Italo Balbo e Nello Quilici: Le leggi razziali
()
Info su questo ebook
Leggi altro di Alessandro Roveri
Il romanzo di Renata di Francia: Nel dramma religioso del '500 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFerrara Città Europea: Storia politica e civile dalle origini a oggi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Correlato a Italo Balbo e Nello Quilici
Ebook correlati
Il dolore degli altri Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome Mussolini ha ingannato gli Italiani Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl giornale è il mio amore: Alberto Bergamini inventore del giornalismo moderno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSei anni di guerra civile in Italia: Un libro bruciato dai nazisti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL' Avanti! di Nenni: Le inchieste sulla corruzione fascista (1921-1925) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna famiglia pericolosa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa dinamo e il fascio: Volt, l'ideologo del futurismo reazionario Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEsoterismo e fascismo: Immagini e documenti inediti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniImperialismo Pagano: nelle edizioni italiana e tedesca Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Mussolini Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRoberto Farinacci, l'uomo del tormento e della battaglia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni“Come siamo andati in Libia”. La Guerra Italo-Turca tra politica e cronaca (1911-12) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniParole dure e chiare Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniItalia 1940-1945: Le storie di ieri e i ragazzi di oggi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFilatelia antisemita. Il razzismo fascista e i francobolli Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMussolini: Da socialista a fascista Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNumero 821. La memoria come dovere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa francese. La lunga vita di Giovanna Mayne Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSul Fascismo. Antologia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe origini del qualunquismo in Sardegna. Il Fronte dell’Uomo qualunque 1945-1956 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa libertà di stampa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFermate i socialisti: Il massacro del 14 ottobre 1920 a San Giovanni Rotondo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSettantotto: Comincia l'agonia della prima repubblica Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl carteggio ritrovato (1957-1978): Aldo Moro - Pietro Nenni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Difesa della razza Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl delitto Matteotti e la stampa romana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl fronte rosso: Storia popolare della guerra civile spagnola Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI racconti reazionari di Vladimir Ze'ev Jabotinsky Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI misteri inspiegabili della politica italiana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Ideologie politiche per voi
Saggi sull'Idealismo Magico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMussolini e gli Illuminati: Da Piazza San Sepolcro al rito sacrificale di Piazzale Loreto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGregge e Potere: Il Libretto Rosso delle Pecore Nere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniJulius Evola e la sua eredità culturale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAntifa: Storia contemporanea dell'antifascismo militante europeo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl cammino del Cinabro: Nuova edizione con immagini e documenti inediti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniImperialismo Pagano: nelle edizioni italiana e tedesca Valutazione: 4 su 5 stelle4/5L'esoterismo nella cultura di destra, l'esoterismo nella cultura di sinistra Valutazione: 5 su 5 stelle5/5L'ascesa di Adolf Hitler Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTowards a Gay Communism: Elements of a Homosexual Critique Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniOltre la periferia della pelle: Ripensare, ricostruire e rivendicare il corpo nel capitalismo contemporaneo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEsoterismo e fascismo: Immagini e documenti inediti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Mio Socialismo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLezioni sul fascismo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Versi d'Oro: La summa della sapienza pitagorea Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe origini del totalitarismo di Hitler Valutazione: 5 su 5 stelle5/5I segreti del Quarto Reich Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl golpe Borghese Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa nascita del Fascismo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Guerra Occulta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniManifesto del partito comunista Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Frocio e basta: L'omosessualità, la morte e le molte verità occultate. Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniQuando eravamo i padroni del mondo: Roma: l'impero infinito Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI perché di una crisi. la demolizione controllata della classe media è appena iniziata: verso la vittoria finale dei criptocrati Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMein Kampf: La mia battaglia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl capitale: Libro primo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFenomenologia dell'individuo assoluto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniProgetto Stati Uniti d'Europa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Recensioni su Italo Balbo e Nello Quilici
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Italo Balbo e Nello Quilici - Alessandro Roveri
DIGITALI
Intro
In questo libro, dedicato agli anni Trenta del Novecento, al lettore sono presentati uomini ed eventi di grande rilevanza nazionale: il migliore
Italo Balbo, ostile all’antisemitismo e all’alleanza italo-tedesca di Mussolini; il fallito tentativo di Mussolini di mettere Nello Quilici contro l’amico Balbo, nonostante l’obbligo, imposto al primo, di esaltare le leggi razziali; l’amicizia tra il fascista Quilici e l’antifascista Francesco Viviani, martire della Resistenza; la grande illusione
del fascismo di sinistra, capeggiato dal tresigallese (Tresigallo, FE) Edmondo Rossoni; il convegno internazionale di studi sindacali e corporativi, promosso da Quilici e tenutosi a Ferrara nel maggio 1932; l’altra grande illusione
del gentiliano Ugo Spirito, presentatore a Ferrara della teoria della Corporazione proprietaria, accusata di comunismo.
Premessa
In questo libro si parla degli ultimi anni di vita di Nello Quilici, uno dei tanti galantuomini che giudicarono l’amor di patria come un ideale coincidente, dopo la grande guerra, con l’adesione al fascismo sotto la guida del carismatico istrione Benito Mussolini e, a Ferrara, di Italo Balbo, organizzatore della violenza contro i nemici della patria
, i rossi
, i comunisti.
L’amicizia personale Quilici-Balbo fece il resto, e impedì a Quilici di rendersi conto che il fascismo, benché sotto le spoglie dell’operetta, era barbarie, antirisorgimento, totalitarismo.
I giovani lettori apprenderanno che cosa significhi la rinuncia alla libertà: nel caso di Quilici, valente e colto giornalista, l’impossibilità di disubbidire agli ordini dall’alto obbliganti a difendere le infami leggi razziali contro gli ebrei; nel caso di Balbo, l’impossibilità di rendere per davvero operante il personale disgusto per tali leggi e per l’alleanza con Hitler.
Ma nel libro c’è di più: c’è l’innamoramento di Quilici, ubriacato dalla propaganda mussoliniana, per il nazionalsocialismo tedesco: una tragica ammirazione per i futuri massacratori di Auschwitz da parte di un uomo che non avrebbe fatto male a una mosca, e che in Italia fece tutto ciò che poté per aiutare l’antifascista professore Francesco Viviani.
E ancora: c’è l’illusione di un altro galantuomo, il tresigallese (Tresigallo, FE) Edmondo Rossoni, il quale prende sul serio la mistificazione del corporativismo e si batte, contro uno dei massimi filosofi italiani, in difesa del velleitario sindacato fascista secondo lui minacciato da una certa interpretazione del corporativismo stesso.
Nei suoi modesti limiti, insomma, questo libro è, oggettivamente, un inno alla Costituzione repubblicana del 1946-47 e alla libertà, ideale da riconquistare ogni giorno e ogni giorno da difendere dai suoi arroganti nemici, contro l’illusione che essi abbiano rinunciato a insidiarlo.
Settembre 1938: Antonio Baldini scrive a Nello Quilici
Ai primi di settembre del 1938 Antonio Baldini, redattore-capo della rivista Nuova Antologia
nonché insigne affermato scrittore ed elzevirista del Corriere della Sera
, scrive all’amico Nello Quilici, direttore del ferrarese Corriere Padano
(quotidiano che è la creatura di un fraterno amico del direttore, il ras del fascismo ferrarese Italo Balbo, il quale dal 1° gennaio 1934 è governatore della Libia: un vero promoveatur ut amoveatur del geloso Mussolini).
Nella lettera su carta intestata della Nuova Antologia
Baldini accenna a un articolo di Quilici, un «saggio ben documentato sulle leggi razziali» da pubblicare sulla Nuova Antologia
, saggio da lui richiesto in una «precedente conversazione in propo sito» ed evidentemente promesso dal ferrarese.
Baldini è preoccupato, perché l’atteso articolo del direttore del Padano
non gli è ancora pervenuto. Il redattore-capo della Nuova Antologia
chiede quindi conferma dell’assolvimento dell’impegno da parte di Quilici. Invoca persino un cenno telegrafico, con tanto di data, «di assicurazione, del quale -precisa- ho assoluto bisogno per mia pace». Baldini non lo dice per celia, non sta usando un’iperbole. Non è, questo, come vedremo, tempo da motti scherzosi o da iperboli. Sorge subito un interrogativo: da chi è turbata la pace di Baldini?
Il riferimento più immediato è ovvio: quella pace è turbata dalle insistenze del suo superiore diretto, il direttore della Nuova Antologia
: Luigi Federzoni, il potente e fidatissimo gerarca che Mussolini ha nominato ministro dell’Interno subito dopo il delitto Matteotti come trait d’union tra lui e re Vittorio Emanuele III in quel delicatissimo e per lui difficilissimo momento. Nel settembre 1938 il Federzoni che sollecita l’articolo di Quilici è nientemeno che presidente dell’Accademia d’Italia, fondata nel 1926. È lui che incalza il povero Baldini.
Il quale ha una bella gatta da pelare. «L’Accademia d’Italia -è stato scritto- è un organismo di sostegno al regime e alla sua politica, e fu partecipe dell’opera di fascistizzazione compiuta negli anni Trenta nei confronti delle istituzioni culturali esistenti. Lo stesso Federzoni, nei suoi discorsi ufficiali, non mancò di sottolineare come l’Accademia fosse stata creata come istituto vivo e operante, ossia prettamente fascista, in antitesi col vieto concetto convenzionale di pomposa inutilità che si vuol di solito collegare a ogni tradizione accademica
».
C’è poco da scherzare. Mussolini, il dittatore onnipotente, fondatore trionfale nel 1936 dell’Impero etiopico sulla pelle degli Abissini soffocati con i gas asfissianti, sta, nel 1938, ogni giorno di più, anche mediante i comuni aiuti militari alla sovversione di Franco in Spagna, avvicinandosi alla Germania nazista, e dall’inizio dell’anno ha deciso di introdurre anche in Italia l’antisemitismo di Stato, scelta politica «determinata essenzialmente -ha scritto uno dei maggiori conoscitori della materia- dalla convinzione che per rendere granitica l’alleanza italo-tedesca fosse necessario eliminare ogni stridente contrasto nella politica dei due regimi».
Il contrasto che occorreva eliminare riguardava, appunto, la totale assenza in Italia di provvedimenti del tipo di quello varato in Germania il 15 settembre 1935 con il titolo di Legge per la protezione del sangue tedesco e dell’onore tedesco ( Gesetz zum Schutze des deutschen Blutes und der deutschen Ehre): «il divieto di matrimonio tra ebrei e cittadini del Reich di sangue tedesco o affine, con conseguente nullità dei matrimoni conclusi, anche se all’estero, contro tale divieto; la proibizione dei rapporti sessuali extramatrimoniali tra ebrei e cittadini del Reich di sangue tedesco o affine; la proibizione per gli ebrei di tenere al loro servizio donne tedesche di età inferiore ai 45 anni, che […] mirava a proteggere le donne tedesche da rischi sessuali corruttori della razza
».
Per questo, a partire dal febbraio 1938, tutta la stampa italiana aveva ricevuto una precisa direttiva: dare vita a una violenta campagna antisemita. Mussolini, il 16 febbraio 1938 ha fatto conoscere il suo pensiero: mentre il «problema ebraico universale», ha scritto, va risolto costringendo gli ebrei in un loro Stato lontano, da creare «in qualche parte del mondo, non in Palestina» (già in agosto penserà per questo alla Somalia italiana), il problema dell’ebraismo italiano va intanto risolto adottando provvedimenti intesi a ridurre drasticamente «la parte degli ebrei nella vita d’insieme della Nazione».
La stampa, come si sa, da oltre un decennio, anche per opera di Federzoni, è tutta asservita al regime fascista. «Il 1938 vide la stampa italiana -ha scritto De Felice- impegnata in uno sconcio crescendo
razzista e antisemita. Decisa la persecuzione, si trattava innanzi tutto di renderla necessaria
agli occhi degli italiani, e questo toccava soprattutto alla stampa. I battistrada furono al solito Il Tevere
e il Quadrivio
e, a un livello un po’ più qualificato, Il regime fascista
[…]. Sulla strada aperta da questi tre giornali si incamminarono prima i giornali locali e giovanili, spesso in crisi economica e più esposti alle pressioni del ministero della Cultura popolare e delle varie federazioni locali fasciste e fatti da individui che speravano di conquistarsi così titoli di merito e di carriera, o di far dimenticare precedenti colpe: ricorderemo tra essi […] Il Polesine fascista
di Rovigo, La Scure
di Piacenza, Eccoci
di Cremona, Il solco fascista
di Reggio Emilia, Il popolo di Romagna
di Forlì […]; poi, nel giro di poche settimane, via via