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AAA cercasi guru disperatamente: Come salvarsi l’anima, il portafogli e le mutande - Manuale pratico di sopravvivenza spirituale
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AAA cercasi guru disperatamente: Come salvarsi l’anima, il portafogli e le mutande - Manuale pratico di sopravvivenza spirituale
E-book517 pagine5 ore

AAA cercasi guru disperatamente: Come salvarsi l’anima, il portafogli e le mutande - Manuale pratico di sopravvivenza spirituale

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Info su questo ebook

Stai cercando un salvatore, un maestro o un qualunque guru al quale appioppare i tuoi problemi esistenziali e delegare le scelte che non sai fare con la tua testa? Nessun problema! A tua disposizione oggi trovi tantissimi santoni pronti a venderti filosofie di vita di ogni tipo e non hai che l’imbarazzo della scelta. Oppure sei fra coloro che non inseguono maestri ma collezionano seguaci, sperando di diventare uno di quei tanto fantomatici guru che a questo punto non si capisce bene a cosa servano? Anche qui, nessun problema: sono tante le persone che vogliono essere guidate invece di guidare se stesse, devi solo approfittarne. Non vuoi fare né il seguace né il santone? Allora non ti rimane che una terza opzione: alzare le chiappe dalla sedia e riconoscere che l’unica persona che può cambiare la tua vita sei tu. Certo, non avrai più scuse per trascurare la tua anima, ma almeno questa smetterà di strapparsi i capelli per tutte le volte che ha cercato di richiamare la tua attenzione e tu l’hai spudoratamente ignorata, come solo un essere umano sa fare.
LinguaItaliano
Data di uscita22 nov 2018
ISBN9788863654844
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    Anteprima del libro

    AAA cercasi guru disperatamente - Camilla Ripani

    successiva.

    AVVERTENZE DELL’AUTRICE

    I consigli che trovi in questo libro vogliono ispirarti e sostenerti nella ricerca del benessere spirituale e per nessun motivo vanno intesi come sostitutivi del parere di un medico o di un terapeuta.

    Nel testo utilizzo la forma grammaticale maschile con l’unico scopo di semplificare la narrazione, ma mi rivolgo in modo paritario sia alle donne sia agli uomini. Se per ogni parola dovessi specificare la corrispondente forma maschile e femminile e utilizzare le desinenze a/o – come, per esempio, nelle frasi «sei stato/a amato/a», «sei stato/a liberato/a dalla paura», «è sicuro/a di voler fare il/la pittore/ pittrice» – credo che verrebbe il mal di testa a me che scrivo e a te che leggi.

    Confido nella tua capacità di seguirmi al di là delle parole, ma soprattutto al di là delle frasi fatte e dei pensieri preconfezionati. Il viaggio che ci attende è strano e misterioso… Sei pronto?

    INTRODUZIONE

    Lo ricordo come fosse ieri. Stavo girovagando in una libreria quando mi cadde l’occhio su un piccolo libro; era un saggio che voleva dimostrare il collegamento tra la fisica quantistica e le filosofie spirituali. Affascinata dall’argomento, decisi di acquistarlo.

    Negli ambienti spirituali sempre più spesso si ribadisce che siamo i creatori della nostra realtà e si citano i paradossi della fisica quantistica per confermare che il mondo si modella in base a colui che lo osserva. Per la fisica quantistica, infatti, il risultato di un esperimento è influenzato dall’osservatore.

    Gli oggetti quantistici abitano il microcosmo, il mondo dell’infinitamente piccolo. La loro peculiarità è che posseggono diversi stati potenziali in cui esistono simultaneamente. Nel momento in cui lo scienziato osserva l’oggetto quantistico, lo costringe a manifestarsi in uno dei suoi possibili stati e quindi ad assumere un valore definito e misurabile.

    Ipotizziamo per assurdo che esista un divano quantistico e che abbia la potenzialità di essere lungo a, b o c (questo normalmente non è possibile, perché un divano ha sempre la stessa lunghezza). Non appena il nostro scienziato osservasse tale divano, lo spingerebbe ad assumere una delle sue lunghezze possibili. Quale? Dipende, perché il risultato della misurazione varierà in base all’osservazione, quindi a volte sarà lungo a, a volte b e altre volte c.

    L’oggetto quantistico fornisce un valore concreto solo nel momento in cui viene misurato, ma finché la misura non viene effettuata permane in uno stato indefinito, se pur all’interno del suo spazio di possibilità.

    I paradossi quantistici ci dicono che la natura della realtà materiale è tutt’altro che oggettiva e che l’osservatore determina il risultato… ma tali paradossi possono estendersi anche al resto della realtà ed essere usati per avvalorare il potere creatore della coscienza?

    A queste domande stanno cercando di rispondere molti ricercatori nel campo della spiritualità e della scienza. Per quanto mi riguarda, il problema non si pone: il mondo spirituale è così consistente e così determinante nel guidare la mia evoluzione, che non sento la necessità di spiegarlo attraverso i modelli della scienza. Preferisco immergermi direttamente in esso.

    La via scientifica e la via spirituale sono allo stesso tempo lontane e vicine, diverse e simili.

    L’indagine sul piano materiale, razionale e scientifico segue criteri e direzioni diverse rispetto all’indagine psicologica, emotiva e spirituale. Esistono tuttavia territori dove queste due vie si incontrano, come già anni fa ci dimostrava Fritjof Capra nel suo bellissimo Tao della fisica, o come possiamo intuire leggendo il libro Tutto è uno dove l’autore Michael Talbot, partendo dalla fisica quantistica e dalla neurofisiologia, arriva a ipotizzare che l’universo sia di natura olografica, dove ogni parte contiene il tutto.

    Pensiamo ai lobi destro e sinistro del nostro cervello: uno legato al pensiero logico, l’altro connesso alle dimensioni astratte e intuitive, eppure a un certo punto si incontrano grazie al corpo calloso che li mette in comunicazione. Due mondi diversi, ma è dal loro incontro che prende vita una visione globale della realtà.

    Il mondo scientifico e il mondo spirituale sono distinti e allo stesso tempo interconnessi, possono guardare in direzioni completamente differenti oppure stringersi la mano. Sapremo integrarli nella nostra realtà senza che l’uno venga automaticamente ritenuto più importante o addirittura necessario per dimostrare l’esistenza dell’altro?

    Ci sono esperienze e situazioni dal sapore decisamente poco scientifico ma non per questo meno significative, come ho potuto verificare tutte le volte che ho permesso ai segni e ai messaggi ricevuti in modo intuitivo di indicarmi la strada, oppure quando ho lasciato che la mia realtà si modellasse attraverso il potere della fiducia e dell’amore.

    D’altro canto, la logica e tutto ciò che è misurabile ci permettono di muoverci all’interno del mondo con cognizione di causa, senza perdere di vista gli obiettivi materiali e concreti che sono parte essenziale dell’esistenza.

    Sia l’intuizione sia la logica sono fondamentali e, considerate nel loro insieme, ci permettono di essere interi.

    Torniamo a quel piccolo saggio che acquistai tempo fa. Rimasi talmente affascinata dalla scrittura dell’autore, e così colpita dalla sua apparente saggezza, che nacque in me il desiderio di incontrarlo. Cominciai a raccogliere informazioni su di lui e andai a conoscerlo dal vivo a un convegno, dove scoprii l’esistenza di altri interessanti autori che nei loro libri promettevano felicità e autorealizzazione.

    Iniziò più o meno allora la mia dipendenza spirituale, ossia quel fenomeno per il quale cominci a drogarti di spiritualità e crescita personale attraverso libri, video, corsi, tecniche e così via, perché non ne hai mai abbastanza e ne vuoi sempre di più. Mi dicevo che ero curiosa, che c’erano tanti argomenti da approfondire e che di questi tempi tutto era accelerato. In realtà arrivai a dimenticare l’ovvio, a perdere di vista quel che è spontaneamente noto a chi vive genuinamente connesso con il proprio intuito e il proprio corpo: per fare il passo successivo, per attivare un cambiamento, una rivoluzione interiore, spesso basta poco. Non c’è bisogno di saltare di qua e di là tra interminabili studi e argomenti, può bastare un viaggio, una frase, un accorgersi, ma al quale dai tutta la tua presenza.

    Non c’è niente di male nell’occuparsi entusiasticamente di argomenti disparati. Il problema sorge quando la varietà di interessi diventa un modo per non approfondire mai oppure quando ciò che piace si trasforma in ossessione. Sono due facce di una stessa medaglia, quella della ricerca spirituale intesa come la ricerca di una bacchetta magica che cambi ogni cosa. La bacchetta magica non esiste, oggi lo so. Non esiste una tecnica esoterica che cambi magicamente la tua realtà se non sei tu stesso a cambiare, e non esiste un guru che conosca la tua strada meglio di te stesso. Ci ho messo un po’ a capirlo, non solo a parole ma con ogni atomo del mio essere.

    Ho conosciuto e continuo a conoscere diverse persone che hanno un atteggiamento di venerazione verso il proprio guru del momento (e a volte il momento può durare tutta una vita), fortemente convinte che lui veda oltre i loro limiti e possa sciogliere i nodi della loro anima.

    So bene come ci si sente, e so anche che in quei frangenti è difficile credere che le uniche risposte che contano davvero sono quelle che trovi dentro di te. Invece, come rapito da un’estasi senza fine, metti il guru e la sua filosofia al centro di tutti i tuoi argomenti. Cominci a dargli sempre più attenzione, sempre più energia, e non ti accorgi che la stai togliendo a te stesso. Travolto dall’entusiasmo e dall’ansia di trovare un modo per cambiare la tua realtà, vedi certi personaggi non come semplici insegnanti ed esperti delle loro materie, ma come maghi, come sapienti conoscitori dei segreti dell’universo che potrebbero risolvere tutti i tuoi dubbi e tirarti fuori dalla mediocrità del quotidiano.

    Ci ho messo un po’ a realizzare che l’autore di quel primo saggio che tanto mi aveva affascinato era un semplice essere umano, con i suoi limiti e i suoi difetti, e non un maestro illuminato o qualcuno di superiore. Questo fraintendimento mi veniva amplificato dal fatto che lui e altri come lui mi dicevano che ero un’«anima speciale», alimentando la mia ansia di essere riconosciuta, e solo con il tempo compresi che di speciale trovavano soprattutto il fatto che avessi un bel paio di gambe.

    In più occasioni certi pseudo-maestri, compiaciuti dell’interesse che provavo nei loro riguardi, hanno cercato di fare leva sui miei bisogni per indurmi a frequentarli in privato oppure per spingermi a lavorare gratuitamente per loro.

    Episodi simili mi sono stati raccontati da diverse persone e c’è pure chi si è lasciato convincere a donare ingenti somme di denaro. Alcuni si sono sentiti così manipolati e gettati nella confusione da aver perso ogni fiducia verso la ricerca spirituale. Un quadro tutt’altro che incoraggiante.

    Per fortuna ci sono storie che hanno un finale differente.

    Ho sempre avuto una forte connessione con il mondo invisibile e questo mi ha permesso di non gettare la spugna e continuare la mia ricerca nonostante le delusioni.

    A un certo punto del percorso, guardandomi allo specchio, ho riconosciuto che stavo usando la spiritualità come uno stupefacente: era un modo per stordirmi, per provare piacere immediato e cercare solo risposte che mi facessero sentire al sicuro; è per questo che attiravo personaggi apparentemente carismatici ma di dubbia integrità, pronti a vendermi quella bacchetta magica di cui tanto avevo bisogno. Ciò di cui avevo bisogno davvero, invece, era crescere e prendermi le mie responsabilità.

    Nel mare magnum di pseudo insegnanti e guru, ho pian piano imparato a discernere persone etiche, concrete, serene. Là fuori ci sono anche loro, individui che lavorano per un mondo migliore, maestri autentici, spesso senza seguaci, impegnati a costruire stando sul campo… più che sul palco.

    Apro qui un’importante parentesi. Chi si accontenta di ciò che sembra, chi non si fa domande, chi non si meraviglia di fronte alla vastità di un cielo stellato, raramente cadrà nelle illusioni della spiritualità. Sono gli animi più sensibili, le menti più frizzanti e soprattutto coloro che cercano di restaurare un rapporto con il sacro a esporsi maggiormente alle insidie e alle illusioni di ciò che appare luminoso.

    Quel che luccica non sempre possiede un valore autentico, proprio per questo è importante sviluppare buon senso, integrità e discernimento. Dobbiamo imparare a metterci al centro del nostro mondo, non come oggetto della nostra attenzione narcisistica, ma come soggetto della nostra vita. Solo diventando il capitano della nave che ci è stata affidata potremo attraversare le tempeste senza perdere la rotta.

    Trovo meraviglioso che così tante risorse dedicate al benessere fisico, psicologico e spirituale siano messe a disposizione di un pubblico sempre più vasto. Certo, ci sono illusioni e trabocchetti, ma possiamo imparare a individuarli e superarli. Questo è un tempo colmo di opportunità perché ci viene offerta la possibilità di scegliere. Sta a noi usare in modo opportuno la ricchezza e la varietà dei contenuti, nella consapevolezza che, quando miglioriamo, anche l’universo intorno a noi fa lo stesso.

    Caro esploratore di mondi e di possibilità, ciò che arriva nella tua esistenza dipende da te, da quello a cui dai attenzione, importanza, energia. Tu sei la porta della tua casa, sei colui che decide chi far entrare e chi lasciare fuori, e sei la persona che può fare la differenza nella tua vita.

    L’unico vero guru che ha senso seguire è quello dentro di te, è il tuo Io più grande, quel nucleo di coscienza evolvente che alcuni chiamano anima, sé superiore, guida interiore, cuore. È lì che risiedono la tua bussola, le tue risposte, il tuo destino.

    Riconoscere e seguire l’Io non è sempre facile, perché i suoi messaggi vanno cercati in mezzo alle tante frequenze che tempestano la coscienza, e questo richiede impegno e attenzione. È più comodo innamorarti di un maestro e delegare a lui ogni risposta, oppure adagiarti nel ruolo di vittima così da giustificare i sogni che abbandoni. Ma tu non sei nato per seguire la via comoda. Sei nato per diventare chi sei veramente.

    La vostra visione apparirà più chiara soltanto quando guarderete nel vostro cuore. Chi guarda l’esterno, sogna. Chi guarda all’interno si sveglia.

    Carl Gustav Jung

    In questo libro condivido le riflessioni, i punti di vista e gli strumenti con cui ho recuperato il senso del sacro quando mi sembrava perduto e che mi hanno aiutato a trovare dentro me stessa le risorse di cui avevo bisogno. Ti auguro di trarne ispirazione, autonomia e forza, così come è stato per me. Se solo una di queste pagine ti sarà di conforto o ti suggerirà una più ampia visione, mi riterrò soddisfatta. Ti auguro sempre e comunque di percorrere la strada della fiducia poiché essa detiene tutte le chiavi.

    CAPITOLO 1 – PRIGIONI E ILLUSIONI

    1.1   UN VIRUS PERICOLOS O

    C’è in giro un virus molto pericoloso di cui pochi sono a conoscenza. Può essere trasmesso da individuo a individuo attraverso le parole, i pensieri e le emozioni, oppure collettivamente attraverso i mass media come giornali, programmi televisivi e Internet. Purtroppo, il virus è talmente diffuso che le persone considerano normali i suoi sintomi e guardano con sospetto chi non li ha. Anch’io in passato ne sono stata contagiata e ho impiegato molto tempo per individuarlo ed estirparlo.

    Il virus di cui sto parlando si chiama SDES, che è l’acronimo di Speranza Di Essere Salvati. Lo SDES installa nella tua mente la credenza che la tua vita può cambiare solo se qualcuno o qualcosa all’esterno di te interviene per salvarti dalle tue difficoltà. A seconda delle sue forme più o meno aggressive, può distruggere la capacità di guidare il tuo destino, dando luogo a gravi infezioni energetiche quali un cronico stato di passività o il lamento quotidiano.

    La speranza trasmessa dallo SDES non ha niente a che fare con il sentimento di fiducia che prova chi sa di essere parte di un universo fatto di amore e colmo di infinite possibilità. Chi è infettato dallo SDES ha una speranza diversa, la speranza di un colpo di fortuna, di un salvatore, di un accadimento improvviso o esterno che gli cambi la vita e per questo non si impegna mai veramente a prendere in mano il suo destino.

    Il virus si innesta nelle regioni più nascoste della tua struttura psichica al punto che puoi esserne infettato senza esserne cosciente, ci sono però dei sintomi precisi che possono aiutarti a riconoscere la sua infezione.

    Un primo sintomo del contagio è perdere tempo in continuazione: rimandi ogni azione che potrebbe condurti a un cambiamento e procrastini tutto quello che potresti fare per migliorare la tua esistenza. Ti permetti il lusso di buttare via il tuo tempo perché sei nell’attesa e nella speranza che qualcosa, prima o poi, cambierà.

    Se tu fossi libero dal virus, avresti la consapevolezza che niente e nessuno potrà cambiare la tua condizione attuale: un partner che ti ami, un biglietto della lotteria, un socio in affari, lo Stato, il guru del momento, gli alieni… e nemmeno l’Onnipotente in persona poiché, come dice il detto, «aiutati che Dio t’aiuta», cioè Dio ti aiuta ma solo dopo che tu aiuti te stesso.

    Senza lo SDES, non accetteresti di sprecare un solo giorno aspettando o sperando che qualcuno o qualcosa ti porti il cambiamento, ma cercheresti di innescarlo tu stesso perché sapresti che dipende solo da te.

    Un altro sintomo dell’aver preso il virus è sentirti depresso, credere che il tuo destino non cambierà più e che non disponi di vie d’uscita.

    Questa condizione si presenta quando il virus è installato da così tanto tempo da produrre, paradossalmente, effetti opposti. Dopo molti anni, chi è infettato dal virus della Speranza Di Essere Salvato si trova a fare i conti con i fatti: dato che niente e nessuno si è presentato a tirarlo fuori dai guai, comincia a credere che in effetti tale speranza non si realizzerà mai, pensa che tutto sia finito, si sente con le spalle al muro e privo di qualunque risorsa, che ha sempre cercato ovunque tranne che in se stesso. Non gli rimane che fare la vittima e buttare la spugna. Non vede futuro, e senza futuro non trova le forze.

    Come puoi liberarti dallo SDES?

    Innanzitutto, devi riconoscerne i sintomi e accettare che il tuo modo di pensare cinico e disfattista sia il segnale della sua presenza. Poi, indipendentemente dai tuoi pensieri e dal tuo stato d’animo, devi decidere di passare all’azione, di non buttare più il tuo tempo ma impegnarti strenuamente con te stesso per crescere, evolverti e migliorare in ogni aspetto della tua esistenza.

    Per aiutarti, ogni mattina vai davanti allo specchio e afferma:

    La cosa più preziosa di cui dispongo è il mio tempo. Scelgo di usarlo saggiamente.

    L’unico vero salvatore in grado di cambiare la mia vita sono io.

    Se persisterai e lavorerai per scovare ogni possibilità di miglioramento, il virus si indebolirà e alla fine morirà.

    1.2   PERSUASIONE O MANIPOLAZIONE?

    In qualche modo tutti noi cerchiamo di influenzare gli altri, ma non per questo possiamo definirci dei manipolatori.

    Tra persuasione e manipolazione non sempre vi è un confine netto, tuttavia possiamo individuare alcune differenze principali.

    Il persuasore tende a favorire la sua causa cercando di influenzare gli altri per farli sentire coinvolti.

    Il manipolatore vuole portare acqua al suo mulino, ma lo fa a scapito delle altre persone, spesso ingannandole. Il manipolatore non ha alcun riguardo per le esigenze altrui, tanto che le sue parole e i suoi atteggiamenti possono essere molto lontani dalla verità; il suo obiettivo è solo ottenere quello che vuole, nella totale indifferenza di ciò che gli altri pensano, provano o di cui necessitano.

    Se non ottiene quello che vuole, il persuasore se ne fa una ragione, rispetta le scelte altrui e convive serenamente con il fatto di non essere riuscito a convincere gli altri.

    Il manipolatore, invece, avendo una percezione distorta di sé, non tollera che altri la pensino diversamente da lui. Nell’incapacità di rapportarsi con il proprio disagio interiore, non esita a far sentire in difetto l’altra persona e a instillarle sensi di colpa anche in situazioni dove è lui a essere dalla parte del torto.

    Alcuni individui sono particolarmente esposti ai manipolatori perché si amano poco e cercano l’approvazione altrui. Chi tende a colpevolizzare se stesso, o ha difficoltà a metabolizzare gli aspetti negativi della realtà, non sa riconoscere la natura distruttiva di un’altra persona e si espone alle sue manipolazioni.

    Facilmente manipolabili sono tutti coloro che hanno un atteggiamento passivo, si comportano come vittime, non sanno essere autonomi nelle decisioni, hanno bisogno di essere accettati dagli altri e mettono tale bisogno al di sopra di ogni consapevolezza.

    Smettere di colpevolizzare te stesso, di idealizzare gli altri o di cercare l’approvazione di un pubblico ti offre la miglior difesa contro i manipolatori.

    1.3   IL BISOGNO DI SENTIRSI SPECIALI

    Il bisogno di essere considerati come qualcuno di speciale o differente dagli altri è il frutto di una cultura moderna dove l’individualismo assume toni estremi e porta le persone a competere fra di loro invece che a seguire la propria autenticità.

    Tutti noi nasciamo con l’istinto di fluire nella vita attraverso la nostra natura autentica e i nostri desideri, ma crescendo veniamo sopraffatti dalle credenze altrui, dagli ostacoli e dalle delusioni, al punto tale che perdiamo fiducia in quello che siamo davvero. Abbandoniamo i nostri talenti e rinunciamo all’ascolto della nostra unicità, e così facendo creiamo un vuoto dentro di noi che proveremo a colmare attraverso il riconoscimento esterno, ma ciò non accadrà mai.

    Solo se rispetti e curi i tuoi talenti, invece di elemosinare l’attenzione degli altri, puoi trovare quell’appagamento profondo che ti fa percepire di essere parte attiva di un mondo vibrante, in continua evoluzione, dove tutte le unicità si incontrano.

    Finché sei lontano dalla tua unicità, paradossalmente sei molto sensibile a chi ti dice che sei unico e speciale. Di fronte a chi ti fa tali complimenti, diventi subito contento, ti compiaci, senti che finalmente sei visto e tutto assume un sapore più dolce. Attenzione, è una trappola: il tuo bisogno di riconoscimento viene preso all’amo e, senza che tu ne sia consapevole, viene usato contro di te da chi intende manipolarti.

    La via d’uscita è riconoscere il tuo bisogno di sentirti speciale e accorgerti da dove nasce, ossia dal fatto che hai abbandonato l’unica via che poteva farti sentire speciale davvero: seguire la tua natura autentica e assecondare i tuoi talenti.

    Ascolta bene, tu sei speciale, tu sei un tassello dell’universo, e ogni tassello ha il suo posto, il suo senso, il suo percorso, la sua unicità. Il tuo cammino è solo tuo: non ha bisogno dell’approvazione o del riconoscimento altrui, ma ha bisogno di te. Tu sei speciale non perché diverso o superiore agli altri, ma perché sei unico e hai un modo unico di attraversare la vita e di metterti al suo servizio.

    Da oggi in poi esprimi l’intento di seguire i tuoi talenti e i tuoi desideri. Puoi aiutarti con la seguente affermazione:

    Riconosco e coltivo i desideri autentici che custodisco in me. Seguo con fiducia il percorso della mia unicità. Metto i miei talenti al servizio della vita. Creo tutto questo. Così ho scelto.

    1.4   PARASSITI

    In natura parliamo di parassitismo quando una specie animale o vegetale trae nutrimento o vantaggio da un’altra specie a scapito di quest’ultima. Anche tra gli esseri umani si verificano dinamiche simili: a livello collettivo le troviamo quando una nazione sfrutta impropriamente le risorse di un’altra, oppure nelle relazioni fra individui quando uno sfruttatore fa leva sulla debolezza della sua vittima.

    Un tipo di parassitismo molto diffuso fra gli esseri umani è quello energetico. Il parassita energetico, detto anche vampiro energetico, si riconosce dal tipo di cibo di cui si nutre: la luce, l’energia e la serenità degli altri.

    Il parassita energetico non sa connettersi con la propria anima o con il proprio mondo interiore in misura sufficiente da ricavarne appagamento, per questo ha bisogno di prendere energia dalle altre persone. Dopo aver interagito con lui, ti senti depotenziato, in difficoltà, meno felice. Gli individui più deboli e sensibili sono quelli più facilmente presi di mira poiché gli assicurano vittoria certa.

    Alcuni parassiti sono facilmente riconoscibili perché hanno un comportamento manifestatamente aggressivo e scorretto, che incute un senso di allarme e instabilità.

    Altri parassiti hanno un aspetto innocuo o il sorriso quasi sempre sulle labbra, ma riescono comunque a levarti tempo, risorse, energia. Sono persone che in un modo o nell’altro ti inducono a occuparsi di loro senza ricambiare in maniera equa. A volte sono capaci di affascinare e incantare, presentandosi quasi come degli eroi, ma a conti fatti si rivelano dei distruttori.

    Un’altra categoria di parassiti energetici è costituita dalle persone che si lamentano eternamente di ogni cosa, ma fanno poco o nulla per migliorare la propria situazione di vita. Decidono semplicemente che è il mondo a essere ingiusto o sbagliato, così possono assolversi da ogni responsabilità. Amano e si amano così poco da non avere alcuna voglia di prendersi cura di se stessi e del proprio cambiamento.

    Ci sono poi parassiti specializzati nella critica o nel fare i bastian contrari. Qualunque cosa affermi, hanno da ridire. Qualunque progetto esponi, vi trovano un lato negativo. Se ti danno ragione, riescono a farlo facendoti sentire dalla parte del torto. Ogni occasione è buona per metterti in difficoltà o farti credere di essere meritevole di disprezzo.

    Questi sono solo degli esempi e in realtà ne esistono molti altri, però il risultato è sempre lo stesso: il vampiro energetico sarà felice di aver succhiato via un po’ di serenità e pace dalla sua vittima.

    Raramente qualcuno si comporta di continuo da vampiro energetico o viceversa. Chiunque di noi può avere momenti in cui mette in atto una certa dose di vampirismo: sono i momenti in cui dimentichiamo di connetterci con l’energia della nostra anima e cerchiamo invece di ricavarla dagli altri. Per questo non ha mai senso giudicare noi stessi o gli altri, ma dobbiamo accorgerci delle dinamiche in atto e superarle.

    Quando ti rendi conto che stai avendo a che fare con un parassita energetico, devi sottrarti il prima possibile. Il parassita cercherà di tenerti dentro l’interazione con lui, per esempio cercando di provocarti o di accusarti per cose non vere, in modo che tu voglia ribattere e continuare a interagire. La cosa migliore è non ascoltarlo e sottrarti al confronto. Lascia pure che abbia l’ultima parola e vai via.

    Fai attenzione a chi o a cosa apri la porta di casa. Il parassita è tale solo quando gli dai il potere di entrare nel tuo territorio interiore e di permanerci. Impara a essere un buon custode di te stesso. Il vampiro energetico ha un’abilità speciale nel fare leva sulle insicurezze altrui, ma poco può verso chi si ama e si rispetta. Quando sei alleato di te stesso e ti rispetti, non tolleri l’abuso di tempo ed energia da parte di altri, ci dai un taglio. Il parassita, non trovando ciò che cerca, alla fine si guarderà altrove: sa molto bene che può attingere luce ed energia solo da colui che gli permette l’accesso.

    Comunque vada, con i parassiti non prenderla mai in modo personale: non aspettarti di trovare una spiegazione razionale dietro il loro comportamento o una qualche coerenza nelle loro parole. Devi solo scrollarteli di dosso il prima possibile.

    Guarda sempre e solo i fatti, guarda il risultato dell’interazione con queste persone, e trai di conseguenza le tue conclusioni. Non c’è nulla da chiedere e niente da spiegare, sarebbe solo fiato sprecato: c’è solo da sottrarsi ai salassi.

    Se senti che è arrivato il momento di allontanarti da qualcuno che ti sta succhiando energie, aiutati con la seguente dichiarazione:

    Caro [nome della persona parassita], hai approfittato della mia ingenuità, dei miei punti deboli e del disamore che ho verso me stesso per sferrarmi i tuoi attacchi energetici, ma in questo modo mi hai permesso di diventare consapevole dei miei veri bisogni.

    È arrivato il momento di lasciarti al tuo destino mentre io riprendo la mia direzione, quella dove tu non hai più accesso, dove le mie energie sono a disposizione di me stesso e dove sono guidato dalla fiducia, dall’amore e dalla verità.

    1.5   TEMPO DI SALPARE

    Come affrontare lo sgretolarsi dei punti di riferimento? Come fare quando amici, famigliari o persone a te vicino ti tradiscono o ti deludono profondamente? Come trovare la forza di reagire quando i pilastri su cui poggiava il tuo mondo vengono demoliti?

    Quando ciò su cui contavi, che davi per scontato o che rappresentava una certezza viene meno, hai la preziosa opportunità di fare un balzo evolutivo e aggiornare il sistema operativo della tua esistenza.

    Non esitare e apriti all’ignoto. Lasciati il vecchio mondo alle spalle e volgi lo sguardo verso l’incertezza di quello che ancora deve arrivare.

    I dubbi possono spaventare oppure diventare un terreno estremamente fertile, un ponte verso dimensioni inesplorate: ti portano senz’altro in una zona di vuoto, ma è un vuoto in grado di attirare un nuovo pieno.

    Cosa accadrebbe se la realtà fosse sempre uguale a se stessa? Cosa accadrebbe se ti facessi bastare i soliti pensieri? Cosa accadrebbe se ogni persona e ogni situazione ti facesse sentire al sicuro e a tuo agio?

    Resteresti immobile, incatenato alle certezze che fanno sentire al sicuro il piccolo ego, ma che in breve tempo spengono ogni fuoco interiore.

    Forse ti sei adagiato in un lavoro che non ti soddisfa, permani in una relazione che non rispetta i tuoi valori profondi o semplicemente giri in tondo nella tua esistenza senza mai prendere sul serio i tuoi desideri, o forse va tutto bene, sei felice e al sicuro, ed ecco che d’un tratto qualcosa rovescia la tua esistenza: un tradimento, un’ingiustizia, un ostacolo.

    Resterai attaccato al vecchio mondo che sta crollando e che non sarà mai più come prima, oppure alzerai lo sguardo oltre l’orizzonte per esplorare nuove rotte, anche se piene di dubbi e di mistero? Prima o poi dovrai scegliere.

    Alcuni si aggrappano ai detriti di ciò che è stato, non escono mai dal lutto e restano focalizzati sul passato perché è l’unica certezza che hanno. La vita, però, non desidera mai che tu resti immobile, ti chiede di andare avanti ed esplorare altre possibilità. Certo, non sai mai cosa incontrerai, nessuno ti garantisce che tornerai a rinascere o che le cose andranno bene, ma una cosa è certa: se resti fermo non lo saprai mai. Quando tutto crolla è tempo di lasciar andare quello che è stato e di salpare alla ricerca di altri lidi.

    1.6   MANIPOLATORE E MANIPOLATO

    In ogni campo del sapere umano vi sono opportunità e trabocchetti, persone serie e persone truffaldine. Le discipline olistiche e spirituali non fanno eccezione: anche qui troviamo insegnanti e ricercatori di ogni tipo, compreso chi si atteggia a maestro e fa leva sul bisogno

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