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De Bello Gallico: Sulla Guerra in Gallia
De Bello Gallico: Sulla Guerra in Gallia
De Bello Gallico: Sulla Guerra in Gallia
E-book311 pagine3 ore

De Bello Gallico: Sulla Guerra in Gallia

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Info su questo ebook

De Bello Gallico - Gaius Iulius Caesar - (1.1 / 2019)
Il libro contiene il testo integrale latino del De Bello Gallico di Giulio Cesare, è preceduto da una breve introduzione e seguito da alcune mappe ed immagini assieme a poche note web.
La narrazione in terza persona della guerra gallica fatta da Giulio Cesare è un gran classico della letteratura latina, Qui vi proponiamo il testo integrale latino scritto o dettato dallo stesso Cesare. La lettura di questo testo è sempre piacevole perché chiaro e limpido, un ottimo esercizio linguistico per chi vuole migliorare il proprio latino. Ovviamente il testo è utile anche agli appassionati di storia che possono accedere in modo semplice e pratico al testo.
Buona lettura
LinguaItaliano
Data di uscita13 nov 2017
ISBN9788827516478
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    Anteprima del libro

    De Bello Gallico - Gaio Giulio Cesare

    Gaius Iulius Caesar

    De Bello Gallico

    Sulla Guerra in Gallia

    UUID: 94def17a-d8b6-11e9-96e9-1166c27e52f1

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Contenuto del libro

    Commentarii De Bello Gallico

    I veli della Storia e della politica

    Il Piede di Roma

    L'autore

    L'opera

    Cos'è il De Bello Gallico

    De Bello Gallico

    Liber Primus

    Liber Secundus

    Liber Tertius

    Liber Quarto

    Liber Quintus

    Liber Sextus

    Libri Septem

    Librum Octavum

    Info Finali

    Mappe ed Immagini

    Nomi luogji ed eventi

    Suggerimenti di lettura

    Note

    Contenuto del libro

    De Bello Gallico - Versione 0.1

    Il libro contiene il testo latino del De Bello Gallico di Gaio Giulio Cesare, viene preceduto da una breve prefazione che affronta alcune questioni relative a questa imponente figura storica.

    Oltre alla biografia dell’autore, la prefazione, si concentra sulla percezione storica di Cesare cercando di portare il lettore verso una posizione più neutra e a comprendere la difficoltà di giudicare, a così tanta distanza, gli atti compiuti dal più famoso politico romano.

    Vi è poi una piccola sezione che mira a definire l'impatto che lo stile romano ha avuto sui territori assoggettati, anche in questo caso, lo scopo è quello di pulire da parecchi condizionamenti l'imminente lettura del testo. Non vi è l'obiettivo di dare un giudizio storico positivo, ma solo quello di far capire che nonostante i 2000 anni trascorsi, questa importante figura storica e gli atti da Cesare compiuti, sono ancora un problema contemporaneo, in quanto strettamente legate alle nostre convinzioni politiche, il che non permette a nessuno di essere pienamente obiettivo. Così, mettendo in evidenza questi problemi, speriamo di avevi aiutato ad approcciare il testo e la figura di Cesare in modo più distaccato, comprensivo, come se il capostipite della dinastia Iulia fosse solo un adolescente indisciplinato, in quanto non è certo paragonabile, la nostra cultura democratica, con quella della Roma antica. Questa va considerato come non matura, leggendo la prefazione avrete modo di comprendere meglio ciò che non è possibile esprimere in poche righe.

    Dopo il testo latino degli otto libri del De Bello Gallico, segue una sezione con delle note in ordine alfabetico, questa sezione è destinata ad aumentare con i futuri aggiornamenti del testo, verranno puoi aggiunte una selezione di immagini al fine di aiutare la comprensione delle vicende belliche.

    CATALOGO GBL

    e-Books

    Foro Barbarico

    1 - Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - Latino (IT) - ISBN 9788822856029

    2 - Storia dei Longobardi - Paolo Diacono - Italiano - ISBN 9788822882547

    3 - Edictum Rothari Regis - Scriptorium di Bobbio - Latino (IT) - ISBN 9788827504161

    4 - Editto di Rotari - Scriptorium di Bobbio - Italiano - ISBN

    5 - Origo Gentis Langobardorum - Re Rotari - ISBN 9788822814661

    6 - Chronicon Gentis Langobardorum - Andrea da Bergamo - ISBN 9788822812841

    7 - Codicis Gothani - Anonimo cavaliere Franco - ISBN 9788826464893

    22 - Costituzione - Giustiniano - Latino - ISBN In lavorazione

    23 - Costituzione - Giuistiniano - Italiano - ISBN

    Foro Ellenico

    1 - Iliade - Omero - Greco Antico - ISBN 9788832502022

    2 - Iliade - Vincenzo Monti - Italiano - ISBN 9788834182192

    3 - Odissea - Omero - Greco Antico - ISBN 9788832533460

    4 - Odissea - Omero - Italiano - ISBN …

    Foro Italico

    1 - Le Grazie - Ugo Foscolo - ISBN 9788829584000

    2 - I Sepolcri - Ugo Foscolo - ISBN …

    3 - Confessioni di un Italiano - Ippolito Nievo - ISBN …

    Foro Latino

    1 - De Bello Gallico - Gaius Iulius Caesar - Latino (IT) ISBN 9788827516478

    2 - Sulla Guerra in Gallia - Gaio Giulio Cesare - Italiano - ISBN 9788899163556 (Fermento Editore)

    3 - De Bello Civili - Gaius Iulius Caesar - Latino (IT) - ISBN 9788827567807

    4 - Sulla Guerra Civile - Gaio Giulio Cesare - Italiano - ISBN 9788834167359

    5 - De Bello Alexandrino - Gaio Giulio Cesare - ISBN 9788827565667

    6 - De Bello Africo - Gaio Giulio Cesare - ISBN 9788827539668

    7 - De Bello Hispanico - Gaio Giulio Cesare - ISBN 9788827573792

    8 - Bellum Civili - Gaius Iulius Caesar - Latino (IT) - ISBN 9788834176948

    9 - La Guerra Civile - Gaio Giulio Cesare - Italiano - ISBN …

    10 - Eneide - Virgilio - Latino (IT) - ISBN 9788832587180

    11 - Eneide - Virgilio - Italiano - ISBN …

    12 - Storia di Roma - Tuto Livio - Latino - ISBN …

    13 - Storia di Roma - Tuto Livio - Italiano - ISBN …

    14 - Le vite dei Cesari - Svetonio - Latino - ISBN …

    15 - Le vite dei Cesari - Svetonio - Latino - ISBN …

    Arena Letteraria

    1 - Non Farti Male - Alessandro Lepri - ISBN

    TRADUZIONI - TRANSLATION

    English

    Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - Latin (EN) - ISBN 9788822882882

    Origo Gentis Langobardorum - Re Rotari - Latin (EN) - ISBN 9788827527665

    Français

    Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - Latin (FR) - ISBN 978882287964

    Origo Gentis Langobardorum - Re Rotari - Latin (FR) - ISBN 9788827531433

    Deutsch

    Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - Latin (DE) - ISBN 9788873041740

    Origo Gentis Langobardorum - Re Rotari - Latin (DE) - ISBN 9788827534892

    Geschichte der Langobarden - Paul Warnefried - Deutsch - ISBN …

    Português

    Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - Latino (PR) - ISBN 9788873040224

    Origo Gentis Langobardorum - Re Rotari - Latino (PR) - ISBN 9788827524541

    Historias dos Lombardos - Paolo Diacono - Português - ISBN 9788873043164

    中国 (Cinese)

    Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - 拉丁 (CI) - ISBN …

    伦巴第人的起源 (Origo Gentis Langobardorum) - Re Rotari - Latin (CI) - ISBN 9788828336730

    伦巴德人的故事-伦巴第史 (Storia dei Longobardi) - Paolo Diacono - 中国 - ISBN 9788873046462

    LIBRI - BOOKS

    1 - Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - ISBN 9788822898722

    2 - Storia dei Longobardi - Palo Diacono - ISBN 9788826053431

    English

    Historia Langobardorum - Paulus Diaconus - Latin (EN) - ISBN 9788828319153

    ISBN 9788827573792

    ISBN 9788827567807

    ISBN 788827565667

    IS BN 9788827539668

    ISBN 9788822856029

    ISBN 9788832502022

    Commentarii De Bello Gallico

    Sulla guerra in Gallia

    Gaius Iulius Caesar

    Caio Giulio Cesare

    Testo Latino

    Edizione italiana

    Versione 0.1

    volume 1

    Forum Latinorum

    Editore: GBL Grande Biblioteca Latina

    Libro per non vedenti e ipovedenti

    Sito: www.grandebibliotecalatina.com

    in copertina: Lionel Royer Vercingétorix jette ses armes aux pieds de Jules César, 1899

    https://en.m.wikipedia.org/wiki/Musée_Crozatier

    copia di un quadro - Vercingetorige getta le sue armi ai piedi di Giulio Cesare,

    opera di Lionel Royer 1899 - Museo di Crozatier, Francia UE

    I veli della Storia e della politica

    Inutile è dire per l'ennesima volta che Cesare è una figura controversa, questo è noto a tutti coloro che amano la Storia o la politica. Utile è invece capire il perché di tali giudizi controversi.

    Il problema principale è dato dalle parole usate in associazione al nome di Cesare, e il significato da queste assunto col trascorrere degli anni.

    La vicenda cesariana si svolge ormai quasi 2100 anni fa, fu una vicenda importantissima che modificò il corso degli eventi storici e le vite di molte persone. Uno degli aspetti ancor oggi rilevante è il significato delle parole; molte parole cambiarono di significato e assunsero significati diversi e spesso negativi.

    Cesare non fu il primo dittatore ma fu quello che, secondo l'opinione comune, portò quella parola al suo significato attuale: il primo dittatore, il primo Imperatore Romano. In realtà le cose sono abbastanza diverse; la vicenda è ben complicata ed è impossibile sapere se Cesare sarebbe divenuto un vero dittatore nel senso moderno del termine o solo un forte riformatore dello Stato Romano.

    La prima cosa da considerare sono i nostri pregiudizi politici; la nostra inclinazione politica influisce sulle parole associate all'imperatore ed al connotarlo come nemico della democrazia o salvatore della patria. Da sinistra è visto come un Tiranno, termine greco paragonabile a quello di dittatore; anche il termine tiranno è passato da una accezione moderatamente positiva ad una fortemente negativa. Da destra diventa l'uomo della provvidenza, colui che raddrizza e sanifica il marcio ordinamento repubblicano, corrotto e poco attento ai bisogni del popolo. Poi proveremo a dare un quadro schematico della figura di Cesare ma solo per aiutarvi a farvi un’immagine a tutto tondo del senatore riformatore. Ora, invece, vi propongo un parallelismo che, anche se discutibile, può aiutare a capire i sentimenti provocati da Cesare. La vicenda Kennedy: il compianto presidente degli Stati Uniti, è utile allo scopo; ancor oggi molti lo rimpiangono e si chiedono come sarebbe stata l'America se non fosse stato assassinato. Ecco, tralasciate le vicende politiche e concentratevi sul carisma, sui sentimenti da Kennedy provocati negli USA e nel mondo: quello fu l'impatto di Cesare sui suoi concittadini e sul mondo mediterraneo. Insomma, entrambi i personaggi sono sostenuti da un ciò che avrebbe potuto essere se non fossero stati assassinati. Per Kennedy si parla di una perdita dell'innocenza dell'ormai matura America; per Cesare, con la conseguente guerra civile tra Marco Antonio e Ottaviano: la fine, de facto, della repubblica che continuerà ad esistere formalmente ma completamente assoggettata all'imperatore Augusto, figlio adottivo di Cesare.

    Un ultimo contributo per aiutarvi a sentire quello che vissero i Romani di quei tempi. Osservate le vicende politiche italiane dal 2010 ad oggi, i vari governi presidenziali, la vicenda Renzi e l'odio fra compagni di partito, il terrore Grillo, i cambi di casacca… Ebbene, questo era il clima nel Senato Romano e anche se le vicende non sono minimamente paragonabili, il sentimento tra i militanti è assolutamente simile, come potete immaginare. Estraniandosi dalla militanza attiva, giudicare dove sia il giusto è ben difficile; ciò che resta certo è l'ingovernabilità della Repubblica e la necessità di riforme chiare. Anche a Roma vi erano problemi simili; il punto di svolta fu un ostinato rifiuto, di un Senato dominato da quelli che poi verranno chiamati Pompeiani e pro Repubblica, di concedere a Cesare una carica che lo ponesse al riparo da vessazioni dei nemici politici; in pratica Cesare fu quasi obbligato a marciare su Roma, altrimenti avrebbe perso ogni influenza politica: come si narra disse Gengis Khan, «Se metti il tuo nemico in un angolo senza via di fuga, lo costringi a morderti più forte». In pratica, la diatriba tra Cesare e i suoi nemici politici, avrebbe potuto comporsi facilmente con un Consolato, una marcetta trionfale tra le strade romane e qualche altro piccolo riconoscimento; ma i difensori della Repubblica e dei loro molti privilegi, i più ricchi senatori di Roma, lo bollarono come populista e nemico dello Stato, colui che voleva redistribuire le ricchezze di Roma, creare lavoro attraverso le grandi opere pubbliche e aveva ingrandito il territorio sotto il controllo diretto o indiretto della Repubblica Romana. Anche le accuse mosse contro Cesare sono simili a quelle fatte da molti politici privilegiati contro i nuovi astri nascenti della politica delle nostre mature democrazie. Questo non vuole essere un giudizio ma solo una constatazione; in fondo la politica in questi secoli non è cambiata poi molto: si pensi alle transmigrazioni dei moderni senatori, del tutto simili a quelle tra cesariani e anticesariani. Anche i compensi e le motivazioni sono simili, soldi e cariche pubbliche. Non voglio qui elencare tutte le similitudini tra i giochi politici del tempo e quelli contemporanei; il vero, unico cambiamento è l'apparente maturità delle nostre democrazie. Fascismo e Nazismo sono esperienze di 70 anni fa e il Comunismo, nell’est, è morto ufficialmente 25 anni fa; il periodo cesariano fu caratterizzato da due violente guerre civili, ma mediamente i tempi di pace tra un rivolgimento e l'altro, così come quelli tra una guerra e l'altra, non erano poi molto diversi dai nostri. Perciò, le vicende del cosiddetto condottiero non sono poi così diverse da quelle moderne.

    Una cosa invece da considerare è la percezione di Cesare presso i monarchi e i principi delle varie epoche, quei principi rovesciati dalle rivoluzioni nazionali ottocentesche di carattere repubblicano.

    Come sempre accade, è la Storia a definire la vicenda cesariana; dopo Cesare vi fu una feroce guerra civile, dalla quale uscì vincitore Ottaviano, meglio conosciuto come Augusto. Cesare Augusto era di famiglia ricca, i suoi compagni d'avventura ancora più ricchi; non dovrebbe essere figlio naturale del defunto padre adottivo, ma nella Roma di quei Romani non si può mai dire chi è figlio di chi. Si racconta che il Divino abbia avuto molte amanti e un solo figlio maschio, il Cesarione di Cleopatra, ma conoscendo l'ambizione della regina egiziana e la sua proverbiale bellezza, non le sarebbe stato difficile trovare un donatore, volontario o no, a fronte di una sopravvenuta sterilità dell'imperatore. Ma questo non è importante: il fatto rilevante è che da Augusto inizia la dinastia Julia, a cui segue la Flavia e che a poco a poco la Repubblica diventa un impero a metà tra potere ereditario e militare. Nella prima fase, il sangue aveva una certa importanza; col passare dei lustri furono solo le capacità militari a determinare la dignità imperiale. Messa così, sembra un’evoluzione tipicamente romana ma in realtà è una caratteristica celtico-germanica, dei popoli nordici ed anche degli Elleni; quel misto omerico tra famiglia nobile, degna di stima, e capacità di guida dell’esercito. Si ricordi di Alessandro Magno, confermato nella corona di famiglia dall'esercito riunito in assemblea, così come i barbari Longobardi facevano tra Milano e Pavia. Questa è una costante fra tutti i popoli dell'Europa propriamente detta; la definizione di Latini o Mediterrani non è da intendersi come gruppo sanguigno, ma solo come una toga culturale sopra un’anima celtico-germanica. Le corti europee erano prive di eunuchi che invece infestavano i regni orientali, fortemente dinastici ove tutti sono sudditi e non arimanni, soldati, uomini liberi di associarsi a un clan o a una famiglia-tribù. Quello che accade è che i re barbarici del medioevo lavoreranno per ridurre il potere dei vassalli e portare le loro corti verso quel modello orientale che scinde il diritto di sangue da quello militare. E per secoli i vari re resteranno affascinati dal condottiero che trasformò, secondo loro, la marcescente Repubblica in un forte Impero, i cittadini in sudditi; questa visione supportava le loro pretese di potere assoluto: si pensi a Enrico VIII e a Luigi XIV, Napoleone e ai Kaiser.

    Ecco perché in quei secoli i termini dittatore e imperatore presero un significato diverso da quello originario latino. Ma già nel Rinascimento si svilupparono delle repubbliche che perorarono la causa democratica, il mito di Atene; qualche secolo dopo, la Rivoluzione Francese darà a quelle parole l’accezione negativa che ancor oggi noi conosciamo. Del resto, molte Repubbliche odierne sono figlie di quelle idee. Le insurrezioni nazionali promosse dai repubblicano-democratici metteranno l'accento sulla bontà e sulla giustizia dell'antica repubblica Romana in contrapposizione al dispotismo dell'impero, ma qui va forse più guardato come critica ai regimi monarchico-conservatori che dopo la burrasca napoleonica vivevano nel terrore della rivoluzione repubblicana.

    Gli stati attuali e i subalterni ordinamenti scolastici sono figli di quelle rivoluzioni e della successiva riorganizzazione seguita alla fine del nazismo. Questo continua a distorcere l'immagine pubblica di Giulio Cesare, il quale non è il soppressore della repubblica ma semmai un premier un po’ autoritario ma anche progressista, e non è nemmeno quel geniale condottiero; sarebbe più giusto definirlo fortunato. Del resto, si vantava di essere discendente di quella Dea che noi chiamiamo Bendata. Credete poi che fosse depositario unico della capacità di comando? Adorato da reucci e generaletti di tutte le epoche? Cesare morì assassinato da molti che credeva amici fedeli; il mito trascende la realtà, ci nasconde il vero Cesare.

    Le molte notizie che abbiamo su Cesare, sia favorevoli che avverse, ci obbligano ad analisi più approfondite; un ottimo campo di studio per storici e appassionati, che possono approfondire l'argomento a piacere. A noi interessava solo far notare quanti veli di preconcetti e pregiudizi avvolgano la figura di quest'uomo del suo tempo, incarnazione di un’audacia razionale che noi chiamiamo spirito romano ma che fu già dei greci e che rinascerà nell'Italia dei Comuni.

    Usando la solita metafora pittorica, per Cesare ci vuole il cubismo: il personaggio va indagato da molteplici punti di vista e non è detto che il risultato sia un’immagine chiaramente distinguibile; sicuramente avrà una gran quantità di linee e colori. Se vi piace l'arte moderna e Picasso, l'apprezzerete; se siete per altri generi pittorici, vi dirigerete verso uno di quei bei ritratti ottocenteschi alla David, Napoleone a cavallo o al Giuramento degli Orazi e Curiazi.

    Spero che queste considerazioni sulla figura di Cesare vi abbiano aiutato a stendere sulla tela lo sfondo neutro e che la lettura dei testi da lui scritti, dettati o ispirati, vi permettano di stendere le prime pennellate del vostro personale ritratto di Giulio; del resto, ognuno di noi vede il mondo con la propria retina e non esiste una retina uguale ad un’altra, anche se tutte sottostanno alle stesse regole della biologia.

    Dopo aver fatto questo tentativo di ripulire la vicenda di Cesare dai molti pregiudizi che lo ricoprono, non mi resta che augurarvi buona lettura.

    Il Piede di Roma

    Noi tutti oggi consideriamo le varie espressioni artistiche di Roma come arte classica. Questo è ben vero oggi, dove l'arte greca e romana è considerata classica; ma ai tempi era una novità: arte moderna e contemporanea.

    Tralasciamo i Greci per occuparci dei nostri Latini; l'architettura è l'oggetto di queste brevi considerazioni sull'impatto della romanità nei territori da Roma governati; del resto, l'architettura e l’urbanistica sono l'impronta di Roma in tutto l’impero.

    In tutte le ex province di Roma è evidente, in ogni città abbastanza antica, l'eredità di quel dominio, e quando noi oggi visitiamo una di queste ne cerchiamo le tracce: l'impianto urbanistico, i resti del Foro, dei templi, delle basiliche, di teatri e anfiteatri, di tutto ciò che è riconducibile all'opera dei capitolini.

    Vorrei qui farvi vedere le cose da un punto di vista diverso; prendo ad esempio l’odierna Milano: chiunque abbia visitato la città che i Latini chiamarono Mediolanum, sarà rimasto colpito dai grattacieli e dai nuovi edifici avveniristici. Queste novità urbane furono precedute da polemiche e contestazioni; ancor oggi v'è chi li considera un obbrobrio, una violenza al vecchio e armonico aspetto urbano della città. Ebbene, l'impatto degli architetti romani sulle preesistenti città dei popoli assoggettati fu simile. Credo però che l'esempio più adatto sia l'est Europa o addirittura l'ex URSS. Visitando di recente Minsk, capitale della Bielorussia, ho notato l’impatto degli architetti sovietici sulla città, ma anche il nuovo governo nel voler lasciare la propria impronta: invece di recuperare, almeno parzialmente, la vecchia Minsk, ha tracciato sulla tela ottocentesca pennellate cubiste. Sasha, il mio Cicerone bielorusso, mi spiega che la seconda guerra mondiale ha praticamente raso al suolo la città; questa, a fine ottocento e soprattutto nei primi del ‘900, aveva conosciuto un suo momento di bellezza che coincideva con la momentanea rinascita della nazione. Ebbene, la vicina Russia sovietica, appena entrò in possesso di quella città, invece di recuperarla piazzò la sua pesante impronta, pesanti edifici monumentali, imponenti, esagerati, ma chiari nel loro messaggio. Ovviamente la cosa andrebbe analizzata più a fondo: una città devastata non può occuparsi di vecchie pietre e stucchi, ma a noi interessa l'impressione che generano tali, massicci interventi architettonici su città preesistenti.

    Così, ora provate ad immaginare l'impatto degli architetti

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