Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Senza maschere sull'anima. Gianluca Di Gennaro si racconta
Senza maschere sull'anima. Gianluca Di Gennaro si racconta
Senza maschere sull'anima. Gianluca Di Gennaro si racconta
E-book139 pagine1 ora

Senza maschere sull'anima. Gianluca Di Gennaro si racconta

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook


Un giornalista de Il Mattino e un giovane attore napoletano, idolo di tanti fan, si incontrano ai piedi del Vesuvio, per parlare di cinema e impegno sociale. Il primo, Ignazio Riccio, intervista il ventiseienne Gianluca Di Gennaro, protagonista mai dimenticato di Certi bambini. Nipote di Nunzio, Gianfranco e Massimiliano Gallo, Gianluca ha bruciato le tappe, con una carriera artistica suggellata da successi cinematografici e televisivi.
Per l’interpretazione di Rosario, nella pellicola citata dei fratelli Frazzi, a soli dodici anni, riceverà diversi riconoscimenti, fra cui il Premio Flaiano. Qualche anno dopo diventa il pupillo dell’attrice e regista Valeria Golino, che lo vuole protagonista del suo primo cortometraggio, Armandino e il Madre. Prima, Gianluca prende parte a fiction di successo Rai e Mediaset come ‘O professore, con Sergio Castellitto, Come un delfino, con Raul Bova, L’oro di Scampia, con Beppe Fiorello, e alle fortunate serie tv Il clan dei camorristi e Gomorra.
Il tema sociale è una costante nelle storie in cui c’è la partecipazione dell’attore che qui si racconta, mettendo in luce lo spaccato umano e sociale delle periferie della città partenopea: partendo da Scampia, appunto, dove Gianluca è idolatrato da tanti giovani borderline, che vivono sul filo, tra legalità e illegalità. L’attore racconta della propria esperienza diretta, a contatto con queste realtà difficili, e dell’influenza che il cinema ha nelle scelte di vita di questi suoi coetanei.
Si sofferma anche su altri aspetti della propria terra – il sud e Napoli sono al centro dei suoi interessi, artistici e personali – e mostra come un ragazzo napoletano, che non ha mai vissuto in prima persona la Napoli di Diego Maradona, Massimo Troisi e Pino Daniele, sogna di ripercorrere la stessa strada dei suoi idoli.
Il libro offre spunti di riflessione anche sul cinema italiano, che sta ritrovando nuova verve proprio grazie alla crescita di una generazione di giovani registi e attori di talento.
Ignazio Riccio (Caserta, 1970) è un giornalista che, da anni, ha collaborato e collabora con quotidiani e riviste nazionali, come Il Mattino di Napoli, Left e Pagina 99. Ha diretto il mensile di inchieste e approfondimenti Fresco di Stampa ed è responsabile della comunicazione per le case cinematografiche indipendenti Klanmovie Production e Resilienza Production.
Gianluca Di Gennaro (Napoli, 1990) è un attore italiano, che ha preso parte, nonostante la giovane età, a numerose produzioni cinematografiche e televisive nazionali e internazionali.  Ha lavorato con registi del calibro di: Mario Martone, Antonio e Andrea Frazzi, Stefano Sollima, Francesca Comencini, Claudio Cupellini, Claudio Giovannesi, Cosimo Alemà e Valeria Golino e con attori di successo come: Sergio Castellitto, Raul Bova, Beppe Fiorello, Stefano Accorsi e Alessandro Preziosi.
LinguaItaliano
Data di uscita27 nov 2017
ISBN9788899904142
Senza maschere sull'anima. Gianluca Di Gennaro si racconta

Correlato a Senza maschere sull'anima. Gianluca Di Gennaro si racconta

Ebook correlati

Arti dello spettacolo per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Senza maschere sull'anima. Gianluca Di Gennaro si racconta

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Senza maschere sull'anima. Gianluca Di Gennaro si racconta - Ignazio Riccio

    Indice

    Prefazione

    Nonno Nunzio

    L’esordio cinematografico

    Le serie televisive

    La famiglia

    Valeria Golino

    Gabriele

    Scampia

    Napoli e la camorra

    Gramigna

    Le passioni

    Riflessioni sul cinema fra presente e futuro

    Caracò Editore

    Storie / Testimoni

    1


    Ignazio Riccio

    SENZA MASCHERE SULL'ANIMA

    Gianluca Di Gennaro

    si racconta


    Ignazio Riccio

    SENZA MASCHERE SULL’ANIMA

    GIANLUCA DI GENNARO SI RACCONTA

    © 2017 Caracò Editore

    Bologna-Napoli

    Tutti i diritti sono riservati

    Collana Storie / Testimoni

    diretta da Alessandro Gallo

    ISBN 978-88-99904-12-8

    I edizione novembre 2017

    www.caraco.it


    Ad Anna,

    alla sua anima,

    ispiratrice

    di tanta

    bellezza

    Prefazione

    Scampia, 100 mila abitanti: 97 mila brave persone, 3 mila vittime del sistema criminale. Un esempio di come, nella società moderna, la criminalità si costruisca e abbia ramificazioni a tutti i livelli.

    Alla vela marrone, interno 610, sesto piano, ho vissuto dal 1983 al 1992. Nove anni passati in compagnia di tanta brava gente, messa a dura prova dalla povertà assoluta. In quel periodo ero, come adesso, dipendente del Secondo Policlinico di Napoli. Sarei potuto andare ad abitare in altri luoghi, ma ho voluto fortemente che i miei figli Pino, Laura e Marco crescessero a Scampia, immersi in quella realtà così difficile. È stata una scelta che ha portato a risultati concreti: 39 medaglie d’oro, Europei, Mondiali, e la vittoria di Pino alle Olimpiadi di Sydney del 2000.

    Dopo anni di attesa, nel 2005 è nata finalmente la scuola di judo, proprio all’ombra delle vele. Sono ormai dodici anni che il Centro Sportivo e Sociale Gianni Maddaloni è un punto di riferimento per le famiglie intere, per i figli dei carcerati, per i diversamente abili, per gli immigrati e per i dodici detenuti fissi ai servizi sociali.

    Nei primi sei anni di vita della struttura, la politica ci è stata vicina e ha sostenuto il nostro lavoro di recupero dei ragazzi a rischio. Ma dal 2012 si è completamente dimenticata di noi.

    Se non fosse per la generosità e la sensibilità dell’ex procuratore Giandomenico Lepore, della Napoli bene, del Rotary e di alcuni imprenditori locali, sarei costretto a chiudere, perché dei 500 utenti che frequentano la palestra sono solo in 150 a pagare. Le due Caritas di Volla e di Posillipo mi portano tanto cibo da regalare ai bisognosi, ma non è mai abbastanza e si potrebbe fare molto di più.

    Vorrei si realizzasse il mio desiderio di sempre: promuovere la vera inclusione sociale, così da battere definitivamente il sistema malavitoso.

    Non ho avuto la possibilità di conoscere Gianluca Di Gennaro durante le riprese del film L’oro di Scampia. Beppe Fiorello, l’attore protagonista, mi vietò di intervenire sul set perché il lavoro era molto impegnativo e si volevano evitare interferenze. Gianluca l’ho solo intravisto, a distanza, le prime volte che andava in scena. Ma lo osservavo con attenzione: era alto come Pino e aveva anche i suoi stessi tratti somatici.

    La sua bravura l’ho apprezzata guardando il film, perché ne L’oro di Scampia non ha indossato nessun costume ma ha espresso le sue emozioni, senza mascherare la sua anima. Era vero, soffriva, si mostrava altruista al punto giusto, buono e deciso, proprio come Pino.

    Le due scene che rivedo spesso sono quelle che mi fanno piangere a singhiozzi: le morti di Sasà e del mio maestro Lupo.

    Penso che film così ben interpretati dovrebbero continuare a essere proiettati tante volte, per dare speranza e fornire il buon esempio a chi vive nelle periferie e nei luoghi dove la criminalità impera. E penso pure che, se L’oro di Scampia è stato visto in 42 Paesi diversi, è anche grazie al cuore e alla professionalità di Gianluca.

    È per questo motivo che, quando Gianluca e il giornalista Ignazio Riccio sono venuti in palestra a chiedermi di scrivere la prefazione del libro, non ho avuto dubbi su quella che sarebbe stata la mia risposta. Nei loro occhi ho letto lo spirito con il quale hanno realizzato questo lavoro, lo stesso che muove e motiva me da anni.

    Credo che quest’opera, sulla quale la casa editrice Caracò ha deciso di puntare sin dall’inizio, possa essere un forte contributo a evidenziare quanto di buono esiste nelle nostre terre. Soprattutto, grazie al seguito che Gianluca riscuote fra i giovani campani, potrà aiutare quegli scugnizzi che vogliono cambiare strada.

    Mi auguro davvero che questo testo possa fare tanto rumore; anche se non raggiungerà i fasti di Gomorra, perché il racconto del male attira sempre più delle storie positive, darà sicuramente un impulso concreto al nostro territorio.

    A Roberto Saviano va il merito di aver fatto conoscere al mondo uno dei lati della medaglia di Napoli e della Campania, il peggiore, ma adesso c’è bisogno di mettere in luce anche l’altra faccia di una terra martoriata: quella della dignità e della speranza, che alberga nella maggior parte delle persone perbene che vivono in questa regione.

    Ed è di queste persone che parla il libro di Ignazio Riccio e Gianluca Di Gennaro. Se sarà pubblicizzato nei modi giusti, potrà di sicuro dare una grande mano al territorio e, indirettamente, anche al Centro Sociale Gianni Maddaloni

    Gianni Maddaloni


    Capitolo I

    Nonno Nunzio

    «Ho avuto la fortuna di nascere figlio d’arte. Capostipite della famiglia era mio nonno, Nunzio Gallo, attore, vincitore di Sanremo e punto di riferimento importante per Napoli, la mia città, per la quale provo un amore viscerale».

    La terrazza, a picco sul mare, svela le bellezze mozzafiato di un luogo magico: sullo sfondo Castel dell’Ovo, ai piedi di un Vesuvio lucente e dai contorni inconfondibili. Gianluca Di Gennaro è seduto di fronte a me. Il vento caldo di primavera accarezza i suoi folti capelli, baciati dal sole tiepido ma schietto; il suo volto tradisce un’emozione spontanea, che il giovane attore fatica a nascondere. Nel parlare del nonno i suoi occhi si stringono, le labbra si muovono lentamente facendo uscire, a un ritmo cadenzato, poche parole, ma morbide e dolci, scelte e pronunciate con sicurezza. Comincia così la nostra lunga chiacchierata.

    Tuo nonno Nunzio era un artista completo, faceva teatro, cinema e cantava con grande successo…

    «Era davvero eclettico, in campo artistico riusciva a fare tutto. Veniva da una famiglia molto umile; i genitori erano fruttivendoli e lui mi raccontava sempre di come, proprio grazie a quel lavoro, fosse riuscito a farsi strada nel mondo dello spettacolo. Il suo compito, fin da piccolo, era di portare la frutta a casa dei signorotti di Napoli. Andava avanti e indietro, dal banco di frutta dei genitori alle abitazioni delle famiglie più facoltose, nelle strade più belle e importanti della città, e lo faceva cantando le canzoni classiche partenopee. Fu una cosa che non passò inosservata. Un impresario notò questo ragazzo dalla voce chiara e impostata, decise di puntare sul suo talento e quello è stato l’inizio della sua carriera: prima con la lirica e poi con la canzone melodica, fino a quando, insieme a Claudio Villa, nel 1957 vinse Sanremo con Corde della mia chitarra, un successo che gli permise di essere conosciuto come cantante a livello nazionale e gli diede la possibilità di girare diversi film».

    Cosa ha rappresentato per te tuo nonno?

    «È con lui che sono cresciuto, poiché i miei genitori vivono separati da quando avevo tre anni. Nonno Nunzio ha avuto quattro figli: tre maschi, di cui due, Gianfranco e Massimiliano, sono diventati attori, mentre il più grande, Jerry, si occupa di tutt’altro; la quarta è Loredana, mia madre, che si è concentrata a fare la mamma a tempo pieno».

    Tua madre non ha mai avuto esperienze nel mondo dello spettacolo?

    «Per un breve periodo sì. Ha fatto la presentatrice e ha anche cantato un po’, perché ha ereditato la voce di mio nonno. Però non si è mai dedicata completamente al mondo dello spettacolo, soprattutto per il forte senso di responsabilità nei miei confronti».

    Sei nato quando lei era molto giovane?

    «Non proprio, aveva quasi trent’anni quando sono nato. Sono figlio unico, quindi si è potuta concentrare totalmente su di me e sulla mia carriera, che ha preso il via molto presto. Credo che,

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1