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Trilogia delle Terre Elfiche 3 La luce dell'oscurità
Trilogia delle Terre Elfiche 3 La luce dell'oscurità
Trilogia delle Terre Elfiche 3 La luce dell'oscurità
E-book131 pagine1 ora

Trilogia delle Terre Elfiche 3 La luce dell'oscurità

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Info su questo ebook

Qui si narra di coloro che riusciranno dove altri hanno fallito. Verrà un tempo nel quale il fato sceglierà i meritevoli.
Verrà un tempo nel quale coloro che sono stati dimenticati torneranno.
Verrà un tempo nel quale ogni appartenente a queste terre dovrà compiere la sua scelta. La salvezza giungerà a noi e sarà nostro il compito di accettare il suo insegnamento.
Il destino dei nostri giovani eroi sta dunque per compiersi. 
Una serie di intrighi e ragnatele tessute negli anni è arrivata al momento decisivo. La perfida Regina Deyre vuole finalmente assaporare il gusto dolce della vendetta distruggendo  le Terre Elfiche. Ma se è vero che la tela è una e i tessitori sono molti, chi sarà la mosca e chi il ragno? Amore, vita, morte, queste le parole chiave delle scelte che aspettano loro. Perché non esiste sacrificio, quando è compiuto per il bene più prezioso: la libertà.
L’arcano Losnar ha nelle sue mani la vita di tutti coloro che hanno dato origine a questa incredibile avventura. 
Una mescolanza di luoghi, personaggi e incantesimi da sogno riusciranno ad accarezzare l’immaginazione di chi legge, trascinandolo ad esplorare, insieme ai protagonisti, il misterioso fascino creato da scenari mai visti prima.
Trilogia delle Terre Elfiche: una storia epica piena di personaggi indimenticabili e di scene mozzafiato, ci trasporta in un mondo che non dimenticheremo mai, facendoci innamorare ancora una volta del genere fantasy.
La luce nasconde l’ombra, e nell’ombra trova spazio la luce dissolvendo l’oscurità.



 
LinguaItaliano
Data di uscita1 nov 2018
ISBN9788829548903
Trilogia delle Terre Elfiche 3 La luce dell'oscurità

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    Anteprima del libro

    Trilogia delle Terre Elfiche 3 La luce dell'oscurità - Daniele Conti

    Ringraziamenti

    Dedica

    Alla scimmietta curiosa che ha portato gioia nella mia vita.

    i sogni sono ciò che rende la realtà

    degna di essere vissuta.

    Prologo

    I suoi grandi occhi vermigli, scrutavano le foreste circostanti e tutti gli odori che quei luoghi emanavano senza sosta.

    Quella notte decise di non uscire, come era solito fare. Restò in ascolto di quello che le voci della natura portavano con loro. Chiuse momentaneamente le palpebre, cercando la concentrazione, ma quasi subito i ricordi si affollarono nella sua mente. Ricordi che vagavano fra il dolce e l’amaro e come sempre, l’amaro era il sapore che scemava con difficoltà. Sentì una lacrima scorrere lungo il suo volto, e per quanto avesse voluto cessare quella sofferenza, non poté fare a meno di viverla di nuovo. Lasciò che il dolore pervadesse tutto il suo corpo, per poi farsene nuovamente scudo come in passato. Quel passato con il quale avrebbe dovuto fare sempre i conti; in fondo i suoi ricordi, erano tutto ciò che gli restava della sua vita. Guardò ancora il cielo e i boschi, aspirando l’odore intenso della notte. Sorrise mestamente all’approssimarsi di un altro odore: L’odore della speranza. Adesso esisteva nuovamente uno spiraglio di luce nel suo mondo di oscurità; ed era racchiusa in un essere di un altra stirpe. Un individuo che non faceva parte di quelle terre, ma che avrebbe potuto plasmarle e modificarle a suo piacimento. Non osava mettere in dubbio le proprie capacità divinatorie, ma questa volta si chiedeva se, dopo tante ere passate in solitudine, quelle stesse capacità fossero ancora affinate come un tempo.

    Cartine delle Terre Elfiche

    Capitolo 1

    Matrona Deyre sedeva su una poltrona nelle sue stanze private. Aveva gli occhi chiusi, quando un leggero accenno di sorriso comparve sul suo volto. Argenys, in contatto mentale, le stava mostrando i frutti del suo lavoro nella città di Mastea.

    Rennak e Cryss, con al seguito le truppe dell’armata drow, erano trionfalmente entrati in possesso della capitale degli elfi silvani. Suo figlio si era insediato nel Palazzo del Consiglio come nuovo sovrano della città. Una carica ottenuta con la violenza. Cryss aveva approfittato delle alleanze strette con alcuni consiglieri della città per ribaltare il potere in suo favore. Aveva deliberatamente fatto uccidere molti di coloro che non accettavano il controllo dei drow, e adesso la foresta di Mugh, come le altre terre dei silvani, subivano il volere del loro nuovo sovrano.

    Molte delle persone che vivevano in città dovettero fare i conti con le restrizioni che Cryss aveva loro imposto. Nuove regole che avevano ridotto la popolazione quasi alla fame, con conseguenti malattie fra chi non riusciva a permettersi più di avere del cibo fresco da consumare. Le vie della città erano divenute territorio ottimale per topi e insetti di ogni specie, spesso era possibile trovare anche chi elemosinava per un pezzo di pane o un frutto. Agli occhi dei cittadini che ancora riuscivano ad andare avanti questa cosa sembrava inconcepibile. La beffa maggiore consisteva nel fatto che le famiglie dei consiglieri che avevano accettato i drow facevano una vita più dignitosa, ma non quella agiata promessa dai nuovi padroni.

    Non sarebbe stato l’approssimarsi di un autunno come gli altri, nonostante gli alberi avessero assunto già i caratteristici colori oro e marrone, molte foglie cadute coprivano le strade come un manto. I mestieri che si esercitavano in città erano sottoposti a tasse inique, che non potevano essere saldate in ritardo. Pena la morte.

    Gli elfi di Mastea lavoravano con la paura di essere presi in custodia dagli uomini del nuovo sovrano. Cryss si dimostrò spietato con i suoi sudditi e non era raro vedere un elfo silvano trascinato a forza dalle guardie reali, per finire torturato all’interno del Palazzo del Consiglio, nuova dimora di Cryss.

    Erano poche le famiglie che godevano del favore e della tolleranza del nuovo Re. Fra queste la famiglia Solosh, ma anche Ergan Solosh era consapevole della fragilità di tale tolleranza, che poteva spezzarsi al variare dell’umore di Cryss.

    Non erano più i tempi di andar per via, ricambiando il saluto dei conoscenti, sorridendo loro. Adesso la gente passava per strada accennando un saluto e rincasando velocemente.

    Il Palazzo del Consiglio aveva perso completamente la sua originaria funzione. Era divenuto il palazzo della morte, specie in giorni come quello, quando era possibile sentire i colpi della spada di Trewyr fendere l’aria durante i suoi allenamenti.

    Rennak stava osservando il suo ex allievo. Ne valutava lo stile, i movimenti e anche le emozioni che lasciava trapelare. Non era più un giovane drow dedito alle lezioni dell’accademia. Era diventato una persona completamente diversa, un vero guerriero. Il suo volto non lasciava trasparire alcuna emozione, solo concentrazione e decisione.

    Il suo apprendista si stava avvicinando sempre più alla perfezione cercata da matrona Deyre. L’arma perfetta, un assassino determinato e infallibile.

    «Sei migliorato molto da quando ti allenavo a Zarkyan.»

    «I tempi dell’accademia sono lontani, Rennak. Essere venuto in superficie ha migliorato la mia tecnica e affinato i miei sensi.»

    Il maestro d’armi annuì. Vedere in lui quella determinazione lo inorgogliva e spaventava al tempo stesso. Trewyr poteva essere una risorsa per la società drow, ma anche un pericolo. Un’incognita da tenere sotto controllo. In città già lo chiamavano il Signore della Morte, e nessuno desiderava incontrarlo sulla propria strada.

    Rennak ebbe un pensiero che alcuni mesi prima non sarebbe nemmeno riuscito a concepire. Era diventato l’amante di Deyre, ma era anche conscio che lo sarebbe stato finché lei non si fosse stancata di lui. Su Trewyr non aveva alcun ascendente. Non era più il suo maestro, e da lui poteva e doveva aspettarsi qualunque cosa, nel bene o nel male. Per un istante, il maestro d’armi provò un brivido lungo la schiena. Era la prima volta nella sua vita.

    Re Paranhiel era seduto sul trono. Non c’era nessuno con lui, e il suo sguardo tradiva una certa preoccupazione. Le sue vesti, color argento e oro, sembravano perdere la regalità da sempre conferita al sovrano di Lesar. Sentì dei passi avvicinarsi alla sala, quindi cercò di ricomporsi quanto più gli era possibile.

    Uno dei suoi messaggeri entrò con passo veloce deflettendosi al cospetto del sovrano.

    «Sire. Abbiamo notizie sconfortanti dall’ovest.»

    «Tiron è caduta?»

    Il messaggero riprese fiato quindi rispose al suo Re.

    «Mastea è caduta. Sono passati a nord, eludendo le difese perimetrali. Adesso la capitale dei silvani è sotto il loro dominio.»

    «Come l’hai saputo?»

    «Alcuni masteani hanno formato un gruppo di resistenza all’oppressione drow. Sono riusciti a inviare un messaggio tramite dei colombi. Il Consiglio si è rifiutato di chiedere aiuto alle altre fazioni, con il risultato di far cadere in mano nemica la loro capitale. I silvani sono ridotti alla fame nelle loro terre.»

    Paranhiel soppesò la cosa, non senza provare un impeto di rabbia.

    «Dobbiamo prepararci a un attacco degli elfi scuri. I prossimi saremo noi.»

    «Cosa devo fare, mio Re?»

    « Fai marciare una legione a Tiron, affinché si unisca alle forze presenti in città. Prepara tutto il resto dell’esercito per la difesa di Lesar. Non dobbiamo fare la fine di Mastea o tutto il nostro mondo cesserà di esistere.»

    «Crede che tutto questo basterà?»

    «No. Purtroppo non basterà a contrastare le forze drow. Abbiamo bisogno dell’appoggio di tutti i regni di Geodesia.»

    «Occorre qualcuno che chiami a raccolta tutte le fazioni, mio sire. Qualcuno che faccia comprendere loro l’imminente pericolo.»

    «Purtroppo siamo soli, mio fido Sigrael. Soli a difendere le nostre terre, la loro bellezza, il fiume, gli alti faggi e gli aceri rossi, la cui bellezza non ha uguali.»

    Paranhiel camminò fino alla grande terrazza, affacciata sulla città. Aspirò l’aria del mattino, quasi a volersi inebriare dell’essenza della sua gente.

    «Guarda tutto questo, Sigrael. Tutto il nostro mondo rischia di soccombere. Tutto quello che abbiamo costruito negli anni sarà cancellato in poco tempo. Non possiamo permetterlo! Voglio che un solo grido si levi unanime a Lesar! Da dorsale a dorsale, dovremo garantire una difesa forte e coesa. Le montagne saranno i nostri baluardi e

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