CASI RISOLTI

    CAPITOLO 14: IL DIAGRAMMA DI FLUSSO

    CONCLUSIONI

    APPENDICE 1: UTILIZZARE AL MEGLIO LO PSYCHOGAME

    APPENDICE 2: APPROFONDIMENTI SULLA PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA (PNEI)

    APPENDICE 3: LA MENTE È PIÙ FORTE DEI GENI?

    APPENDICE 4: L’ESPERIMENTO DELLE 2 FESSURE

    APPENDICE 5: CREARE UN CAMPO CONSAPEVOLE

    APPENDICE 6: LE EMOZIONI ED IL CORPO

    APPENDICE 7: AMPLIARE LO PSYCHOGAME

    BIBLIOGRAFIA

    RINGRAZIAMENTI

    L’AUTORE

    Per tutti coloro che

    coltivano la consapevolezza

    e l’armonia col mondo

    Il medico del futuro non prescriverà alcuna medicina,

    ma interesserà i suoi pazienti a prendersi cura del loro corpo,

    alla dieta, alle cause e alla prevenzione delle malattie.

    Thomas Edison

    La mente ha esattamente lo stesso potere delle mani:

    non solo di afferrare il mondo, ma di cambiarlo.

    Woodrow Wilson

    Compito dell’immaginazione è la redenzione della realtà.

    Nicolás Gómez Dávila

    Per raggiungere grandi cose dobbiamo prima sognare,

    poi visualizzare, infine pianificare... credere... agire!

    A. Montapert

    L’immaginazione è tutto.

    È la previsione di quello che attrarrete nella vostra vita.

    Albert Einstein

    Che ci piaccia o no, siamo la causa di noi stessi.

    Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi...

    crediamo a ciò che appare,

    ignoriamo che siamo ciechi e sordi.

    Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini,

    che possiamo modificare il corso degli eventi.

    Giordano Bruno

    La mente intuitiva è un dono sacro

    e la mente razionale un fedele servo.

    Noi abbiamo creato una società che onora il servo

    e ha dimenticato il dono.

    Albert Einstein

    PREFAZIONE

    Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono,

    loro lo sanno già che esistono.

    Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere.

    (Gilbert Keith Chesterton)

    Cos’è la vita? È un turbinio di eventi, un susseguirsi di situazioni ed emozioni che in ogni momento trasformano te e il mondo. Tutto cambia, anche quando la vita sembra ripetersi noiosamente vivi in una continua altalena di decisioni giuste che ti fanno stare bene e di errori che ti possono far ammalare. Ippocrate spiegava che Le malattie non ci piovono addosso dal cielo, sono il risultato di piccoli e quotidiani peccati che compiamo contro la Natura. Quando si accumula una quantità sufficiente di peccati le malattie appaiono, improvvisamente.

    Cosa puoi fare per evitare di ammalarti? Con le parole di Einstein: Non si può risolvere un problema mantenendo lo stesso modo di pensare che lo ha creato, è poco probabile che una gastrite guarisca se continui ad alimentare lo stress che ti attanaglia.

    Per uscire da una malattia ci vuole un nuovo modo di pensare: bisogna capire che le malattie sono segnali che t’invitano a osservarti, a conoscerti, a cambiare stile di vita. Ignorarle o curarne solo i sintomi non le risolverà, prima o poi si ripresenteranno sotto un’altra forma. E siccome è il cervello che gestisce il dolore, anche se materialmente lo senti altrove, per migliorare i tuoi disturbi di salute devi partire dalla tua mente, devi compiere un viaggio dentro di te, accendere la luce della consapevolezza.

    In altre parole chi interiorizza somatizza, chi processa rilascia ed elimina.

    Con questi presupposti diventa di fondamentale importanza sapere come funziona la tua mente. Qui si presenta un problema: nessuno ti ha spiegato come ragioni, quali sono i meccanismi per cui provi certe pulsioni, emozioni, desideri, pensieri, dolori, e quindi la tua mente non è stata educata a gestire il dolore, fisico o psichico che sia. Il risultato di quest’assenza di educazione è che hai paura del dolore, vorresti liberartene ma, come una nave senza timone, ti limiti a subirlo. Un atteggiamento inefficace perché, come dice un proverbio, Se non miri a qualcosa, non colpirai mai nulla.

    Finisce così che il più delle volte preferisci rimanere nel tuo limbo, noto e rassicurante, piuttosto che affrontare un cambiamento con le sue incognite. In tal modo la sofferenza non viene eliminata e si prolunga nel tempo. Come scrive Alejandro Jodorowsky: La gente desidera smettere di soffrire ma non è disposta a pagarne il prezzo, a cambiare, a cessare di definirsi in funzione delle sua adorate sofferenze.

    Lo scopo di questo libro è insegnarti una metodica, una strategia che ti aiuti a gestire i momenti di sofferenza. Si tratta di una tecnica che agisce attraverso l’uso della visualizzazione, della metafora e del simbolismo. È semplice, veloce, efficace, e puoi portarla sempre con te. È un’arma con cui puoi difenderti in situazioni in cui prima dovevi limitarti a subire, un’arma che può essere di grande aiuto, soprattutto se non sai che altro fare.

    Ecco dunque, dopo due libri in cui parlo dell’Ego, un saggio che ti insegna ad allenare la tua mente consapevole. Utilizzando lo Psychogame con un minimo sforzo otterrai risultati inaspettati. Benvenuto in questo viaggio in cui potrai migliorare la tua salute, aumentare la tua energia, elevare la tua coscienza. E recuperare il sorriso se soffri di un dolore per cui non sai cosa fare.

    [1] Prima di andare avanti, una puntualizzazione. Lo Psychogame è un primo passo verso la guarigione, una tecnica di focalizzazione e di controllo, ma se un dolore persiste occorre consultare un medico.

    CAPITOLO 1: LE ORIGINI DELLO PSYCHOGAME

    I miracoli non avvengono in contrasto con la natura,

    quanto piuttosto in contrasto con quello che sappiamo della natura.

    (Sant’Agostino)

    Ho utilizzato per la prima volta lo Psychogame mentre frequentavo un corso, tanti anni fa. Dopo pranzo mi era venuto un forte mal di testa, ne avevo parlato ad una mia amica e lei mi aveva chiesto di descrivere il mio disturbo. Quelle domande mi avevano spinto a lavorare con l’intenzione e la visualizzazione per risolvere il problema.

    Ricordo che avevo immaginato di avere una spada laser, tipo quella dei cavalieri Jedi di ‘Guerre Stellari’, con cui avevo fatto a pezzi il pezzo di carbone appuntito che vedevo nella mia testa. Con mia grande soddisfazione, alla fine della seduta il mio mal di testa era completamente sparito.

    Felice per aver risolto rapidamente un problema fastidioso, all’epoca non avevo dato molta importanza all’episodio, ben presto me lo ero dimenticato.

    Per fortuna la cosa era destinata ad evolvere. Qualche anno dopo mi trovavo a Catania, in visita ad amici. Un pomeriggio, essendo solo, avevo deciso di fare una passeggiata. Pian piano avevo attraversato tutto il centro, fino ad arrivare ad uno dei caffè più famosi di Catania, vicino a Via Etnea. Lì giunto avevo sentito l’impulso di fermarmi.

    Stavo per riprendere la mia passeggiata quando mi ero accorto che, nel gazebo a fianco al bar, si era seduta in quel momento Katia, una donna che avevo incontrato qualche mese prima, sempre in Sicilia, ad un evento di salsa. Avevamo ballato insieme e scambiato qualche parola, poi non c’eravamo più rivisti. E ora me la ritrovavo davanti, una delle tre persone che conoscevo in tutta la Sicilia: una coincidenza notevole. Non mi restava che andare a salutarla.

    Katia mi riconobbe subito e mi salutò con calore. Era in compagnia di un’altra donna, Maria, e mi chiesero se volevo unirmi a loro. Accettai con piacere. Katia mi raccontò che faceva la fisioterapista, Maria invece era medico, tutt’e due erano a Catania solo per quel giorno, avevano appena finito un corso di osteopatia.

    La chiacchierata era piacevole, avevamo molti argomenti in comune, ma qualcosa sembrava disturbare Maria, aveva un’espressione infastidita. Dopo qualche minuto confessò che non riusciva a partecipare alla conversazione perché aveva un terribile mal di testa, non le stava passando neanche con il caffè.

    Puoi aiutarmi?, mi chiese.

    Per un attimo mi trovai nel panico, anche con la mia esperienza medica non c’era molto che potessi fare, seduto in un bar. Ma la domanda aveva fatto scattare qualcosa nel mio cervello: di colpo mi ritornò in mente come avevo fatto passare il mio mal di testa, anni prima.

    Possiamo provare. Devi seguire la visualizzazione guidata che creerò per te con le mie domande. Te la senti? proposi alla collega.

    Pur di farmi passare questo dolore farei qualsiasi cosa, rispose lei.

    Rivedo ancora la faccia stupita di Maria quando, alla fine del‘gioco’, esattamente com’era successo a me, il mal di testa era sparito. Furono così contente che m’invitarono a cena.

    Ero molto eccitato dalla scoperta, la ‘tecnica della palla blu’, come l’avevo chiamata in quel periodo, aveva funzionato due volte su due, e sono ben pochi i trattamenti col cento per cento di successi. Comunque era prematuro dare un giudizio, come diceva Agatha Christie Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova. Avevo trovato una coincidenza, per credere che la visualizzazione fosse davvero utilizzabile come terapia dovevo sperimentarla con altri soggetti.

    L’occasione si presentò quando mi comparve in studio una mia paziente, Elena, per una visita urgente: era venuta perché, a suo dire, ‘batteva male i denti’. Un approfondito esame alla dentatura non mi rivelò nulla, era in ottime condizioni. Però quando Elena si muoveva faceva una smorfia di dolore: aveva un forte mal di schiena, quasi non riusciva a mantenersi eretta. Dopo alcuni test giunsi alla conclusione che la sensazione di ‘spostamento’ della masticazione che provava era dovuta all’errata posizione della schiena: per compenso, faceva sì che la masticazione ingranasse in modo errato. Però nel corso della visita scoprii che non era la schiena l’origine del problema. A sua volta, il dolore lombare era correlato a un’infiammazione della pancia.

    In effetti, sono stata operata all’utero una settimana fa, e da qual momento mi è cominciato il mal di schiena, mi confermò Elena.

    Sembra che si tratti di un problema ascendente, le dissi a quel punto. L’infiammazione post operatoria probabilmente ha creato delle aderenze che, come molle in tensione, hanno portato fuori posizione le vertebre lombari. A causa dei compensi muscolari la tensione si è trasmessa alle vertebre cervicali e queste, cambiando posizione, hanno influenzato i muscoli che permettono l’ingranamento dei denti.

    Che cosa posso fare per risolvere il disturbo?, mi chiese.

    Sarebbero utili delle manipolazioni chiropratiche, risposi. Purtroppo hai appena subito un’operazione chirurgica, è troppo presto per poter effettuare sul tuo corpo manovre decise.

    E allora?, domandò sconfortata.

    Proviamo con una tecnica di visualizzazione le dissi, memore dei due successi precedenti.

    Così le chiesi di distendersi nuovamente sul lettino, cosa che fece con evidente sforzo. Poi, dopo un breve rilassamento, le feci fare uno dei percorsi Psychogame che troverai in questo libro.

    Con mia grande sorpresa alla fine del percorso la vidi alzarsi dal lettino tutta arzilla, tonica e pimpante.

    Se prima della seduta avevi un dolore di intensità dieci su dieci, adesso a che livello sei, se devi dare un numero?, domandai.

    Sono scesa a tre, mi rispose. Inoltre, i denti hanno ripreso a battere normalmente aggiunse sollevata.

    Indubbiamente la ‘tecnica della palla blu’ stava diventando interessante. Da quel momento l’ho chiamata Psychogame perché è una sorta di gioco mentale, e l’ho applicata su amici e pazienti. I mal di testa e i piccoli dolori che ho risolto non li conto neanche più. Lo Psychogame è diventato uno strumento in più, un rimedio milleusi che porto sempre con me. Da quando l’ho proposto sono tantissimi i disturbi e le tensioni emotive in cui c’è stato un miglioramento.

    I precursori dello Psychogame

    Il protocollo e gli esempi della tecnica Psychogame saranno descritti nei capitoli successivi. Invece in questo paragrafo vorrei citare altre ricerche che supportano questo tipo di lavoro. Ce ne sono moltissime, per esempio gran parte dell’ipnosi si basa sulle visualizzazioni, una tecnica simile l’ho ritrovata anche ai corsi di Devageet, un ipnotista allievo di Osho.

    Un altro progenitore dello Psychogame è certamente il Focusing, una tecnica nata negli Stati Uniti grazie allo psicoterapeuta Eugene Gendlin.

    Gendlin intorno al 1960 avviò una ricerca presso l’Università di Chicago per individuare come mai alcune persone ottenessero grandi benefici da una terapia ed altre no. Voleva scoprire quali fossero i processi che portavano le persone a stare meglio.

    Dall’analisi delle registrazioni delle sedute emerse un risultato inaspettato. L’elemento che accomunava tutti coloro che avevano avuto beneficio da una terapia era una naturale capacità di entrare in contatto con se stessi: parlavano lentamente, facevano delle pause, facevano riferimento al corpo. Percepivano le loro sensazioni corporee, dandosi il tempo di trovare le parole adeguate per descrivere cosa stavano sentendo internamente, permettevano che queste sensazioni rivelassero le informazioni che racchiudevano.

    In pratica queste persone individuavano una sensazione significativa connessa al problema, e cercavano di tradurla in parole. Solo il 30% dei soggetti possedeva naturalmente questa capacità, per cui Gendlin si dedicò alla creazione di un metodo efficace per insegnarla, in modo che tutti potessero avere benefici da una terapia.

    Nel 1978 Gendlin pubblicò negli Stati Uniti il libro ‘Focusing’: tradotto in 15 lingue, vendette più di 500.000 copie. Il Focusing è basato sull’ascolto e sulla stimolazione, tramite domande, delle sensazioni che provengono da chi riceve

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